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  1. #31
    Postatore Compulsivo L'avatar di joker.the.mad
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    Italia, ed orgoglioso di esserci
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    Riferimento: Raccontare la verità, sempre e comunque, ci vuole coraggi

    Citazione Originalmente inviato da diamanta Visualizza messaggio
    Sì, ci vuole empatia, perchè se non senti l'altro, se non percepisci il suo stato d'animo e non riesci ad essergli vicino le parole non serviranno. Puoi dire un mare di parole, seguire mille metodi, mille tecniche, ma se non sei vicino empaticamente allora dall'altra parte non arriva nulla. Eppoi una persona empatica si presume abbia un buon rapporto cogli altri e quindi è sempre un punto a favore
    Non c'è il rischio, così, di farsi coinvolgere troppo?....
    Con la conseguenza di non riuscire ad aiutare correttamente il paziente e, nello stesso tempo, di rischiare di compromettere, alla lunga, anche il "proprio" equilibrio psichico?...
    Nuovamente è una domanda, non una affermazione....

  2. #32
    Postatore Epico L'avatar di Morgana-z
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    nella terra in cui lo scirocco scompiglia i capelli e arruffa i pensieri
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    Riferimento: Raccontare la verità, sempre e comunque, ci vuole coraggi

    Citazione Originalmente inviato da joker.the.mad Visualizza messaggio
    Non c'è il rischio, così, di farsi coinvolgere troppo?....
    Con la conseguenza di non riuscire ad aiutare correttamente il paziente e, nello stesso tempo, di rischiare di compromettere, alla lunga, anche il "proprio" equilibrio psichico?...
    Nuovamente è una domanda, non una affermazione....


    Joker, la tua domanda è giusta.
    Chi svolge la professione di psicologo o ancor più di psicoterapeuta deve sempre mantenere una giusta distanza tra sè e il paziente. Sia per preservare il proprio equilibrio, come dici tu, ma anche per preservare l'equilibrio della relazione. Ogni coinvolgimento eccessivo (in termini di tutte le emozioni che possiamo immaginare, compreso il transfert) sono dannose se non vengono comprese come transferali e dunque facenti parte della relazione (in quanto suscitate dalla dinamica relazionale in quel preciso momento) e rischiano di compromettere seriamente la relazione e anche l'equilibrio del paziente, di cui ci dobbiamo ricordare sempre la particolare condizione emotiva entro il setting terapeutico.
    Ecco perchè è necessario (a mio modo di vedere) che lo psicologo/terapeuta segua un percorso di terapia personale e con certa regolarità abbia modo di confrontarsi con colleghi tramite supervisioni, covisioni o anche scambi e confronti.
    Come ho scritto altrove, molti di noi all'inizio della professione intendono il compito di cura e l'empatia come versioni raffinate dell"io ti salverò di hitchcockiana memoria, ma non è così che funziona.
    Ricordiamoci che noi possiamo aiutare i pazienti a venir fuori dalle loro difficoltà, ma MAI prenderli in braccio e affrontare tali difficoltà al posto loro.
    Come terapeuta, Joker, non è affatto piacevole guardare un paziente impantanato. Ma so che non posso forzarlo al cambiamento, gli farei solo del male. L'empatia è anche stare in uno stato emotivo di frustrazione e sconfitta insieme al tuo paziente, ma lucidamente sapere che però sono le sue emozioni di cui tu sei partecipe, ma non sono le tue.
    Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato.
    (Haruki Murakami)

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