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  1. #31
    Partecipante Assiduo
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    Ps:oh ma com'è bello sto forum

  2. #32
    Partecipante Assiduo
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    10-12-2009
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    Citazione Originalmente inviato da Haruka Visualizza messaggio
    Non per fare allarmismo, ma "Il cittadino norvegese Anders Breivik ha confessato dopo l'arresto di essere il responsabile degli attentati che hanno causato la morte di 77 persone. Breivik è un anti-multiculturalista, anti-marxista, anti-islamico e fondamentalista cristiano, con ideologie di estrema destra, come da lui stesso affermato nel suo memoriale 2083 – Una dichiarazione europea d'indipendenza." La storia delle stragi e degli omicidi sulla Terra è piena di esempi che possono essere portati per autorizzare qualsiasi tipo di remora nei confronti di chiunque: c'è l'imbarazzo della scelta.

    E con questa me ne torno davvero in staff buon proseguimento.
    E se non mi sbaglio,una prima analisi lo aveva anche dichiarato narcisista psicotico.
    Proio su breivik ci sarebbe da aprire un capitolo a parte...io non capisco perchè la sua strage sia stata messa in relazione a ragioni di carattere politico.In effetti egli si faceva portavoce di un movimento che aveva creato da solo e a cui aderiva esclusivamente egli stesso.Più psicotico di cosi....

  3. #33
    L'avatar di Haruka
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    Ti rispondo con le tue stesse parole che condivido:
    Citazione Originalmente inviato da Fakeplastictree Visualizza messaggio
    vengono alimentati da altri per il proprio tornaconto personale.
    Evidentemente a qualcuno torna comodo buttare una cosa del genere in politica..!

  4. #34
    Partecipante Assiduo
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    Citazione Originalmente inviato da Haruka Visualizza messaggio
    Ti rispondo con le tue stesse parole che condivido:

    Evidentemente a qualcuno torna comodo buttare una cosa del genere in politica..!
    Hai ragione,può essere

  5. #35
    Postatore Compulsivo L'avatar di joker.the.mad
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    Credo che questo sull'attualità e la cronaca sia il thread giusto per parlare della morte di Robin Williams... Morte che ha scioccato e colpito molti, quasi tutti: vuoi per la notorietà dell'attore, vuoi per l'imprevedibilità dell'evento vuoi per la sua tragicità.
    Ecco, io vorrei fare una riflessione su quanto sia frequente il caso di un attore comico ( anche se Robin non era certamente "solo" un attore comico ) che, con l'avanzare dell'età entra in depressione e si trasforma in un personaggio tragico. Il primo a viverlo sulla sua pelle ( e a portarlo, probabilmente con intenti catartici, sulla scena con "Luci della Ribalta" ) fu Chaplin, ma tanti altri attori brillanti che hanno trascorso la vita con l'unico scopo di far ridere gli altri, poi, giunti ad un certo momento, si sono trasformati in altrettanti "Calvero", il clown di Chaplin nel film che entra in depressione perché non riesce più a far ridere. Penso a Vittorio Gassmann, per esempio, per certi aspetti pare pure ad Alberto Sordi... Oppure, in tempi più recenti, ad attori come Woody Allen, Jim Carrey, il nostro Verdone.... Quest'ultimo da sempre convive con le sue nevrosi, ma ultimamente, a vederlo nelle sue ultime interviste, mi pare essere sempre più incline a scivolare verso una franca depressione.
    Non è solo una mia impressione, ma è corroborata anche da studi scientifici, per esempio uno recente del British Journal of Psychiatry ( http://bjp.rcpsych.org/content/early...7-64688ea8f8a4 ).
    Che ne pensate? È veramente così frequente, quasi scontato, che i nostri beniamini, le persone che ci portano buonumore e che, alla fine, consideriamo quasi alla stregua di persone di famiglia, prima o poi si mostrino al mondo col loro lato più oscuro, ma probabilmente più vero?...

  6. #36
    Postatore Epico L'avatar di Morgana-z
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    Joker, ieri avevo postato dei pensieri simili sul mio profilo fb.
    Io parto da un'idea: quanto più l'attore è bravo, tanto più deve aver sperimentato le vicissitudini umane legate alla sofferenza. Solo così può emozionare, e trasmettere qualcosa al pubblico. Ma i ruoli che interpreta spesso possono essere rivincite su quelle fragilità, catarsi del sofferenza. Ma solo momentanee. E se nel film vinci una battaglia cime personaggio, nella vita reale la stessa può sconfiggerti. Parliamo dello stress, delle aspettative, del carico abnorme derivante dalla visibilità degli attori. La gente si aspetta che l'attore SIA il personaggio!!!!! E non è facile farlo capire e distinguere realtà è finzione, anche per se stessi. Tu hai citato ottimi attori...ma quante giovani star crollano nelle dipendenze?
    E proviamo ad immaginare che, ad un certo punto, nei film ti diano solo partizione o parti da vecchio....la ferita narcisistica è pesante.
    Lo show-biz è un mostro che si nutre di sacrifici umani, talentuosi e fragili.....
    Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato.
    (Haruki Murakami)

  7. #37
    Postatore Compulsivo L'avatar di joker.the.mad
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    Nota a margine di questa triste storia:

    L’ultimo pensiero pubblico era stato per lei, l’amatissima figlia Zelda: «Oggi hai compiuto un quarto di secolo, ma per me sarai sempre la mia bambina», scriveva su Twitter Robin Williams lo scorso 31 luglio, non sapendo che sarebbe stato il suo ultimo cinguettio. E lei, la secondogenita ha dedicato sentitissime parole sui social al padre, salvo poi decidere di lasciarli dopo aver ricevuto, tra le migliaia di messaggi di supporto, anche vari post offensivi, come quelli con foto alterate di Robin Williams, in cui si mostravano i segni dell’impiccagione. «Mi dispiace. Dovrei essere superiore - ha scritto la 25enne nel suo ultimo tweet -. Cancellerò questo (account) dai miei apparecchi per un lungo tempo, forse per sempre. Lo dirà il tempo. Addio».

    Ma che m...a di persone scrive sui social network?...
    A volte mi viene da pensare che sia proprio Internet ( o, meglio, l'anonimato su Internet... ) a tirar fuori tutto il peggio che persone schifose covano nel fondo della loro miserabile vita.
    Disgustato.

  8. #38
    Partecipante Assiduo L'avatar di namtar24
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    Citazione Originalmente inviato da joker.the.mad Visualizza messaggio
    Nota a margine di questa triste storia:

    L’ultimo pensiero pubblico era stato per lei, l’amatissima figlia Zelda: «Oggi hai compiuto un quarto di secolo, ma per me sarai sempre la mia bambina», scriveva su Twitter Robin Williams lo scorso 31 luglio, non sapendo che sarebbe stato il suo ultimo cinguettio. E lei, la secondogenita ha dedicato sentitissime parole sui social al padre, salvo poi decidere di lasciarli dopo aver ricevuto, tra le migliaia di messaggi di supporto, anche vari post offensivi, come quelli con foto alterate di Robin Williams, in cui si mostravano i segni dell’impiccagione. «Mi dispiace. Dovrei essere superiore - ha scritto la 25enne nel suo ultimo tweet -. Cancellerò questo (account) dai miei apparecchi per un lungo tempo, forse per sempre. Lo dirà il tempo. Addio».

    Ma che m...a di persone scrive sui social network?...
    A volte mi viene da pensare che sia proprio Internet ( o, meglio, l'anonimato su Internet... ) a tirar fuori tutto il peggio che persone schifose covano nel fondo della loro miserabile vita.
    Disgustato.
    io credo sia l'anonimato in generale; in fondo basta pensare agli studi di psicologia sociale sulla deindividuazione per dare l'idea di come non sono su internet, ma anche nella realtà, nel momento in cui si ha la percezione di rimanere anonimi, quindi teoricamente impuniti, si possa dar sfogo a comportamenti che normalmente non si metterebbero mai in atto. Ovviamente su internet questa cosa si amplifica cento volte.
    Son d'accordo con quello che scrivi, postare cose di cattivo gusto dopo un dramma del genere è una cosa che si commenta da sola...

  9. #39
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    Mah io credo semplicemente che gli imbecilli siano sempre stati al mondo...l'anonimato come dici tu può aiutare

  10. #40
    Partecipante Leggendario L'avatar di Lyanne
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    Ciao a tutti,
    leggendo i vostri ultimi interventi mi viene da riflettere su come alcune persone decidano di esprimere i propri sentimenti, siano essi di gioia e felicità o di dolore: pubblicamente, davanti a migliaia di persone per lo più anonime, senza volto, sconosciute.
    Questa modalità, che sembra essere abbastanza diffusa, a mio avviso può livellare i sentimenti e i contenuti di quanto detto, rendendolo a lungo andare, dalla prospettiva di chi riceve queste comunicazioni, simile a poltiglia, che finisce nel tritacarne dello spettacolo, offuscando quello che c'è dietro, ossia il vissuto e l'elaborazione (se ci sono: non è detto, e non per tutto quello che leggiamo).
    Scorrono in carrellata, come sottotitoli su una passerella "mi sono dipinta le unghie" "amore mio ti adoro" "oggi è una bellissima giornata" "nonna sarai sempre con me", tanto per citare qualche possibile esempio.
    Tutto diventa uguale, perde di valore, viene banalizzato, spersonalizzato, Credo che in questo modo una reazione altrettanto spersonalizzata, facilitata anche dall'anonimato, come dicevate, sia probabile, ossia si debba mettere in conto prima di agire.

    Intendo dire che esprimersi in questo modo non è l'unico modo, né, tanto meno, obbligatorio.

    Per quanto riguarda in particolare il lutto e il dolore collegato, mi chiedo come sia cambiata l'espressione nel tempo e anche cosa significhi farne partecipi "gli altri" (sarebbero interessante fare un excursus nella storia): chi sono questi altri?

    Se una volta il gruppo era la comunità, anche piccola, di persone che avevano intrecciato tra loro legami significativi, e quindi il condividere aveva un significato nell'elaborazione, mi sembra che oggi dirlo a tutti equivalga soprattutto ad una esibizione che, per come la vivo io, ha qualcosa di violento: come salire su un palco e dire "oggi morte". Voi lo fareste? io personalmente no.
    C'è chi lo fa, però, e allora qui entra in gioco la consapevolezza personale, che dovrebbe agire prima. Se salgo sul palco, e dico a tutti, e quei tutti sono migliaia di volti anonimi e sconosciuti con maschere, mi devo aspettare che, non essendoci legami significativi con la maggior parte di loro, le reazioni siano diverse.

    Dove aver pensato a quali possibili effetti può avere questa cosa su di me, decido se e come esprimermi, tenendo conto che sono io, e non i social, a decidere per me, che ci sono diverse possibilità e che il riferimento principale, in qualcosa che riguarda la sfera intima e personale, deve essere in primo luogo l'impatto che questa cosa può avere su di me, non la dipendenza da riferimenti esterni ("approvazione" altrui), che, quando si supera una certa misura, sono veramente un'arma a doppio taglio.

    Insomma, mi sembra che molto ruoti intorno al recupero della soggettività, del valore che ognuno di noi ha di per sé (cosa che, dall'esterno, viene spesso minata, in maniera, mi pare, molto subdola).

  11. #41
    Partecipante Assiduo
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    La penso coem te Lyanne,il punto come dici tu e che è stato un qualcosa di sempre valido,solo che oggi agl'occhi del mondo diventa palese grazie alle possibilità date dai social media.In sintesi:prima leggere della morte di una persona importante dava luogo a vari commenti che restavano nel privato da parte di chi li aveva scaturiti,cosa che non avviene oggi dato che idee e condivisione di esse è resa possibile dai social media.
    Io quello che non concepisco è la reazione,tendenzialmente ognuno può avere una sua idea su un determinato avvenimento fatto,ma questo non implica necessariamente sminuire il ricordo di un morto (sia esso un farabutto o meno nel piano privato) ne tantomeno esplicitare in pubblico tale visione.Questa è la cosa triste a mio avviso,non tanto il volere o meno rendere pubblico un fatto privato.Ovviamente le persone possono prevedere svariate reazioni anche tristi e pessime come quelle in precedenza citate,ma questo non le giustifica,in alcun modo a mio avviso

  12. #42
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    Io credo che persone così schifose siano sempre esistite: la differenza è che prima vomitavano il marciume che hanno dentro scrivendo sui muri dei cessi pubblici, oggi lo fanno scrivendo sui social network o sui blog. È aumentato il numero delle persone che li leggono ( o, meglio, che spesso sono costrette a leggerli ), ma la sostanza non cambia.

  13. #43
    Johnny
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    è qualunque notizia, video o intervento su internet che dia la possibilità di commentare raccoglie commenti che vanno dall'intelligente al vergognoso; quelli che scrivono stupidità il più delle volte sono persone che nella vita sono frustrati e sottomessi che non sanno esprimere le loro opinioni e vomitano l'aggressività nell'anonimato.

  14. #44
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    Citazione Originalmente inviato da Fakeplastictree Visualizza messaggio
    Io quello che non concepisco è la reazione,tendenzialmente ognuno può avere una sua idea su un determinato avvenimento fatto,ma questo non implica necessariamente sminuire il ricordo di un morto (sia esso un farabutto o meno nel piano privato) ne tantomeno esplicitare in pubblico tale visione.Questa è la cosa triste a mio avviso,non tanto il volere o meno rendere pubblico un fatto privato.Ovviamente le persone possono prevedere svariate reazioni anche tristi e pessime come quelle in precedenza citate,ma questo non le giustifica,in alcun modo a mio avviso
    io non ho parlato di giustificazione ma di possibilità di scelta del canale di espressione che posso usare per esprimere qualcosa, in relazione al contenuto che voglio esprimere e alle possibili variabili.
    Un posto non vale l'altro, insomma e non tutti i posti sono ugualmente adatti per il medesimo contenuto.
    In base a quello che scelgo, possono esserci conseguenze diverse, di cui posso essere parzialmente al corrente e che posso in parte prevedere.
    Se non posso agire sulle reazioni degli altri, posso orientare la mia azione ed esprimere il contenuto che intendo esprimere utilizzando un canale anziché un altro (e quella scelta dipende da me).
    Ultima modifica di Lyanne : 17-08-2014 alle ore 16.25.50

  15. #45
    Postatore Compulsivo L'avatar di joker.the.mad
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    Riferimento: Attualità, cronaca, politica

    Citazione Originalmente inviato da Lyanne Visualizza messaggio
    In base a quello che scelgo, possono esserci conseguenze diverse, di cui posso essere parzialmente al corrente e che posso in parte prevedere.
    Questo è il punto debole ( perdonami ) della tua posizione: non sempre e, soprattutto, non tutti sono in grado di prevedere, neppure in parte, le possibili conseguenze della propria scelta del mezzo attraverso cui veicolare un messaggio. Per cui non sono d'accordo nel ritenere che, siccome l'individuo è responsabile di quella scelta, allora la collettività se ne debba disinteressare.
    Non è così, non può essere così: pensa agli adolescenti o anche a persone più grandi eppure fragili e/o inesperte. La loro vita può essere devastata o persino anche fisicamente distrutta ( pensa ai numerosi casi di suicidio dopo atti di cyber-bullismo ) per le reazioni che hanno ricevuto in seguito all'errore commesso nel veicolare un determinato messaggio nel posto sbagliato.
    No, la collettività non se ne può chiamare fuori demandando tutto alla responsabilità individuale e, prima o poi, un rimedio bisognerà trovarlo. Anche se questo dovesse significare sacrificare un po' della libertà totale di cui oggi gode la "zona franca" che è diventata Internet.

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