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  1. #1

    Posso definirmi "mediatore familiare", "counselor", o....

    Buonasera, formulo questa domanda a chi è più informato di me di questioni legali inerenti la professione.
    Nella mia carriera lavorativa, a dieci anni dalla laurea in psicologia, ho svolto molte "professioni intellettuali": in primis - iniziando molto prima di laurearmi - l'educatore (anzi, in busta paga, ero definito "educatore senza titolo liv D1") per oltre dieci anni, poi il "neuropsicologo" lavorando per circa 4 anni con pazienti adulti in riabilitazione neuromotoria e facendo formazione e diagnosi/trattamento di DSA, BES, ecc., ora in ambito legale-forense sia come giudice onorario minorile che come psicologo in ambito di consulenza familiare.

    Non ho mai frequentato una scuola di psicoterapia né master/corsi degni di menzione. La mia formazione è tuttavia stata continua, sia dal punto di vista sia formale (circa 30 giorni formativi all'anno, molti pagati dall'azienda i restanti scelti tra quelli gratuiti offerti dall'ordine, comunque sempre seminari o corsi brevissimi), che informale (studio personale continuo).

    Ho valutato l'iscrizione a corsi/master nei due ambiti che "frequento" professionalmente: la neuropsicologia e la consulenza psicologica verso minori e famiglie. A parte il costo, a parte la mia naturale avversione per la <formazione=business> che contraddistingue il panorama della psicologia in Italia, ho notato che tali percorsi molto probabilmente non mi avrebbero dato quel valore aggiunto che cercavo, o meglio che i contenuti nozionistici degli stessi potevano benissimo essere appresi nella pratica o nello studio individuale. Mi avrebbero solo dato un'attestato, più o meno riconosciuto a seconda dell'ente che eroga il corso.

    Quindi mi chiedo: in virtù della diatriba counselor/psicologi o delle numerose figure che si propongono come mediatori familiari (tutte Libere Professioni non ordinistiche ex L.22 del 14 Gennaio 2013), potrei ugualmente definirmi "mediatore familiare" sul mio sito pur non appartenendo ad un'associazione di mediatori familiari (la mediazione credo sia un'attività propria di numerose professioni e connaturata alla natura umana..)? Potrei definirmi "counselor"? Infine, visto che la figura del neuropsicologo non è stata ancora normata, come posso spiegare al pubblico la mia attività di "diagnosi e riabilitazione delle funzioni cognitive superiori (memoria, attenzione, funzioni esecutive, ecc.)" che è la formula che attualmente uso..."esperto in neuropsicologia" è eticamente corretto?

    Spero di essere stato chiaro, è un tema sicuramente complesso e vi assicuro che la mia intenzione non è "vendermi" per quello che non sono, ma pubblicizzare e offrire onestamente il mio lavoro -che già svolgo in quanto psicologo, visto che tutte le attività di cui sopra sono annoverate tra le competenze della nostra figura professionale- senza ingrossare le tasche di coloro che vivono e lucrano di formazione per gli psicologi (e sono tanti.. ) e senza lasciare il campo a coloro che -più di noi psicologi- cercano di accaparrarsi fette di mercato senza troppi problemi etici...
    grazie
    Ultima modifica di psicoanalisi : 20-12-2017 alle ore 20.36.34

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