Fondamentale, soprattutto per chi pratica la psicologia, è anche soffermarsi sull'inaudita abitudine di filmare le proprie nefandezze col telefonino per diffonderle nel proprio gruppo/branco.
Questa è veramente una novità assoluta: come se l'abitudine a concepire la vita reale come una protesi di quella virtuale ( e non, semmai, il contrario ) sia arrivata al punto di includere anche i più nefandi reati tra i frammenti di vita da condividere in rete , a sprezzo persino dell'evidente rischio di essere, in questo modo, individuati e condannati.
Allucinante, a questo proposito, la pretesa dei violentatori di CasaPound di affermare ridicolmente che la bestiale violenza fosse in realtà un rapporto consenziente a tre, pur in presenza dei filmati inequivocabili da loro stessi immessi in Internet.
Ecco, questo mi sembra veramente un punto cruciale: dove ci sta portando la sempre più evidente dipendenza da Internet? Non sembra anche a voi che la sostanziale impunità di cui si gode nella Rete, stia debordando anche nella vita reale, col rischio di indurre in menti deboli ( e forse anche in quelle non troppo deboli ) la convinzione che si possa fare sempre ed ovunque ciò che si vuole nella certezza di non dover mai pagare dazio?
E che dire dei modelli di sessualità che arrivano ai giovani dalla pletora di pornografia, spesso violenta, presente in Internet ( leggevo da qualche parte che qualcosa come il 70% del traffico Internet sia generato dai siti pornografici )? Non pensate che si possano convincere che quella sia una modalità corretta, o magari l'unica, per vivere la loro sessualità?
Credo che prima o poi si dovrà prendere atto dei danni immensi che un uso distorto di Internet ( e dei social in modo particolare ) sta producendo nella nostra Società.