Originalmente inviato da
joker.the.mad
Il tuo post, scusami se te lo dico, è un minestrone che contiene cose che, effettivamente, sono fortemente connesse tra di loro, con altre che, invece, si possono considerare collegate solo alla lontana, con altre che, infine, non c'entrano proprio niente l'una dall'altra. Con in più il tocco complottista ( la morte del CEO di Total ).
La verità è molto più semplice: affatto tranquillizzante, intendiamoci, ma certo più semplice da decrittare e spiegare. Provo a riassumerti i 2 punti salienti del mio ragionamento:
1) non c'è mai stato un periodo di maggiore tensione internazionale: naturalmente non è vero. Basta tornare indietro negli anni per scoprire, anche limitandosi solo all'ultimo dopoguerra, decine e decine di altri momenti storici in cui siamo stati veramente sull'orlo di un conflitto globale: Guerra in Corea, crisi dei missili a Cuba, guerra in Vietnam, crisi degli Euromissili alla fine degli anni '70 ( quando, per inciso, in Italia una guerra vera e propria c'era, quella del terrorismo ), crisi iraniana, crisi libica ( Gheddafi, per esempio, ci lanciò un missile contro Lampedusa in risposta ad un bombardamento americano ), guerra del golfo ( la prima ), guerra nella ex-Jugoslavia ( per la prima volta dalla fine della II guerra mondiale avevamo la guerra a due passi da casa ed una grande capitale europea, Belgrado, veniva bombardata ), mezza Manhattan buttata giù dai terroristi, guerra del golfo ( la seconda ) etc. etc. etc.
Perché, allora, c'è una percezione aumentata di pericolo?..... Semplice: perché c'è una informazione ossessiva e aggressiva, attraverso Internet, che CREA psicosi su psicosi, aumentando all'ennesima potenza la sensazione di essere circondati, quasi che ogni focolaio di tensione esistente nel mondo ( come è SEMPRE successo e sempre succederà... ) avvenga nella nostra stanza da letto, affianco al nostro pc acceso sulle miserie del mondo ( e sulle speculazioni complottiste che su queste miserie vengono fatte );
2) che sta succedendo DAVVERO?... Sta succedendo una cosa molto semplice: il crollo del muro di Berlino avvenuto nel 1989 è stato come l'apertura del vaso di Pandora. Si sono scatenate le forze più selvagge del capitalismo che, non più imbrigliate dalla logica dei due blocchi contrapposti, sono partite alla conquista del nuovo Far West, territori immensi e popolazioni sterminate da conquistare al verbo del "mercato", proprio mentre i Paesi Occidentali, invece, mostravano la corda in quanto i loro, di mercati, erano ormai saturi, mentre le condizioni produttive erano diventate sempre più difficili ( salari alti, diritti dei lavoratori etc. etc. ). L'apertura dell'ex-blocco sovietico ( e non solo: anche i Paesi dell'ex-Terzo Mondo ) sembrava il nuovo Eldorado. Cominciò la famosa globalizzazione, poi con gli anni consolidatasi al punto che, oggi, buona parte della produzione mondiale di merci e servizi è appannaggio di Paesi che fino a 25 anni fa erano completamente esclusi dai mercati ( Cina, India, Brasile etc. ).
C'è stata, però, una "piccola" conseguenza, non si sa quanto imprevista: che l'aumentata ricchezza di quei Paesi ha coinciso con un deciso impoverimento dei Paesi dell'ex- Primo Mondo. Il motivo è semplice: la torta ( leggi le risorse del Pianeta Terra ) è sempre la stessa, sono però aumentati i commensali, ergo le porzioni per tutti si sono ridotte.
Da una quindicina di anni almeno è iniziata, allora, una feroce guerra mondiale per l'accaparramento delle risorse e/o la redistribuzione della ricchezza mondiale. Guerra che implica anche una decisa competizione tra Paesi ex-alleati ( Europa, USA, Giappone )... Che continuano, formalmente e per convenienza a darsi, in pubblico, pacche sulle spalle mentre, sempre alle spalle, si tirano coltellate.
I singoli episodi di questa guerra sotterranea ( che, sia inteso, è estremamente difficile che sfoci in una guerra esplicita, a tutto campo, perché non converrebbe a nessuno ) sono, tutto sommato, poco importanti... Molto più importante, a mio avviso, il quadro generale che ho delineato. E che, a breve, non prevede, a mio parere, una soluzione, nè facile nè difficile.
Bisogna navigare a vista, evitando colpi di testa solitari ( esempio: fuoriuscita unilaterale dall'euro ) che ci vedrebbero massacrati all'istante su una scena internazionale così difficile.