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  1. #1
    Postatore Epico L'avatar di Morgana-z
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    Cosa vi ha portato a scegliere psicologia?

    Vorrei rilanciare la domanda che avevo già proposto:cosa vi ha portato a scegliere psicologia?
    Ed ancora, come mai avete scelto un particolare indirizzo o specializzazione?
    Quali erano le vostre aspettative?
    Com'era questo lavoro nel vostro immaginario?
    È cambiato qualcosa col passar del tempo, al punto in cui vi trovate?
    Ultima modifica di Morgana-z : 13-08-2014 alle ore 14.48.18
    Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato.
    (Haruki Murakami)

  2. #2
    Antonia
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    Riferimento: è giusto dare a malati psichiatrici,l'opportunità di espr

    Io ho scelto di studiare psicologia principalmente perché mi appassiona la materia, ho scelto l'indirizzo di sviluppo perché, senza andare troppo nel personale, la mia infanzia e soprattutto la mia adolescenza l'ho vissuta con un enorme disagio e volevo capire le cause di questo mio malessere, non so se farò la psicologa come lavoro futuro ma credo di essere naturalmente empatica e portata all'ascolto, mi piacerebbe avere la capacità professionale di accompagnare chi ha un disagio ad avere la consapevolezza delle cause di questo disagio, quindi mi piace conoscere la causa che c'è dietro un determinato comportamento.

  3. #3
    Postatore Epico L'avatar di Morgana-z
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    Riferimento: è giusto dare a malati psichiatrici,l'opportunità di espr

    Io ho scelto psicologia semplicemente perchè mi piaceva. E perchè, poichè l'alternativa era lingue e desideravo fare la traduttrice, mi sono chiesta quale delle due strade, una volta prese, non mi avrebbe lasciato rimpianti.
    E' vero che da ragazzina ero la confidente di tutti, ma non fu questo a farmi scegliere. Non so, forse una psicologa che incontrai a scuola e il suo atteggiamento, o altro...nonostante le tante difficoltà nel mio corso di studi, ho perseverato. Ho scelto l'indirizzo clinico perchè mi appassionava l'adolescenza come fase di vita, e ancora oggi ritengo sia una fase cruciale per "l'apertura al mondo". Poi ho deciso di diventare psicoterapeuta, realizzando un sogno talmente grande da sembrarmi incredibile. I 4 anni di formazione sono stati molto impegnativi, ma lavorare con i gruppi per me è un modus operandi che esiste anche quando lavoro col singolo. E lo psicodramma, che fa parte della mia formazione specifica, è qualcosa che amo.
    Tuttavia ogni giorno cerco di studiare un po', più faccio esperienza e più mi rendo conto che aver studiato due cose non basta, e che l'umiltà e la consapevolezza di essere sempre in parte un'apprendista mi aiuta a conservare la curiosità. E' un dono dei miei maestri, e me lo tengo caro.
    Inoltre, l'analisi personale che ho fatto durante la formazione (circa tre anni) mi ha dato modo di guardarmi sempre nei miei punti di fragilità, che vengono sollecitati variamente quando si lavora.
    La mia forza è la consapevolezza della mia fragilità.
    Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato.
    (Haruki Murakami)

  4. #4
    Partecipante L'avatar di manuela932
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    Riferimento: è giusto dare a malati psichiatrici,l'opportunità di espr

    Io ho scelto psicologia perchè trovo sia una delle discipline più interessanti e ampie che ci sono. L'ho scelta perchè attraverso di essa si possono capire i meccanismi del nostro cervello, capire i nostri traumi, e i nostri disturbi. L'ho scelta perchè attraverso di essa posso capire, conoscere, e mie fragilità, le mie paure.. Una volta terminati gli studi spero di poter mettere in atto le conoscenze acquisite sugli altri, quindi stare a contatto con chi è malato, poter essere umana e professionale verso chi ha bisogno di una figura come questa.

  5. #5
    Partecipante L'avatar di manuela932
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    Riferimento: è giusto dare a malati psichiatrici,l'opportunità di espr

    Ciao a tutti! Volevo farvi un'altra domanda.. vi sentite realizzati studiando psicologia, intendo oltre che farla per sbocco professionale qual'è la motivazione più intima e profonda?

  6. #6
    attualmente non mi sento realizzata per via del pregiudizio che tuttora incombe su questa professione sto parlando naturalmente sul piano strettamente sociale

    la motivazione profonda almeno personalmente è quella di essere d aiuto a persone troppo spesso ignorate da una società che molto spesso considera patologia soltanto cio che è fisico, scindendo ancora mente e corpo

    voi cosa ne pensate su questo?
    Ultima modifica di crissangel : 26-08-2014 alle ore 20.39.20

  7. #7
    Postatore Epico L'avatar di Morgana-z
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    Riferimento: Cosa vi ha portato a scegliere psicologia?

    Giuseppina, tu studi o già lavori? Te lo chiedo perché mi interessa la tua affermazione sul pregiudizio mano capisco da che prospettiva ne parli
    Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato.
    (Haruki Murakami)

  8. #8
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di riripane93
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    Riferimento: Cosa vi ha portato a scegliere psicologia?

    Rispondendo alla domanda lanciata da Manuela io mi sento, almeno per il momento, realizzata; certo abbastanza confusa per il futuro ma comunque molto positiva perchè anche se è un po difficile, con questa strada , in base ad alcuni accaduti personali, vorrei comprendere ciò che non sono riuscita a comprendere nel corso degli anni mentre accadevano fatti ai quali non riuscivo a dare una spiegazione. Adesso che sto acquisendo questo "potere" di poter capire finalmente cosa passa nella mente delle persone quando fanno determinate azioni, vorrei poter avere quella piccola rivincita che non ho mai avuto e, cosa più importante, vorrei poter fare capire agli altri, a chi si servirà del mio aiuto che non bisogna mai arrendersi, che bisogna camminare sempre a testa alta non vergognandosi mai di ciò che si è o ciò che si ha, perchè ognuno di noi è speciale e insostituibile per com'è, e credo siano i maggiori muri da abbattere quando si chiede l'aiuto di uno psicologo. Penso che anche se molti dicono che psicologia non serve a nulla, che siamo tutti un po psicologi, che possiamo arrivare tutti da soli ad individuare ciò che ci fa stare male ed eliminarlo, la psicologia sia una delle discipline più difficili da comprendere perchè apre la parte più intima di ognuno di noi. Quando scherzo dico che per me la psicologia è come una caccia al tesoro perchè si è sempre alla ricerca di qualcosa, si cercano sempre risposte alle domande più assurde, si entra nella vita delle altre persone, e poi alla fine dopo tanta fatica si trovano tutte le risposte e ogni cosa rientra al suo posto. Io spero soltanto che finito questo cammino sia più forte nell'affrontare i miei problemi, abbia la consapevolezza che nulla e nessuno può farmi male e soprattutto possa riuscire ad essere una brava analista per aiutare molte persone a ritrovare se stesse, per dargli quella forza che gli manca per tirare avanti quando arrivano i momenti difficili, perchè credo che tutti o quasi attraversiamo periodi neri e la presenza di una persona accanto che ti ascolta, ti capisce e ti dice ciò che vuoi sentirti dire è il punto solido che fa stare meglio. Quindi, in definitiva, sogno di essere quel punto solido che potrà far stare bene tante persone.
    Non so se mi sono espressa bene o si è capito perchè ho scelto psicologia, in tal caso scusate per qualche errore di comprensione

    Bisogna avere un caos dentro di sè, per generare una stella danzante

  9. #9
    Postatore Epico L'avatar di Morgana-z
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    Riferimento: Cosa vi ha portato a scegliere psicologia?

    Io sono laureata, specializzata, lavoro come psicoterapeuta privato e in altri contesti, e sono contenta di ciò che faccio.
    Sono contenta perchè ho sempre lavorato duramente per ottenere ciò che ho oggi e ogni giorno cerco di fare del mio meglio, sia studiando che cercando di sviluppare una visione ampia e critica di ciò che mi accade.
    Ho fatto anche altri lavori e lavoretti per pagarmi le spese, e come tanti colleghi mi trovo ad aver a che fare con una società marchiata dal familismo, dal nepotismo e dai concorsi "predestinati". Nel contesto dove lavoro, forse più che in altre regioni, vige ancora la convinzione che andare dallo psicologo sia una cosa per pazzi. E che sia un tantino vergognoso. E che gli psicologi siano.....pazzi, anche loro.
    Mi confronto con pregiudizi e stupidità di ogni genere, ma ho deciso, ormai da anni, di essere "portatore sano di psicologia", e "informatore psicologico".
    Che significa? Che se ci fermiamo a constatare che ci sono pregiudizi rispetto alla nostra professione, ma noi non facciamo nulla per combatterli, allora non rendiamo un buon servizio nè a noi stessi (come studenti o professionisti), nè alla professione che diciamo di amare, nè alla società che-diciamo-vogliamo migliorare.
    Non sto affermando un concetto romantico, tutt'altro. E' una cosa serissima. Ma la credibilità che vogliamo trasmettere deriva dal fatto che NOI come persone siamo credibili, che trasmettiamo fiducia, serenità, affidabilità. Ed essendo credibili come persone, lo saremo come professionisti.
    Non possiamo dimostrare ciò che non siamo: è una truffa di cui prima o poi qualcuno si accorgerà. Non serve a niente millantare capacità o abilità che non abbiamo: credetemi, prima o poi si scopre la pochezza....pertanto, piuttosto che fare proclami e alzare la voce come adolescenti ribelli, impariamo sempre a diventare adulti, come persone e come professionisti.
    Se io voglio che i pregiudizi sulla mia professione cambino, dovrò essere "testimone attendibile" di ciò che porto avanti. Non sapete quanto è bello quando qualcuno, conoscendovi, dirà: "grazie a te mi sono ricreduto sugli psicologi". Già questa è una piccola vittoria.
    La soddisfazione di essere psicologi non dev'essere MAI gratificazione narcisistica ("quanto sono bravo, quanto sono intelligente, quanto sono fashion"). Non siamo marionette da talk show. L'autocelebrazione è il trampolino verso il fallimento professionale. Perchè i nostri pazienti non sono quelli dei manuali (le cui bellissime storie sono il frutto di faticosissime ore vissute anche nella frustrazione della coppia terapeutica), ma a volte sono "sporchi, brutti e cattivi" come diceva una mia docente.
    Se cercate ricchezza tramite questo lavoro, vi consiglio di farvi venire delle idee genialissime o di cominciare a scrivere libri illuminati. O vi auguro di essere bravissimi. La normalità è lontanuccia dal lusso. Quindi, fate bene attenzione a valutare la realtà rispetto all'investimento professionale e agli obiettivi di guadagno. Io, ed altri colleghi, facciamo due o tre lavori OLTRE quello dello psicologo. Sto imparando in questi anni ad essere equilibrista: mai definirsi arrivati, mai smettere di darsi da fare...perchè il nostro oggi non è più quello di chi ci ha preceduti, stabile e tranquillo.
    E questa è una cosa con cui, a prescindere dal lavoro che facciamo, dobbiamo fare i conti.

    Vi dico una cosa: in questi giorni ho ripreso il lavoro in studio. Nonostante la fatica a lavorare mentre tutti sono al mare, sono stata felice di riprendere. Mi dà gioia questo lavoro, ed è una gioia che non ha eguali.

    Vorrei fare una precisazione personale. Io sono felice di questo lavoro, ma non sono soddisfatta. Se la soddisfazione è quella condizione di "sazietà" che ti porta poi a perdere la curiosità, lo spirito di ricerca, l'essere sempre inquieti tanto da ascoltare, leggere, esperire, scoprire.....
    non voglio mai essere sazia. Mai soddisfatta.

    E mi auguro di avere soddisfazioni da cui ricavare nuove motivazioni ad andare avanti, e fallimenti tramite cui imparare lezioni importanti.

    Vorrei invitare chi ancora studia ad abbandonare l'idea che lo psicologo sia il paladino della giustizia, il difensore degli oppressi o lo scopritore di verità celate ai più. A questo ci hanno già pensato la Marvel, la religione e la scienza.

    Noi siamo artigiani. Maieuti della psiche. E nel nostro lavoro non siamo noi che attiriamo i pazienti. Sono loro che ci scelgono. E lo faranno non per come siamo bravi, belli ed eleganti, ma per ciò che vedono in noi. E ciò permetterà loro di fidarsi di noi.

    Auguri a tutti


    (se potete, vedete il video del discorso di Steve Jobs.....)
    Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato.
    (Haruki Murakami)

  10. #10
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di riripane93
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    Riferimento: Cosa vi ha portato a scegliere psicologia?

    Morgana approvo in tutto e per tutto il tuo post. Ti capisco quando dici che dalle tue parti tutto è in mano al potere, al nepotismo perchè vedo ogni giorno ciò che succede e ci sono anche passata in prima persona nel momento in cui ho sostenuto dei semplici preesami universitari, quindi non oso nemmeno immaginare cosa succeda nel caso di Esami di Stato o altri esami per poter entrare in maniera preparata nel mondo del lavoro. So anche, e leggendo mi hai dato la conferma, che il lavoro dello psicologo non è uno di quelli che fa diventare miliardari o permette di costruire ville, palazzi e castelli; è più che altro un servizio che va offerto a chi ha bisogno di aiuto e giustamente, come dici tu, la prima impressione che bisogna dare è quella di essere persone naturali, senza costruzioni in modo da poter portare le persone a fidarsi di noi e, quindi, ad aprirsi.

    Io vorrei chiederti una cosa: come si fa a fare in modo che una persona si fidi di te? Cioè anche se io mi comporto naturalmente per come sono e una persona non si fida, si può far cambiare idea?

    Bisogna avere un caos dentro di sè, per generare una stella danzante

  11. #11
    Postatore Epico L'avatar di Morgana-z
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    Riferimento: Cosa vi ha portato a scegliere psicologia?

    Quando io parlo di fiducia in ambito professionale declino il termine in due modi:
    -una persona deve sentire che ispiri fiducia perchè sei una persona schietta, serena, che ispira positività e sicurezza
    -deve sentire fiducia in te come professionista perchè nell'incontro con te si sente a suo agio, capita, trova qualcuno col quale cominciare un percorso necessario e complesso.

    Non so se riesco a trovare le parole giuste. Tu non devi affascinare il tuo potenziale paziente, ma fargli capire che, se vuole, tu lo affiancherai in un percorso di cura. L'incontro terapeuta-paziente è particolare, non si basa tanto sulla simpatia (mica ci devi andare a cena!) ma su un feeling che fa pensare ad un possibile paziente:"si, è la persona che fa al caso mio".

    Non siamo noi ad attrarre i pazienti. Sono loro a sceglierci.
    Poi, è pur vero che per alcuni possiamo andare bene, per altri no. Magari alcuni possono chiederci consiglio ma andranno in terapia altrove.

    Io, per esempio, quando dovevo entrare in terapia personale (obbligatoria per la mia scuola di specializzazione), pensavo che una donna potesse essere la scelta migliore per me per una serie di motivazioni. Poi però diversi colleghi e una docente mi hanno indirizzato verso un terapeuta di sesso maschile, perchè secondo loro potevamo accordarci.
    Difatti così è stato.
    Dopo il primo colloquio sono tornata, e mi sono sempre sentita capita. E' stata un'esperienza fondamentale per me. Come lo è per ognuno dei nostri pazienti.


    Una frase molto carina recita:"quando il terapeuta è pronto, il paziente arriva". Lavora su di te e sii fiduciosa.






    P.S. La corruzione e la "predestinazione" dei posti di lavoro è cosa nota. Ma, come ho fatto io per un concorso qualche settimana fa, è una tua scelta partecipare, tutto dipende dai tuoi obiettivi e dalle tue necessità.
    Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato.
    (Haruki Murakami)

  12. #12
    Partecipante Assiduo
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    Riferimento: Cosa vi ha portato a scegliere psicologia?

    Boh lo faccio per passione,amo tantissimo la teoria freudiana quindi...sono motivato perchè al cosa mi piace.
    Poi la cosa bella e che l'approccio olistico della psicologia consente di comprendere tantissime cose che esulano dalla psicologia stessa.
    Per dire,secondo me alcune brillanti intuizioni di freud potrebbero fornire degl'enormi benefici alla fisica più di quanto la psicologia odierna tragga beneficio dalla fisica stessa
    Se la teoria freudiana fosse vera,avrebbe svelato il segreto,lo scopo della vita,insomma chiamalo poco XD
    Ad esempio studiando la teoria delle pulsioni non ho potuto di fare a meno di pensare a questa citazione di richard feynman illustre fisico

    Se in un cataclisma andasse distrutta tutta la conoscenza scientifica, e soltanto una frase potesse essere trasmessa alle generazioni successive, quale affermazione conterrebbe la massima quantità di informazioni nel numero minimo di parole? Io credo che sarebbe l'ipotesi atomica (o dato di fatto atomico, o comunque vogliamo chiamarlo) secondo cui tutte le cose sono fatte di atomi, piccole particelle che si agitano con un moto perpetuo, attraendosi quando sono un po' distanti una dall'altra, ma respingendosi quando sono schiacciate una contro l'altra. In questa singola frase c'è un'enorme quantità di informazione sul mondo che ci circonda, se soltanto ci si riflette sopra con un po' di immaginazione. (da Sei pezzi facili; 2000)

  13. #13
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    Riferimento: Cosa vi ha portato a scegliere psicologia?

    Mi sono chiesta parecchie volte in passato: Ma cosa mi ha portato a scegliere psicologia? confrontandomi anche con chi mi stava accanto nel periodo della mia scelta. A dire il vero una reale motivazione ancora non l'ho trovata! Ricordo che volevo proprio fare psicologia e, nonostante avessi pagato i bollettini per effettuare altri test di ingresso, quando ho effettuato il test a Psicologia e ho letto che ero passata ho fatto un saltone alto tre metri e non sono più nemmeno andata a tentare gli altri per curiosità. Ero contenta così. Ero contenta di fare psicologia, anche se in realtà io di psicologia fino ad allora non avevo letto proprio nulla (non eravamo riusciti a fare manco Freud in Filosofia). I primi tre anni sono stati di scombussolamento. Me la cavavo bene ma andavo avanti non so grazie a quale forza trainante. Dopo dal periodo pre laurea triennale è cambiato qualcosa e così è stato un salendo sia di voti che di motivazione intrinseca. Devo dire che tornassi indietro farei tutto di nuovo. La psicologia è la mia passione e ho fatto bene a seguire questa strada. In più l'essere umano fortunamente cambia nel tempo e quindi è bellissimo vedere come anche il mio rapporto con ciò che studio/faccio cambi, ti si aprono sempre nuove prospettive, nuovi orizzonti, nuove piccole passioni e modi diversi di vedere il mondo.

    Quindi se ora mi chiedono: perchè hai scelto psicologia? io rispondo con un sorriso sulle labbra: "non so, ma so che se sei una ghianda non potrai che diventare una quercia, un giorno " (J. Hillman).

  14. #14
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    Riferimento: è giusto dare a malati psichiatrici,l'opportunità di espr

    Citazione Originalmente inviato da manuela932 Visualizza messaggio
    Ciao a tutti! Volevo farvi un'altra domanda.. vi sentite realizzati studiando psicologia, intendo oltre che farla per sbocco professionale qual'è la motivazione più intima e profonda?
    Decisamente si.
    Le mie spinte basi son state (e sono):
    . voglia di aiutare chi in difficoltà
    . amore e costante curiosità per lo studio della mente e del comportamento umano
    . scoperta che i punti di cui sopra sono caratteristica della mia essenza, da cui la pulsione per renderli tangibili e fruttuosi
    How you see the world is a reflection of your soul

  15. #15
    Postatore Epico L'avatar di Alejandro85
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    Riferimento: Cosa vi ha portato a scegliere psicologia?

    A ripensarci, l'origine di questa scelta giace in qualche anfratto inaccessibile. Me lo chiedo e me lo chiederò sempre. Fino al giorno in cui mi iscrissi, non ne sapevo nulla, non avevo letto nè sfogliato alcun libro,al massimo accennato a Freud al liceo. La psicologia non era per me quell'ideale folgorante o sogno che molti coltivano fin da bambini.Feci i miei anni, faticando a capire se facesse per me. Finita la triennale e accedendo alla magistrale, capii che andava la pena andare fino in fondo, fare apprendistato. Ho studiato neuropsicologia, mi sono laureato andando in una direzione disperatamente opposta (con una tesi su psicanalisi e cristianesimo) e ho poi scelto di svolgere un tirocinio in un reparto di oncologia. Quasi quattordici mesi, un anno vissuto pericolosamente. Finora l'esperimento più impegnativo da me compiuto. So di essere stato accanto a delle persone, simili a me. Ho camminato al loro fianco, senza pretesa alcuna. Ecco, in quel territorio così indesiderabile, ho colto il valore del silenzio, della presenza partecipe ma non invadente.
    Poi ho pensato di iscrivermi a una scuola di psicoterapia. Mi ha dato molto da fare e parecchio da imparare. Presto inizierò il terzo anno e mi continuo a chiedere se ho fatto bene a prendere questa via. Probabilmente sì. Forse ho scelto la via più comoda, assecondando semplicemente le mie attitudini naturali. La psicologia non è solo clinica, ci sono la cognizione, la ricerca di base, l'ergonomia...rendo merito ai miei colleghi che le hanno scelte. In un laboratorio temo non avrei offerto molto.
    E poi mi sento di dire che la psicologia può offrire tanto. Non tutto. Non può rispondere a tutte le domande di senso: ciò spetta più propriamente alla filosofia, alle religioni, all'ambito spirituale. È un bene che sia così. La/le psicologia/e può renderci più saggi, più che sapienti e darci qualcosa per muoverci nel labirinto della vita.

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