Ciao a tutti,

mi sono laureato in psicologia sociale e del lavoro ad ottobre e a marzo dovrei iniziare il mio primo semestre di tirocinio post laurea. Però sono morso dai dubbi se ne valga davvero la pena. Ecco perché:

Lavorare un anno gratis non è uno scherzo. Il mio tirocinio sarebbe pure full time quindi non potrei conciliarlo con un'altra attività lavorativa (in azienda ti chiedono sempre il full time). Ho già 25 anni e mi chiedo quanto tempo ancora dovrò aspettare per guadagnare qualche soldo e andarmene via di casa. Se decidessi di fare uno stage per lo meno guadagnerei minimo 400 euro al mese, che non mi basterebbero ovviamente per diventare indipendente, ma incomincerei almeno a mettere via qualcosa.

Ne vale davvero la pena? In fondo uno psicologo del lavoro cosa se ne fa dell'abilitazione nazionale e del titolo di "psicologo". Probabilmente finirò a lavorare nella selezione del personale, nelle ricerche di mercato o nella formazione, tutti ambiti in cui l'abilitazione non è richiesta. Dovrei passare un anno a lavorare gratis, studiare per l'esame di stato, pagare un sacco di soldi per cosa?

In più volevo chiedere: una volta abilitato e iscritto all'albo, oltre a pagare una tassa annuale bisogna fare altro per rimanere nell'ordine (tipo lavorare in un ambito da psicologi, fare tot ore di formazione, ecc.)? Si può essere estromessi/sospesi dall'albo se non sussistono certe condizioni?

Nel senso, se un giorno decidessi di dedicarmi ad un'occupazione che non ha niente a che fare con la psicologia, il titolo di psicologo lo perderei?

So bene che l'iscrizione all'albo è fondamentale per clinici, psicoterapeuti, psicologi dello sviluppo, ecc. ma è davvero così' utile anche per i laureati in psicologia del lavoro? Raccontatemi le vostre esperienze, sono veramente indeciso. Inoltre, potreste indicarmi un sito dove posso trovare informazioni di questo tipo.

Grazie!