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  1. #1
    DIZIONARIO
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    Percorso di analisi personale durante la scuola di psicoterapia

    Ciao, vorrei iscrivermi ad una scuola di psicoterapia e spesso viene richiesto un percorso di analisi personale con un terapeuta della scuola stessa.Potreste indicarmi quali sono le modalità e le finalità?Grazie a chi risponderà.

  2. #2
    Partecipante Leggendario L'avatar di Lyanne
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    Riferimento: Percorso di analisi personale durante la scuola di psicot

    Ciao,
    parli di analisi personale: ti riferisci quindi ad una scuola di psicoterapia ad orientamento psicoanalitico?

  3. #3
    DIZIONARIO
    Ospite non registrato

    Riferimento: Percorso di analisi personale durante la scuola di psicot

    Citazione Originalmente inviato da Lyanne Visualizza messaggio
    Ciao,
    parli di analisi personale: ti riferisci quindi ad una scuola di psicoterapia ad orientamento psicoanalitico?
    Esatto, Lyanne.

  4. #4
    Partecipante Leggendario L'avatar di Lyanne
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    Riferimento: Percorso di analisi personale durante la scuola di psicot

    Ciao Dizionario,
    la finalità fa parte dell'essenza stessa del lavoro con il paziente. Le modalità dipendono dalle scuole. A volte non è neppure indicata, quindi lasciata a discrezione dello specializzando (orientamento psicoanalitico! Evito commenti..).
    Altre scuole prevedono un monte ore annuale.
    Altre ancora, analisi a tre/quattro sedute la settimana per un congruo numero di anni. Per la formazione con bambini, alcune scuole prevedono anche l'osservazione dell'interazione madre-bambino.
    L'analisi è' una spesa non indifferente, è vero, però penso che se una persona è intenzionata a seguire questa strada, un percorso su di sé, come si deve, sia essenziale.
    Posso chiederti dove si trova la scuola verso cui sei orientata (e, se si può scrivere, qual è, o almeno se è per bambini, adolescenti e famiglie, o per adulti)?
    Ciao

  5. #5
    DIZIONARIO
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    Riferimento: Percorso di analisi personale durante la scuola di psicot

    Citazione Originalmente inviato da Lyanne Visualizza messaggio
    Ciao Dizionario,
    la finalità fa parte dell'essenza stessa del lavoro con il paziente. Le modalità dipendono dalle scuole. A volte non è neppure indicata, quindi lasciata a discrezione dello specializzando (orientamento psicoanalitico! Evito commenti..).
    Altre scuole prevedono un monte ore annuale.
    Altre ancora, analisi a tre/quattro sedute la settimana per un congruo numero di anni. Per la formazione con bambini, alcune scuole prevedono anche l'osservazione dell'interazione madre-bambino.
    L'analisi è' una spesa non indifferente, è vero, però penso che se una persona è intenzionata a seguire questa strada, un percorso su di sé, come si deve, sia essenziale.
    Posso chiederti dove si trova la scuola verso cui sei orientata (e, se si può scrivere, qual è, o almeno se è per bambini, adolescenti e famiglie, o per adulti)?
    Ciao
    Grazie Lyanne, molto gentile ed esaustiva. Non ho ancora una chiara idea della scuola da frequentare (ne esistono diverse tutte molto interessanti) però posso dirti che sicuramente la mia scelta cadrà su una ad orientamento psicoanalitico per adulti in Lombardia. Ciò che un pò mi blocca sono i costi che, come affermi correttamente tu, rappresentano una spesa non indifferente...ma necessaria. Ciao

  6. #6
    L'avatar di Duccio
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    Riferimento: Percorso di analisi personale durante la scuola di psicot

    La terapia personale ha la finalità di "risolverti" il più possibile e di permetterti di fare i conti con te stesso, di smussare gli angoli e di renderti più consapevole dei tuoi vissuti e stati emotivi... Nel lavoro con le persone bisogna spesso prenderci carico della "merda" altrui che spesso ci viene buttata addosso in modo più o meno pesante e violento.. e bisogna essere in grado di gestire tanta emotività, tante reazioni che spesso sono nostre.. quindi un percorso di terapia secondo me è sempre una cosa buona e secondo me consigliabilissimo e anzi forse utile (se non necessario) per tutti coloro che intendano lavorare con le persone, non per forza psicoterapeuti ma anche in altri contesti.. anche uno psicologo del lavoro perchè no.. ha bisogno di lavorare su se stesso lavorando e interfacciandosi con gruppi e persone
    Non sono molto d'accordo che sia obbligatoria secondo tempi e modalità che decidono le scuole.. anzi dovrebbe essere una decisione personale, autonoma riguardo la scelta dei tempi, modalità e terapeuti...
    Le scuole psicodinamiche ce l'hanno obbligatoria ma che io sappia anche quelle sistemiche e integrate/comparate...
    Quelle di stampo cognitivista non la mettono obbligatoria.. salvo poi che uno possa scegliere di farla ugualmente e molti la fanno lo stesso..

    Vi lancio una riflessione... secondo me non è sbagliato neanche fare un percorso di terapia in un orientamento differente dal proprio.. anzi.. secondo me è molto utile perchè' spesso ci si fissa su un orientamento, su un modo di pensare e relazionarci... perdendo di vista altri punti di vista... fare una terapia in un orientamento differente se non opposto permette di darci una "scrollata" e ridefinirci ancora meglio.. con noi stessi e con gli altri..

  7. #7
    DIZIONARIO
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    Riferimento: Percorso di analisi personale durante la scuola di psicot

    Citazione Originalmente inviato da Duccio Visualizza messaggio
    La terapia personale ha la finalità di "risolverti" il più possibile e di permetterti di fare i conti con te stesso, di smussare gli angoli e di renderti più consapevole dei tuoi vissuti e stati emotivi... Nel lavoro con le persone bisogna spesso prenderci carico della "merda" altrui che spesso ci viene buttata addosso in modo più o meno pesante e violento.. e bisogna essere in grado di gestire tanta emotività, tante reazioni che spesso sono nostre.. quindi un percorso di terapia secondo me è sempre una cosa buona e secondo me consigliabilissimo e anzi forse utile (se non necessario) per tutti coloro che intendano lavorare con le persone, non per forza psicoterapeuti ma anche in altri contesti.. anche uno psicologo del lavoro perchè no.. ha bisogno di lavorare su se stesso lavorando e interfacciandosi con gruppi e persone
    Non sono molto d'accordo che sia obbligatoria secondo tempi e modalità che decidono le scuole.. anzi dovrebbe essere una decisione personale, autonoma riguardo la scelta dei tempi, modalità e terapeuti...
    Le scuole psicodinamiche ce l'hanno obbligatoria ma che io sappia anche quelle sistemiche e integrate/comparate...
    Quelle di stampo cognitivista non la mettono obbligatoria.. salvo poi che uno possa scegliere di farla ugualmente e molti la fanno lo stesso..

    Vi lancio una riflessione... secondo me non è sbagliato neanche fare un percorso di terapia in un orientamento differente dal proprio.. anzi.. secondo me è molto utile perchè' spesso ci si fissa su un orientamento, su un modo di pensare e relazionarci... perdendo di vista altri punti di vista... fare una terapia in un orientamento differente se non opposto permette di darci una "scrollata" e ridefinirci ancora meglio.. con noi stessi e con gli altri..
    Si Duccio, concordo pienamente con te quando dici che la psicoterapia sia utile a tutti coloro che vogliono diventare psicologi e che non dovrebbe essere obbligatoria secondo le modalità che decidono le scuole. Riguardo la tua riflessione finale,penso che sarebbe opportuno un percorso di terapia in un orientamento differente dal proprio,ma visto i tanti indirizzi che la psicoterapia ha oggi, sarebbe purtroppo limitante anche un secondo orientamento. Occorrerebbe una visione a 360 gradi e forse, dico forse, è un'utopia. Grazie anche a te Duccio per il tuo intervento

  8. #8
    L'avatar di Duccio
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    Riferimento: Percorso di analisi personale durante la scuola di psicot

    Altra riflessione che mi sento di condividere... Noi abbiamo un preciso funzionamento.. diciamo... chi è più logico e razionale, chi più emotivo, espressivo-.. spesso siamo "troppo funzionanti" in quanto eccediamo in una o nell'altra caratteristica... Spesso anche la scuola che scegliamo è in funzione del nostro funzionamento e ci fa vedere le cose in un certo modo.. ad esempio chi è più emotivo e "sparso" tenderà a scegliere scuole più dinamiche, fenomenologiche... chi è più logico e razionale e ha bisogno di più "strumenti" concreti sceglierà scuole più cognitiviste...
    A volte però una nostra caratteristica può essere anche un po' "disfunzionale" quando diventa un limite... ad esempio ci sono persone la cui razionalità non gli permette di avere un pensiero creativo sviluppato, di spaziare con la mente, di essere "dinamico" ... Ci sono persone estremamente emotive, totalmente non razionali e dinamiche.. a volte troppo e non riescono bene a strutturare i propri pensieri e le proprie attività finendo con l'essere spesso dispersive e caotiche...
    Premesso che la scuola ti forma e ti dà (almeno in teoria) un certo settaggio... a volte anche fare una scuola differente dal proprio orientamento.. permette a chi "sconfina" dal margine dell'adattività del proprio funzionamento di settarsi e reiquilibrarsi...

  9. #9
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    Riferimento: Percorso di analisi personale durante la scuola di psicot

    Per quanto riguarda il percorso di analisi in una scuola di psicoterapia a indirizzo psicoanalitico, va da sé...psicoanalisi!
    Lasciare la scelta a discrezione dello specializzando mi lascia molto perplessa, anzi, mi puzza parecchio: credo che una domanda che possiamo porci possa essere "per quale motivo una scuola che dichiara di seguire ecc. ecc. non prevede l'analisi? Quale può essere l'obiettivo sottostante?
    In questo modo uno studente può scegliere comunque di intraprendere un percorso di analisi (3-4 sedute la settimana), o seguire una psicoterapia una-due volte la settimana, o non fare niente di tutto questo. Diventa comunque psicoterapeuta secondo un orientamento che ha nell'analisi il suo fondamento e credo che su questo occorra riflettere.
    Credo che in questo la responsabilità principale sia di chi dirige la scuola di psicoterapia e che sia importante prendersi tempo per riflettere: purtroppo, credo nei vari orientamenti, e non soltanto in campo psicologico, ci sono anche enti che promettono mari e monti in tempi brevi, relativamente poca fatica e naturalmente risultati pari a chi ti dice chiaramente che la strada è lunga e anche faticosa, ma che, se vuoi fare quello, ne vale la pena. Poi, ovviamente, sta a te.
    Conosco persone che, non soddisfatte di una scuola scelta all'inizio, dopo aver conseguito il titolo, dopo anni ne hanno intrapreso un'altra (medesimo orientamento).

    Per quanto riguarda il discorso circa il seguire un orientamento diverso da quello a cui ci si sente più vicini, mi chiedo questo: se una persona intraprende una scuola di psicoterapia presumibilmente vuole fare lo psicoterapeuta e aiutare le persone secondo un modello a cui si sente vicino. Come può farlo secondo un modello rispetto al quale non sente alcuna affinità? Credo che il fatto di non irrigidirsi dentro un modello sia sicuramente importante ma che stia alla persona e non dipenda dalla scelta di un orientamento diverso dal proprio nel percorso di formazione in psicoterapia. Credo, questo sì, che sia difficile ma importante interessarsi e conoscere modelli differenti, come formazione e arricchimento del proprio modello, che comunque è quello. Recentemente, ad esempio, ho avuto modo di seguire un seminario sulla dipendenza secondo diversi modelli ed è stato molto interessante. Si trattava della presentazione di un libro sulla dipendenza affettiva: l'autore, psicoterapeuta di formazione rogersiana, lavora da anni nel campo della dipendenza. Ne è nato un dibattito molto interessante e stimolante, sulla dipendenza secondo diversi orientamenti, sui termini "paziente", "cliente", sulle differenze e punti in comune tra orientamenti (principalmente rogersiano e psicoanalitico).

  10. #10
    L'avatar di Duccio
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    Riferimento: Percorso di analisi personale durante la scuola di psicot

    Lyanne io credo che molte scuole ci facciano un business sopra.. ovvero molte scuole obbligano i loro studenti a fare la terapia personale con docenti della loro scuola o dando loro dei nomi da scegliere e questo secondo me non ha alcuna etica.. il percorso personale può anche essere obbligatorio se ritenuto fondamentale e mi sta bene... ma devo poter scegliere io quando e con chi secondo i miei tempi e il momento in cui sento di essere pronto e di volerlo davvero intraprendere.. può essere al primo anno come al terzo...

    Secondo punto.. la riflessione mi è venuta parlando con una psicoterapeuta sistemica che mi raccontava che lei ha fatto un percorso di terapia (non so se durante o successivamente la scuola) con un terapeuta di orientamento differente .. molto differente dal suo e mi ha detto che ha imparato molte più cose su se stessa in quella terapia che facendo la terapia con un terapeuta del suo indirizzo perchè le erano state fatte vedere cose da punti di vista differenti e attraverso un focus che non era abituata a considerare... Mi ha fatto molto riflettere..

  11. #11
    Partecipante Leggendario L'avatar di Lyanne
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    Riferimento: Percorso di analisi personale durante la scuola di psicot

    Riguardo al secondo punto.. capisco (o almeno credo di capire): credo che la psicoterapeuta di cui parli abbia messo in discussione il suo assetto precedente. Evidentemente, penso, ha trovato il percorso seguito più consono al proprio modo di essere in quel momento. Però, a questo punto, penso che nella terapia con i pazienti presumibilmente si orienti secondo questo nuovo modello. Ossia: il modello secondo cui si seguono i pazienti è quello in base al quale ci si sente più affine, che una persona abbia fatto uno o più percorsi di psicoterapia.

    Riguardo al primo punto, sostanzialmente non sono d'accordo, anche se provo a comprendere il tuo punto di vista.
    Secondo me è importante non generalizzare: non è detto che indicare docenti con cui fare psicoterapia sia un business e che non sia etico. Perché non dovrebbe essere etico? In alcune scuole il training per diventare didatti è lunghissimo e molto faticoso.
    Può darsi che in alcune scuole sia come tu dici, ma, ripeto, secondo me bisogna vedere caso per caso, scuola per scuola.

    Provo a capovolgere il tuo ragionamento, seguendolo.
    Una scuola che si dichiara di orientamento psicoanalitico e "lascia libertà" nell'analisi, quanto può guadagnarci in termini di iscrizioni?
    Quanto pesa su questa dichiarazione (la "libertà" o il non parlare affatto di analisi) il conto preventivo in termini di numero di iscrizioni, assumendo che uno studente, nella scelta della scuola, si basi anche sul fatto che si paga la retta ma l'analisi si può non farla?
    Tu parli di eticità e a questo proposito mi viene da chiedere: questo è etico?
    Ultima modifica di Lyanne : 28-10-2015 alle ore 16.42.05

  12. #12
    L'avatar di Duccio
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    Riferimento: Percorso di analisi personale durante la scuola di psicot

    Assolutamente, lei continua ad essere sistemica e a fare il suo lavoro .. ma ricorda con piacere il percorso di terapia fatto con un terapeuta di altro orientamento proprio perchè le ha permesso di vedere le cose in altro modo.. cosa che con il suo modello.. che apprezza, approva e che è la sua base metodologica e terapeutica di partenza... non aveva colto prima.. Ora probabilmente il suo lavoro è più ricco, più complesso e parte da una base di partenza ancora più consapevole...
    Io parlo di consapevolezza... non parlo di tecniche, nè di metodo.. ma di consapevolezza.. Un terapeuta può conoscere tutti i modelli, come un unico modello, essere chiuso o aperto ecc.. ma se non ha una consapevolezza forte personale una conoscenza dei propri limiti , difficoltà, eventuali resistenze... ha fallito... La terapia personale secondo me serve proprio a questo.. a risolversi, a smussare gli angoli, a vedersi specchiati fuori da se stessi... Quindi ecco, ci sta che avere di fronte un'altra modalità ti permetta di sperimentare emozioni, sensazioni, emotività in maniera differente.. non per questo metti in discussione niente... semplicemente arricchisci la tavolozza del tuo "sentire" di nuove sfumature...

    Il primo punto ovviamente non generalizzo, lo do sempre per scontato ma evidentemente va sempre ribadito.. non intendevo che TUTTE lo fanno in termini di business... va detto anche che io non amo il sistema che si è creato delle scuole .. ce ne sono 364, a prezzi esorbitanti e si è creato un sistema di formazione continua a pagamento malato e secondo me fortemente da rivedere... Ovviamente non parlo di utilità o bontà della formazione in sè ma del sistema generale che si è creato che è business.. basta farsi un giro su fb, su internet per rendersi conto di come sia diventata una lotta al procacciamento dell'ultimo studente.. Ora l'ultima frontiera del procacciamento di studenti sono i corsi per l'esame di stato offerti dalle scuole.. ad esempio.. il che non lo giudico nè lo discuto negativamente, anzi... ma è tutto in un'ottica di marketing.
    Fatta questa premessa... credo che il percorso terapeutico personale come detto sopra non serva per imparare la tecnica.. quella o quelle le impari durante la scuola, il tirocinio, le supervisioni e lo studio individuale.. il percorso terapeutico deve servire come detto sopra a smussare i tuoi angoli e a risolverti il più possibile... Ma proprio perchè è un percorso personale che serve a te per renderti una persona più equilibrata e serena con te stessa deve essere a tua discrezione... Magari ora io sono in un periodo ottimo e devo fare 100 ore.. tra un anno ho finito le ore obbligatorie.. succede qualcosa di grave nella mia vita e avrei bisogno di una terapia... perchè mettere un obbligo di ore l'anno.. quando la terapia dovrebbe essere un percorso personale di rottura e di riformazione di un equilibrio nuovo? Perchè devo avere un didatta che mi dice che devo fare la terapia con Tizio De Caio ? Perchè non posso scegliere un terapeuta di quell'orientamento con il quale sono già stato in terapia, o di cui mi fido? Questo è business...Spiegami perchè devo scegliere un nome indicato dalla scuola e non uno che posso conoscere informalmente nel senso che magari mi sono informato, mi convince o a detta di amici e conoscenti è un professionista valido...
    Ovviamente il tuo didatta non può essere il tuo psicoterapeuta che io sappia... dato che si crea comunque un rapporto stabile.. e essere discepolo e in analisi dallo stesso a mio avviso non è il massimo neanche deontologicamente.. Io parlavo proprio di una lista di terapeuti indicati dal didatta... Io non sono d'accordo.. Poi se mi dici ad esempio la tecnica particolare X... ci sono pochi supervisori e la scuola ha una lista e ne indica alcuni che sanno maneggiare bene la tecnica (prendo ad esempio l'EMDR che è una tecnica specifica che oggi va molto)... allora si mi sta bene ma è diverso il discorso..
    Io non discuto sulla terapia si, terapia no ecc.. discuto che a volte ci sono cose che non amo molto delle scuole e questa è una di queste.

  13. #13
    L'avatar di Duccio
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    Per quanto riguarda il discorso circa il seguire un orientamento diverso da quello a cui ci si sente più vicini, mi chiedo questo: se una persona intraprende una scuola di psicoterapia presumibilmente vuole fare lo psicoterapeuta e aiutare le persone secondo un modello a cui si sente vicino. Come può farlo secondo un modello rispetto al quale non sente alcuna affinità? Credo che il fatto di non irrigidirsi dentro un modello sia sicuramente importante ma che stia alla persona e non dipenda dalla scelta di un orientamento diverso dal proprio nel percorso di formazione in psicoterapia. Credo, questo sì, che sia difficile ma importante interessarsi e conoscere modelli differenti, come formazione e arricchimento del proprio modello, che comunque è quello. Recentemente, ad esempio, ho avuto modo di seguire un seminario sulla dipendenza secondo diversi modelli ed è stato molto interessante. Si trattava della presentazione di un libro sulla dipendenza affettiva: l'autore, psicoterapeuta di formazione rogersiana, lavora da anni nel campo della dipendenza. Ne è nato un dibattito molto interessante e stimolante, sulla dipendenza secondo diversi orientamenti, sui termini "paziente", "cliente", sulle differenze e punti in comune tra orientamenti (principalmente rogersiano e psicoanalitico).
    Beh va fatto anche un altro tipo di discorso... ma lo avevo specificato ma lo riporto alla tua attenzione... Conosco molti tipi di persone, studenti in scuole, psicoterapeuti, futuri studenti di scuole ecc..
    Riflettendo sulle scuole ecc.. è emerso con queste persone e confermato anche da psicoterapeuti che alla fine in soldoni ... la scuola di psicoterapia è tutta supervisione e tirocinio... ovvero laddove impari il saper essere, acquisisci la consapevolezza e le tecniche precise...
    Ora io devo dire che amo molti approcci.. alcuni per una base squisitamente culturale, narrativa ecc... altri per la congruenza con la realtà , la pragmaticità e l'essere molto pratici... Devo dire a cosa mi sento più vicino ? Boh...
    Apprezzo molto ad esempio l'orientamento sistemico con il suo accento sul contesto e sul linguaggio..
    Apprezzo molto l'approccio rogersiano e la valutazione dell'unicità dell'individuo...
    Apprezzo molto l'approccio gestaltista con la sua considerazione del gruppo e della fenomenologia dell'essere umano
    Apprezzo molto l'approccio bioenergetico per il suo considerare l'unicità mente corpo e il suo accento sulla psicosomatica e la corporeità
    Apprezzo molto l'approccio cognitivista per il suo lavorare sul "qui e ora" e per aver formalizzato dei protocolli ben precisi e lavorare sulle risposte disfunzinali
    Apprezzo molto l'ottica psicodinamica per aver indagato inconscio, proiezioni, regressioni, meccanismi di difesa ecc..

    Li apprezzo davvero tutti, non saprei dire se ci sia qualcuno che mi piace di più o di meno...
    Tempo fa andai ad un incontro alla scuola di psicoterapia comparata dove utilizzano molte tecniche di diversi modelli integrandole.. molta gruppanalisi, gestalt e un po' di cognitivismo... Il concetto di fondo molto valido e bello... Poi tempo fa sono andato a vedere un seminario sul colloquio con gli adolescenti di una scuola cognitiva, seminario pratico gratis e aperto a tutti.. li ho visto diversi ragazzi della scuola che dicevo prima.. comparata e altri di altre scuole... Parlandoci mi hanno detto che sia quella comparata che scuole più dinamiche offrono molto sul lato della riflessione su se stessi, ma non danno molte tecniche e loro pur essendo a fine sentono il bisogno di imparare tecniche e strumenti ben precisi e per questi approfittano di seminari e corsi gratuiti o a pagamenti anche di altre scuole di altri approcci per imparare delle tecniche...
    Oggi giorno io se spendessi 5mila euro l'anno... vorrei una volta uscito non tanto essere un ottimo terapeuta... (quello lo si è anche in base ad altri fattori, primo fra tutti l'esperienza) ma vorrei avere almeno sulla base un ottimo bagaglio di tecniche e strumenti da utilizzare in varie situazioni... Ovviamente non dico che il lavoro dello psicoterapeuta sia tutta tecnica, no.. anzi... però a volte sento molte persone che fanno scuola dinamiche, sistemiche, gestalt o comparate lamentarsi per la mancanza di tecniche.. cosa che invece vengono date in maniera più strutturata in approcci più cognitivi... Quindi questo per dire che alla fine queste persone vanno a prendersi gli strumenti e le tecniche altrove.. e le formalizzano e le cocostruiscono integrandole nel loro approccio..
    Poi un'altra riflessione collegata a questo... Conosco molte persone, sia molto logiche e razionali che molto creative e dinamiche... a volte eccedendo diciamo in queste caratteristiche.. A senso uno potrebbe dire che i primi potrebbero fare una scuola cognitivista e i secondi una gestalt o dinamica...
    Ma se queste caratteristiche come dire.. "strabordano" e risultano disfunzionali (ovviamente senza diventare patologiche).. forse forse.. una scuola di orientamento opposto ti permette di "tararti" e raddrizzarti in maniera più funzionale... Cioè secondo me non è una cattiva idea..
    Alla fine il terapeuta non è solo modello, scuola, tecniche.. ma è molto .. anche la propria capacità di funzionare...Se funzioni "troppo" in un verso... un altro modello potrebbe ritararti nella giusta via di mezzo...

  14. #14
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    Duccio, capisco il tuo discorso e su certe cose abbiamo idee diverse.
    In particolare per la libertà di scelta dell'analista: capisco e sono d'accordo con il diritto di scelta ma nello stesso tempo il fatto che un analista abbia seguito un percorso di un certo tipo, personale e professionale, secondo me è una garanzia di serietà e il fatto che in una scuola vengano indicati questi psicoanalisti, tra cui scegliere, lo è altrettanto e non è business.
    Questo, preciso e circoscrivo, secondo me, per le scuole che ho in mente e per i professionisti che conosco.
    Ciò non significa che non ci siano altri professionisti, ugualmente seri e preparati, che hanno seguito un altro percorso nel medesimo orientamento.
    Per il termine didatta non mi sono spiegata io: intendevo non il supervisore ma l'analista con funzione di training, cioè chi segue il candidato, e mi riferisco alla SPI (è ovvio, come tu sottolinei, che l'analista non deve conoscere il futuro analizzando: e questo, si spera, in tutte le scuole di questo orientamento, e anche di altri, direi....)
    Ultima modifica di Lyanne : 28-10-2015 alle ore 18.31.01

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