Il mio parere, costruito sulla base delle mie esperienze che non pretendono certo di essere la verità assoluta, è che in questo lavoro conti anche il farsi conoscere... i lavori, come i pazienti, spesso arrivano con il passaparola perchè il semplice fatto che tu stia lavorando già ti dà un'aria diversa agli occhi di un potenziale committente.
Se poi lavori bene (e si vede) è facile che qualcuno ne rimanga colpito e ti proponga di lavorare o collaborare..,
Anche io credo che le "conoscenze" contino molto ma non tanto in senso di raccomandazione quanto appunto di averti visto lavorare o aver sentito parlare bene di te da qualcuno che ti conosce (in ambito lavorativo).
Naturalmente mi è capitato di venire a conoscenza di situazioni tipi neo-laureata in procinto di fare l'esame di stato a cui viene offerto un posto in una struttura ospedaliera dal primario, grande amico dei suoi genitori!
Certo, a volte frequentare una scuola di specializzazione ti dà l'occasione di conoscere colleghi, magari già inseriti in realtà lavorative, che possono proporti collaborazioni ma dato l'alto numero di specializzandi che in realtà fa altri lavori non mi sentirei di motivare l'iscrizione ad una scuola solo per avere contatti!
Fare una specializzazione significa acquisire formazione e sapere, ma non come psicologo bensì come psicoterapeuta che è una cosa diversa...
In realtà poi non vivi solo facendo lo psicoterapeuta ma alternandolo con il lavoro di psicologo...
A me è capitato di conoscere persone, sui 30-35, che lavorano come psicologi senza specializzazione, mantenendosi in modo più o meno dignitoso (niente gran guadagni ma comunque mantenersi sì): non so se fossero psicologi clinici nel senso che facevano counseling, gruppi terapeutici, formazione, e altre cose e tutte insieme, nel senso che nessuno faceva solo colloqui vis-a-vis per 40 ore alla settimana ma alternavano una serie di attività.
Credo che semplicemente non ci siano tanti spazi come psicologo clinico e perciò si tende a specializzarsi sempre più per poter "superare" gli altri, emergere nella massa e farsi notare per avere l'occasione di dimostrare la propria competenza e iniziare a lavorare.
Quando ho iniziato a lavorare (attenzione, io ho iniziato 5 anni fa, quando c'erano in giro un terzo degli psicologi che ci sono ora perciò c'erano anche più possibilità lavorative) non avevo nessun'intenzione di fare una specializzazione.
Ho fatto dei corsi (prima e durante) perchè sentivo l'esigenza di crescere e migliorare nel mio lavoro e solo dopo qualche tempo (due anni fa) ho avuto voglia e necessità di ampliare il mio orizzonte lavorativo: dove avevo iniziato a lavorare erano cresciute le domande di un lavoro più lungo e articolato, terapeutico, ma io non avevo le capacità e i titoli per farlo.
Comunque ora che sono al secondo anno vedo che solo per un terzo (e forse nemmeno) della mia attività lavorativa sarebbe necessaria la specializzazione perchè faccio molte cose che possono essere fatte senza (e quando propongo per un lavoro nessuno, finora, ma ha mai chiesto la specializzazione).