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  1. #16
    Postatore Compulsivo
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    Originariamente postato da almaserena
    non è concepibile affidare UNICAMENTE a reattivi la valutazione psicodiagnostica e quindi anche l’idoneità psicoattitudinale all'esercizio della professione.
    sono daccordo
    però ritengo che momenti di assessment center (quindi test, colloqui, role playing, prove di gruppo, ecc...) riescano a fornire profili sufficientemente dettagliati

    Originariamente postato da almaserena
    3. L’unica arma impropria posseduta dai magistrati è “la possibilità di applicare la Legge”. E la legge è Legge, non si presta a deliranti interpretazioni, né rimane vittima di tendenze suicide o sadiche di un magistrato. Di conseguenza a mio modesto parere, non può esistere un profilo ideale di un magistrato
    esempio banale, ma spero indicativo
    Probabilmente il "senso di onnipotenza" non è adatto, mentre un certo livello di "paranoia" è utile in quanto "stimola" a sopsettare e quindi ad attivarsi...
    Ancora, la dimensione del "need of closure" (chiusura cognitiva) può rientrare nelle skill del "saper essere" del magistrato?
    E così via con altri esempi...

    Originariamente postato da almaserena
    Il rapporto 1 a 1 disgraziatamente non è quasi mai sufficientemente tutelato se non da un etica o da una deontologia di cui tanto ci si riempie la bocca e che poco si conosce.
    Ad un convegno frequentato recentemente, un importante chairman dichiarava come la nostra categoria fosse piena di malsani professionisti e come fossero, proprio loro, quelli con maggiori prospettive lavorative in quanto persone capaci di creare trame simili a ragnatele in cui l’utenza rimane incastrata.
    non ti fidare mai di "chi dice di essere" psicologo... pensa che uno dei principali esponenti italiani del NOSTRO docide deontologico non è psicologo
    a mio avviso se ne vedono pure i risultati...

    Originariamente postato da almaserena
    Ovviamente la teoria del FILTRO di Nico resta una validissima proposta anche se riconoscerà come sia e rimarrà una proposta. Non è economicamente comodo a nessuna scuola di specializzazione buttare fuori i propri specializzandi.
    Rimarrà una proposta fintanto che una larga fascia di giovani colleghi, con il coltello ai denti ed il sangue agli occhi, busserà alle scuole chiedendogli con forza di cambiare il giochino...
    Chissà che qualcosa non si stia già muovendo


    buona serata,
    nicola

  2. #17
    franco58
    Ospite non registrato
    Non è qualificabile, anche dopo 30 anni di studi analitici, giudicare su di un altro essere umano.
    E' chiaro che vi sentite attaccati nella vostra professione da parte di tutta la società di cui anche voi fate parte e che fino ad ora avete avallato!
    In tutto questo si intravede solo la vostra paura di dare un giudizio negativo, gestendo così la vita di un essere umano.
    Ora mi spiego: è vero che non possiamo giudicare una persona ma, se questa sta per iniziare una attività dove essa deve, a sua volta, giudicare un imputato (che, bene o male, ha anche lui una sua vita.. e così via), non è meglio giudicare sulle attitudini a giudicare di una sola persona, rovinando (in caso di valutazione negativa) le sue aspettative e le sue ambizioni, ma solo al fine di migliorare, salvare, recuperare la vita di tante altre persone???
    Anche la vita dello stesso aspirante magistrato potrà così essere recuperata ma, lontano dal rovinare la vita di altre tante persone.
    Tutto questo presuppone che gli psicologi tecnici e gli psichiatri che devono svolgere questa attività debbano avere un livello di preparazione tale (e non offendo nessuno) da poter veramente valutare lo stato psicologico delle masse umane incluso lui stesso...e questo si può fare, o no? Chiedete al sottoscrivente!
    Queste sono cose che, mi rincresce dirvi, dovreste già sapere da tempo! Il sapersi comportare...

    Questa vostra protesta si è scatenata con molto ritardo in quanto doveva accadere già da tempo che qualcuno si rendesse conto che la materia psicoanalitica è stata sempre considerata, con grande errore, subordinata a qualcos'altro! Questo è solo l'inizio delle conseguenze, anche da voi causate per PAURA di dire SI o NO alle convenzioni socio-economiche.
    Questo non è un attacco! Ritenetelo solo un input subliminale benevolo da parte di uno di voi che non è uno di voi!!!
    Contattatemi, potrei aiutarvi.

  3. #18
    Postatore OGM L'avatar di willy61
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    Ancora sui magistrati

    Non è qualificabile, anche dopo 30 anni di studi analitici, giudicare su di un altro essere umano
    Mi spiace, ma non sono del tutto d'accordo. Sia come esseri umani che come psicologi noi giudichiamo ogni giorno. E i giudizi che ci formiamo, di solito, li esprimiamo anche. Qui si è giudicato (ma se non ti piace puoi usare molti sinonimi: valutato, asserito, pensato, vedi tu) che sia impossibile giudicare se un altro essere umano sia o meno adatto a formarsi come magistrato.
    Il discorso sui piloti d'aereo, come su altre categorie, è posto, a mio avviso, su un piano differente.
    Attraverso i test (dall'alcoolemia ai test di personalità) non si giudica se un essere umano sia o meno adatto a ricoprire un determinato ruolo sociale, ma semplicemente se possieda o meno alcune caratteristiche.
    Ora, per passare da "possedere o meno determinate caratteristiche" ad "essere adatto a", ci passa la necessità di definire quali caratteristiche siano necessarie per essere adatto a.
    Ma questo non è un aspetto scientifico (non esiste una teoria scientifica [nel senso popperiano del termine] che ci spieghi come "devono essere" le persone) quanto un aspetto "politico", che discende dal fatto che una serie di soggetti che rappresentano (o che dovrebbero rappresentare, o che pretendono di rappresentare, vedete voi) la "volontà generale" (concetto non meno mitico di quello dell'inconscio freudiano, forse) o "il popolo" o "la gente", decidono quali siano le caratteristiche che una persona deve possedere per esercitare un determinato ruolo o professione.
    Non essendo una questione scientifica (e nella scienza ci sono risposte giuste e sbagliate), ma politica (e nella politica non esistono risposte giiuste o sbagliate), la domanda sull'opportunità di sottoporre a test i magistrati (o qualunque altra categoria) è mal posta. Se viene posta a me come psicologo (e, quindi, come scienziato), sarò costretto a sostenere che non posso rispondere (il bello della scienza è che non ha la risposta a tutte le domande, a differenza della politica o della religione). Se, invece, me lo chiedono come cittadino (e, quindi, come "politico") esprimerò il mio parere motivato ed argomentato, ma che NON sarà un parere scientifico.

    Spero di essermi fatto capire, ma non è facile.-


  4. #19
    Postatore Compulsivo
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    bah... io ritengo che per riuscire a capirci ed a confrontarci, bisognerebbe innanzitutto fare una piccola premessa sulla rispettiva formazione e professionalità

    Io sono uno Psicologo del Lavoro e SO di avere strumenti sufficientemente validi per poter valutare (non giudicare) il potenziale di una persona rispetto ad un profilo xyz, sia esso un magistrato, un pilota d'aereo o un giocoliere...

    Perdonatemi, ma alcuni interventi denotano una scarsa conoscenza di Psicologia del Lavoro. Non voglio certo sminuire nessuno, ma solo prendere atto di ciò e proprio per questa ragione ritengo utile che ciascuno espliciti la sua professionalità...


    Sul fatto poi che le nostre istituzioni non siano state capaci di gestire al meglio questa situazione è un'altra storia ed in tal senso vi dirò di più: in questi giorni il dott. Bergonzi si è pubblicamente reso disponibile a Castelli, come Presidente Ordine Lombardia, a supportare quest'iniziativa...
    Leggendo una mailing list di psicologi a cui partecipo sono emerse due criticità che condivido:
    1) innanzitutto su una questione di tale portata si sarebbe dovuto esprimere il Nazionale e non un singolo ordine regionale
    2) non si parla ancora di legge approvata, quindi questo appoggio può essere interpretato come "azione politica" e non come "azione tecnico/professionale"

    Quindi a mio avviso, il punto debole non sta nella mancanza di strumenti e metodi per valutare adeguatamente il potenziale delle persone (ed anche pianficare percorsi di sviluppo), quanto nell'incapacità delle nostre istituzioni a tutelarci come categoria e ad interlocuire efficacemente con altre istituzioni, facendo valere la nostra professionalità invece di rimanere schiacciati sotto a giochi che non centrano nulla con la Psicologia

    un cordiale saluto,
    nicola

  5. #20
    Postatore OGM L'avatar di willy61
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    Risposta a nico



    Ok, nico. Sono uno psicologo clinico, non del lavoro. Tuttavia, la psicologia del lavoro mi interessa e la conosco piuttosto bene. Anche perché lavoro da più di vent'anni e sono stato anche un dirigente sindacale. Qualcosa del lavoro e delle caratteristiche di chi lavora credo di conoscerlo.

    Allora, vediamo di capirci. Io non sto sostenendo che, per uno psicologo del lavoro ben addestrato e preparato, sia impossibile valutare determinate caratteristiche (ci sono, non ci sono, quanto ce n'è, ecc.).

    Io sollevo un problema di ordine differente. E cioè chi decide quali siano le caratteristiche da valutare.

    Guarda che non è una questione neutra. Perché, dato che si vanno a toccare delle persone che esercitano una funzione di garanzia (di "potere terzo", ,in qualche misura, anche se ci sono giuristi che sostengono che non si può parlare di "potere" nel caso della magistratura) il quali siano le caratteristiche in base alle quali valutare queste persone, e chi decide quali siano queste caratteristiche non è cosa da poco. Ed ha riflessi anche sull'etica della nostra professione.

    Io non penso, infatti, che il nostro compito sia di valutare, sempre e comunque, quel che ci viene chiesto di valutare, senza mettere in discussione nulla. Se il Parlamento decidesse che tra i criteri di accesso alla magistratura figurasse l'obbedienza all'autorità politica, o l'adesione alla fede religiosa, o la capacità di stare dalla parte di chi è al governo o all'opposizione, cosa faresti, nel concreto?

    Si tratterebbe di caratteristiche certo valutabili e misurabili, e non dubito che esistano (o possano essere inventati) test che le misurano.

    Ma sarebbe giusto farlo? Sarebbe giusto, per uno psicologo, dare un avallo "scientifico" (perché in questo modo verrebbe percepito da tutti) ad un'operazione politica?
    Dott. Guglielmo Rottigni
    Ordine Psicologi Lombardia n° 10126

  6. #21
    Postatore Compulsivo
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    Re: Risposta a nico

    Originariamente postato da willy61


    Ok, nico. Sono uno psicologo clinico, non del lavoro. Tuttavia, la psicologia del lavoro mi interessa e la conosco piuttosto bene.
    beh... preciso che non mi stavo certamente rivolgendo solo a te
    è solo che ritengo utile conoscere il "retroterra professionale" delle persone che affrontano questo thread...

    Originariamente postato da willy61
    Io non sto sostenendo che, per uno psicologo del lavoro ben addestrato e preparato, sia impossibile valutare determinate caratteristiche (ci sono, non ci sono, quanto ce n'è, ecc.).
    Perfetto, almeno noi due un primo paletto lo abbiamo messo... procediamo oltre


    Originariamente postato da willy61
    Io sollevo un problema di ordine differente. E cioè chi decide quali siano le caratteristiche da valutare.
    Lo psicologo stesso! In base alle caratteristiche del processo lavorativo in cui quel ruolo è inserito...


    Originariamente postato da willy61
    Se il Parlamento decidesse che tra i criteri di accesso alla magistratura figurasse l'obbedienza all'autorità politica, o l'adesione alla fede religiosa, o la capacità di stare dalla parte di chi è al governo o all'opposizione, cosa faresti, nel concreto?
    questo scenario trova risposta nella mia annotazione precedente e te lo esplicito in chiusura di questo mio post...

    Originariamente postato da willy61
    Sarebbe giusto, per uno psicologo, dare un avallo "scientifico" (perché in questo modo verrebbe percepito da tutti) ad un'operazione politica?
    Può essere che stiamo parlando della stessa cosa
    A mio avviso, per imbucarci in questo affare (che anch'io ritengo politicizzato) dovremmo avere sufficiente forza, scaltrezza e professionalità da non rimenerne strumentalizzati, quindi alla tua domanda (ed a quella precedente) rispondo che in un simile contesto mi tirerei indietro e ne spiegherei pubblicamente le ragioni

    In altre parole, accetterei solo con la garanzia di poter operare con piena autonomia rispetto agli strumenti e metodi di nostra pertinenza!
    Non deve essere qualcuno a dirmi cosa devo misurare....
    Non deve essere qualcuno a dirmi gli strumenti da utilizzare...
    Non deve essere qualcuno a dirmi come somministrare e come interpretare...
    Ecc...

    Devo essere io a decidere cosa misurare, con quali strumenti ed in quale modo. Il mio lavoro avrà un costo xyz e non un saldo di fine stagione....

    Stiamo parlando delle stesse cose?!?
    nicola

  7. #22
    Postatore Compulsivo L'avatar di ghiretto
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    15-11-2004
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    nell'orbita di Anarres
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    molto interessante questa discussione. Anche io sono una psicologa clinica, l'interpretazione data da Nico alla fine di questo post, esposta in modo così chiaro, renderebbe meno (non del tutto ) rischioso questo tipo di lavoro ma, MA i rischi della triangolazione e della collusione con la committenza che ti paga assume incarica? Reputiamo davvero sia possibile tale professionalità integerrima laddove in questo splendido quanto contraddittorio Paese la corruzione dilaga? e la fame di lavoro che risulta altissima nella nostra categoria non potrebbe condizionare molte scelte perchè è bello dire io mi rifiuterei ma se rimani senza lavoro la rata del mutuo scade lo stesso... il mio appunto riguarda non la teoria ma la sua applicabilità REALE, non ipotetica, di tale ipotesi legislativa, che al momento il Presidente Ciampi ha rispedito al Parlamento. E che sia ben chiaro che con questo intervento non intendo parlare del singolo psicologo psichiatra, ma solo ampliare le vedute allontanare il vertice osservativo in modo da vedere più interconnessioni.
    " E se scruti a lungo un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te" Nietzsche


    dai un'occhiata a questo sito www.altrapsicologia.it

    per usufruire del servizio contattare la scrivente per pattuire il compenso

  8. #23
    synapsis
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    Scusa Nico (sono psicologa clinica, già detto, ad orientamento psicodinamico, già detto pure questo), ma non si parlava, un po' di giorni fa, del "profilo ottimale del magistrato"? E questo, scusa, non ti pare sia il punto nodale? Quale autonomia vuoi che lasci, il legislatore, rispetto a questo? E a chi, poi? Allo psicologo del lavoro???

  9. #24
    Super Postatore Spaziale L'avatar di Accadueo
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    sto pensando una cosa.. invece di valutazione, individuazione del profilo psicologico ecc., non è più profiquo, ad esempio, un corso di consapevolezza dei propri pregiudizi (sociali) per futuri magistrati? Un tipo di "azione" del genere, risulterebbe rispettosa per l'individuo che intraprende questa carriera, è un percorso non "giudicante" ma formativo, presuppone che la consapevolezza di certe idee riguardo a certi temi e in relazione alle leggi da applicare, abbiano come risultato una "percezione" equilibrata della sentenza sia per il magistrato, sia per l'opinione pubblica che per la politica. La mia personale esperienza con i giudici è "ferma" al programma Forum. Ebbene, qualche volta accade che, dopo la lettura della sentenza, i giudici del programma "offrano" dei consigli. Questi, vanno "oltre" al giudizio (inteso come osservanza o devianza dalle leggi vigenti dello Stato), si basano suprattutto sui propri pregiudizi e cioè sul modo di intendere, di "vedere" e di relazionarsi del giudice come persona con il mondo. Una persona che consiglia qualcosa a qualcuno ha un'idea (e non una certezza) di cosa sia giusto e cosa no, tende (attraverso il suo potere) a ritenere che il proprio punto di vista, espresso attraverso il consiglio, sia utile ad "equilibrare" certe situazioni. La non consapevolezza che i propri pregiudizi molto spesso guidano le nostre azioni e decisioni (per se e per gli altri) può risultare nocivo e criticabile. Se il giudice di pace consiglia a due ex amiche di cercare, dopo una causa legale, di riavvicinarsi perchè la loro era una bella amicizia, il giudice, con queste affermazioni ci "informa" che quella è la sua idea di amicizia e di pace.. quello che "non arriva a capire" è che magari adesso la loro pace consiste nel definirsi ed essere ex amiche, punto!
    Stesso discorso dicasi per quelle sentenze dove ancora non esiste la legge e che poi in Cassazione sì trasformerà in legge.. ricordate la storia della "palpatina", dei jeans, dei crocifissi? Quanto c'è di personale ( e quindi anche di pregiudizi) nella decisione del giudice?
    Secondo me, alcune sentenze sono molto criticate perchè si pensa che la decisione "finale" sia un prodotto del pregiudizio (politico, culturale, economico, sociale, ecc.) individuale del giudice.. quindi che si lavori su questi aspetti..

  10. #25
    synapsis
    Ospite non registrato

    Accadueo: FINALMENTE!!!

    Grazie Accadueo per il tuo intervento...
    mi ero lasciata incastrare in un braccio di ferro NON DICHIARATO ma strisciante, tra "psicologi clinici" e "psicologi del lavoro", i quali ultimi ritengono di avere <<competenza per definizione>> in questo ed evidentemente in/per altri ambiti/argomenti, mentre gli psicologi clinici ritengono di avere <<competenza per definizione>> rispetto alle "questioni di fondo".

    Così mi è sembrato, così io ho vissuto questo thread.

    Mi espongo, con ciò, alla possibile e probabile critica di proiezione ma, almeno, con onestà intellettuale, spero.

    Quando uno partecipa ad un braccio di ferro, SOPRATTUTTO se non è palesato, spreca le energie, le butta via e perde di vista l'obiettivo.

    Credo che il tuo apporto sia oltremodo benefico, perchè ristabilisce il centro della questione.

    Grazie, mi hai dato la famosa <<sveglia!!!!!>>, mi ci voleva!

    E, peraltro, questo thread mi ha messo a contatto, per la prima volta, da collega, con gli psicologi del lavoro, da me prima sperimentati solo dall'altra parte, ossia con me nella veste di lavoratore. Nella mia esperienza non ho avuto modo di apprezzarne le competenze, quanto piuttosto un'attitudine <<giudicante>>... a proposito di magistratura.

    La cosa carina è che sono sempre stata giudicata bene, ma, a mio avviso, spesso senza attingere alcuna verità! Sono criptica ma volutamente. Sono cose personali.

    Insomma, non ho una esperienza positiva con gli psicologi del lavoro e non perchè mi abbiano pestato i calli, anzi, al contrario. Ma proprio per averli osservati nella loro attitudine di presunti - e sottolineo il presunti - valutatori di meriti, attributi e competenze.

    Voglio cercare di non fare di tutta l'erba un fascio, anche se non è facile, proprio perchè ho delle serie riserve sul genere di attività, non sulle persone.

    Proprio per questo, come già detto, vengo stimolata sempre più ad approfondire questa branca della psicologia. Se non altro per definirne gli ambiti di (vera) utilità.

    Credo, in defintiva, grazie alla "illuminazione" prodotta da Accadueo, all'apporto della formazione, che, peraltro, dovrebbe essere di competenza anche degli psicologi del lavoro, no?

    Sì, credo decisamente di più nell'apporto all'ampliamento delle conoscenze, intese nel senso del raggiungimento di maggiori consapevolezze... ergo... mi sto inclinando sul versante <<clinica>>... ma non potrebbe essere diversamente, da parte mia...

    Credo di più in interventi stimolanti nuove riflessioni, nuovi o più ampi angoli di visuale, piuttosto che valutazioni, in ambiti così, torno a dire, complessi e delicati, con, a monte, pericolosissimi "profili" cui attenersi...

    Buona giornata

  11. #26
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    Re: Accadueo: FINALMENTE!!!

    Originariamente postato da synapsis
    [B]Grazie Accadueo per il tuo intervento...
    mi ero lasciata incastrare in un braccio di ferro NON DICHIARATO ma strisciante, tra "psicologi clinici" e "psicologi del lavoro",
    ciao synapsis,

    mi spiace che qualcosa ti strisciasse vicino e di nascosto... io non mi sono accordo di nulla... e non perché non voglio vedere il "non dichiarato", quanto perché sono convinto AI FINI DELLA DISCUSSIONE che sia utile conoscere il retroterra formativo di ognuno

    Originariamente postato da synapsis
    Quando uno partecipa ad un braccio di ferro, SOPRATTUTTO se non è palesato, spreca le energie, le butta via e perde di vista l'obiettivo.
    altrettanto quando qualcuno il braccio di ferro se lo comincia a costruire e "certificare", senza alcun feedback diretto e reale dall'intelrocutore

    Originariamente postato da synapsis
    Credo che il tuo apporto sia oltremodo benefico, perchè ristabilisce il centro della questione.
    è vero, l'intervento di accadueo è sicuramente centrato, tuttavia mi permetto di riportare un passaggio che ho fatto qualche post precedente:

    Originariamente postato da nico
    1) abbiamo chiaro quale sia il profilo di competenze di un magistrato (valutazione della posizione)?

    2) abbiamo quindi strumenti (o batterie di strumenti) atti a valutare con sufficiente predittività l'aderenza del magistrato a quel profilo (valutazione della prestazione)?

    3) abbiamo eventualmente margini per impostare piani di sviluppo o comunque fare richiami successivi (valutazione del potenziale e development center)?
    Descrivevo i tre macrostep sicuramente necessari per intervenire adeguatamente e sulla libertà di azione di cui potremmo godere. Se notate, nel terzo punto, si parla di empowerment, di development, di piani di sviluppo...

    Quello di cui parla Accadueo è una considerazione ingenua (nel senso che la ritiene utile - come anche io - in base al "buon senso") e comunque quasi certamente corretta!

    Analizzando la posizione del magistrato sarebbe sicuramente emersa la necessità di conoscere i meccanismi che regolano la nostra visione del mondo e di saperli gestire nel momento in cui si opera.

    Avremmo poi messo a punto degli strumenti per vedere quanto i singoli magistrati possiedono quella specifica conoscenza/competenza

    Da ultimo, individuati eventuali gap tra profilo attuale e profilo ottimale, avremmo potuto pianificare piani di sviluppo e quindi formazione, coaching, consulenza, ecc...

    Come vedi, ciò di cui parla Accadueo è perfettamente integrato a ciò che dicevo.

    Originariamente postato da synapsis
    Insomma, non ho una esperienza positiva con gli psicologi del lavoro e non perchè mi abbiano pestato i calli, anzi, al contrario. Ma proprio per averli osservati nella loro attitudine di presunti - e sottolineo il presunti - valutatori di meriti, attributi e competenze.
    Io invece conosco sia colleghi del lavoro che colleghi clinici che altri colleghi, incapaci ed ignoranti... poi ne conosco anche di validi e capaci.
    Quindi partendo dal presupposto che la professionalità non la vedo nell'indirizzo universitario, ma nella singola persona, ritengo tuttavia che vi siano effettivamente delle "diverse visioni del mondo".

    Ti premetto pure che durante questi anni, ho avuto anche esperienze formative cliniche, e quanto prima vorrei cominciare un percorso di specializzazione sui gruppi.
    Insomma, so benissimo che "il clinico" possiede tutta una serie di strumenti raffinati che mancano a "quello del lavoro". Ma so altrettanto bene che "quello del lavoro" possiede altri strumenti e metodi che in contesti organizzativi "il clinico" non possiede.

    In definitiva ritengo che per operare in contesti organizzativi (questo sulla magistratura lo ritengo tale) necessiti avere il bagagli di uno psicologo del lavoro. Se poi questo professionista possiede pure altri strumenti di stampo clinico tanto meglio, purché abbia l'intelligenza e la capacità di gestirli al meglio rispetto a quello specifico setting che nulla ha a che fare con la clinica

    un saluto,
    nicola

  12. #27
    synapsis
    Ospite non registrato

    La dinamica parla da sola

    Originariamente postato da synapsis
    Così mi è sembrato, così io ho vissuto questo thread.

    Mi espongo, con ciò, alla possibile e probabile critica di proiezione ma, almeno, con onestà intellettuale, spero.
    E la dinamica che ne è emersa... a chi vuole vederla... parla chiaro...

    Caro Nico, adesso, dopo il tuo messaggio, nel quale hai dichiarato la tua posizione, la cosa risulta molto più percorribile, a mio avviso.

    Non quoto un mio primissimo intervento, perchè non so come si faccia, nella sostanza, a tornare indietro e a cercare nei vari post, raggruppandoli in un'unica risposta, ma la prima cosa che ho dichiarato io, invece, è che non possiedo gli strumenti necessari per valutare l'intervento dello psicologo del lavoro (testistica) con cognizione di causa. Per cui chiedo scusa se non sono riuscita a cogliere appieno il tuo intervento. Che, comunque, non ho inteso svalutare nè mettere a confronto con quanto ha detto Accadueo.

    Ho dichiarato anche la mia diversa visione.

    Esistono, certo, e sono legittime, naturalmente (dichiarato pure questo, per quanto la dichiarazione avesse contenuto ovvio) le differenti visioni del mondo e della vita, in buona sintesi.

    Questo, e non solo le competenze personali (nei vari miei post, in giro nel tuo bellissimo ed utilissimo sito, se ne trovano ampie tracce), alle quali credo sopra ad ogni cosa, sopra persino al titolo, qualsiasi esso sia, è il vero fulcro della questione.

    Per inciso, ho conosciuto una psicologa del lavoro, nel mio lavoro, che mi ha fatto formazione e l'apporto più utile suo è stata una frase, semplice, chiara, profonda, nella quale, con classe estremamente professionale, faceva intendere non poter superare i limiti contrattuali ma aver colto molto bene dinamiche che andavano ben al di là di quanto "apparisse". Ho avuto anche io, quindi, un buon <<incontro>>, nel tuo settore, tra i pochi che ho avuto.
    Così come io ho avuto <<incontri>> veramente fallimentari e disastrosi con psicologi clinici incompetenti e come se non bastasse presuntuosi (non mi riferisco solo ad esperienze personali ma a ciò che ho potuto osservare anche dall'esterno in riferimento a terzi).
    Così come ho conosciuto persone, e non poche, che nulla avevano a che fare con la psicologia ma che riuscivano a cogliere in un lampo competenze, dinamiche, essenze, e molto altro.

    Sono la prima ad affermare che l'etica, la competenza, l'umiltà e l'apertura mentale debbano essere nel bagaglio di ogni buon professionista, e non solo nel nostro campo.
    Per quanto mi riguarda mi impegno e spero di rispondere, almeno un po', a questi pilastri professionali. E, naturalmente, spero di migliorarmi.

    Sono anche del tutto d'accordo che quando si tratta di entrare in ambiti differenti, rispetto al singolo, ad esempio quello dell'organizzazione, quindi dei gruppi, occorrano metodiche specifiche.

    Un saluto a te.

  13. #28
    Postatore Compulsivo
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    Re: La dinamica parla da sola

    Originariamente postato da synapsis
    Per cui chiedo scusa se non sono riuscita a cogliere appieno il tuo intervento. Che, comunque, non ho inteso svalutare nè mettere a confronto con quanto ha detto Accadueo.
    ed io ti chiedo scuso se ho dato l'impressione di voler giocare al braccio di ferro o simili...
    Comunque sia non ho visttuto i tuoi interventi come svilenti, quindi per me è tutto ok

    non lo so... forse il fatto è che siamo realmente di fronte ad una situazione intricatissima in cui, al di là delle più raffinate competenze e metodologie di cui possiamo disporre, rimarremmo comunque schiacciati e collusi...

    forse l'unica mossa di una categoria professionale con gli attributi era quella di tirarsene ufficialmente fuori e comunicarne le ragioni all'opinione pubblica...

    vi rigiro una mail passata in una lista di Psicologi (per lo più di estrazione clinica )... questa persona pone domande molto importanti e denuncia anche una situazione inverosimile (ma chi diamine ci rappresenta????????????????)... forse la cos migliore sarebbe rinunciare pubblicamente

    ###########################à
    Inizio con la frase (sottoscritta da altri) di ****** : "bisogna tener distinte le funzioni professionali dalle opinioni politiche".
    In astratto posso condividerla. La condivido in pieno se penso al lavoro con gli utenti, al rapporto - dialettico ma leale - con i colleghi (vedi codice deontologico).
    Ma in concreto, cosa significa questa affermazione?
    E' davvero credibile che si possa (e quindi si debba) distinguere e scindere nettamente impegno professionale e opinioni politiche, come fossero due cose avulse? Che cosa intendiamo con la parola "politica" ? Impegno politico militante? Se è questo, allora sono d'accordo. Ma "politica" è ben altro. Se viviamo in una polis , in una comunità sociale allargata tra l'altro non fatta di soli colleghi ( e mi pare di sì, nel senso che nessuno di noi fa l'eremita nella steppa siberiana) allora noi tutti siamo immersi quotidianamente nella politica, in scelte comportamentali e professionali che sono, di fatto, "politiche". Io che lavoro nel SSN, per esempio, ritengo una scelta politica che uno psicologo, pur potendolo fare con successo economico, rinunci alla libera professione extramuraria . Parimenti ritengo politica la scelta di non usare l'ambulatorio pubblico per dirottarsi pazienti nella libera professione intramuraria con la scusa di non avere tempo o peggioancora a casa in nero (e non sono pochi i colleghi che fanno così) . E politica è la scelta di seguire anche i casi sociali e le famiglie multiproblematiche, non limitandosi ai pazienti più gradevoli. Ogni gesto fatto e non fatto, piccolo o grande che sia, ha una valenza politica. Ora voi direte che io ho un'idea idealizzata della politica, o che la confondo con l'etica. Può darsi. Ma se oggi come oggi io (ed altri) parliamo di politica come sinonimo di etica è perchè qui c'è un governo che non è di centro destra ( magari avercelo uno Chirac, od un Kohl: loro il senso dello stato e della separazione dei poteri ce l'hanno) ma un governo che è guidato da una banda di ladri e di manipolatori, il cui capo è uno che aveva proposto come Ministro della Giustizia un personaggio come Previti e che fa leggi ad personam dicendolo alla luce del sole.
    Questa è la condizione del rapporto potere/ giustizia nell'Italia di oggi . E noi stiamo a discutere di "tecnica" da distinguersi dalla "politica"?

    "Mentre a Roma si discute (di tecnica) , Sagunto viene espugnata" (l'ho già scritto a suo tempo e mi ripeto).
    Vi faccio una domanda, ancora a proposito della tecnica professionale "neutrale e distinta" .
    Se noi fossimo stati chiamati per studiare e proporre le strategie più adatte per far parlare i prigionieri dei Gulag russi o gli arabi detenuti a Guantanamo (a fare cioè dei consulenti per la tortura psicologica) perchè mai dovremmo dire di no, se distinguiamo nettamente il compito tecnico-professionale da una valutazione politica dello stesso ? Se ce lo chiede il Governo (dell' URSS o quello USA, nei due esempi) che male c'è? Lo so che il pargaone è iperbolico . Ma vi chiedo : qual'è, chi e come stabilisce IL LIMITE per cui un atto tecnico professionale diventa discutibile e la sua pretesa neutralità viene meno di fronte ad una valutazione di tipo politico ?

    Pensate voi che questo DDL di riordino sia un "atto tecnico" ? Ma ne avete letto il testo ? Non vi pare strachiaro che è stato appositamente costruito per ostacolare i giudici (e non solo i PM) e non risolve 1 - dicesi 1 - dei veri problemi della giustizia (a partire dalla lentezza dei processi) ?
    ************* ha perfettamente ragione sul principio che anche il giudice debba poter essere valutabile : non esiste che vi possa essere un privilegio per qualcuno. Ma il contesto politico in cui questo avviene, ed il contesto specifico di questa legge (non a caso bocciata pesantemente da Ciampi) a mio parere inficia a tal punto questa argomentazione, nel senso dell'ubi maior, minor cessat.
    E c'è magari ancora qualcuno che davvero crede che, con questa storia, si aprano meravigliose prospettive di lavoro per colleghi disoccupati ?(ammesso poi che in una mansione così delicata sarebbero da mandare i giovani disoccupati) IL DDL è vaghissimo, rimanda tutto a decreti o regolamenti attuativi. Pare tra l'altro che quella dei test, ma anche tante altre cose previste dal DDL non avrebbero nemmeno la copertura finanziaria.
    E sopratutto : cosa significa valutazione psicoattitudinale in concreto ? Che si dovrebbe fare uno screening per scartare i magistrati psichicamente disturbati ? quindi dire chi non è idoneo? O si tratta di più, di dire chi è davvero idoneo, chi lo è di più, magari a fare il PM piuttosto che il giudice "normale" ? E, in questo secondo caso, quali sarebbero le attitudini? Chi le stabilisce ? Il Governo, per decreto? Oggi Berlusconi stabilisce certe caratteristiche caratteriali, poi magari domani Prodi ne sceglie altre? E gli psicologi, loro come tecnici potrebbero dire qualcosa su questi criteri ? E chi garantisce a loro questo potere di scelta? Ragazzi, capite anche voi che cosa sta sotto tutta questa cosa, quanto sia delicata e complessa. Con Sellini sono stato durissimo, lui nell'editoriale del penultimo numero di Aupi News paragonava il test ai magistrati con quello ai ragazzi di leva ed agli aspiranti ai call-center, gli ho detto : domani vado in ammistrazione dell'ASL e mi tiro via dall'Aupi, perchè non pago 15 euro al mese di trattenuta sindacale, da 20 anni, per leggere di 'ste stronzate, che cazzo di paragoni fai: i magistrati come i call-center ? Proprio perchè non fanno affato un lavoro normale, proprio perchè hanno un grande potere, il lavoro del magistrato va monitorato: ma non così, non in questo modo e non da Berlusconi che, a parte i processi che ha avuto, a parte i discorsi sull'evadere le tasse fatto ad una cerimonia della Guardia di Finanza, un mese fa, è uno che ha detto che bisogna essere mentalmente disturbati per fare il magistrato. Ma scherziamo?
    Io caro ********** non capisco, giuro che non caspisco e non intravedo quale "visibile credibilità" ha dato alla nostra categoria la pronta disponibilità (due giorni prima della
    bocciatura di Ciampi) del Presidente Bergonzi nelle vesti del primo della classe (quello che alza la mano ancora prima della domanda) : credibilità visibile a chi ?!
    Avrà fatto contento Castelli , Berlusconi & C., l'avvocato Taormina, Paolo berlusconi (che all'argomento ha dedicato le 3 pagine 3 del Giornale : unci caso della stoiria giornalistica!) poi certo anche Ferrara, Guzzanti e compagnia bella. Il popolo italiano penso che se ne fotta altamente di questa cosa, penso che abbia ben altre cose a cui pensare: ai soldi che sono sempre meno ed ai debiti che sono sempre di più. E l'immagine dello psicologo nella "gente" non penso proprio che si formi su queste cose. Di sicuro al 90% dei magistrati l'uscita dello psicologo presidente regionale Bergonzi non sarà piaciuta un gran che. E coi magistrati, minorili e no, noi ci si lavora parecchio.
    L'uscita di Bergonzi è tecnico - professionale ? Ma fatemi il piacere....
    Più politika (nel senso dell'impegno militante, questo sì) di così si muore.

  14. #29
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    scusa nico ma io non ho chiaro della lettera chi l'abbia scritta a chi..... pardon
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  15. #30
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    scusa nico ma io non ho chiaro della lettera chi l'abbia scritta a chi..... pardon
    in pratica sono iscritto ad una mailing list riservata agli Psicologi iscritti all'Ordine, dove si è discusso di questa situazione e dove tuttora se ne continua a discutere...

    vi riporto quindi una mail interna ad una discussione in corso
    capisco che è un pò calata nel vuoto, ma a mio avviso porta alcune riflessioni che riprendeno ciò che abbiamo detto anche in questo thread

    ciauz,
    nico

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