• Opsonline.it
  • Facebook
  • twitter
  • youtube
  • linkedin
Pagina 2 di 2 PrimoPrimo 12
Visualizzazione risultati 16 fino 28 di 28
  1. #16
    chepizza
    Ospite non registrato
    Ringrazio l'utente Ciagian per l'indicazione dell'esistenza di quest'altro Forum (risposta ad un mio messaggio di ieri in un altro Forum nel quale dicevo che la prospettiva che piu’ mi interessa di questo discorso sulla comunicazione è quella che accentra l’attenzione sul messaggio, ecc. ecc.)
    Tento di vincere i 5 milioni di euro (che possono sempre servire). La scienza e' soprattutto una pratica, un metodo: e' possibile fare della comunicazione un oggetto di studio con metodo scientifico ? direi di si'. Oddio, dovremmo poi metterci a discutere su cosa sia metodo scientifico, ma si andrebbe troppo lontani. Diciamo che ci riferiamo al buon vecchio Galileo.
    "E' più importante imparare a comunicare o semplicemente comunicare?" E' piu' importante mangiare una mela o imparare a mangiarla ? Prima si comunica (o si mangia) come atto spontaneo, poi si riflette sul comunicare (o sul mangiare), e poi si ri-comunica (o si ri-mangia), in modo diverso a quel punto. Come "diverso" ? Ci penso su.
    E per oggi basta cosi'.
    Bye

  2. #17
    Esatto! Perfortuna o purtroppo il mondo di oggi richiede "specializzati", così se ognuno sa fare bene il proprio mestriere senza ostacolare gli altri si possono raggiungere buoni risultati con molta più soddisfazione , sì è vero che si fa a gomiti perchè il lavoro non ti piove come manna dal cielo ma si lotta per ottenerlo e si continua a lottare anche dopo... per mantenrlo... , ma alla fine l'unione fa la forza!non bisogna dimenticarlo mai! Il ciclo di pensiero azione e riflessione sull'azione è continuo e si rinnova sempre solo se ognuno ci mette del suo... possiamo partire anche da un'esempio banale.. questo forum: tu tiri fuori un argomento ... (ci metti del tuo) io ti rispondo e come me tanti altri (ci mettono del loro) insieme dopo si collabora si analizzano i punti salienti , si cercano delle conclusioni, si agisce quando è il caso... più o meno è così che funziona.... se per esempio a questo forum partecipassero tanti professionisti del settore dalla filosofia all'economia vedresti come il ramo di indagine si allargherebbe... e potremmo continuare all'infinito il dibattito perchè di volta in volta ognuno di noi si sarà arricchito con le opinioni degli altri : è il gioco del dare-avere
    ciao ciao

  3. #18
    Matricola
    Data registrazione
    18-10-2004
    Residenza
    Caserta.Isola liri(Fr)
    Messaggi
    27
    imparare a comunicare è un pò come nuotare senza entrare in acqua.....
    La pratica precede la teoria?!

  4. #19
    chepizza
    Ospite non registrato
    Non credo che l’esempio di Incantatrice85 sul ciclo azione-riflessione sia del tutto esatto, o meglio mi sembra che l’esempio lo banalizzi un po’.
    Nel mio precedente messaggio dicevo: la riflessione rende diversa l’azione. Come ?
    Nel modo in cui la coscienza di fare qualcosa rende diverso il fare puro e semplice.
    Che poi da qui nascono altri problemi: esiste un fare puro e semplice ?
    E poi c’e’ anche il contrario: come le modalita’ dell’azione rendono diversa la riflessione ?
    Ma riprendiamo piu’ da vicino l’argomento del Forum: la comunicazione. Io in questo momento sto comunicando. E’ solo un fare ? (Pura azione di battere su dei tasti, dopo aver acceso un computer) O e’ solo riflessione ? (Nel momento in cui dico che sto comunicando, ci rifletto sopra, e non e’ piu’ solo un fare).
    Non credo che pratica e teoria possano essere divise in modo netto, non credo che dividerle possa contribuire a capire meglio il problema. E poi che significa precedere ? In senso logico o temporale ?
    Sarebbe poi anche superficiale non considerare il contesto in cui avviene questa comunicazione. Non a caso ci sono ormai cosi’ tanti studi su come Internet in generale influisca sul modo di comunicare. Come questi nostri messaggi vengono influenzati dal fatto che si svolgono in un certo modo ?
    E cosi’ abbiamo fatto un po’ di filosofia, di sociologia, di psicologia…
    Bye

  5. #20

    che bel minestrone!

    Comunicare .... costituisce la linea di confine tra me e l'altro tra me e me stesso e tra gli altri e me. Quando comunichiamo? lo facciamo tutti i giorni e in diversi modi e neanche ce ne accorgiamo.... questo perchè, il ciclo di pensiero e azione che ho proposto fa parte della natura stessa dell'uomo pertanto non va interpretato come staccato... il pensiero influenza l'azione e viceversa Questo non significa banalizzare la "comunicazione" come atto o come riflessione. Non possiamo non tener conto che i nostri mezzi comunicativi sono infiniti... potremmo citarne alcuni come i gesti i suoni, le parole, i silenzi, gli sguardi... etc...ma ci saranno sempre delle sfumature che appunto a seconda del contesto e del soggetto coinvolti acquisteranno una loro valenza particolare. !

  6. #21
    wolla
    Ospite non registrato
    ragazzi....avete idea se nella città di Bari ci sono corsi sulla comunicazione non molto lungo e costoso?...grazie

  7. #22
    anna2004
    Ospite non registrato
    tu chiedi se è più importante imparare a comunicare o semplicemente comunicare?

    secondo me è più importante comunicare, ma nn puoi avere una comunicazione efficace se nn sei in grado di comunicare, cioè se nn hai imparato a gestire la comunicazione (verbale e nn verbale)... vedi, è come un serpente che si morde la coda... l'uno implica l'altro, nn credi???

  8. #23

    in realtà...

    anche secondo me sono due processi simultanei l'uno influenza e implica l'altro nello stesso e identico modo. è il bisogno di comunicare che ti spinge ad imparare a comunicare, ma è anche vero che se impari a comunicare nel modo giusto rischi meno di essere frainteso. questo e' un argomento moolto moolto interessante a questo proposito mi viene in mente la mia prof di inglese delle medie che ci costringeva a parlare in inglese anche per dire cazzate o esprimere bisogni di prima necessità...!!!! il risultato era che tutti anche i più svogliati erano costretti ad imparare a comunicare per vivere.... proprio come succede se si fa una vacanza studio all'estero.
    ciao a tutti

  9. #24
    chepizza
    Ospite non registrato
    Il neonato che strilla comunica ? E' efficace ? Ha imparato a comunicare ? Gestisce la sua comunicazione ? Certo puo' essere frainteso...
    Bye

  10. #25
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di yottasmile
    Data registrazione
    20-07-2004
    Residenza
    Firenze - Rapallo...non ridete, esiste veramente! C'è anche sulla cartina geografica!
    Messaggi
    1,496
    Originariamente postato da chepizza
    Il neonato che strilla comunica ? E' efficace ? Ha imparato a comunicare ? Gestisce la sua comunicazione ? Certo puo' essere frainteso...
    Bye

    Il neonato non ha una competenza linguistica ma ha una competenza comunicativa basata sulla possibilità di comunicare attraverso canali e modalità non verbali. L'efficacia del *suo comunicare* consente l'instaurarsi di un rapporto con l'adulto ben strutturato con alternanza dei turni, regole e convenzioni che entrambi riconoscono e che, anche se non è una forma di comunicazione linguistica, ne possiede però tutte le caratteristiche strutturali. Detto questo credo che si possa affermare che c'è continuità tra comunicazione non verbale prelinguistica e linguaggio, e che le modalità non verbali utilizzate dal bambino vengono successivamente trasferite alla comunicazione linguistica integrandola.

    Bello questo 3d !!
    C'è felicità e felicità. Ce n'è una fuggevole e relativa, perchè legata a qualcosa fuori di noi.
    E ce n'è un'altra indistruttibile e assoluta, che si trova dentro ognuno


    Avatar created by *la miaIlapreferita*

  11. #26
    charles
    Ospite non registrato
    Provocazione interessante quella di ciagian, talmente interessante che non resisto alla tentazione di intervenire. La mia impressione e’ che il suddetto stia tendendo una sottile trappola con le sue domande… ponendo delle questione decisamente senza risposta, o con risposta obbligata….

    La mia opinione e’:
    Non puo’ esserci una scienza della psicologia della comunicazione perche’La psicologia non e’ una “scienza”, I tentativi della psicologia di costituirsi come tale hanno generato dei mostri, roba come l’illusione di comprendere le persone studiando I ratti… tuttavia, dalle ceneri della psicologia come scienza tanti ed interessanti germogli sono nati e si stanno svilluppando, e tali germogli hanno inevitabilmente dovuto rivolgersi alla filosofia, all’antropologia e a tanti altri affascinanti prospettive per trovare una qualche forma di legittimazione che la scienza non puo’ garantire quando e’ applicata allo studio di animali sociali, fatti di carne, sangue piu’ un altro bel po’ di roba misteriosa…

    Wittgenstein, anni e anni fa, scaglio’ il piu’ mortale colpo alla psicologia come scienza, quando affermo’ che essa si fonda su una concezione puramente Cartesiana della mente, basata sull’illusione che esista un pensiero individuale accessibile, analizzabile e scomponibile… Lui dimostro’, senza usare eperimenti o questionari, che il pensiero e’ ineluttabilmente sociale e contestuale…. I semi che lui getto’ costituiscono la base (consapevole od inconsapevole) del primato del linguaggio (e dunque della comunicazione) sul pensiero che Vygotskij ed altri proclamarono, costoro a loro volta delinearono nuovi orizzonti per la psicologia, che su tali presupposti ha saputo rielaborare il proprio oggetto di analisi spostando il focus su cio’ che accade tra le persone, piuttosto che in testa alle persone. Il cambiamento di focus ha generato la cosiddetta “seconda rivoluzione cognitiva”, i cui promotori (Bruner, Harre’ e altri…) stanno riconoscendo il debito verso la filosofia e altri campi del sapere. Il cerchio si chiude, ma altri si aprono e cosi’ via, in un gioco di rimandi e influenze tra diversi punti di vista…..

    Le cose sono alquanto problematiche, la provocazione di ciagan a proposito della pole position si riferisce, a mio avviso, esattamente alla necessita’ di abbandonare l’illusione che la comunicazione (le persone) possano essere studiate senza un’adeguata attitudine verso la complessita’ e la multidisciplinarieta’…


    Tante cose da dire… so little time…

  12. #27
    chepizza
    Ospite non registrato
    Non ho ben capito: allora la psicologia non sarebbe scienza. Ma la scienza e' solo quella che si fa in laoratorio con le provette ? Non credo proprio. La psicologia non puo' utilizzare un metodo scientifico (vale a dire razionale, verificabile, controllabile) ? Non credo nemmeno questo. Non ho nemmeno ben compreso il fatto che la psicologia si sarebbe rivolta alla filosofia. Da una parte credo che non sia molto corretto considerare filosofia e antropologia alternative alla scienza: allora non sono scienze neppure queste ? Dall'altra, il rapporto tra psicologia e filosofia e' sempre stato molto stretto, tanto e' vero che la psicologia (come indagine sull'anima) e' sempre stata una parte della filosofia. Forse il contrario: la psicologia (come noi oggi la intendiamo, visto che la filosofia di "anima" se ne occupa ancora) si e' a poco a poco affrancata dalla filosofia. Che poi ci debba essere complessita’ e multidisciplinarieta’ e' evidente, ma esclude la scienza ?
    "spostando il focus su cio’ che accade tra le persone, piuttosto che in testa alle persone": comunque cio’ che accade tra le persone penso dipenda da quello che hanno in testa, e viceversa naturalmente.
    Il discorso sul neonato voleva proprio indicare un caso in cui la comunicazione e' efficacissima, ma certo non "imparata" (almeno nelle sue forme piu' precoci).
    Bye

  13. #28
    romagnoli
    Ospite non registrato
    Ciao a tutti

    da anni sono appassionato di comunicazione, da quella rivolta al mondo del lavoro (efficacie, public speaking, negoziazione, ecc.) a quella più strettamente terapeutica (riformulazioni, metafore, milton model, ecc.).
    Secondo me lo psicologo utilizzando la comunicazione come principale strumento di lavoro è tenuto ad affinare tale competenza, sia per avere maggiore consapevolezza del prorpio "stile" comunicativo che di quello altrui.

    Magari sono ancora troppo giovane e inesperto (neo laureato V.O.) per affermarlo e neanche a me non sembra corretto stilare una "top ten" delle priorità dello psicologo...ma sono convinto che nel nostro mestiere la comunicazione sia tra i primi posti...

    A presto
    Romagnoli

Pagina 2 di 2 PrimoPrimo 12

Privacy Policy