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Discussione: Poesie

  1. #361
    Postatore Epico L'avatar di Alejandro85
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    Re: Poesie

    Non sa più nulla, è alto sulle ali
    il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna.
    Per questo qualcuno stanotte
    mi toccava la spalla mormorando
    di pregar per l'Europa
    mentre la Nuova Armada
    si presentava alle coste di Francia.

    Ho risposto nel sonno: - È il vento,
    il vento che fa musiche bizzarre.
    Ma se tu fossi davvero
    il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna
    prega tu se lo puoi, io sono morto
    alla guerra e alla pace.
    Questa è la musica ora:
    delle tende che sbattono sui pali.
    Non è musica d'angeli, è la mia
    sola musica e mi basta. -

    Vittorio Sereni

  2. #362
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    Riferimento: Poesie

    "Ho mangiato io
    le prugne
    che erano
    in frigorifero

    e che tu
    probabilmente
    avevi tenuto da parte
    per colazione

    Scusami
    ma erano deliziose
    così dolci
    e così fredde"

    (William Carlos Williams, 1937).

  3. #363
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    Re: Poesie

    Ognuno di voi è un paese confinante,
    Delicato e stranamente reso orgoglioso,
    Eppure spinge perennemente sotto assedio.
    Le tue lotte armate per il profitto
    Hanno lasciato colletti di rifiuti su
    La mia riva, correnti di detriti sul mio petto.
    Eppure oggi ti chiamo sulla mia riva del fiume,
    Se non studierai più la guerra.
    Vieni, vestito di pace e canterò le canzoni
    Il Creatore mi ha dato quando io
    E l'albero e la pietra erano una cosa sola.

    (Maya Angelou)

  4. #364
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    Re: Poesie

    La via ferrata
    di Giovanni Pascoli

    Tra gli argini su cui mucche tranquillamente
    pascono, bruna si difila
    la via ferrata che lontano brilla;

    e nel cielo di perla dritti, uguali,
    con loro trama delle aeree fila
    digradano in fuggente ordine i pali.

    Qual di gemiti e d’ululi rombando
    cresce e dilegua femminil lamento?
    I fili di metallo a quando a quando
    squillano, immensa arpa sonora, al vento.


  5. #365
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    Riferimento: Poesie

    Vittorio Sereni, da "Gli strumenti umani", Milano 1965

    Quei bambini che giocano
    un giorno perdoneranno
    se presto ci togliamo di mezzo.
    Perdoneranno. Un giorno.
    Ma la distorsione del tempo
    il corso della vita deviato su false piste
    l'emorragia dei giorni
    dal varco del corrotto intendimento:
    questo no, non lo perdoneranno.
    Non si perdona a una donna un amore bugiardo,
    l'ameno paesaggio d'acque e foglie
    che si squarcia svelando
    radici putrefatte, melma nera.
    "D'amore non esistono peccati",
    s'infuriava un poeta ai tardi anni,
    "esistono soltanto peccati contro l'amore".
    E questi no, non li perdoneranno.

  6. #366
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    Re: Poesie

    X agosto
    da Myricæ (1897) di Giovanni Pascoli

    San Lorenzo, io lo so perché tanto
    di stelle per l'aria tranquilla
    arde e cade, perché sì gran pianto
    nel concavo cielo sfavilla.

    5  Ritornava una rondine al tetto:
    l'uccisero: cadde tra spini:
    ella aveva nel becco un insetto:
    la cena de' suoi rondinini.

    Ora è là, come in croce, che tende
    10  quel verme a quel cielo lontano;
    e il suo nido è nell'ombra, che attende,
    che pigola sempre più piano.

    Anche un uomo tornava al suo nido:
    l'uccisero: disse: Perdono;
    15  e restò negli aperti occhi un grido:
    portava due bambole in dono…

    Ora là, nella casa romita,
    lo aspettano, aspettano in vano:
    egli immobile, attonito, addita
    20  le bambole al cielo lontano.

    E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
    sereni, infinito, immortale,
    oh! d'un pianto di stelle lo inondi
    quest'atomo opaco del Male!


  7. #367
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    Riferimento: Poesie

    ESTATE
    di Scipione (Gino Bonichi 1904-1933)

    La terra è secca, ha sete
    e si spacca.
    Sui labbri dei crepacci
    le lucertole arroventate
    corrono in fiamme.

    Le stelle cadono accese
    per bruciare il mondo,
    ma nessuno tende le mani per abbracciarle
    e si smorzano, tuffandosi nel buio.

    La carne cerca nelle carni
    le sorgenti
    e trova gli occhi
    che si schiudono come fiori.

    E la sonagliera dei grilli,
    la notte,
    ci porta incontro al sole
    che ci trafiggerà
    con le sue mille frecce.

    Aspetto che finisca
    e nell’attesa
    mi sento abbacinato
    come un foglio bianco
    su cui picchi il sole.

    La terra è secca, ha sete
    e la notte è nera e perversa.
    Cristo, dalle da bere,
    ché vuol peccare
    e farsi perdonare.


  8. #368
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    Re: Poesie

    da "Canto per un equinozio" di Saint-John Perse, premio Nobel per la Letteratura 1960

    L’altra sera tuonava, e sulla terra cosparsa di tombe
    sentivo rimbombare
    questa risposta all’uomo, che fu breve, e non fu che
    frastuono.

    Amica, il rovescio del cielo fu con noi, la notte di
    Dio fu la nostra intemperie,
    e, in ogni luogo, l’amore saliva alle sue fonti.

    So, ed ho visto: la vita sale alle sue fonti, il fulmine
    raccoglie i suoi strumenti nelle cave deserte,
    il polline giallo dei pini s’aduna agli angoli delle terrazze,

    ed il seme di Dio si ricongiunge in mare alle falde
    malvacee del plancton.
    Iddio lo sparso si unisce a noi nella diversità.


  9. #369
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    Riferimento: Poesie

    Ottobre
    di Vincenzo Cardarelli

    Un tempo, era d’estate,
    era a quel fuoco, a quegli ardori,
    che si destava la mia fantasia.
    Inclino adesso all’autunno
    dal colore che inebria,
    amo la stanca stagione
    che ha già vendemmiato.

    Niente più mi somiglia,
    nulla più mi consola,
    di quest’aria che odora
    di mosto e di vino,
    di questo vecchio sole ottobrino
    che splende sulla vigne saccheggiate.

    Sole d’autunno inatteso,
    che splendi come in un di là,
    con tenera perdizione
    e vagabonda felicità,
    tu ci trovi fiaccati,
    vòlti al peggio e la morte nell’anima.

    Ecco perché ci piaci,
    vago sole superstite
    che non sai dirci addio,
    tornando ogni mattina
    come un nuovo miracolo,
    tanto più bello quanto più t’inoltri
    e sei lì per spirare.

    E di queste incredibili giornate
    vai componendo la tua stagione
    ch’è tutta una dolcissima agonia.

  10. #370
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    Riferimento: Poesie

    "Comprensione di una notte d'ottobre''
    di Anna Maria Ortese (1914-1998) da ''La luna che trascorre'' [1970]

    Chi visse? Quando? Dove, nella brace

    delle aurore, i turchini immensi? E dove

    sorgevi, Terra, dove, Sole, il fuoco

    della tua faccia, il rosso

    del Papavero, il Grano?

    Dove? Chi spinse dentro una corrente

    senza fine i miei giorni, e fu sepolto

    il noto, l’usuale? Non passava,

    là, in quella Nube di Comete, il Giorno

    di ieri, ed una mano

    non porse, umana sopra quel cancello

    una lettera, un bianco segno? Furia

    di pace, muta

    calata dentro torri

    incandescenti; globo di Natale,

    Europa sulla mappa

    di questi mari d’aria, al soffio oscilli

    dell’estraneo, ti agghiacci. Ma tornare

    là non si deve, solo in sogno. Casa

    tenera ed arca cieca, ora sui mari

    ribollenti del nulla erri. Più suono

    ha il ricordo, e la voce spazio. Giace

    come dipinto il Tempo. E già comprendi

    come tutto sia Istante,

    e l’Istante non sia, ma un solo immane

    Luogo, un fluire di Distanze, e reso

    così il tempo al suo inganno, non sia l’Ieri

    che un là, il Domani

    che un là basso, – lontano – a destra – in fondo!

    Non sia Futuro, non sia tempo, e solo

    Contemporaneo Luogo della Mente!

    Gloria – Orrore – sia a Te! Devoto sguardo

    a Te, Numero, Fuga, Grazia, Orrendo,

    Bosco di Gemme, di diamante Fiume,

    Cateratta di luci inesplicabili!

    Respiro che mi abbaglia e acceca, io vedo

    che sono un sogno, e Tu solo, matrice

    degli Universi, Tu Irreale, il vero.

    Da Te distrutto, grida questo Simbolo!

  11. #371
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    Re: Poesie

    Quartine
    di Baba Tahir (X secolo)

    Sono l'aquila che vive sulle vette
    dall'alto osservo i pascoli.
    Senza famiglia, senza casa e terra
    come sudario avrò le mie ali soltanto.

    Tutto quel che io desidero è di avere accanto
    un volto splendente come il tulipano.
    Se ai monti narrassi il mio soffrire
    sui pendii non crescerebbero più i fiori.

    È addolorato il mio cuore, Signore,
    soffre e trema d'angoscia
    anela alla patria, piange l'esilio.
    E questo fuoco mi brucia.

  12. #372
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    Re: Poesie

    Novembre da "Myricæ" (1891)
    di Giovanni Pascoli

    Gemmea l’aria, il sole così chiaro
    che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
    e del prunalbo l’odorino amaro
    senti nel cuore...

    Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
    di nere trame segnano il sereno,
    e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
    sembra il terreno.

    Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
    odi lontano, da giardini ed orti,
    di foglie un cader fragile. È l’estate,
    fredda, dei morti.

  13. #373
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    Riferimento: Poesie

    Dicembre
    di Giuseppe Pontremoli

    E quando poi arriva
    il santo ultimo mese
    nascosto nei mantelli
    nella neve a giocare
    ci assalirà il ricordo
    delle chiare stagioni
    canteremo l’amore
    iniziando a sognare


  14. #374
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    Riferimento: Poesie

    Dormi, o Celeste: i popoli

    Chi nato sia non sanno;

    Ma il dì verrà che nobile

    Retaggio tuo saranno;

    Che in quell'umil riposo,

    Che nella polve ascoso,

    Conosceranno il Re.

    Versi tratti da "Il Natale" di Alessandro Manzoni (1813).

  15. #375
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    Re: Poesie

    Villaggio natio -
    pianto sul mio cordone ombelicale
    questa fine d'anno.

    Matsuo Basho

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