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  1. #31
    Neofita L'avatar di gliss/79
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    26-01-2005
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    BOLZANO
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    Riferimento: terapeuta continuamente in ritardo

    Spesso mi sono trovata a discutere dell'importanza della relazione terapeutica in questo periodo e mi è venuto in mente questo thread; ogni persona, indipendentemente dal tipo di disturbo o vulnerabilità psicologica abbia, è certo al 100% che nella sua storia di vita non abbia avuto la possibilità di sentirsi sicura. Non c'è stata una figura di accudimento che le ha fatto provare la sensazione di avere fiducia in sè stessi e di conseguenza di potersi affidare anche al prossimo, di avere la sicurezza e la stabilità per costruire delle relazioni sane. Chi per sua sfortuna non ha avuto una base sicura che permettesse tutto ciò, se si rivolge ad un terapeuta, a prescindere dal modello teorico o dalle esperienze, l'unica cosa che deve fare sempre fin dall'inizio della terapia e costantemente è quella di essere per la prima volta una base sicura per la persona in questione, che piano piano le permetta di sperimentare emozioni e stati mentali senza esserne spaventata, deve poter sperimentare cosa significa avere dei bisogni e essere in relazione con chi li soddisfa (es. bisogno di sicurezza, bisogno di stima, bisogno di rispetto). Come avevo già detto , una terapeuta che non rispetta questo tassello fondamentale della psicoterapia, o non è una terapeuta o forse dovrebbe cambiare lavoro.

  2. #32
    Partecipante Leggendario L'avatar di Lyanne
    Data registrazione
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    vivo a Genova
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    Riferimento: terapeuta continuamente in ritardo

    Citazione Originalmente inviato da gliss/79 Visualizza messaggio
    Spesso mi sono trovata a discutere dell'importanza della relazione terapeutica in questo periodo e mi è venuto in mente questo thread; ogni persona, indipendentemente dal tipo di disturbo o vulnerabilità psicologica abbia, è certo al 100% che nella sua storia di vita non abbia avuto la possibilità di sentirsi sicura. Non c'è stata una figura di accudimento che le ha fatto provare la sensazione di avere fiducia in sè stessi e di conseguenza di potersi affidare anche al prossimo, di avere la sicurezza e la stabilità per costruire delle relazioni sane. Chi per sua sfortuna non ha avuto una base sicura che permettesse tutto ciò, se si rivolge ad un terapeuta, a prescindere dal modello teorico o dalle esperienze, l'unica cosa che deve fare sempre fin dall'inizio della terapia e costantemente è quella di essere per la prima volta una base sicura per la persona in questione, che piano piano le permetta di sperimentare emozioni e stati mentali senza esserne spaventata, deve poter sperimentare cosa significa avere dei bisogni e essere in relazione con chi li soddisfa (es. bisogno di sicurezza, bisogno di stima, bisogno di rispetto). Come avevo già detto , una terapeuta che non rispetta questo tassello fondamentale della psicoterapia, o non è una terapeuta o forse dovrebbe cambiare lavoro.
    Sono d'accordo con il senso del tuo post, soprattutto per quanto riguarda l'apertura ai diversi orientamenti, anche se io non parlerei tanto di certezza ma di sensazioni, di vissuto personale (quindi non la verità storica ma la propria verità, in base a quello che si è sperimentato, che è vero per sé e che acquista un senso di realtà) e che credo che si possa andare oltre la base sicura, sebbene questa sia importante.
    D'altra parte è vero che se il terapeuta non è affidabile, si fa poca strada.

    Una cosa che credo sia fondamentale è fare quello che si dice e che ci si dovrebbe aspettare, una volta esplicitato il proprio orientamento.
    Da un terapeuta di orientamento psicodinamico ci si aspetta che abbia fatto un congruo lavoro di analisi personale.
    Purtroppo, non sempre è così, visto che ci sono scuole che "lasciano libertà", come se fosse un merito ...(con un unico vantaggio latente, ma neanche tanto..).
    Se si fa una buona analisi, certe cappelle non si fanno, o almeno, la probabilità dovrebbe essere senz'altro minore.
    Il problema è che oggi la tendenza è a economicizzare, soprattutto il pensiero: questo psicoterapeuta fa così? Allora sono tutti così.
    Il rischio di questa sintesi inappropriata c'è, vista la concorrenza, ma credo che non ci si debba far spaventare se si lavora con onestà e serietà, qualunque sia l'orientamento scelto.

    Il rapporto tra paziente è terapeuta è unico: la ricerca e la clinica possono senz'altro arricchirsi reciprocamente, ma io credo che la ricerca in ambito clinico (e non solo), senza attenzione alla singola persona, diventi "un ammasso di dati" (questo non l'ho detto io, ma non ho voglia di cercare la fonte )

  3. #33
    Postatore Epico L'avatar di Morgana-z
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    nella terra in cui lo scirocco scompiglia i capelli e arruffa i pensieri
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    Riferimento: terapeuta continuamente in ritardo

    [QUOTE=gliss/79;2756529una terapeuta che non rispetta questo tassello fondamentale della psicoterapia, o non è una terapeuta o forse dovrebbe cambiare lavoro.[/QUOTE]



    Quest'affermazione mi lascia perplessa, non per la frase in sè, ma per il fatto che il rischio è una semplificazione che faccia perdere di vista la complessità e una serie di variabili di cui poco o nulla sappiamo, tra le quali le caratteristiche della terapeuta, la sua storia di formazione e le particolarità che questa relazione terapeutica presenta e che potrebbero sollecitare in modo del tutto peculiare la persona in questione.
    Non ho voglia di emettere giudizi lapidari, del resto essere terapeuti è davvero un lavoro duro, e ci potrebbero essere mille perchè che potrebbero spiegare-non giustificare-tali avvenimenti. Non chiedo clemenza per questa mia collega, ma talvolta anche un terapeuta si trova in empasse, e a volte è dura uscirne fuori.
    Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato.
    (Haruki Murakami)

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