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Visualizzazione risultati 1 fino 5 di 5
  1. #1
    Partecipante Esperto L'avatar di Santiago
    Data registrazione
    27-03-2004
    Messaggi
    471

    Il terapeuta "non esperto"

    "Il terapeuta spiega con la diagnosi e cerca di modificare con il trattamento un certo fenomeno o comportamento a partire dalle sue precedenti conoscenze, da una teoria generale. Ma così facendo i terapeuti riaffermano e proteggono la coerenza della loro narrativa invece di quella del paziente.
    In terapia fare domande da una posizione esperta significa che la risposta non può che collocarsi al'interno della prospettiva teorica del terapeuta."

    "I terapeuti portano sempre con sè i pregiudizi legati alle esperienze precedenti, ma questo non deve compromettere in alcun modo la loro capacità di ascolto, per cogliere a pieno il significato dela descrizione del cliente.
    Questo può avvenire solo se il terapeuta si accosta ad ogni esperienza clinica partendo dall'assunto di non-sapere. Fare altrimenti significa cercare regolarità e un significato comune che possa validare la teoria del terapeuta, ma che finisce per invalidare l'unicità delle storie dei clienti e quindi la loro stessa identità. Lo sviluppo di un nuovo significato dipende dalla novità, dal non-già-noto in ciò che il terapeuta sta per ascoltare."

    LA TERAPIA COME COSTRUZIONE SOCIALE, Mc Namee, Gergen

    Forse verrà letta solo qualche volta e non verrà data attenzione a questa cartella, ma mi piaceva poter condividere con voi queste poche righe.
    E' chiaro che hanno un intento polemico nei confronti di quelle correnti psicologiche che hanno già in mano, pronte per l'uso, tecniche da applicare prima ancora di conoscere il paziente. E attenzione perchè se tali tecniche sono disponibili in anticipo, il terapeuta cercherà quegli elementi sui quali possono essere applicate. E in tal modo verrà dissolto il "nuovo" di cui parla il testo postato....
    "Soltanto i pesci non sanno che è acqua quella in cui nuotano, così gli uomini sono incapaci di vedere i sistemi di relazione che li sostengono" L. Hoffmann

  2. #2
    Partecipante Assiduo
    Data registrazione
    03-12-2003
    Residenza
    Trieste
    Messaggi
    191
    Personalmente trovo il passo da te riportato assolutamente sottoscrivibile, purché non si limiti a questo stralcio. Senza una teoria di riferimento infatti non possiamo sperare di essere utili alle persone che vengono da noi a chiedere consiglio.
    Se da una parte è importante aiutare il cliente a seguire la propria strada senza "vincoli teorici" (ma attenzione, anche questo è frutto di una pratica psicologica acquisita attraverso una teoria di riferimento), dall'altra è anche indispensabile saper cogliere uno spunto potenzialmente cruciale al momento opportuno. E senza una teoria alle spalle ciò risulta impossibile.

    Ritengo importanti interventi come quello di Mc Namee in quanto servono a mantenere alta l'attenzione da parte dello psicologo a non "guidare senza ascoltare". D'altronde dopo una fase "destruens" volutamente e giustamente provocatoria dev'esserci anche una fase "costruens", mentre molto spesso idee di questo tipo si fermano alla prima fase e non sono seguite da soluzioni alternative applicabili, il che rischia di ridurre il tutto a una mera disquisizione dialettica.

  3. #3
    Partecipante Esperto L'avatar di wrubens
    Data registrazione
    17-04-2003
    Messaggi
    492
    Originariamente postato da djdavide

    Ritengo importanti interventi come quello di Mc Namee in quanto servono a mantenere alta l'attenzione da parte dello psicologo a non "guidare senza ascoltare". D'altronde dopo una fase "destruens" volutamente e giustamente provocatoria dev'esserci anche una fase "costruens", mentre molto spesso idee di questo tipo si fermano alla prima fase e non sono seguite da soluzioni alternative applicabili, il che rischia di ridurre il tutto a una mera disquisizione dialettica.
    Sottoscrivo la presente.
    Come già ribadito in altre occasioni.

    Mc Namee si può interpretare.
    Indica, secondo me, una mission più che un monito verso le terapie che considerano il sintomo come prioritario.
    La mission è chiara, indica la continua ricerca.

    Un filosofare interessante...ma l' applicazione?...proviamo anche a porci questo quesito... .
    Dagli analisti ai sistemici passando per i cognitivisti la pratica terapeutica si tocca in alcuni passaggi.
    Da chi fa shatsu a chi si occcupa di bioenergie, olii essenziali ecc. è sempre lo stesso procedimento...
    da chi fa chirurgia a chi fa medicina...rimane lo stesso... .

    Il terapeutica identifica dei "nodi", "punti cruciali", "diagnosi differenziali", "squilibri energetici", "organi malati"...in base alla sua tecnica e teoria di riferimento.

    Propone poi un percorso in base all' epistemologia ed alle sue credenze.
    Teoria-metodologia-tecnica.

    Per un tipo di problema dispone di una tecnica?. La applica. Su Francesco, Mario, Luigi se identifica un problema guarda all' interno delle soluzioni che conosce.
    Nella misura in cui funziona, tratta quel determinato problema nel modo che ha imparato dall' epistemologia e dalla pratica.

    Allora mi domando...e questa è il quesito...può fare diversamente?...

    La mission mi piace, un pò come dire peace no war...ok, mi aggrego. Volendo scendo anche in corteo con la bandiera...e ancora mi piace. Poi ad un certo punto sento l' esigenza di poter pensare e discutere su come ottenere quella mission. Quale percorso, strumenti operativi, sistemi ecc.
    E' un disquisire essenziale, per non rimanere su un piano puramente estetico è necessaria una pianificazione.
    teoria-metodologia-tecnica.
    Aggiungo...chi considera solo la mission è molto pericoloso. Storicamente sono avvenuti grossi danni, inviluppi di paranoia, buchi neri dell' umanità.

    Rubens
    "il dubbio è il tarlo del delirio"
    Rubens

  4. #4
    Eowin
    Ospite non registrato
    Lungi da ogni intento polemico vorrei chiedere a Santiago se, a seguire a quanto ha sopra postato, ritiene comunque condivisibile quanto segue:

    "...la psictoterapia diventa l'arte di sostituire una costruzione di una realtà che non è più 'adatta' con un'altra che si adatta meglio. (...) ... la psicoterapia si occupa della 'ristrutturazione' della visione del mondo del paziente, ..., di causare deliberatamente quegli eventi casuali che Franz Alexander (1956) ha chiamato 'esperienze emozionali correttive" [Watzlawick, 1992].

    Cioè, per cosa posso capire io, è sacrosanto approcciarsi al "nuovo" che il paziente porta, ma se questo è disfunzionale per il paziente allora il contenuto va altrettanto sacrosantamente ristrutturato, e conviene indirizzare il nostro soggetto verso una diversa narrazione della sua esperienza, a raccontarsi un'altra storia.

  5. #5

    Riferimento: Il terapeuta "non esperto"

    Citazione Originalmente inviato da Eowin Visualizza messaggio
    Lungi da ogni intento polemico vorrei chiedere a Santiago se, a seguire a quanto ha sopra postato, ritiene comunque condivisibile quanto segue:

    "...la psictoterapia diventa l'arte di sostituire una costruzione di una realtà che non è più 'adatta' con un'altra che si adatta meglio. (...) ... la psicoterapia si occupa della 'ristrutturazione' della visione del mondo del paziente, ..., di causare deliberatamente quegli eventi casuali che Franz Alexander (1956) ha chiamato 'esperienze emozionali correttive" [Watzlawick, 1992].

    Cioè, per cosa posso capire io, è sacrosanto approcciarsi al "nuovo" che il paziente porta, ma se questo è disfunzionale per il paziente allora il contenuto va altrettanto sacrosantamente ristrutturato, e conviene indirizzare il nostro soggetto verso una diversa narrazione della sua esperienza, a raccontarsi un'altra storia.
    Non credo che sia obbligatorio che le cose si escludano a vicenda. Voglio dire: è possibile partire dal nuovo e dal peculiare del paziente per introdurre qualcosa di diverso, che contribuisce a costruire un nuovo equilibrio. E Watzlawick, che citi, è uno degli studiosi che più degli altri hanno sottolineato la necessità di partire dal linguaggio del paziente, il terapeuta parla quindi la stessa lingua, in modo da poter costruire un diverso contenitore attorno allo stesso contenuto (che è poi l'idea della ristrutturazione).
    Ultima modifica di crissangel : 29-06-2017 alle ore 15.53.14

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