Come è possibile che un individuo persista in una condotta per lui infelicemente nociva? Cosa determina questa persistenza disadattiva e irragionevole? Cosa resiste al cambiamento? (Castelfranchi, 1999)
Perchè non cambiamo i nostri atteggiamenti nonostante le informazioni che abbiamo a disposizione, gli strumenti cognitivi e gli scopi rendano possibile e opportuno un cambiamento?
Mi sembra una questione non da poco conto per noi psicologi... chi vuole iniziare?