Originalmente inviato da
psychocircus
Cara Emanuela,
nessuno giudizio, nè offesa personale.
La mia riflessione era sul modo di agire, non sulla persona (come potrei farlo, dato che non ti conosco?)
Se un professionista conosce bene i suoi strumenti di lavoro non ha bisogno di avanzare una richiesta come la tua.
Chiedere "mi date una mano a selezionare i test più utili per il mio lavoro clinico?" è un po' come dire "mi dite come si costruisce un protocollo di valutazione di base in neuropsicologia clinica?".
Capisci bene che un professionista, fatto e formato, non potrebbe mai avere tali incertezze, che sono l'ABC del suo lavoro.
Avere competenze valutative significa *anche* essere in grado di SELEZIONARE gli strumenti diagnostici più adatti agli scopi, saperli adattare ed integrare tra loro in base alle esigenze cliniche (paziente, setting, tempo) saperli giudicare in base a parametri come sensibilità, specificità, attendibilità, ecc.
Tu hai palesemente ammesso di non essere in grado di farlo, ma non c'è niente di male, nessuno nasce imparato, se non fosse per il fatto che - a quanto dici - a breve inizierai a lavorare in autonomia in un tuo studio.
E aggiungo, mi stupisco che tu ti stupisca di ricevere tale critica (che ripeto, non è sulla persona, bensì sull'agire professionale, nello specifico: art.5 codice deontologico).
E infine, definirti come neuropsicologa, senza aver frequentato una scuola di specializzazione o senza aver avuto riconoscimento da ordini o società scientifiche, ti espone a rischi. Oggi con internet siamo tutti iper-osservati. Pensaci.
Concludendo, concordo con Calathiel sulla necessità di colmare le tue lacune, magari facendoti seguire da un professionista più esperto.
Dopotutto, alla base del tuo post iniziale si nascondeva proprio questo bisogno..