ciao a tutti ragazzi,
vi racconto la mia storia
sono un ragazzo di 17 anni.. per tutta la vita ho sofferto di ossessioni riguardo ad alcune mie parti del corpo... ritenevo che i miei capelli fossero sempre in disordine e l'ultima ossessione, quella più tormentosa e più insopportabile, era concentrata sulla mia schiena : quando mi specchiavo, la vedevo deforme...nonostante gli altri mi dicessero di non vedere niente.
Due anni questo problema ha iniziato a pesarmi e a condizionare la mia vita sociale. Avevo già problemi relazionali : ero un ragazzo dal carattere timido, introverso e non partecipavo alle feste degli amici. Avevo spesso l'idea che gli altri ce l'avessero con me, o che mi percepissero come strano e diverso, e quindi mi allontanassero per questa ragione.
In realtà credo che mi vergognassi tanto per il mio essere omosessuale, e cercavo di nasconderlo in tutti i modi con degli atteggiamenti impostati.
E' un po' una lunga storia, diciamo che in famiglia son stato preso in giro da mia sorella, che definisco una manipolatrice affettiva, una sempre con la battutina pronta che mi faceva star male.....una che ha consolidato le mie insicurezze anziché spronarmi ad essere più forte o difendermi.
Un anno fa ho deciso, convincendo i miei genitori, di sottopormi ad una terapia da uno psichiatra. L'approccio farmacologico mi ha aiutato un po' i primi mesi, ma adesso mi rendo conto che il lavoro grosso l' ha fatto la terapia costruttivista kellyana che ho condotto con il mio terapeuta. Per un po' di tempo sono stato anche da una psicanalista lacaniana, senza però ottenere dei grandi risultati (ad ogni modo non mi considero un estimatore della psicanalisi e come tutti gli approcci non direttivi lo trovo abbastanza noioso). Credo che il mio terapeuta sia una persona meravigliosa, che mi ha permesso di guardarmi dentro con occhio più oggettivo, ha sviluppato in me l'empatia e la capacità di riconoscere i miei e gli altrui sentimenti. Abbiamo lavorato molto sulle emozioni, piuttosto che sul pensiero (e questo credo sia la differenza principale fra cognitivismo e costruttivismo).
Ed in me , oltre alla passione per la letteratura, che è sempre stata viva, è nato anche l' amore per l'arte della psicoterapia, tant'è che ho pensato , da grande, vorrei fare pure io il terapeuta. Mi manca un anno per scegliere la facoltà universitaria, ma ho le idee abbastanza chiare. Voglio quello. Voglio aiutare persone che soffrono come ho sofferto io ed aiutarle a trovare una via d'uscita. Guarire si può e io ne sono la prova. Adesso ho degli amici e non mi vergogno più del mio corpo. Sono una persona generalmente felice, anche se vivo in un contesto omofobo che spesso non mi comprende.
Vorrei conciliare il mio interesse per la scrittura con quello per la psicologia, ma non so come fare.
La questione però che più mi attanaglia è questa. Ho intenzione di fare il test di medicina con l'idea poi di fare come specialistica psichiatria, ma sono abbastanza certo che non lo passerò viste le mie scarse conoscenze (e anche la mia scarsa passiona) per la chimica e la biologia. Non superatolo, non potrei scegliere psicologia perché si trova in una città troppo distante dalla mia e i miei non si possono permettere di prendermi una casa in affitto (mia sorella me lo ricorda sempre...).
A 15 KM dalla mia città c'è la facoltà in filosofia con indirizzo psicologico....Mi rimane come ultima spiaggia, qualora non riuscissi a passare il test di medicina. Potrei, dopo essermi laureato in filosofia, iscrivermi a psicologia clinica e poi fare una scuola di psicoterapia? Per me sarebbe un sogno.
Io ci credo davvero, ma ho paura, tanta paura, che mi troverò costretto a scegliere qualcosa che non mi piace, per andare più sul sicuro.