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  1. #1

    Da Infermiere a Psicologo

    Ciao a tutti,
    sono un utente che da molto tempo è iscritto che spesso vi legge ma che solo ora ha bisogno anche di scrivervi ed avere da voi quante più risposte.

    ho urgente bisogno di avere maggiori informazioni riguardo un progetto che vorrei portare avanti da qui ai prossimi 10 anni.

    Sono un infermiere di 30 anni, lo scorso anno dopo tanti sacrifici ho vinto il ruolo e quindi dovrei essere e sentirmi "stabile". Ma in realtà non è così.
    Ho studiato infermieristica per trovare lavoro perchè i miei non mi hanno fatto iscrivere a Psicologia perchè non credevano che fosse la scelta giusta. Accettato il mio destino ora però ho la possibilità di perseguire questo obiettivo: quando mi permetto di sognare mi vedo nel mio studio di psicoterapia avvolto da libri e da uno studio accogliente in cui accogliere i miei pazienti, occuparmi di psicologia che è la mia vera passione.

    I miei stessi amici mi chiamano il guru o filosofo perchè ho una naturale predisposizione nel comprendere la gente. Più volte mi sono capitate che amici di amici siano venuti da me perchè si era sparsa la voce che se si aveva un problema una chiacchierata con me era un modo per chiarirsi le idee.

    La gente mi racconta i propri sogni, e anche se gli anticipo che in realtà non analizzo i sogni e che non ne ho le competenze, mi viene automatico quando ascolto una frase del sogno, la frase che so che la gente ha il bisogno di sentire e so che generalmente è la soluzione più semplice e poi li vedo tre secondi pensarci e dirmi: "hai ragione!".

    Oppure quando la ragazzo del mio migliore amico che ha numerosi problemi con il padre si è confidata con me, e er cercare di farle vedere la realtà di quello che voleva dirmi le ho fatto dei disegnini e che l'hanno a detta sua aiutata tanto, cosi tanto che dopo anni conserva ancora quei disegni.

    Ora so esattamente che la psicologia non è cosi semplice, e questi erano solo dialoghi in amicizia ma credo di avere una certa predisposizione, talento e passione- nella mia libreria il 50% dei libri è comunque a tema psicologico o simile.

    Ultimamente poi ho avuto una crisi lavorativa perchè non mi sento infermiere perchè è un lavoro che a parte con il paziente che mi piace(anche fare l'igiene o altre cose che per molti sono grossi problemi) si occupa di scartoffie e burocrazia, organizzare e gestire tutto contemporaneamente a decine di pazienti e medici, non è nella mia natura.

    Il problema più grande è che devo necessariamente lavorare mentre studio, e oltre alla specialistica frequentare anche il corso di specializzazione e non penso sia quello il prblema se sono determinato in un modo o nell'altro lo farò:
    quello che mi chiedo e se potrò avere la doppia iscrizione all'albo (psicologo e infermiere contemporaneamente). Ma fortunatamente uno spiraglio di speranza in un 3d di opsonline: http://www.opsonline.it/forum/showthread.php?t=123372

    mi ha fatto ben sperare che si possa fare.

    Cosa ne pensate? che consigli mi potete dare , dovrei rinunciare, provare o perseguire questo obiettivo o piuttosto rassegnarmi e cercare in altro le soddisfazioni lavorative che cerco?

  2. #2
    L'avatar di Duccio
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    Riferimento: Da Infermiere a Psicologo

    Ciao OltreEgo, complimenti per l'entusiasmo e l'interesse che dimostri verso la disciplina..
    Prima di iniziare con le mie riflessioni ti invito caldamente a leggere questo thread di orientamento per chiunque voglia intraprendere questo lungo percorso. http://www.opsonline.it/forum/showthread.php?t=115480
    Qui troverai una descrizione lucida e analitica di quello che è l'iter che porta al diventare psicologo.
    Detto questo.... credo che quello che scrivi sia una delle cose che pensa la maggior parte delle persone che decide di iscriversi a psicologia.. Essere l'amico che comprende tutti, quello con cui tutti si confidano, quello a cui tutti raccontano i propri sogni da interpretare e i propri problemi.. Non credo che ti stupirà sapere che sono cose sentite e risentite ... C'è a volte questa impressione di essere particolarmente intuitivi e introspettivi e "svegli" nel comprendere l'altro che sembra che psicologia sia la normale conseguenza per persone così empatiche...
    Non so sinceramente.. credo che l'intuito o l'essere empatici o dei buoni ascoltatori con gli amici e conoscenti sia una dote che fa parte dell'essere umano ma non per forza un prerequisito per essere un buono psicologo... Il professor Lera che insegnava a Firenze e amava in modo teatrale e istrionico tingere di grande enfasi ed emozione le sue lezioni amava definire gli studenti di psicologia come distinti in due macrogruppi.. che amava chiamare "cuoricini palpitanti" e "aride intelligenze".. sottolineando come entrambi fossero due estremi che non portavano a niente di buono.. Non c'entra particolarmente con quanto hai scritto, mi rendo conto, ma c'entra forse con una immagine di psicologo come depositario di umanità, capacità di comprensione quasi salvifiche...
    Se e quando ti iscriverai ti accorgerai fin dalla prima lezione che la psicologia viene studiata al pari di altre scienze, si cerca il dato, la teoria che sia sostenuta da esperimenti e dati quantitativi.. Non sono molti gli esami di pura riflessione e concetto ma la maggior parte saranno studiati secondo un'ottica sperimentale... Non vorrei che si pensasse di studiare una sorta di filosofia e di studio della natura umana e del pensiero umano.. E' semmai uno studio scientifico e sperimentale del comportamento umano...
    Quindi va benissimo l'intuito, va benissimo essere per attitudine comprensivi, ottimi ascoltatori e dotati di una ottima sensibilità (intesa come capacità di comprensione)... ma sappi che quello che studierai saranno materie che variano dalla psicologia generale, psicologia dello sviluppo, biologia, statistica, fisiologia ecc ecc... Materie ora più narrative ora scientifiche ma che partono tutte dallo studio empirico e basato su dati ed esperimenti del comportamento umano. Quindi ecco quello che ti consiglio è di capire bene cosa significhi studiare psicologia.. e per capirlo ti consiglio di prendere un buon manuale di psicologia generale e iniziare a leggerlo per farti un'idea..
    Per il resto secondo me puoi davvero fare quello che vuoi, hai la possibilità comunque nel frattempo di fare un lavoro stabile e anche di proseguire gli studi senza grossi problemi... In ogni caso mi pare di capire che non ti pesa lavorare e studiare (e che sia anche una necessità ovviamente).. Quindi ecco se non hai grossi problemi e non ti pesa pensare di fare un altro lungo iter studentesco fallo... L'importante secondo me è sempre avere una base sicura da non mollare nel frattempo...
    Ti posso inoltre dire che non è che lo psicologo non ha a che fare con scartoffie, burocrazia ecc.. anzi.. sia che lavori come libero professionista che con enti di vario tipo dovrà essere esperto e conoscere molti aspetti trasversali della professione e averci a che fare.. competenze ad esempio di project management, di diritto del lavoro, di economia aziendale, di marketing ecc ecc... Purtroppo non si scappa e la figura dello psicologo nel suo studio che fa solo clinica con i suoi pazienti e basta appartiene ad un immaginario non più esistente se non forse 20 anni fa minimo..
    Oggi lo psicologo lavora a partita iva, lavora in due, tre contesti contemporaneamente, sa usare benissimo il pc, conosce molto bene l'inglese, ha magari il part time in cooperativa, poi lavora come formatore in vari corsi, può avere pazienti , magari può fare consulenze per enti e società su argomenti di cui ha competenza.. Quindi ecco.. l'importante è non pensare allo psicologo esclusivamente nel suo studio ma ad un professionista che lavora 10 ore al giorno da una parte all'altra della città... con una serie di competenze trasversali e interdisciplinari.
    Per il resto che dire... ho conosciuto molti studenti che erano infermieri e studiavano psicologia.. Probabilmente c'è anche un bisogno di entrare maggiormente in contatto con tutta la sofferenza con cui state a contatto ogni giorno e lo capisco bene .
    Detto questo ti confermo che non ci sono paletti per essere iscritto a due ordini, ci sono vari psicologi che sono psicologo e ingegnere, psicologo e avvocato ecc ecc.. quindi che dire... Se è di tuo interesse fai benissimo.. l'unico consiglio è quello di non mollare tutto ciò che hai costruito fino ad ora... La strada per diventare psicologo ed eventualmente poi anche psicoterapeuta è lunga ed impervia come la situazione lavorativa.. Avere una base stabile al giorno d'oggi è oro colato

  3. #3

    Re: Riferimento: Da Infermiere a Psicologo

    Ciao Duccio grazie del tempo che hai speso per rispondermi con così tante informazioni. Cercherò di giustificare le mie risposte...

    Ciao OltreEgo, complimenti per l'entusiasmo e l'interesse che dimostri verso la disciplina..
    Prima di iniziare con le mie riflessioni ti invito caldamente a leggere questo thread di orientamento per chiunque voglia intraprendere questo lungo percorso. http://www.opsonline.it/forum/showthread.php?t=115480
    Qui troverai una descrizione lucida e analitica di quello che è l'iter che porta al diventare psicologo.
    L'iter mi è chiaro anche perché ho chiesto ad amici che stanno facendo questo percorso ed ho valutato in 12-13 anni nelle migliori delle ipotesi il tempo necessario per quello che vorrei fare.

    L'impegno quando ho un obiettivo non è un mio problema. Se sono riuscito nonostante l'assenza di una vera passione a laurearmi in Infermieristica, affrontare anni di precariato e infine vincere un concorso (in cui per pochi posti si compete mediamente con 6000 concorrenti- il mito del lavoro sicuro e veloce c'è anche per l'infermiere, in realtà c'è molta precarietà, disoccupazione e sfruttamento anche nel nostro settore-) sono abbastanza sicuro di me di riuscire in qualche modo a raggiungere un obiettivo simile visto che per la psicologia ho una vera passione( che ho anche seguito durante il mio percorso da infermiere in maniera).

    Il vero scoglio è quello economico. di fronte a me ho due opzioni:

    1) La Cattolica, superato e iscritto, riuscirei con i turni a frequentare tanto ed ha impegnarmi ma il costo annuale calcolato tra tasse libri e spese varie è all'incirca 5000€ all'anno. Per minimo 6 anni sono 30000€ + almeno 20000€ per la specializzazione. Se tutto andasse bene. Quindi nonostante i sogni e la passione capisci che mi si pongono tutti i dubbi del caso.

    2) uni statale, lontana da dove lavoro e vivo e che non potrei frequentare ma dove darei esami da non frequentante e da lavoratore e lì l'investimento sarebbe minimo la metà. Ma si allungherebbero i tempi, sicuramente. Anche se devo dirla tutta a questo punto non ho fretta!

    Detto questo.... credo che quello che scrivi sia una delle cose che pensa la maggior parte delle persone che decide di iscriversi a psicologia.. Essere l'amico che comprende tutti, quello con cui tutti si confidano, quello a cui tutti raccontano i propri sogni da interpretare e i propri problemi.. Non credo che ti stupirà sapere che sono cose sentite e risentite ... C'è a volte questa impressione di essere particolarmente intuitivi e introspettivi e "svegli" nel comprendere l'altro che sembra che psicologia sia la normale conseguenza per persone così empatiche...
    sinceramente avevo già valutato questo aspetto che condivido ed effettivamente il fatto di volerlo esporlo a voi era un modo per avere un feedback reale e +/- in modo da poter prendere una decisione basandomi anche su questo.

    Effettivamente mi sento più bravo ad autoanalizzarmi che a farlo con altri,
    da solo con l'aiuto di molti libri e lo studio del buddismo ho affrontato e credo superato tanti miei limiti: ero un narcisista, che fallendo si è depresso e da lì si è scatenata una serie di attacchi di panico ed ansia generalizzata.

    Ho paura di illudermi ancora e di sbagliare a soppra o sotto valutarmi, sto cercando di trovare la mia strada, perché nonostante tutto un uomo si realizza anche con il lavoro. La vita privata fortunatamente va da Dio, il prox mi sposo con la donna della mia vita.

    Ai tempi non mi potevo permettere una psicoterapia ed ho dovuto fare di necessità virtù. Oggi se ne dovessi avere bisogno farei piuttosto una psicoterapia che cercare di fare da solo.


    Se e quando ti iscriverai ti accorgerai fin dalla prima lezione che la psicologia viene studiata al pari di altre scienze, si cerca il dato, la teoria che sia sostenuta da esperimenti e dati quantitativi.. Non sono molti gli esami di pura riflessione e concetto ma la maggior parte saranno studiati secondo un'ottica sperimentale... Non vorrei che si pensasse di studiare una sorta di filosofia e di studio della natura umana e del pensiero umano.. E' semmai uno studio scientifico e sperimentale del comportamento umano...
    Quindi va benissimo l'intuito, va benissimo essere per attitudine comprensivi, ottimi ascoltatori e dotati di una ottima sensibilità (intesa come capacità di comprensione)... ma sappi che quello che studierai saranno materie che variano dalla psicologia generale, psicologia dello sviluppo, biologia, statistica, fisiologia ecc ecc... Materie ora più narrative ora scientifiche ma che partono tutte dallo studio empirico e basato su dati ed esperimenti del comportamento umano. Quindi ecco quello che ti consiglio è di capire bene cosa significhi studiare psicologia.. e per capirlo ti consiglio di prendere un buon manuale di psicologia generale e iniziare a leggerlo per farti un'idea..
    Ah beh con la scienza ci vado a nozze! Nel mio lavoro e con la medicina non solo tutto si basa sulla scienze ma è sulle evidenze che poniamo il nostro lavoro nella cura fisica del pz.
    Dalla Biologia alla Clinica le ho già tutte studiate. Ed è proprio il lato scientifico a me più affine, mentre anche se ho veramente tanto interesse per l'Umanistica e la Filosofia lì invece per natura non sono bravo perché ho sempre studiato materie scientifiche(alle superiori ho fatto ITIS informatico, quindi sarei anche mezzo programmatore).

    Anzi, per mia natura e per il lavoro che faccio comunque sono attento, gentile e premuroso ma per mantenere quel sano distacco da tutta quella sofferenza, quello che mi dà da pensare di più è che quello che mi manca nel rapporto con le persone è proprio l'empatia, il lato emotivo, e il rapporto che vivo con le persone si basa più su una moralità su impegno civile e sul distacco che mi permette di essere sempre lucido ed efficace.


    Per il resto secondo me puoi davvero fare quello che vuoi, hai la possibilità comunque nel frattempo di fare un lavoro stabile e anche di proseguire gli studi senza grossi problemi... In ogni caso mi pare di capire che non ti pesa lavorare e studiare (e che sia anche una necessità ovviamente).. Quindi ecco se non hai grossi problemi e non ti pesa pensare di fare un altro lungo iter studentesco fallo... L'importante secondo me è sempre avere una base sicura da non mollare nel frattempo...
    Beh purtroppo, credo che nessuno può davvero mai fare quello che vuole, e che a farlo comunque dovrà prima o poi pagare qualcosa ( karma?).

    Non mi peserebbe studiare ma per come sono fatto ho bisogno di chiarire a me stesso per quale motivo lo faccio, se per passione a livello di hobby, o per un effettiva riconversione verso altra professione. Devo decidere!

    Ti posso inoltre dire che non è che lo psicologo non ha a che fare con scartoffie, burocrazia ecc.. anzi.. sia che lavori come libero professionista che con enti di vario tipo dovrà essere esperto e conoscere molti aspetti trasversali della professione e averci a che fare.. competenze ad esempio di project management, di diritto del lavoro, di economia aziendale, di marketing ecc ecc... Purtroppo non si scappa e la figura dello psicologo nel suo studio che fa solo clinica con i suoi pazienti e basta appartiene ad un immaginario non più esistente se non forse 20 anni fa minimo..
    Si certo non è che pensavo che mancasse la burocrazia nel vostro lavoro, ho fatto anche io per un po' di tempo il libero professionista e solo a pensare ad avere a che fare con un altra cassa di previdenza mi vengono i brividi.
    Ma accetti meglio il lato più noioso di qualcosa se quel qualcosa è un vero amore.

    L'unica cosa che mi porto avanti sarà il web marketing, per qualche strana ragione interessandomi di web e blog, sono diventato caporedattore di un testata online del mio settore per conto di una grossa casa editrice. Quindi con il web ci so anche fare e ho già programmato che durante i 10 anni precedenti all'ingresso di farmi una reputazione online, che al giorno d'oggi è un ottimo biglietto da visita.


    Oggi lo psicologo lavora a partita iva, lavora in due, tre contesti contemporaneamente, sa usare benissimo il pc, conosce molto bene l'inglese, ha magari il part time in cooperativa, poi lavora come formatore in vari corsi, può avere pazienti , magari può fare consulenze per enti e società su argomenti di cui ha competenza.. Quindi ecco.. l'importante è non pensare allo psicologo esclusivamente nel suo studio ma ad un professionista che lavora 10 ore al giorno da una parte all'altra della città... con una serie di competenze trasversali e interdisciplinari.
    Per il resto che dire...
    Questo è la parte più deludente del sogno, perchè avrei voluto scappare da qualunque logica aziandale e potermi concentrare solo della parte clinica o quantomeno formativa. Mentre oltre alla tua conferma ho letto in questo ed altri forum la vera natura polivalente del vostro lavoro.

    ho conosciuto molti studenti che erano infermieri e studiavano psicologia.. Probabilmente c'è anche un bisogno di entrare maggiormente in contatto con tutta la sofferenza con cui state a contatto ogni giorno e lo capisco bene .
    Credo che oltre alla sofferenza con cui ogni giorno ci scontriamo, il vero problema è che da infermiere non partecipi mai completamente alla cura del paziente perché per quanto tu possa fare alla fine è la clinica dei medici a fare la differenza, e non dico sia frustrante ma qualcuno probabilmente vorrebbe fare di più.

    Molti infermieri si iscrivono anche a medicina o a fisioterapia perchè sono settori in cui il tuo contributo è più diretto e visibile. Questo manca a me.


    Detto questo ti confermo che non ci sono paletti per essere iscritto a due ordini, ci sono vari psicologi che sono psicologo e ingegnere, psicologo e avvocato ecc ecc.. quindi che dire... Se è di tuo interesse fai benissimo.. l'unico consiglio è quello di non mollare tutto ciò che hai costruito fino ad ora...
    Su questo avrei bisogno di più conferme perchè da quello che so legislativamente è impossibile essere iscritti a due albi contemporaneamente ma sia te che altre fonti dicono il contrario...

    La strada per diventare psicologo ed eventualmente poi anche psicoterapeuta è lunga ed impervia come la situazione lavorativa.. Avere una base stabile al giorno d'oggi è oro colato :ciao
    Si è vero, ma se raggiungi la serenità non dico sbagliata ma quella che non ti appartiene è come esserne comunque priva, perché è il proprio posto nel mondo quello che di cui si ha veramente bisogno!


    Grazie.

  4. #4
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    Riferimento: Da Infermiere a Psicologo

    Ciao, allora il link che ti ho consigliato non è semplicemente tecnico ma è il frutto delle esperienze e riflessioni di chi ha intrapreso questa scelta, quindi non ti ho dato semplicemente un link di elementi tecnici informativi ma qualcosa di "vissuto" e in cui forse potersi rispecchiare (o anche prendere le distanze ovviamente) io ti consiglio comunque di leggerlo.

    Allora volevo fare alcune precisazioni.. Credo che tu abbia tutte le carte in regola per intraprendere questo percorso da non frequentante, ovviamente essere frequentante è una bella possibilità che dà sicuramente qualcosa in più soprattutto per respirare la vita universitaria, avere contatti con i docenti e iniziare a fare rete con colleghi e futuri tali. Ma ecco non è detto che necessariamente studiare da fuori sede non frequentante o da lavoratore debba necessariamente voler dire allungare i tempi.. Nella mia esperienza, confermato anche da docenti che si occupano di orientamento gli studenti non frequentanti lavoratori alla fine si laureano in tempo o quasi (spesso prima dei frequentanti) e addirittura con voti anche migliori.. questo perchè sono fortemente responsabilizzati , hanno una motivazione intrinseca molto forte e sono costantemente "sul pezzo" in quanto lavorano, hanno in teoria meno tempo a disposizione e parte di quello che guadagnano lo investono nell'università.. Quindi è loro necessità fare il tutto nella maniera migliore e più veloce possibile, spesso facendo sacrifici, sacrificando il tempo libero ma ottenendo spesso risultati migliori dello studente medio che studia e basta. Questo non lo dico io ma sono dati reali. Quindi non è detto che tu debba per forza allungare.. dipende sempre dalla persona.
    Per il resto vai tranquillo, ti piace, ti senti portato, va tutto benissimo, con il tempo, i primi esami e le prime esperienze capirai maggiormente se la scelta fatta sia stata quella giusta. Per questo ti consigliavo di leggere un manuale di psicologia generale perchè ti dà quel "quid" per comprendere meglio la cosa..
    Volevo chiarire meglio il discorso che tu hai definito deludente come immagine.. Beh non è neanche detto.. esistono psicoterapeuti che fanno solo ed esclusivamente psicoterapia.. sono rari eh.. ma ci sono.. Sono scelte.. sinceramente penso che vivere solo di psicoterapia sia difficile perchè primo devi davvero essere non solo bravo ma crearti un giro tale che tu abbia diversi pazienti fissi e con un ricambio via via costante... quindi fare marketing, pubblicizzarti, aggiornarti costantemente ecc.. Inoltre ecco.. avere una mezza giornata almeno fissa di psicoterapia vuol dire passare 4, 5, 6 ore costantemente immerso bella sofferenza e nel disagio altrui.. e in tutta la "merda" che costantemente ti viene gettata addosso.. Il che sembra una cosa "fattibile".. Uno dice che va beh fa la scuola di psicoterapia apposta, andrà in supervisione, farà a sua volta psicoterapia.. Ma ti lascio solo immaginare la fatica mentale e la spossatezza che possa derivarne... Ho amici psicoterapeuti che dopo una seduta sono abbastanza devastati con certi tipi di pazienti.. ma non perchè non siano capaci eh.. parlo anche di gente con esperienza... ma perchè è un lavoro che ti logora.. stare quotidianamente dentro storie di inferno e di sofferenza a lungo andare ti logora.. Anche per questo lo psicologo e psicoterapeuta fanno anche altro.. Un po' per staccare e anche per coinvolgersi maggiormente con la parte meno patologica con cui ha a che fare questo lavoro..
    Ti posso dire di provare ad immaginarlo.. ogni giorno con 3, 4 ,5 ore di terapia a settimana.. per mesi.. anni.. Insomma non è semplice... e a lungo andare il rischio di burnout esiste ..
    Poi ecco dall'altro se non si è o abbastanza capaci o abbastanza bravi nel promuoversi l'avere ameno un part time o in cooperativa o in ambito HR diventa una buona base per poter fare la libera professione anche perchè sento spesso psicologi che dicono che con la psicoterapia non ci si mangia e quindi devono fare necessariamente anche altro.
    In conclusione.. quando parlavo di avere una base stabile non stavo dicendo di fare quello che hai di sicuro senza coltivare il tuo sogno eh.. anzi.. ma di coltivarlo senza però distaccarti da ciò che hai costruito ed appreso.. La psicologia è una bella disciplina e un settore affascinante ad oggi molto difficile.. in generale.. quindi ecco coltivalo, impegnati ma senza lasciare ciò che hai raggiunto in questo momento, poi un giorno una volta completato questo percorso valuterai sul da farsi

  5. #5

    Re: Riferimento: Da Infermiere a Psicologo

    Ciao e grazie ancora per il tempo che mi stai dedicando.

    Il link che mi hai indicato effettivamente l'ho letto, ma credo e sono consapevole che in questo momento, di crisi identitaria, probabilmente sarò cieco e sordo a molti informazioni. Quindi anche se so che dovrei arrivare a qualche conclusione, purtroppo non ci sono arrivo. Per limiti miei.

    Ho intenzioni nel prossimo periodo di iniziare anche un percorso psicoterapeutico per fare chiarezza nel mio percorso: in questo momento l'unico mio problema è una crisi di identità basata sul fatto di non riconoscermi nel mio lavoro...anche se so che non dovrebbe essere così importante da destabilizzarmi e non rendermi sereno nel resto della mia vita.

    Purtroppo mio padre ha avuto lo stesso problema mio, ma dopo tanti sacrifici lui è riuscito a conquistare la sua identità lavorativa e personale, ed anche se da piccolo non era sereno e io l'ho vissuto molto male, ora lui che è realizzato professionalmente e molto più tranquillo.

    Io mi sa che ho interiorizzato tutto questo e sto facendo esattamente lo stesso percorso, ma ad oggi non avendo figli (e prima di averne) vorrei risolvermi prima.

    Mi piacerebbe tanto poter frequentare le lezioni, ma purtroppo l'investimento economico sarebbe troppo imponente da affrontare, quindi proverò con compromessi a concludere non frequentando.


    Per il resto vai tranquillo, ti piace, ti senti portato, va tutto benissimo, con il tempo, i primi esami e le prime esperienze capirai maggiormente se la scelta fatta sia stata quella giusta. Per questo ti consigliavo di leggere un manuale di psicologia generale perchè ti dà quel "quid" per comprendere meglio la cosa..
    Si infatti, voglio proprio iniziare e capirò maggiormente strada facendo. Ho preso in biblio psicologia generale, aspetto che arrivi


    Volevo chiarire meglio il discorso che tu hai definito deludente come immagine.. Beh non è neanche detto.. esistono psicoterapeuti che fanno solo ed esclusivamente psicoterapia.. sono rari eh.. ma ci sono.. Sono scelte.. sinceramente penso che vivere solo di psicoterapia sia difficile perchè primo devi davvero essere non solo bravo ma crearti un giro tale che tu abbia diversi pazienti fissi e con un ricambio via via costante... quindi fare marketing, pubblicizzarti, aggiornarti costantemente ecc..
    Si certo capisco, è che il primo modo per approcciarti ad una idea è quella che passano in tv e nei telefilm(tipo in treatment, quello americano).

    Inoltre ecco.. avere una mezza giornata almeno fissa di psicoterapia vuol dire passare 4, 5, 6 ore costantemente immerso bella sofferenza e nel disagio altrui.. e in tutta la "merda" che costantemente ti viene gettata addosso.. Il che sembra una cosa "fattibile".. Uno dice che va beh fa la scuola di psicoterapia apposta, andrà in supervisione, farà a sua volta psicoterapia.. Ma ti lascio solo immaginare la fatica mentale e la spossatezza che possa derivarne... Ho amici psicoterapeuti che dopo una seduta sono abbastanza devastati con certi tipi di pazienti.. ma non perchè non siano capaci eh.. parlo anche di gente con esperienza... ma perchè è un lavoro che ti logora.. stare quotidianamente dentro storie di inferno e di sofferenza a lungo andare ti logora..
    Ti posso dire di provare ad immaginarlo.. ogni giorno con 3, 4 ,5 ore di terapia a settimana.. per mesi.. anni.. Insomma non è semplice... e a lungo andare il rischio di burnout esiste ..
    Se per questo, io facendo l'infermiere praticamente faccio la stessa cosa, solo che oltre all'aspetto psicologico vivo anche quello "fisico": e lì, fidati di me, la "merda" il sangue, la caducità del corpo fisico è un elemento che vivi costantemente tutti i giorni.

    Ovviamente non ridimensiono il peso del ricevere continuamente la sofferenza psy altrui, ho solo forse fiducia in me stesso, perchè se affronto l'ospedale, la malattia e la morte(e anche tanti matti) tutti i giorni, posso farlo anche con il vero intento di curarne qualcuno



    Poi ecco dall'altro se non si è o abbastanza capaci o abbastanza bravi nel promuoversi l'avere ameno un part time o in cooperativa o in ambito HR diventa una buona base per poter fare la libera professione anche perchè sento spesso psicologi che dicono che con la psicoterapia non ci si mangia e quindi devono fare necessariamente anche altro.
    Questo mi dispiace, perchè penso che persone che affrontino anni di studio debbano poter vivere adeguatamente del proprio lavoro. Magari non subito ma che i propri sacrifici vengano premiati.

    In conclusione.. quando parlavo di avere una base stabile non stavo dicendo di fare quello che hai di sicuro senza coltivare il tuo sogno eh.. anzi.. ma di coltivarlo senza però distaccarti da ciò che hai costruito ed appreso.. La psicologia è una bella disciplina e un settore affascinante ad oggi molto difficile.. in generale.. quindi ecco coltivalo, impegnati ma senza lasciare ciò che hai raggiunto in questo momento, poi un giorno una volta completato questo percorso valuterai sul da farsi
    santissime parole, è la migliore soluzione, la tua conferma mi rincuora. Grazie Duccio!

    Comunque spero che anche altri utenti del forum possano contribuire con i loro pensieri. Non siate timidi, accetto anche insulti se per questo...

  6. #6
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    Riferimento: Re: Riferimento: Da Infermiere a Psicologo

    Citazione Originalmente inviato da OltreEgo Visualizza messaggio
    Questo mi dispiace, perchè penso che persone che affrontino anni di studio debbano poter vivere adeguatamente del proprio lavoro. Magari non subito ma che i propri sacrifici vengano premiati.
    Una piccola precisazione... vivono adeguatamente del proprio lavoro solo che il lavoro dello psicologo non è a compartimenti stagni.. se lavori come psicologo puoi avere lo studio, puoi nel frattempo lavorare in cooperativa, o come formatore.. sono lavori diversi? No.. sono lavori come psicologo..
    Lo psicologo è un gestore di processi e un esperto della relazione... poi la puoi declinare in ambito strettamente clinico, in ambito sociale e di comunità, in ambito evolutivo.. puoi avere delle preferenze.. Ma dubito che uno psicologo clinico si senta frustrato se fa un lavoro da psicologo in altri contesti.. E' che quando intraprenderai come ti auguro gli studi ti accorgerai che la psicologia è molto più fluida e dinamica della settorializzazione che leggi.. Con molti meno paletti e ambiti molto più sfumati...
    Ti piace solo la psicoterapia? Ok.. ma sono straconvinto che quando studierai le varie materie e i vari esami via via subentreranno anche altri interessi, attitudini e voglia di approfondire altri che non scalzeranno l'interesse clinico ma lo approfondiranno sicuramente e daranno al tuo arco una visione ad ampio raggio e una completezza che sfugge allo studente medio e a chi vuole iniziare a studiare psicologia..
    Per il resto spero che rispondano altre persone.
    In bocca al lupo per tutto e tienici aggiornati

  7. #7

    Re: Riferimento: Re: Riferimento: Da Infermiere a Psicologo

    Si effettivamente liberandosi un attimo da schemi precostituiti e cercando esperienze in altre persone(leggi infermieri) che hanno fatto un percorso simile ho notato molti modi diversi di approcciarsi, e che ha differenza dei miei studi in cui la laurea in infermieristica ti porti alla sola professione da infermiere(nelle diverse branche cliniche). La psicologia invece è un approccio mentale che si può plasmare ai diversi contesti: clinici, sociali, aziendali,ecc..

    Un esempio sono i contesti lavorativi: mobbing, burnout, produttività nel settore sanitario. Contributo importante a cui vorrei anche partecipare.

    Sembra che questa sia proprio la strada che vorrei percorrere e che integri la mia vocazione: io sono un risolutore di problemi. Non posso sapere a priori cosa comporterà questa decisione, ma visto che qualcosa mi spinge a questo, ciò a senso e potrebbe darne al mio percorso di vita.

  8. #8

    Riferimento: Da Infermiere a Psicologo

    Ciao OltreEgo,
    mi chiamo Marco e sono uno Psicologo abilitato che ha sempre dovuto lavorare per potersi permettere il lusso di studiare, oggi ho 35 anni e mi sento di condividere con te alcune considerazioni rispetto la professione
    Prima di tutto complimenti per la voglia e l'entusiasmo che traspare dalle tue parole ma...
    la domanda da porsi è se vuoi che la psicologia sia un lavoro o una crescita personale, se lo fai per appagare il sapere la scelta è ottima ma se lo fai con la speranza di lavorare in ambito psicologico credimi ma è una scelta pessima e ora ti spiego il perché di questa mia affermazione.
    - In Italia non c'è lavoro, senza se e senza ma e chi dice il contrario o non si è ancora scontrato con la realtà lavorativa oppure è stato molto ma molto fortunato, conosco parecchi psicologi e psicoterapeuti e tranne alcuni che guadagnano dignitosamente (diciamo 2000 euro al mese non cifre astronomiche) la maggior parte lavorano gratis oppure fanno altro, quelli più fortunati educatori...
    -sono sempre stato uno di quelli che sosteneva che le persone valide riescono comunque, dopo la laurea mi sono dovuto ricredere... le uniche speranze di entrare in ospedali o cliniche è conoscere e per farlo ti chiedono di fare stage, tirocini ecc ecc nella speranza di riuscire poi a racimolare qualche ora pagata... e a 35/40 anni è davvero molto svilente non solo come Psicologo ma anche come uomo.
    - l'attività privata è una chimera, come sempre alcuni lavorano (solitamente chi arriva da ospedali o cliniche che gli inviano i pazienti) ma la maggior parte si paga giusto le spese e poco più...
    - la considerazione che hanno di noi è praticamente nulla o meglio lo Psicologo serve sopratutto se è gratis altrimenti si può fare anche senza...
    - il nostro albo purtroppo fatica a tutelarci, non mette un limite agli Psicologi che anno dopo anno continuano a riempire un mercato del lavoro ormai saturo da decenni, ci richiede continue specializzazioni, master ecc ecc con il risultato che uno Psicologo che lavora gratis si trova sempre e comunque.
    - non abbiamo un reale ambito di intervento, nel senso che sulla carta possiamo fare x,y,z nella realtà quello che facciamo noi è già fatto da altri e nessuno mette mano a questo aspetto.
    Spero che queste poche righe non ti abbiano demoralizzato ma in tutta onesta non mi sento di consigliare o incentivare nessuno nell'intraprendere la laurea in Psicologia oggi in Italia.
    Ti piace la Psicologia e vuoi aiutare il prossimo?
    iscriviti a Medicina e poi Psichiatria o Neuropsichiatria, ad oggi sono le uniche figure che hanno reali possibilità di lavorare in questo ambito con adeguati compensi e riconoscimenti, la strada è più lunga (ma forse nemmeno troppo ).
    Un saluto Marco

  9. #9

    Riferimento: Re: Riferimento: Re: Riferimento: Da Infermiere a Psicolo

    [LEFT]Ciao OltreEgo,
    mi chiamo Marco e sono uno Psicologo abilitato che ha sempre dovuto lavorare per potersi permettere il lusso di studiare, oggi ho 35 anni e mi sento di condividere con te alcune considerazioni rispetto la professione
    Prima di tutto complimenti per la voglia e l'entusiasmo che traspare dalle tue parole ma...
    la domanda da porsi è se vuoi che la psicologia sia un lavoro o una crescita personale, se lo fai per appagare il sapere la scelta è ottima ma se lo fai con la speranza di lavorare in ambito psicologico credimi ma è una scelta pessima e ora ti spiego il perché di questa mia affermazione.

    -In Italia non c'è lavoro, senza se e senza ma e chi dice il contrario o non si è ancora scontrato con la realtà lavorativa oppure è stato molto ma molto fortunato, conosco parecchi psicologi e psicoterapeuti e tranne alcuni che guadagnano dignitosamente (diciamo 2000 euro al mese non cifre astronomiche) la maggior parte lavorano gratis oppure fanno altro, quelli più fortunati educatori...

    -sono sempre stato uno di quelli che sosteneva che le persone valide riescono comunque, dopo la laurea mi sono dovuto ricredere... le uniche speranze di entrare in ospedali o cliniche è conoscere e per farlo ti chiedono di fare stage, tirocini ecc ecc nella speranza di riuscire poi a racimolare qualche ora pagata... e a 35/40 anni è davvero molto svilente non solo come Psicologo ma anche come uomo.

    - l'attività privata è una chimera, come sempre alcuni lavorano (solitamente chi arriva da ospedali o cliniche che gli inviano i pazienti) ma la maggior parte si paga giusto le spese e poco più...
    - la considerazione che hanno di noi è praticamente nulla o meglio lo Psicologo serve sopratutto se è gratis altrimenti si può fare anche senza...

    - il nostro albo purtroppo fatica a tutelarci, non mette un limite agli Psicologi che anno dopo anno continuano a riempire un mercato del lavoro ormai saturo da decenni, ci richiede continue specializzazioni, master ecc ecc con il risultato che uno Psicologo che lavora gratis si trova sempre e comunque.

    - non abbiamo un reale ambito di intervento, nel senso che sulla carta possiamo fare x,y,z nella realtà quello che facciamo noi è già fatto da altri e nessuno mette mano a questo aspetto.
    Spero che queste poche righe non ti abbiano demoralizzato ma in tutta onesta non mi sento di consigliare o incentivare nessuno nell'intraprendere la laurea in Psicologia oggi in Italia.
    Ti piace la Psicologia e vuoi aiutare il prossimo?
    iscriviti a Medicina e poi Psichiatria o Neuropsichiatria, ad oggi sono le uniche figure che hanno reali possibilità di lavorare in questo ambito con adeguati compensi e riconoscimenti, la strada è più lunga (ma forse nemmeno troppo ).
    Un saluto Marco

  10. #10
    Partecipante Super Esperto L'avatar di studentessaa
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    Riferimento: Da Infermiere a Psicologo

    caro Oltrego per la scuola di specializzazione come dici tu non se vanno 20.000 euro io pago 3300 all'anno + circa 400 all'anno per seminari....per 4 anni +2300 al 5° anno.
    poi ci sono le scuole ancora più economiche (la mia è tra le più economiche, credo) tipo quella della sapienza in cui si pagano credo sulle 1000 l'anno....però ci sono solo 6 posti e esame di ammissione tosto!
    poi c'è la cattolica o comunque a milano che costa anche poco, se non ricordo male 1200 l'anno....però anche lì esame di ammissione per pochi e tosto....il resto i miei colleghi vedo che ti stanno rispondendo bene e esaurientemente
    In bocca al lupo!


    anzi il primo anno con borsa di studio ho pagato solo 1000 in tutto tra seminari e lezioni

  11. #11
    L'avatar di Duccio
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    Riferimento: Da Infermiere a Psicologo

    Il discorso è che la scuola pubblica ad esempio è full time.. e se uno deve lavorare per vivere sono off limits.
    Le altre sono variabili.. alcune costano 3000 euro.. altre 2300.. (ne trovai una junghiana ma il costo era basso perchè aveva tantissima terapia personale e supervisione obbligatoria per cui si arrivava a raddoppiare solo di terapia e supervisione...
    Inoltre conta anche acquisto di libri, materiale, spostamenti vari se uno la fa non nella città dove sta... Si arriva se non a 20mila molto vicini..

  12. #12

    Riferimento: Da Infermiere a Psicologo

    Per i lavoratori esiste anche la possibilità delle università telematiche, sia statali sia private.
    Per le private vi sono:
    http://www.unicusano.it
    http://unimarconi.it
    http://unidav.it
    http://www.uniecampus.it
    Qui è possibile frequentare le lezioni online e poi sostenere gli esami nelle loro sedi, in giro per l'italia.
    Inoltre c'è l'università di Modena e l'Università di Padova che hanno un corso di psicologia online.
    Per il lato lavorativo, non ho esperienza diretta, ma da quanto ne so....è come sopra....se lo fai per passione personale ok, altrimenti...è dura!

  13. #13
    Partecipante Leggendario L'avatar di Lyanne
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    Riferimento: Da Infermiere a Psicologo

    Ciao OltreEgo,
    prendo due o tre cose da questa interessante discussione, sia per i tuoi contributi sia per le risposte / proposte che altri utenti hanno fornito.

    Citazione Originalmente inviato da OltreEgo Visualizza messaggio
    Il problema più grande è che devo necessariamente lavorare mentre studio, e oltre alla specialistica frequentare anche il corso di specializzazione
    Io separerei i problemi, una cosa alla volta, altrimenti rischi di mettere troppa carne al fuoco.
    Ti interessa Psicologia per tutta una serie di motivi? Preparati bene per il test, se non sbaglio puoi anche sostenerlo in Università diverse, con l'augurio di passarlo. Vedrai che mentre studi le cose si evolvono e le idee, a volte preconcetti, che abbiamo all'inizio, si modificano con l'esperienza.
    Io ho fatto il test d'ingresso a quasi 35 anni, con l'idea di approfondire, nel mio lavoro (sono insegnante di scuola primaria) gli aspetti legati alle difficoltà e ai disturbi dell'apprendimento, di cui avevo avuto qualche nozione partecipando a corsi d'aggiornamento.
    Ora l'aspetto scolastico mi interessa sempre (non in maniera esclusiva) ma dal punto di vista psicoanalitico (all'epoca sapevo neanche cosa fosse la psicoanalisi): in particolare mi interessano gli aspetti emotivo-affettivi che possono facilitare od ostacolare l'apprendimento e la relazione alunni-insegnanti-genitori (sistema scuola). Questo solo per suggerirti di non "costruire castelli" prima di aver iniziato a procurarti il materiale per le fondamenta: è difficile, lo so, dico questo perché è capitato anche a me e qualche volta mi capita anche adesso.
    Alla specializzazione per diventare psicoterapeuta (se ho capito bene ti riferivi a questo), eventualmente penserai dopo.
    Una cosa alla volta.


    1) La Cattolica, superato e iscritto, riuscirei con i turni a frequentare tanto ed ha impegnarmi ma il costo annuale calcolato tra tasse libri e spese varie è all'incirca 5000€ all'anno. Per minimo 6 anni sono 30000€ + almeno 20000€ per la specializzazione. Se tutto andasse bene. Quindi nonostante i sogni e la passione capisci che mi si pongono tutti i dubbi del caso.

    2) uni statale, lontana da dove lavoro e vivo e che non potrei frequentare ma dove darei esami da non frequentante e da lavoratore e lì l'investimento sarebbe minimo la metà. Ma si allungherebbero i tempi, sicuramente. Anche se devo dirla tutta a questo punto non ho fretta!
    L'ultima frase in particolare mi sembra molto importante: non avere fretta.
    Ti sarebbe possibile, nell'Università statale, più lontana (e meno costosa, da quello che ho capito), frequentare solo le lezioni di materie più ostiche e i laboratori, andando a colloquio ogni tanto con i docenti, in base ai tuoi turni di lavoro e utilizzando le 150 ore per il diritto alllo studio ? Io ho fatto così: i primi tempi facevo avanti e indietro dal paese in cui vivevo (ho studiato a Genova e abitavo in provincia di Imperia) per frequentare Psicometria, poi ho chiesto il trasferimento lavorativo a Genova. Non so nel settore ospedaliero come funzioni ma ti suggerisco, per quello che ti è possibile, di frequentare ogni tanto, di tenere i contatti - soprattutto di persona (senza sottovalutare i contatti virtuali), con l'ambiente universitario,


    Ai tempi non mi potevo permettere una psicoterapia ed ho dovuto fare di necessità virtù. Oggi se ne dovessi avere bisogno farei piuttosto una psicoterapia che cercare di fare da solo.
    Ottima intuizione: non perderla! Tante volte diciamo a noi stessi, per svariati motivi, "ce la faccio da solo". Inoltre, a mio avviso, per uno psicologo e per chi lavora nel campo sociale (operatori socioassistenziali, educatori, insegnanti, assistenti sociali, ecc) è essenziale aver lavorato su se stessi. Ma al di là della specificità di questi lavori, "fa bene alla persona". Perciò, mi sento di dirti, lavoraci su, su questa riflessione che hai avuto (scusa se sono un po' "direttiva", cosa che non mi piace e mi riesce anche piuttosto difficile!).



    Ho intenzioni nel prossimo periodo di iniziare anche un percorso psicoterapeutico per fare chiarezza nel mio percorso: in questo momento l'unico mio problema è una crisi di identità basata sul fatto di non riconoscermi nel mio lavoro...anche se so che non dovrebbe essere così importante da destabilizzarmi e non rendermi sereno nel resto della mia vita.
    E chi lo dice che "non dovrebbe..."? Non c'è una regola universale! Per te, evidentemente, è importante (e credo anch'io che lo sia, e molto).
    Se hai avuto questo sentore significa che per te è un aspetto molto sentito.
    La soggettività è fondamentale.
    Poi, insomma, poni mica una cosuccia da niente: identità, non sentirsi riconosciuto, non sentirti bene, immagino, nei tuoi panni... parli del settore lavorativo ma (questa è una mia opinione), non credo che questo aspetto possa essere disgiunto da quello personale (intendo dalla globalità della persona).
    Credo che difficoltà o disagi nel lavoro siano intimamente legati ad aspetti di come siamo, a livello interno.


    Purtroppo mio padre ha avuto lo stesso problema mio, ma dopo tanti sacrifici lui è riuscito a conquistare la sua identità lavorativa e personale, ed anche se da piccolo non era sereno e io l'ho vissuto molto male, ora lui che è realizzato professionalmente e molto più tranquillo.

    Io mi sa che ho interiorizzato tutto questo e sto facendo esattamente lo stesso percorso, ma ad oggi non avendo figli (e prima di averne) vorrei risolvermi prima.
    Qui dici un mondo di cose, molto interessanti ....l'aspetto intergenerazionale è importante ma non è immutabile, non è qualcosa che si passa da una mano all'altra. Mi sembra che tu lo abbia capito, visto che in diversi punti parli della tua intenzione di iniziare un percorso personale.
    Credo che possa fare solo bene, al di là che tu voglia o no, un giorno, fare lo psicoterapeuta.
    A volte ci sono dei nodi che non ci permettono di vivere serenamente o di raggiungere l'equilibrio "giusto" tra il riconoscere elementi comuni con i nostri genitori, o con le persone con cui abbiamo vissuto la maggior parte dei nostri anni, e comunque sia anni fondamentali, e differenziarsene, diventando adulti.
    Credo che sia una cosa molto difficile e in un percorso psicoterapeutico ben fatto (io mi riferisco alla psiconalisi, per esperienza personale) si lavora proprio sui nodi che a volte possono rendere difficile, secondo gradi diversi, la nostra esistenza.
    Riconoscere le proprie difficoltà e tollerare l'idea di non poter fare tutto da soli mi sembra una cosa molto preziosa, al di là del tipo di lavoro che si svolge, o che si desidera svolgere.

    In bocca al lupo
    Ultima modifica di Lyanne : 13-08-2016 alle ore 16.48.04

  14. #14

    Re: Riferimento: Da Infermiere a Psicologo

    Scusate se rispondo solo ora, ero in ferie, e per smaltire lo stress ho spento il pc, frequentato amici, ho giocato con le mie nipotine, e bagno al mare

    Innanzitutto grazie a tutti dei contenuti e delle risposte, mi stanno aiutando molto a chiarirmi le idee. Cercherò di rispondere a tutti:

    @Marco800

    Il profilo lavorativo da te descritto è il più importante ostacolo per iniziare questo percorso. Sono un razionale: ragionare sia sulla difficoltà della formazione che sulla difficoltà del lavoro futuro sono dei punti importanti, purtroppo per come sono fatto ho bisogno di un obiettivo a lungo termine a cui puntare, e non posso esimermi da considerare la realtà(prospettive occupazionali, futuro della professione,ecc..) e riconoscere che quello che per me sia un sogno possa trasformarsi in un altra delusione

    Però, alle volte, dovremmo semplicemente buttare il cuore oltre l'ostacolo, nonostante si riconosca non avere senso...anche se io semplicemente, non riesco.

    @apocaliv,studentessa e duccio

    Purtroppo il mio percorso di vita include anche una vita relazionale parallela, il prox anno mi sposo, quindi non posso(più che altro in quanto uomo, non voglio) appoggiarmi e farmi mantenere da una moglie per inseguire un percorso così lungo e difficile senza una sicurezza di rivalsa economica e sociale tale da caricarle di tale peso.

    Quindi il mio percorso dovrà necessariamente essere battuto da uni online( unimarconi ad oggi) e scuole di specializzazioni + flessibili(e quindi costose).

    Scusate se pongo questo dubbio, ho 30 anni, e nonostante voglia sognare in grande, la parte pragmatica di me inizia a suonarmi un po' "costosa":

    1)Università (3000 ad anno di unionline x 5 + spese) +
    2)specializzazione nel caso medio-peggiore (4000x 4/5 anni + spese) +
    3)inizio professione= gavetta(migliore dei casi 3 anni di mancati introiti di reddito"base") + (spese di investimento a perdere x affitto studio + formazione continua + marketing +ecc... sempre per 3 anni)

    = (15000 + 2000(trasporti e libri)) + (25000 foirfait) + ((63000)+ (4000*3))= 117000€ per ritrovarmi fra circa 15 anni nelle migliori delle ipotesi con un reddito mensile da 1500/2000€, una famiglia da mantenere(o da cui essere mantenuto) e ricominciare da zero.

    Senza la matematica certezza di poter fare solo clinica, ma dovermi indirizzare verso settori come quelli aziendali che mi farebbero sentire comunque incastrato(anche se lib.prof.) dal mercato.


    Capite che per quanta passione e attitudine senta verso questa "missione", non è fattibile, e da qui non abbia come precedentemente spiegato il coraggio di buttare il c.d. cuore oltre l'ostacolo...

    Le mille opzioni, che mi vengono in mente, usando questo enorme investimento di tempo, energie e soldi, su altre passioni o opportunità:

    • Un caffè-libreria, libreria, negozio di strumenti, bar, ristorante
      Avviare un attività di grafica, fotografia, web-marketing(ho una formazione informatica e lavoricchio anche con internet)
      Fare il pittore a tempo perso(vecchie passioni da recuperare)
      semplicemente il counsellor e corsi di meditazione (per tre anni ho praticato, e negli anni in cui non potevo fare psicoterapia, mi ha praticamente salvato) e conservare il posto di lavoro part time: il mio impedimento è che non si possono avere due iscrizioni contemporanee a professioni con albo(infermiere OR psicologi)
      Cercare di diventare blogger affermandomi.
      *fare un percorso psicoterapeutico o psicoanalitico per i prox 20 anni
      ecc..


    @Lyanne

    Partiamo dal pressupposto che sei hai iniziato con profitto verso i 35 anni, mi rincuora il fatto che ho minimo altri 5 anni di tempo per ragionarci su

    Da quello che ho compreso, tu stai conservando la tua professione, e integri per migliorarti un percorso parallelo di studi...e come dici tu senza costruire castelli in aria, giorno dopo giorno vedrai il tuo percorso evolversi senza importi niente(mi sbaglio?)

    per quanto riguarda eventuali trasferimenti, per mille motivi(tra cui iniziare a mettere radici da qualche parte) non posso trasferirmi ancora, non sono da solo e non voglio essere così egoista da costringere la mia compagna ai miei desideri,perchè lei ha quello di rimanere dove siamo e sta bene dove stiamo(anche io, devo dire)

    Non riuscirei a frequentare perchè l'uni dista 90 km, quindi piuttosto l'opzione migliore sono le unionline...


    Sto arrivando a certe decisioni, alcune chiare, altre confuse:

    1) Farò un percorso psicoterapeutico, e rimanderò in seguito alla decisione di studiare, con l'obiettivo di vedere se piuttosto con questa ricerca del lavoro forse non nascondo altri disagi, che quindi con un minor dispendio di energie raggiungerei lo stesso risultato
    2) Cercherò un equilibrio tra il lavoro(ridimensionandolo) constrastandolo con un arrichimento della mia vita privata, maggiori passioni, hobby e interessi, il già detto percorso psico, e l'inizio di una relazione seria(mi sposo).
    3) Entro qualche anno se non sono riuscito a trovare ed accettare un equilibrio nella vita cosi com'è, opterò i vari percorsi...



    Scusate se sembra che vi abbia fatto perdere tempo, ma da quando ho iniziato questa discussione, e visto che siete le persone migliori con cui poterla affrontare, sto iniziando a chiarirmi delle idee che da qualche anno erano piuttosto confuse e difficili da gestire...

    Con questo non voglio chiudere qui, anzi vorrei continuaste a provare sia a controbattere(adoro cambiare idea) sia a ricevere conferme sul ragionamento che vi ho proposto..

    Con Stima e

  15. #15
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    Riferimento: Da Infermiere a Psicologo

    Citazione Originalmente inviato da OltreEgo Visualizza messaggio

    @Lyanne

    Partiamo dal pressupposto che sei hai iniziato con profitto verso i 35 anni, mi rincuora il fatto che ho minimo altri 5 anni di tempo per ragionarci su
    Non c'è una regola, non c'è una strada uguale per tutti. Ci sono persone che si iscrivono anche più tardi, per i più svariati motivi e/o hanno una precedente laurea, altre che avevano rinunciato in passato, anche qui per svariati motivi, o perché a Psicologia nenche ci pensavano (io sono tra queste: quando avevo 19 anni, a Genova Psicologia non c'era e avevo scelto Lettere, subito abbandonata per iniziare a lavorare e non chiedere soldi ai miei), anche se la maggior parte degli studenti è piuttosto giovane. Ora, che di anni ne ho un po' di più rispetto a quando mi sono iscritta, mi sento di dire che, anche se non è mai troppo tardi, se si è più giovani si fa meno fatica (lo vedo su di me, giorno dopo giorno, nonostante il piacere di studiare..).
    D'altra parte, ognuno ha i propri tempi, la propria storia, e una sua strada..

    integri per migliorarti un percorso parallelo di studi...e come dici tu senza costruire castelli in aria, giorno dopo giorno vedrai il tuo percorso evolversi senza importi niente(mi sbaglio?)
    Inizialmente li vedevo come mondi paralleli, a volte ho trovato difficoltà nel riconoscermi nel mio lavoro, infatti ho cambiato settore (dall'insegnamento alla classe all'insegnamento in ospedale, che mi piace molto di più), un po' ancora adesso, nel senso che il lavoro di insegnante mi piace ma non mi identifico soltanto in questo (e non la vedo come una cosa negativa)
    A volte ho vissuto lo studio come una valvola di sfogo rispetto al lavoro, che in alcuni momenti ho avvertito come molto pesante (quando avevo la classe).
    Ora, dopo momenti anche di rigetto, inizio a vedere una possibile integrazione non so se tra lavori (non posso dirlo perché non sono ancora abilitata, sto finendo il dottorato) ma tra competenze sì, nel senso che quello che apprendi, come persona (non l'apprendimento libresco: almeno, certamente, non solo quello), facendolo tuo, può aiutare a vivere meglio anche il proprio lavoro e ad apprezzarlo di più, a vedere certe cose anche da un'altra prospettiva... E' la maturazione generale, che credo possa avvenire in modi diversi da persona a persona, che aiuta.
    Insomma, credo che alla fine sia una questione molto personale e che non si possa pianificare con quasi-esattezza a tavolino, anche se la tentazione di prevedere "come sarà" è forte. Credo che sia importante abituarsi anche all'incertezza.


    Se per evolvere intendi sentirsi cambiare, quello sì, anche con momenti inevitabili di sofferenza, ma non con "continuità crecente", è qualcosa che avviene nel lungo periodo.

    Hai già pensato a quale orientamento seguire per il percorso di psicoterapia?

    Ciao
    Ultima modifica di Lyanne : 14-08-2016 alle ore 18.10.39

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