"Il terapeuta spiega con la diagnosi e cerca di modificare con il trattamento un certo fenomeno o comportamento a partire dalle sue precedenti conoscenze, da una teoria generale. Ma così facendo i terapeuti riaffermano e proteggono la coerenza della loro narrativa invece di quella del paziente.
In terapia fare domande da una posizione esperta significa che la risposta non può che collocarsi al'interno della prospettiva teorica del terapeuta."
"I terapeuti portano sempre con sè i pregiudizi legati alle esperienze precedenti, ma questo non deve compromettere in alcun modo la loro capacità di ascolto, per cogliere a pieno il significato dela descrizione del cliente.
Questo può avvenire solo se il terapeuta si accosta ad ogni esperienza clinica partendo dall'assunto di non-sapere. Fare altrimenti significa cercare regolarità e un significato comune che possa validare la teoria del terapeuta, ma che finisce per invalidare l'unicità delle storie dei clienti e quindi la loro stessa identità. Lo sviluppo di un nuovo significato dipende dalla novità, dal non-già-noto in ciò che il terapeuta sta per ascoltare."
LA TERAPIA COME COSTRUZIONE SOCIALE, Mc Namee, Gergen
Forse verrà letta solo qualche volta e non verrà data attenzione a questa cartella, ma mi piaceva poter condividere con voi queste poche righe.
E' chiaro che hanno un intento polemico nei confronti di quelle correnti psicologiche che hanno già in mano, pronte per l'uso, tecniche da applicare prima ancora di conoscere il paziente. E attenzione perchè se tali tecniche sono disponibili in anticipo, il terapeuta cercherà quegli elementi sui quali possono essere applicate. E in tal modo verrà dissolto il "nuovo" di cui parla il testo postato....