Durante le vacanze di questa estate avevo ritagliato un articolo di La Repubblica di fine luglio in cui si parlava di professioni, ordini e collegi. Trattava anche di noi psicologi e mi piaceva che desse dei punti fermi, come talvolta sono i numeri, in merito alla nostra categoria. Nei giorni scorsi l’ho ritirato fuori dalla valigia per un articolo che sto scrivendo e ho cercato di vedere se quei dati (fonte Censis) che ci riguardavano (tabella A) erano esatti. No, non lo sono proprio! L’Ordine Nazionale degli Psicologi ha infatti altri dati (tabella B) e la crescita dal 2002 al 2003 è, per la nostra categoria, di circa l’8% (40.678 nel 2002, 44.112 nel 2003). E’ sempre comunque di 5/6 volte superiore alla crescita media degli altri professionisti!!!! E poi ci sono molti colleghi (tutti noi ne conosciamo) che dopo la laurea in psicologia non si iscrivono all’Ordine!!!
Che faranno gli psicologi del futuro che per circa l’80% sono di sesso femminile?
Asl, sistema educativo, contesto psicoterapeutico, mondo delle organizzazioni produttive e dei servizi sono piuttosto immobili -per disponibilità economiche, mode culturali (approccio farmacologico), riduzione demografica degli italiani (consideriamo gli immigrati che compensano), crisi del sistema produttivo nazionale (qualche economista dice che ci avviamo a diventare come l’Argentina)- con una offerta di prestazioni che cresce costantemente nel tempo.
Visto che gli psicologi sono quasi tutti donne servirà a farne delle madri migliori? Oppure possiamo fare qualcosa d’altro? Il mio parere (considerando che saremo negli anni sempre di più) è che ormai dobbiamo entrare nella società, nel mondo produttivo togliendoci dalla testa di fare diagnosi, psicoterapia, selezione del personale, formazione ed altro, ovvero le mansioni che ci sono più tradizionali e conosciute. I nuovi laureati in psicologia dovranno fare di tutto cercando di vedere come trasformare il lavoro in base al background culturale che hanno, dovranno inserire la loro formazione in tutte le professioni possibili. Del resto, quanti sono i laureati in matematica o economia che fanno gli informatici? Quanti sono i laureati in medicina (centomila in Italia, su 350.000, sembra siano disoccupati) che fanno gli informatori farmaceutici? In tal senso mi congratulo per il coraggio e la capacità imprenditoriale dei colleghi di Opsonline.
Secondo me occorre ora strutturare situazioni di formazione e di appartenenza su problematiche per noi psicologi nuove: es., come mettere su una società di formazione in informatica, di intermediazione matrimoniale, come collocarci come giornalisti, etc. Sono cose che possiamo e dobbiamo fare.
Oppure vogliamo finire a litigarci l’ultimo nevrotico dei Parioli (quartiere di Roma) o l’ultima giornata di formazione in azienda dividendo la porzione di torta in fettine sempre più trasparenti? Ma lo sapete che a Roma e provincia ci sono oggi circa 400 abitanti per psicologo (uno ogni tre/quattro condomini) e 600 cittadini per ogni psicoterapeuta?
NUMERO VAR. %
ORDINI E COLLEGI 2003 2002-03
Agenti di cambio 38 -19,1
Agronomi e forestali 18.026 +2,4
Agrotecnici 14.932 0
Architetti 108.783 +8,6
Assistenti sociali 30.100 +3,4
Attuari 756 +7,7
Biologi 40.778 +1,7
Chimici 9.639 +1,2
Commercialisti (dottori) 52.000 +2,3
Consulenti del Lavoro 20.282 +1,9
Farmacisti 64.130 -1,7
Geologi 14.257 +2,9
Geometri 84.000 -12,7
Giornalisti e Pubblicisti 72.740 +4,9
Infermieri 329.774 +2,4
Medici chirurghi e odontoiatri 357.219 +1,9
Notai 4.718 +2,9
Ostetriche 15.472 +6,2
Periti Agrari 22.005 +4,8
Periti Industriali 46.661 +0,1
Psicologi 43.394 +15,0
Ragionieri e Periti Commerciali 40.100 +1,2
Spedizionieri Doganali 2.340 -0,2
Veterinari 22.547 +4,4
TOTALE 1.717.723 +1,6
Qui vi allego una tabella con la crescita diegli iscritti agli Ordini Regionali negli ultimi 10 anni.
Che ne pensate? Un cordiale saluto,
Valerio Benincasa
Segretario dell’Ordine degli Psicologi del Lazio