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  1. #61
    Partecipante Esperto L'avatar di wrubens
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    492
    Ma sai, sono due personaggi curiosi, li ricordano per le loro diatribe.

    Sempre considerando il discorso sull' ansia.
    Il dead man walking forse, come dici tu, è un caso estremo.
    Pensiamo allora ad una diagnosi di un male incurabile. La consapevolezza che prima o poi arriverà senza poter, in qualche modo, trovare costruzioni razionali sulle quali appoggiare la nostra ansia.

    In questo caso, come si gestisce?. Sono situazioni estreme dove realmente se esistono metodi e sistemi efficaci vengono messi alla prova.

    E' un traguardo importante gestire situazioni come queste anche perchè se è l' ansia a gestire il decorso della malattia, la prognosi potrebbe venire compromessa in negativo...e di brutto.

    Rubens
    "il dubbio è il tarlo del delirio"
    Rubens

  2. #62
    Postatore OGM L'avatar di willy61
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    Originariamente postato da wrubens
    Sempre considerando il discorso sull' ansia.
    Il dead man walking forse, come dici tu, è un caso estremo.
    Pensiamo allora ad una diagnosi di un male incurabile. La consapevolezza che prima o poi arriverà senza poter, in qualche modo, trovare costruzioni razionali sulle quali appoggiare la nostra ansia.
    Rubens
    Beh pensiamo al male incurabile che è vivere ogni giorno... Perché la situazione dovrebbe essere differente? Dopotutto, anche senza malattie o condanne, prima o poi tutti si muore. E tutti passeremo per un giorno nel quale non avremo "costruzioni razionali sulle qualo appoggiare la nostra ansia".
    Dott. Guglielmo Rottigni
    Ordine Psicologi Lombardia n° 10126

  3. #63
    Partecipante Esperto L'avatar di wrubens
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    17-04-2003
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    Originariamente postato da willy61
    Beh pensiamo al male incurabile che è vivere ogni giorno... Perché la situazione dovrebbe essere differente? Dopotutto, anche senza malattie o condanne, prima o poi tutti si muore. E tutti passeremo per un giorno nel quale non avremo "costruzioni razionali sulle qualo appoggiare la nostra ansia".
    Il perchè sia differente non lo so. Potremmo ricercare diverse cause o epistemologie che ci spieghino il fenomeno.
    Il fatto è che è differente. Noi tutti abbiamo una spada di damocle sulla testa, la morte. Quando però ti si prospetta un problema al quale non puoi trovare soluzioni l' ansia, il disagio si fà più presente.
    Il problema allora diviene come gestire l' ansia, tecniche e metodologia.
    Se qualcuno ti dicesse che tra qualche mese ci sono forti probabilità che tu contragga un problema di difficile soluzione, come reagiresti?
    Il filosofare sulla morte certa per tutti lo risolverebbe?. O è più probabile che la tua mente sia costantemente catturata da pensieri originati da questa "credenza depressiva" ?.

    Rubens
    "il dubbio è il tarlo del delirio"
    Rubens

  4. #64
    don camillo è santiago...
    io sono abbastanza d'accordo con Parsifal... credo anche che sia abbastanza razionale avere paura o essere depressi se si è nel braccio della morte, questa non è psicopatologia... insomma non maltrattiamole troppo queste emozioni... anche se non piacevoli sono molto utili per raggiungere i nostri scopi.

  5. #65
    Eowin
    Ospite non registrato
    Don Juan (Castaneda) suggerisce di chiedere consiglio alla propria morte in ogni circostanza della vita, perchè pensare che in qualsiasi momento potrebbe arrivare ci fa vivere ogni istante come se fosse l'ultimo. In questo modo non si ha tempo da perdere in stupidi stati d'animo depressivi e ci si comporta sempre come se quanto si fa fosse l'ultima cosa che facciamo.
    E' il fatto che noi viviamo come se fossimo eterni che ci consente di ammalarci nell'anima. Invece non lo siamo, eterni.
    Poi mi piace ricordare Valeria di Conan il Barbaro, che invitando i suoi compagni a saltare dalla torre della Serpe (in un fiume) perchè inseguiti dice loro: "Volete vivere in eterno?". Frase che poi ripete quando, a fine film, torna per un attimo dalla morte per salvare Conan da una freccia che stava per trafiggerlo alla schiena; splendente in un'armatura d'oro gli chiede nuovamente: "Vuoi vivere in eterno?".

    Quanto al problema di come affrontare la morte mi piace penso a Leonardo da Vinci, di cui ho sentito che sosteneva che chi ha ben speso la propria vita arriva alla fine dei suoi giorni come uno che ha lavorato un'intera giornata proficuamente e si corica volentieri per un sonno ristoratore.
    Degli antiche patriarchi che morivano intorno ai 990 anni si tramanda che morivano "sazi di giorni". Mi piacerebbe arrivare al traguardo finale così, sazia di giorni... Anche prima dei 990 anni.

  6. #66
    Partecipante Esperto L'avatar di wrubens
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    17-04-2003
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    Non riesco a capire il vostro punto di vista. Se ci sono le condizioni che rendono un disturbo "comprensibile" allora va bene e non si ricercano strumenti per combattere il disagio?.
    E' una concezione che pone una serie di problemi che in parte ho già espresso.
    Io parto sempre da un' ottica differente.
    Posso fare qualcosa per lenire le sofferenze di chi è nel braccio della morte?.
    Come poter cambiare una serie di pensieri che disturbano la persona?.

    Questo significa anche entrare nel vivo della nostra professione, arrovellarsi il gulliver sull' epistemologia è un hobby.
    Quando, in presenza di stress la mia mente si inviluppa nei mille risvolti dello stressor, come posso risolvere o arginare il problema?...

    XEowin:
    L' idea che tu esprimi è una soluzione antica. Alcuni terapeuti addirittura usano questa strategia nella loro pratica, i romani: ubi maior minor cessat ( se ricordo bene il latino).
    Allora mi torna alla mente uno dei 3 testi che tengo sempre sul mio comodino, Hagakure di yamamoto tsunetomo.
    Il samurai segue un perscorso, il culto per la morte.
    Mi si pongono in ogni caso una serie di dubbi. Non siamo alla ricerca di un anestetico per la vita, come si potrebbe pensare in questo caso, ma di soluzioni per menti "incentrate su stressor".
    Il culto per la morte mi lascia un pò perplesso, la fatica "alla Leonardo" assomiglia ad una deviazione dell' attenzione più che a un' inversione di tendenza della mente.
    Sotomaior!!!!!!!!!!!.
    Rubens
    "il dubbio è il tarlo del delirio"
    Rubens

  7. #67
    Partecipante Esperto L'avatar di wrubens
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    17-04-2003
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    x Eowin
    vedo che hai cambiato Avatar eh!!!
    scommetto che alle medie tenevi nel diario la foto dei duran duran...e da qualche parte hai ancora la figurina di Leonardo di Caprio?...
    è vero?...
    cissi...

    Rubens
    "il dubbio è il tarlo del delirio"
    Rubens

  8. #68
    Partecipante Esperto L'avatar di wrubens
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    17-04-2003
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    Bene...
    tornando allora ancora su questo thread, se a qualcuno interessa ... .
    Sulla metacomunicazione...sulle sensazioni ed in particolare su quelle che in genere non esprimi, che censuri, che tieni dentro con te. Magari perchè quando le hai espresse l' ambiente non ti ha aiutato...
    Prendo questo post come riferimento...carta su cui scrivere pensieri...
    In questo caso mi sento un pò a disagio, non avendo ricevuto risposte appare questa sensazione che non mi piace...ed allora mi chiedo...sono solo io o è caratteristica comune?...di noi pazzi?..
    Voi come la vivete?...dal vostro intimo cosa sale?...si censura o si può esprimere?...
    si può usare un forum o anche così è troppo arduo?...


    Rubens
    "il dubbio è il tarlo del delirio"
    Rubens

  9. #69
    Super Postatore Spaziale L'avatar di Accadueo
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    Provo ad azzardare un riassuntino di quello che vedo. Tu ad un certo punto hai espresso l'idea che "la tavola rotonda" spesso non risponde ai tuoi dubbi e quindi domande. Questa idea trova sempre più conferma ogni volta che pensi che non ti abbiano risposto e dunque in modo ricorsivo continui a porre gli stessi quesiti. Dal mio verso, io mi son costruito l'idea di avere risposto alle tue domande e in modo altrettanto ricorsivo continuo a farlo (questa è per me una risposta). A questo punto per non entrare in un "circolo vizioso infinito" conviene forse cambiare qualcosa... magari le nostre idee di base. Per fare questo, la prima cosa che mi viene in mente, è partire dalle definizioni che noi diamo del forum, del disagio, relazione, risposta, dubbio e ancora del silenzio. Chiarire i significati che diamo a ciascun termine è anche un modo di conoscersi o no?

  10. #70
    Partecipante Esperto L'avatar di wrubens
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    MI fa piacere che tu abbia risposto...dopo il caffèttino?..

    Una cosìddetta "ristrutturazione cognitiva" del forum.
    Quale dovrebbe essere la funzione di questa manovra ristrutturare una "credenza" e diminuire le aspettative? oltre a dare elementi per conoscersi ?...
    E' questa l' idea?...
    Altra cosa:i. terapeutico, domanda: Tu come vivi situazioni come queste?...
    il circolo vizioso è un meccanismo mentale. vedi Piaget, assimilazione e accomodamento e altri autori. Quando è fastidioso rappresenta probabilmente un problema...quando non lo è non lo vediamo...

    Rubens
    "il dubbio è il tarlo del delirio"
    Rubens

  11. #71
    Super Postatore Spaziale L'avatar di Accadueo
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    Mi sono perso Wrubens.. mi devi scusare ma non arrivo a capire di cosa vuoi parlare. Hai aperto il thread con questa domanda: "Cosa ho capito della personalità di chi ho conosciuto in questo forum?".. poi nell'ultimo post mi scrivi: "oltre a dare elementi per conoscersi ?...E' questa l' idea?..."

    Poi, introduci il discorso che (a quanto ho capito) ti è capitato che hai espresso delle opinioni, hai fatto domande, qui sul forum, alle quali nessuno ti ha risposto. Questo ti crea disagio ed è una sensazione che non ti piace (parole tue). A questo punto, ti sorge il dubbio se è meglio censurarsi o esprimere comunque le proprie sensazioni (sempre parole tue). Infine, domandi a noi: "Voi come la vivete?...dal vostro intimo cosa sale?...si censura o si può esprimere?... si può usare un forum o anche così è troppo arduo?...". Personalmente, non riesco a rispondere a questa domanda.. perchè penso alla risposta che puoi darti tu in questo momento.. cioè solo una: disagio e ti 'spiego' perchè. 1) se ti censuri..provi disagio perchè non ti esprimi; 2) se ti esprimi, provi lo stesso disagio perchè gli altri non ti rispondono.
    Un momento in cui non provi disagio è quando ti rispondono e di questi interlocutori ne hai 'capito' un pò la personalità... giusto?
    Adesso, quello che ti chiedo è di aiutarmi a capire la mia "funzione" qui su questo thread...

  12. #72
    Eowin
    Ospite non registrato
    Originariamente postato da wrubens
    x Eowin
    vedo che hai cambiato Avatar eh!!!
    scommetto che alle medie tenevi nel diario la foto dei duran duran...e da qualche parte hai ancora la figurina di Leonardo di Caprio?...
    è vero?...
    cissi...

    Rubens
    Ti sei sbagliato, ma di poco: alle medie tenevo nel diario una foto di Robert Redford e da qualche parte ho ancora una foto di David Bowie.
    Questo invece è Ioan Gruffudd (Lancillotto in King Arthur), un simpatico attore gallese pieno di... talento.

    Quanto alle perplessità di Wrubens a me pare che H2O si sia espresso molto chiaramente. Penso che la sua funzione in questo thread sia quella di ricomporre la discussione in un assetto formale. Perlomeno prova a rendere comprensibili e condivisibili le domande di Rubens. E prova a formulare risposte congrue.
    Forse il punto è che ogni forumista "legge" i contenuti delle discussioni costruendosi una sua interpretazione tanto delle relazioni tra i partecipanti quanto delle rispettive personalità.
    Ma passando da una visione costruttivista a una costruzionista potremmo postulare che ognuno viene "costretto" entro un certo ruolo dalla concorrenza della partecipazione degli altri, per cui effettivamente alla fine si strutturano modi di essere-nel-forum polarizzati, se non stereotipati, tanto che si osserva una convergenza nel designarsi l'un l'altro come Don Camillo o Peppone, come il Cognitivista, il Comportamentista e via discorrendo.

  13. #73
    Partecipante Esperto L'avatar di wrubens
    Data registrazione
    17-04-2003
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    Originariamente postato da Accadueo
    Mi sono perso Wrubens.. mi devi scusare ma non arrivo a capire di cosa vuoi parlare. Hai aperto il thread con questa domanda: "Cosa ho capito della personalità di chi ho conosciuto in questo forum?".. poi nell'ultimo post mi scrivi: "oltre a dare elementi per conoscersi ?...E' questa l' idea?..."

    Poi, introduci il discorso che (a quanto ho capito) ti è capitato che hai espresso delle opinioni, hai fatto domande, qui sul forum, alle quali nessuno ti ha risposto. Questo ti crea disagio ed è una sensazione che non ti piace (parole tue). A questo punto, ti sorge il dubbio se è meglio censurarsi o esprimere comunque le proprie sensazioni (sempre parole tue). Infine, domandi a noi: "Voi come la vivete?...dal vostro intimo cosa sale?...si censura o si può esprimere?... si può usare un forum o anche così è troppo arduo?...". Personalmente, non riesco a rispondere a questa domanda.. perchè penso alla risposta che puoi darti tu in questo momento.. cioè solo una: disagio e ti 'spiego' perchè. 1) se ti censuri..provi disagio perchè non ti esprimi; 2) se ti esprimi, provi lo stesso disagio perchè gli altri non ti rispondono.
    Un momento in cui non provi disagio è quando ti rispondono e di questi interlocutori ne hai 'capito' un pò la personalità... giusto?
    Adesso, quello che ti chiedo è di aiutarmi a capire la mia "funzione" qui su questo thread...
    Giusto. Anch' io avevo capito questa incongruenza. Prima o poi doveva venire fuori. Ho aperto questo thread con un titolo ben preciso. Ora chiedo a voi, cosa ne facciamo di questo thread?. Rivendicare una paternità e decidere non mi soddisfa. Tutti noi partecipiamo a questa discussione.
    La mia idea, come avrai capito, è usare questo thread diciamo come gruppo di auto-aiuto. Un thread di metacomunicazione.
    Il fine è rendere noti e scoprire delle sensazioni, delle frustrazione, delle gratificazioni, delle relazioni.
    Il dibattito "epistemologico" è estetico.
    Quindi vorrei cercare un confronto più intimo, più profondo, più vero.
    Usiamo gli elementi di dibattito, posizioni epistemologiche, idee ecc. per far emergere e discutere le nostre sensazioni in merito alle nostre interazioni. Il titolo del thread dovrebbe ricalcare ciò.

    In questo caso ci si apre questa prospettiva, l' accendiamo?.

    Sul disagio. L' argomento è abbastanza complesso. Proviamo allora a lanciarlo al centro noi, prodi cavalieri della tavola rotonda.

    Quando mi è capitato di provare disagio all' interno di questo forum?...

    Rubens
    "il dubbio è il tarlo del delirio"
    Rubens

  14. #74
    Partecipante Esperto L'avatar di wrubens
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    Originariamente postato da Eowin
    Ti sei sbagliato, ma di poco: alle medie tenevo nel diario una foto di Robert Redford e da qualche parte ho ancora una foto di David Bowie.
    Questo invece è Ioan Gruffudd (Lancillotto in King Arthur), un simpatico attore gallese pieno di... talento.
    Robert Redford?...veramente in gamba...già all' epoca allora ti piacevano personaggi di spessore non solo estetico eh!...io andavo invece sul classico. Poster e dischi di Madonna. Poi mi sono un pò raffinato ed ho abbracciato il culto dell' eleganza con Audrey.
    Tra gli attori sempre uno in pole, magari qualcuno lo conosce : Klaus Kinski.
    Ciao Ciao
    Rubens
    "il dubbio è il tarlo del delirio"
    Rubens

  15. #75
    Super Postatore Spaziale L'avatar di Accadueo
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    Originariamente postato da wrubens

    La mia idea, come avrai capito, è usare questo thread diciamo come gruppo di auto-aiuto.
    Rubens
    L'avevo capito , il fatto è che non si può costituire un gruppo di auto-aiuto se a chiedere "aiuto" è uno solo.
    Comunque sia, adesso è 'giusto' che racconti alcuni momenti di disagio che ho provato e provo qui sul forum. Uno di questi è quando qualcuno mi 'forza' a raccontare di me stesso (tipo ora? ).. e ancora, provo disagio se 'sento' di avere 'forzato' qualcuno a raccontarsi. Altro disagio legato al primo ma non uguale: quando le conversazioni prendono il verso dell'offesa, del sarcasmo e della sottovalutazione dell'altro. Poi, qualche volta mi capita di sperimentare una specie di disagio empatico.. tipo quando hai aperto questo thread .. oppure di nuovi utenti che (come ha raccontato Eowin, se non sbaglio) cercano di inserirsi nei discorsi ma poi abbandonano perchè magari notano che ci sono gruppi di utenti 'al completo' e/o provano disagio per mancate risposte. A volte provo disagio intellettuale.. ma questo è legato ai miei pregiudizi.. quando leggo certe affermazioni estreme su certi argomenti. Infine, a volte provo un tipo di disagio fisiologico che deriva da stanchezza, sfocatura vista e sensazione di freddo (in questo periodo).

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