Le tre motivazioni di Vincent sono eguelmente valide.
Non ho neanche difficoltà a pensarle compresenti.
Ci può essere un sintomo, con il quale una persona viene considerata pro o contro le tradizioni, i valori, i modi di comportamento del suo contesto di vita.
Allo stesso tempo, però, questo sintomo può dare alla persona un vantaggio secondario (impedisce di partecipare a momenti difficili della vita, come si potrebbe caricare di responsabilità qualcuno che è "malato"?) e suscita nell'esterno l'esatta reazione descritta dai funzionalisti (insomma però, non c'è niente da fare con lui, tanto sta sempre male: trattiamolo di conseguenza)
Quale visione adottare per contrastare la difficoltà di cambiamento?
Forse quella che ci sembra più "forte" per la persona in questione, tanto da qualsiasi lato si provi a modificare la situazione, le altre due verranno modificate di conseguenza.
A mio parere bisognerebbe anche domandarsi quale vantaggio hanno le persone intorno a considerarle il nostro cliente come "malato"...