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  1. #1
    L'avatar di Duccio
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    25-06-2002
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    Opinione su scuole di tipo integrato o comparato

    Cosa pensate delle scuole di psicoterapia di tipo comparato ed integrato? Ovvero scuole dove si adatta la tecnica (cognitiva, psicodinamica, fenomenologica) al tipo di paziente e al suo funzionamento? Sono realmente utili perchè strategiche o alla fine per imparare un po' di tutto si finisce nel non saper fare bene niente nello specifico?
    Mi piacerebbe avere in particolare dei feedback soprattutto da psicoterapeuti (o psicologi in formazione in una scuola di psicoterapia di questo tipo) in orientamenti di tipo integrato e non tanto l'opinione di psicoterapeuti di altri indirizzi..

  2. #2
    Partecipante
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    23-05-2013
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    32

    Riferimento: Opinione su scuole di tipo integrato o comparato

    Salve a tutti, ho letto la discussione in ritardo e provo a dare il mio contributo. Come già detto in altre discussioni, ho concluso una formazione in psicoterapia integrata. Non so se i modelli comparati seguono la stessa scia quindi posso rispondere solo in merito all'integrazione.

    In base alla mia esperienza, parlando di integrazione, esiste una cornice generale di riferimento che si basa su alcuni punti essenziali: pari dignità a ciascun approccio, intersoggettività e co-costruzione di senso e significato. In altre parole vuol dire considerare ciascun modello teorico come un'ipotesi la cui validità é tale nella misura in cui mi aiuta a compendere un dato fenomeno in base al "campo intersoggettivo" che si instaura nella relazione tp-pz in un dato momento.

    Dal punto di vista teorico non faccio altro che domandarmi quanto suggeriva Gabbard (seppur all'interno di una cornice psicodinamica), benché io cerchi di muovermi attraverso più cornici, ossia chiedendomi:"Quale teoria o costrutto mi evoca il pz, quello che sta succedendo, la sua storia, nel qui ed ora?"
    Utilizzo inoltre i costrutti della terapia multimodale di Lazarus di "fare ponte" ed "inseguire", seppur intercalati in una cornice integrata; ciò vuol dire cercare di capire in quale modalità, se psicodinamica, cognitiva o gestaltica, sia io che il pz, riusciamo a lavorare in modo efficace nel qui ed ora e possibilmente come estendere il lavoro a quante più modalità possibili a seconda degli obiettivi concordati. Tutto questo implica inevitabilmente anche un lavoro di conoscenza su se stessi e del proprio funzionamento, poiché é pacifico il fatto che avremo una modalità preferenziale con la quale siamo più efficaci, data anche dalla nostra personalità, ma che allo stesso tempo non ci vieta di dialogare ed agire anche attraverso altre.

    Faccio alcuni esempi...

    ...Sto cercando di capire un dato funzionamento di personalità di un pz...Mi viene in mente un'ipotesi strutturale psicodinamica? Oppure riesco a leggere meglio il fenomeno attraverso le organizzazioni di personalità cognitivo-costruttiviste?...Mi sembra inquadrabile anche in base ad un'ipotesi descrittiva? Mi focalizzo sul ciclo del contatto gestaltico?
    A fine seduta, invece, posso cercare di rielaborare quanto emerso e provare ad attuare un'integrazione teorica per poter comprendere meglio il pz: chi ha mai detto che guardare al pz secondo un modello descrittivo e/o strutturale psicodinamico mi preclude la possibilità di vederlo e spiegarlo anche in senso di organizzazioni di personalità? In tal caso, quali sono i punti di contatto?

    ...Mi trovo davanti ad un fenomeno dissociativo: mi viene in mente il modello di Bromberg? Mi viene in mente la spiegazione di Liotti? Cosa può essere co-costruito con il pz? A fine seduta mi posso domandare se un modello, quello che magari ho associato in seduta, non possa essere compatibile con l'altro ed anzi, se addirittura non possa arricchirlo...

    ...Identifico un dato atteggiamento, comportamento, o tratto...Mi viene in mente una difesa? Oppure associo questo agli errori cognitivi e stili attribuzionali? Riesco a comprendere il pz in questi termini oppure mi sto focalizzando sul processo emotivo? A fine seduta rielaboro quanto emerso e magari mi accorgo che per spiegare quello che ho visto, entrambe i costrutti possono essermi utili.

    ...Sulle tecniche: mi sembra di scorgere un classico "conflitto" detto in termini psicodinamici. Bene...Nel caso io valuti che possa essere utile portarlo alla luce posso procedere attraverso un lavoro preparatorio per l'interpretazione, quindi attraverso chiarificazione e confrontazione; posso decidere di proseguire attraverso il dialogo socratico e provare ad arrivare ai costrutti sovra-ordinati attraverso il laddering o la freccia discendente; posso magari provare attraverso il dialogo delle due sedie. Di fronte a queste possibilità, l'unica domanda che mi devo sempre porre é:"A quale intervento il pz potrebbe rispondere meglio in questo momento? Quale potrebbe tollerare?"

    Detto questo, credo che adattare la tecnica al pz come diceva Duccio, possa essere una modalità strategica che si è rivelata anche efficace: ne é paradigma la terapia multimodale di Lazarus che rientra però nel cosiddetto eclettismo tecnico. In un'ottica di integrazione può essere utilizzato ma non esaurisce il senso di un approccio integrato che cerca invece di adattare, non solo la tecnica, ma anche uno o più modelli teorici.

    Per rispondere al quesito di Duccio...Credo che l'approccio integrato sia potenzialmente molto efficace come potenzialmente molto fumoso, fermo restando che la differenza la fa la inevitabilmente la variabile "individuale" di chi lo applica. E' un'approccio nel quale, forse si acquisiscono determinati automatismi in tempi più lunghi rispetto ad altri approcci. Gli anni di formazione non sono stati facili, soprattutto per chi, come me pensava vi fosse un modello teorico omnicomprensivo dato dall'integrazione. Scoperto che non esiste, come tutti gli altri approcci, presenta punti di forza e di debolezza; credo che la differenza la faccia la variabile individuale: quanto si è appassionati e curiosi, quanto si studia e si approfondisce...ecc..

  3. #3
    Partecipante Assiduo
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    22-07-2008
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    Riferimento: Opinione su scuole di tipo integrato o comparato

    Che scuola hai fatto, Wowchenick?

  4. #4
    Partecipante
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    Riferimento: Opinione su scuole di tipo integrato o comparato

    Ciao marco-89, ho concluso l'ACOF-SPIC di Busto Arsizio l'anno scorso.

  5. #5
    Partecipante Assiduo
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    Riferimento: Opinione su scuole di tipo integrato o comparato

    Citazione Originalmente inviato da Wowchenick Visualizza messaggio
    Ciao marco-89, ho concluso l'ACOF-SPIC di Busto Arsizio l'anno scorso.

    ah, grazie per la risposta. E' una di quelle che mi interessa. Mi sai dire come si orientano rispetto alla mindfulness e alle terapie cognitivo-comportamentali di terza generazione? attaccamento? ipnosi?

    Non so se quello integrato è l'approccio che cerco. O meglio. A me piacerebbe un approccio integrato su misura per me...ma penso che questo me lo costruirò io dopo. Però volevo trovare una scuola che mi lasciasse basi sulle questioni per me rilevanti: attaccamento, l'importanza della relazione nel qui e ora (ma penso anche alle strutture di relazione di E. Jones) e modelli relazionali, modelli cognitivi (soprattutto di terza generazione), mindfulness, un po' di ipnosi, terapie psicodinamiche e autori che già integrano un po' di cose (vedi Kernberg, formulazione del caso con McWilliams e Westen), mentalizzazione (fonagy e bateson), Nardone e Paul Watzlawick.

    E non so...mi sembra che anche nelle scuole più integrate e strategiche alcuni di questi pezzi siano lasciate per strada (ho visto anche una di Parma ed altre in giro per l'Italia).

    Va bene che ognuno forma il proprio modello anche dopo, ma se si deve pagare 4 mila € dei privati per un titolo vorrei che fossero 4mila € in un pacchetto il più completo possibile. Non che se dopo volessi approfondire mindfulness, ipnosi, questo o quello mi tocca spendere altre migliaiai di €.

    Sai illuminarmi?

  6. #6
    Partecipante
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    Riferimento: Opinione su scuole di tipo integrato o comparato

    Ciao, proverò ad illuminarti, premettendo che attualmente non conosco esattamente lo "stato dell'arte" della scuola, nel senso che probabilmente vi sono anche nuovi docenti che spingono più su alcuni argomenti piuttosto che altri e ogni insegnamento dipende molto dall'orientamento del docente. Inoltre é vero che molti pezzi vengono lasciati per strada, o meglio, sono accennati ma lasciati poi all'approfondimento dell'allievo inevitabilmente.

    Per risponderti nello specifico, nel percorso della scuola (quindi fino all'anno scorso) non abbiamo toccato l'ipnosi e la mindfulness quanto piuttosto tecniche immaginative (non però con il taglio della terapia con la procedura immaginativa) e tecniche di rilassamento, in particolare il training autogeno.

    Mi sento di dire che l'attaccamento é trattato in modo approfondito e trasversale così come l'importanza della relazione nel qui ed ora, attraverso i modelli gestaltici, umanistici (Rogers) e psicodinamici.

    I modelli cognitivi cui abbiamo fatto riferimento riguardano il costruttivismo di Guidano e Liotti, e dei loro allievi, quindi le organizzazioni di personalità con approfondimenti relativi alla teoria della dissociazione (Liotti), per estender
    e il confronto al quella di Bromberg.
    Fonagy e Kernberg decisamente sì: mentalizzazione e terapie che la utilizzano e intervista strutturale per arrivare alla STIPO. Mc Williams accennata e approfondita personalmente, rientrava nel discorso del PDM.

    L'area strategica intesa come "Nardone"non l'abbiamo affrontata a scuola, quella sistemica si, nelle sue varie scuole e soprattutto tecniche.

    In Area gestaltica abbiamo approfondito le terapie focalizzate sulle emozioni (Greenberg).

    Quindi come puoi vedere molti pezzi sono lasciati per strada ed altri sono più approfonditi. Ad ogni modo ne mancheranno sempre ma toccando molti approcci poi é inevitabile che alcuni vengono appronditi personalmente o si viene incoraggiati ad approfondirli anche in base alle proprie necessità.

    Volevo concludere dicendo che, in base alla mia esperienza, alla fine non conta tanto la quantità di "pezzi" che vengono insegnati quanto il modo in cui la scuola può "aiutarti" a sviluppare la capacità ed il modo personale di integrarli e a utilizzarli senza confoderti e confondere il pz. Credo che l'aspetto più positivo lasciatomi dalla scuola (qualsiasi scuola integrata) sia quello di saper in qualche modo "dialogare" tra le varie correnti e teorie senza pregiudizi.

  7. #7
    Partecipante Assiduo
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    Riferimento: Opinione su scuole di tipo integrato o comparato

    Beh io il pregiudizio è l'ultima cosa che ho. Cioè di mio, anzi, penso che tutte le teorie siano valide ed ognuna spieghi a modo suo la psiche umana. Tra alcuni approcci, apparentemente molto lontani, mi viene pure facile trovale assonanze. Di base mi piace molto l'infarinatura teorica che viene data nella tua scuola, mi spiace manchi quel tocco di mindfulness e ipnosi che mi avrebbe tolto ogni dubbio. Ci sono altre 3-4 scuole che forse tralasciano alcuni aspetti, ma che invece si orientano sulle parti "mancanti" della scuola di Busto Arsizio.

    Che tu sappia, tra un anno e l'altro ci possono essere molti cambiamenti nel programma della scuola?

    Per quanto riguarda invece gli strumenti/test? ne vengono adoperati e approfonditi? se si quali?

    mentre negli argomenti di base vengono trattate anche neuroscienze e sessuologia?
    Ultima modifica di marco-89 : 04-06-2016 alle ore 17.39.01

  8. #8
    Partecipante
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    Riferimento: Opinione su scuole di tipo integrato o comparato

    Non credo vi possano essere cambiamenti "rivoluzionari" nell'impostazione di base, tuttavia so che è cambiato il direttore scientifico e forse vi sono anche nuovi docenti; questo potrebbe comportare il fatto che si approfondiscono più taluni argomenti piuttosto che altri. A parte gli approcci integrati già sistematizzati (uno che mi piace ad esempio è la Schema Therapy), ciascun docente porterà inevitabilmente una sensibilità ed un'esperienza diversa nell'integrazione nonostante si parta sempre dal paziente e dal concetto di intersoggettività.

    Non abbiamo fatto un gran che di testistica; approfondito l'MMPI e meno il Rorschach.

    Neuroscienze in modo trasversale e sessuologia no. Ciascun docente suggerisce cmq sempre approfondimenti della propria materia e da indicazioni in tal senso, poi ciascuno si orienta anche in base alle preferenze.

  9. #9
    Partecipante Assiduo
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    Riferimento: Opinione su scuole di tipo integrato o comparato

    Citazione Originalmente inviato da Wowchenick Visualizza messaggio
    Non credo vi possano essere cambiamenti "rivoluzionari" nell'impostazione di base, tuttavia so che è cambiato il direttore scientifico e forse vi sono anche nuovi docenti; questo potrebbe comportare il fatto che si approfondiscono più taluni argomenti piuttosto che altri. A parte gli approcci integrati già sistematizzati (uno che mi piace ad esempio è la Schema Therapy), ciascun docente porterà inevitabilmente una sensibilità ed un'esperienza diversa nell'integrazione nonostante si parta sempre dal paziente e dal concetto di intersoggettività.

    Non abbiamo fatto un gran che di testistica; approfondito l'MMPI e meno il Rorschach.

    Neuroscienze in modo trasversale e sessuologia no. Ciascun docente suggerisce cmq sempre approfondimenti della propria materia e da indicazioni in tal senso, poi ciascuno si orienta anche in base alle preferenze.

    grazie per le info :-) attualmente mi sto orientando sulle cognitivo-costruttiviste (attente anche alla relazione, all'attaccamento e alla sfera emotiva) e ad una cognitivo-costruttivista/evoluzionista che integra anche la schema-therapy da te citata

  10. #10

    Riferimento: Opinione su scuole di tipo integrato o comparato

    Ciao marco ho letto le tue risposte nel forum, posso chiederti alla fine che scuola hai scelto? O su cosa ti stai focalizzando?

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