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  1. #1

    Se il terapeuta non gestisce bene le resistenze del paziente?

    Voglio porre un quesito molto importante che mi si è posto ad un certo punto del percorso terapeutico.

    Se ad un certo punto della terapia ci sono delle forti resistenze , si entra in una fase di stallo, può capitare che il paziente non riesce ad affrontare tranquillamente gli argomenti cruciali in terapia e se lo fa lo fa in modo automatico, meccanico, con distacco, almeno questo è quanto è accaduto a me.Ci si sente inchiodati in questo impasse e questo stallo e non c'è azione, non si procede.Quasi il problema sembra scomparire o se a tratti affiora e se ne sente la portata abissale si ha difficoltà a parlarne e a portalo in terapia per davvero, standoci "dentro".

    Quello che mi chiedo è questo:

    - E' possibile che in questa fase il paziente sposta l'attenzione degli argomenti o sente il bisogno di parlare molto ma di altro?Per parlare di altro intendo parlare molto, molto più di come si è fatto nella fasi precedenti la terapia magari dei problemi che si ha ma senza l'aggressione o la fretta dell'analisi?

    E' possibile avere bisogno di un setting terapeutico più "leggero" e meno centrato sui problemi? il terapeuta può cogliere questo bisogno del paziente come resistenza legittima e non forzare la mano oppure forzarla poco alla volta, ogni tanto, per non paralizzare il paziente?E se la forzatura in realtà non esiste ma è solo una percezione errata del paziente?

    forse è difficile stabilirlo da qui, bisognerebbe vedere il caso singolo e specifico.

    Se il terapeuta ad un certo punto,prende egli stesso le distanze dal paziente e il paziente si sente abbandonato e tradito?

    Come fare a capire se il terapeuta ha saputo RISPETTARE i giusti tempi del paziente ?o se è colpa del paziente che aveva resistenze troppe alte?

    Può essere il terapeuta concausa dell'impasse e del fallimento della terapia?

    So che è una quesito complicato..ma mi piacerebbe discuterne ampiamente con voi.

    Grazie a chiunque sia disponibile al confronto.

  2. #2

    Re: Se il terapeuta non gestisce bene le resistenze del paziente?

    non c'è nessuno disponibile?Mi piacerebbe davvero tanto avere qualche risposta da voi del forum

  3. #3
    Partecipante Leggendario L'avatar di Lyanne
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    Riferimento: Se il terapeuta non gestisce bene le resistenze del pazie

    Ciao Dreaming-girl,
    posso provare a risponderti da paziente in analisi.
    Credo che tu stia sentendo molto questo momento di impasse e lo abbia descritto altrettanto bene ma credo anche che il punto fondamentale consista nell'affrontare questo problema, così chiaramente, con il tuo terapeuta.
    Credo che essere terapeuti non sia affatto facile, stare con il paziente (ma starci veramente) non è facile e non è facile neppure essere paziente. Tra le cose interessanti e sentite che hai scritto, mi sento di evidenziarne due in particolare:

    Citazione Originalmente inviato da Dreaming-girl Visualizza messaggio
    il terapeuta può cogliere questo bisogno del paziente come resistenza legittima e non forzare la mano oppure forzarla poco alla volta, ogni tanto, per non paralizzare il paziente?
    Credo che il terapeuta dovrebbe fare il possibile non solo per cogliere la resistenze del paziente ma anche per "giostrare" con equilibrio il suo ruolo nella relazione. Non è facile.

    E se la forzatura in realtà non esiste ma è solo una percezione errata del paziente?
    Non è che non esiste....esiste nella mente, nel vissuto, nel mondo interno del paziente: è un aspetto fondamentale su cui lavorare insieme.

    Si fugge, si resiste in tanti modi, cambiare costa fatica, ma nella relazione si affrontano insieme la fatica, i dubbi, e si procede, a volte fermandosi, a volte facendo anche qualche passo indietro e poi riprendendo.
    E' fondamentale che questo sia chiarito all'interno della relazione e venga portato in seduta ogni volta che il paziente ne sente il bisogno.
    In fondo anche il tuo parlarne qui è uno spostare l'attenzione, deviare uscendo dal setting, anche se in modo virtuale. Probabilmente questo per te è un momento faticoso.
    Parlane apertamente con il tuo terapeuta, che il tuo disagio gli (o le) sia chiaro, come lo è stato qui.
    In bocca al lupo
    Ultima modifica di Lyanne : 03-08-2016 alle ore 16.25.55

  4. #4

    Re: Se il terapeuta non gestisce bene le resistenze del paziente?

    Io non ho capito bene cosa sia successo, sarebbe lungo e difficile da spiegare bene ma nella sintesi è accaduto questo:

    quando sono arrivata al "nocciolo duro" il mio inconscio ha cambiato improvvisamente idea, mi è arrivata come un voce al cervello che mi diceva" sto bene così, ormai sono storie vecchie, poi la terapia non mi risolve la vita"; dall'altra parte sono entrata in problemi che anche se non mi riconosco perchè sono egosintonica,non ne conoscevo l'esistenza: la dipendenza e il narcisismo.

    Ho continuato a fare terapia sperando che ricambiassi di nuovo idea, ma nulla, è una cosa che non gestisco io!per di più sto malissimo perché dipendevo dalla terapia e dal terapeuta e non riesco ad avere relazioni all'esterno, ma il mio terapeuta sembra essersi distaccato da me e non fa altro che dirmi che "non posso dipendere , manco dalla terapia", si ma io sto molto molto male, come è possibile lasciare un paziente per strada , così in questo modo?Anche se volessi io non potrei separarmi, dovrei comunque sostare ancora in terapia e non capisco se lui abbia sbagliato i tempi, mi sa che qualch errore lo ha commesso anche lui.

    Se uno sta nella fase della simbiosi come può lontanamente immaginare di separarsi?io non ne ho manco il desiderio sincerimente e non sento la gabbia dorata o che una relazione mi soffoca se ce l'avessi!però sento molto frustrazione perché se trovo qualcuno con cui stare e non risolvo resto con le stesse dinamiche della mia famiglia.Sto malissimo e non trovo sostegno e aiuto da nessuna parte.

  5. #5
    Partecipante Leggendario L'avatar di Lyanne
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    Riferimento: Se il terapeuta non gestisce bene le resistenze del pazie

    Citazione Originalmente inviato da Dreaming-girl Visualizza messaggio
    dipendevo dalla terapia e dal terapeuta e non riesco ad avere relazioni all'esterno
    Sono due cose diverse ma collegate: se non si ha una buona dipendenza , è ben difficile che si riescano ad avere buone relazioni all'esterno: (e svilupparla, o rigenerarla, a seconda dei casi, è uno dei punti fondamentali della psicoanalisi)


    mi sa che qualch errore lo ha commesso anche lui.

    Può darsi, anche il terapeuta, come ogni essere umano, non è infallibile: ma qui torniamo al discorso del post precedente.
    Non si risolve un momento di impasse, specie in una relazione così importante come quella terapeutica, parlando con qualcun altro: per quanto i pareri di amici o estranei possano sembrare un sollievo momentaneo, spesso sono solo uno dei tentativi di fuga che tutti mettiamo in atto (umani, comprensibili, legittimi, ma il problema rimane).

    come può lontanamente immaginare di separarsi?io non ne ho manco il desiderio sincerimente e non sento la gabbia dorata o che una relazione mi soffoca se ce l'avessi!però sento molto frustrazione perché se trovo qualcuno con cui stare e non risolvo resto con le stesse dinamiche della mia famiglia
    Qui tocchi di nuovo il tema della dipendenza, fondamentale ma...non è certo questo il luogo per affrontare la situazione,


    Ho provato a dirti quello che mi sentivo di dirti, cercando di stare dentro la stanza del forum.

    Per curiosità: che tipo di psicoterapia segui, a quante sedute la settimana?

  6. #6

    Re: Se il terapeuta non gestisce bene le resistenze del paziente?

    Non è una terapia breve, è una di quelle lunghe che fanno parlare molto del passato, però non ti so dire quale sia l'orientamento preciso; l'ultima seduta gli ho questo proprio questo, lui mi ha detto " non seguo una scuola precisa, attingo da diversi orientamenti, alla fine la terapia la facciamo noi due nella relazione terapeutica", anche in questo caso ha sorvolato su una mia domanda precisa ritenendola non necessaria, l'ho visto un po' approssimativo nella risposta e di questi episodi me ne capitano parecchi, per questo sento un problema di comunicazione con lui!


    Non so, ma io penso che la mia mente ha deciso di non cambiare e anche se mi ostino a cercare un'illuminazione sembra che non accade nulla dentro di me.

    Hai ragione quando dici che qui non è la sede più adatta, infatti sto cercando di capire come esporre il problema a lui, in modo franco e diretto, ma temo che mi darà altre risposte approssimative o delle "non risposte" o addirittura chiuderà il discorso dicendomi "penso che non puoi fare altri passi in avanti" senza indagare più a fondo e magari analizzare anche dove sbaglia lui

    Mi piacerebbe trovare in rete un forum dove poter parlare più ampiamente , magari con diversi esperti, di questa mia situazione.

    Lyanne , grazie, sei stata molto disponibile e ho trovato la tua analisi anche pertinente alla mia situazione;con lui , il terapeuta, mi sembra che parliamo di cose diverse, due binari separati.

    ps: aggiungo anche questo : sto provando da un po' di tempo a parlargli di questa mia difficoltà di comunicazione con lui, ho cercato di esporgli quali sono i punti che mi bloccano o su cui"rimugino"nei suoi confronti o verso la terapia, lui in una seduta a stento mi faceva parlare , la leggeva come un modo di spostare l'attenzione per non andare a guardare i veri problemi. Qualcuno mi ha consigliato di esporgli il problema in maniera ancora più diretta e schietta , senza girarci intorno, magari non ha compreso bene l'intensità del malessere a causa del modo in cui gli ho esposto il problema.
    Ultima modifica di Dreaming-girl : 05-08-2016 alle ore 19.43.33

  7. #7
    Partecipante Leggendario L'avatar di Lyanne
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    Riferimento: Se il terapeuta non gestisce bene le resistenze del pazie

    Mi dispiace per questo tuo malessere: è sempre difficile, e a volte credo anche controproducente, dare consigli su una questione così intima come la psicoterapia perché, per quanto si provi qualcosa dall'esterno, il rischio di dire cose "sballate" c'è e quello che prova il paziente dovrebbe sentirlo, in sintonia (con gli alti e bassi che ci sono in ogni coppia), la coppia paziente-terapeuta, per lavorarci insieme e sbloccare la situazione.

    Prendo solo una frase dalle cose molto sentite (anche nella capacità di farle sentire a chi legge) che hai scritto:

    Citazione Originalmente inviato da Dreaming-girl Visualizza messaggio
    magari non ha compreso bene l'intensità del malessere
    Non lo so, non conosco la situazione ma... la comprensione del malessere del paziente è l'essenza della psicoterapia, qualunque sia l'orientamento seguito.

    In bocca al lupo

  8. #8

    Re: Se il terapeuta non gestisce bene le resistenze del paziente?

    " quello che prova il paziente dovrebbe sentirlo, in sintonia (con gli alti e bassi che ci sono in ogni coppia), la coppia paziente-terapeuta, per lavorarci insieme e sbloccare la situazione."

    il nodo che non si scioglie è proprio qui, io sto provando a faglierlo capire ma lui legge sempre diversamente la cosa,ci sono cose che non ha compreso e sono cose molto importanti, lui crede di essere nel giusto e che ingigantisco situazioni o parlo per evitare altre situazioni , a volte c'è anche questo ,lo ammetto ,ma ci sono altre cose importantissimi che lui dovrebbe comprendere e che invece trascura gettando me ancora di più nell'incomunicabilità e nella sfiducia oltre che nello scoraggiamento , nella delusione e nel pericolo di calare sempre più a picco.

    Questi terapeuti sono molto più "umani" di quanto potevo pensare!

    Grazie Lyanne!
    Crepi

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