Buongiorno a tutti! Ho quasi la sensazione, se non la certezza, di intromettermi in un terreno paludoso in cui sia difficile dire molto. Ho ben presente che la questione in oggetto è personale, intima, particolare ma un paio di domande vorrei comunque farle nella presunzione possano essere d'aiuto anche ad altri.
Trovandomi nella scomoda situazione di scegliere una scuola di psicoterapia sono molto in conflitto tra due indirizzi che so essere differenti tra loro: quello lacaniano e quello post freudiano (SPP ad esempio).
In sintesi l'approccio lacaniano costituisce una sorta di innamoramento, la mia pluriennale analisi (che non ha risolto molto), una probabile idealizzazione di Lacan, del personaggio Lacan, dei suoi aforismi. Nonostante tutto un innamoramento e uno stimolo ad andare oltre il linguaggio ostico per trovare parecchie aderenze con la mia personalità e il mio modo di intendere la terapia. In questo discorso ci sono immerso da più tempo e ne ho sperimentato punti di forza e, ahimè, di debolezza.
Il discorso post freudiano lo conosco meno ma lo percepisco come più ampio e allargato ad un pensiero che ha più attinenza con la clinica, con il lavoro e la ricerca quotidiana (Bollas, Bion ecc..ecc.). Nella mia testa l'esistenza di più autori del medesimo indirizzo aiuta ad allargare l'orizzonte piuttosto che ridurlo ad un solo "maestro" nel pensare e ripensare allo stesso come unico riferimento teorico.
Parametri della mia scelta sono un centro clinico, una ricerca continua, una clinica sempre in fermento che vedo più nell'indirizzo post freudiano. Poi mi sbaglierò e sarò pronto a porgere le mie più sentite scuse