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Visualizzazione risultati 1 fino 7 di 7
  1. #1
    modramavrica
    Ospite non registrato

    la persona in psicologia

    salve a tutti! premetto che sono una studentessa e non possiedo la conoscienza appropriata, però mi sto ponendo questo quesito:
    i diversi approcci teorici si basano esplicitamente o implicitamente su un'idea di persona (la psicoanalisi su un'idea più deterministica ecc.). però la persona non viene spesso correlata con il contesto sociale in cui è inserita e vinene considerata indipendente dalla società.
    allora "come è fatta" secondo voi la persona? come si sviluppa? ma a queste domande si risponde con le varie teorie..quindi una domanda più stimolante può essere: la persona preesiste alla società o è da essa creata? (per società intendo tutte le reazioni sociali)
    e se fosse creata dalla società, l'intervento psicologico non dovrebbe porre attenzione alla modifica dell'ambiente insieme alla modifica del comportamento e rivolgere lo sguardo anche oltre la componente intrapsichica?

    mi scuso in anticipo se la domanda è gia stata affrontata e per la mia ignoranza
    illuminatemi!

    ciao
    modramavrica

  2. #2
    Partecipante Esperto L'avatar di wrubens
    Data registrazione
    17-04-2003
    Messaggi
    492

    Re: la persona in psicologia

    Originariamente postato da modramavrica
    però la persona non viene spesso correlata con il contesto sociale in cui è inserita e vinene considerata indipendente dalla società.ciao
    modramavrica
    Ciò che scrivi non credo sia corretto. La persona non viene considerata indipendente dalle relazioni con il contesto nel quale si colloca.
    La t. sistemico-relazionale, ad esempio, pone proprio l' analisi delle relazioni come oggetto di studio e possibile intervento.
    Alla luce degli studi di Gregory Batson e Von Foerster l' idea detrminista di causa-effetto viene profondamente modificata.
    Si inserisce la variabile del feedback per cui è più corretto descrivere le relazioni della persona con la realtà ed il cosituirsi di sistemi in equilibrio che si esplicano nella realtà.
    "”....una continua evoluzione circolare e ripetitiva, tale per cui la propria epistemologia determina cosa uno vede, questo determina ciò che uno fa, che determina quello che succede nel proprio mondo, che poi aiuta a determinare la propria epistemologia.” G. Bateson, verso un' ecologia della mente.

    Credo, tra l' altro, che alla luce di queste scoperte così importanti, anche la psicoanalisi abbia modificato la propria epistemologia.
    E' una curiosità che mi piacerebbe soddisfare...peccato che a tal proposito non vi sia, da parte degli 'psicodinamici' un intervento in questo forum


    Ciao

    Rubens
    "il dubbio è il tarlo del delirio"
    Rubens

  3. #3
    modramavrica
    Ospite non registrato
    ciao,
    sapevo che la teoria sistemico-relazionale era la più vicina a questa visione della persona, a me appunto interessava sapere i punti di vista degli altri approcci...cioè come si pongono il problema dell'interazione con "l'esterno" . io non conosco quasi nulla delle terapie, so più o meno a quali concetti si appoggiano, però mi chiedevo...se si interviene solo sulla persona che ha il problema, ma le persone che gli stanno intorno continuano a comportarsi come prima alla fine si ottiene il risultato voluto?

    sto cercando di capirci qualcosa perchè non riesco a capire come possano convivere approcci tanto diversi che hanno tutti dei riscontri positivi: la psicoanalisi nella neuropsicologia, la sistemico-relazionale nella concezione di persona....
    non posso pensare di dover scegliere tra dei credo!
    ci dovrà essere una più giusta o almeno una più giusta per ogni problema..
    sarà perchè sono impaziente ma non posso aspettare anni per capire

    ciao

    modramavrica

  4. #4
    Partecipante Esperto L'avatar di wrubens
    Data registrazione
    17-04-2003
    Messaggi
    492
    Originariamente postato da modramavrica
    ciao,
    sapevo che la teoria sistemico-relazionale era la più vicina a questa visione della persona, a me appunto interessava sapere i punti di vista degli altri approcci...cioè come si pongono il problema dell'interazione con "l'esterno" . io non conosco quasi nulla delle terapie, so più o meno a quali concetti si appoggiano, però mi chiedevo...se si interviene solo sulla persona che ha il problema, ma le persone che gli stanno intorno continuano a comportarsi come prima alla fine si ottiene il risultato voluto?

    sto cercando di capirci qualcosa perchè non riesco a capire come possano convivere approcci tanto diversi che hanno tutti dei riscontri positivi: la psicoanalisi nella neuropsicologia, la sistemico-relazionale nella concezione di persona....
    non posso pensare di dover scegliere tra dei credo!
    ci dovrà essere una più giusta o almeno una più giusta per ogni problema..
    sarà perchè sono impaziente ma non posso aspettare anni per capire

    ciao

    modramavrica
    Ricordando Paul Waltzlawick, 'un cambiamento all' interno di un elemento del sistema produce inevitabilmente un cambiamento all' interno del sistema stesso.'

    esiste poi una variabile imprescindibile, la personalità del terapeuta, dentro la quale si coagulano diversi studi che competono alla qualità dell' intervento.

    Per sciogliere alcuni dubbi non posso che consigliarti uno dei testi più importanti della scuola di Palo Alto, oltre che invitarti a seguire ancora questo forum, dentro il quale puoi apprendere molto!.
    Ai tempi di Batson esistevano i salottini, circoli culturali inglesi, dove si apprendeva confrontandosi.
    oggi i tempi sono cambiati ed hai la possibilità di confrontarti con una serie di colleghi anche molto distanti tra loro. Quest' affascinante strumento è il forum di ops!.

    Ciao

    Paul Waltzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Pragmatica della Comunicazione Umana,Astrolabio, Roma 1971
    "il dubbio è il tarlo del delirio"
    Rubens

  5. #5
    Partecipante Esperto L'avatar di Santiago
    Data registrazione
    27-03-2004
    Messaggi
    471
    Ciao!
    All'interno della tua domanda vi è custodita la sua risposta.
    Condividi più o meno esplicitamente un'epistemologia sistemica.
    Potrebbe essere un buon punto di partenza più che per trovare nuove risposte, per creare nuove domande. Sono alla fine quelle che ci guidano nello speculare intellettuale...

    Santiago
    "Soltanto i pesci non sanno che è acqua quella in cui nuotano, così gli uomini sono incapaci di vedere i sistemi di relazione che li sostengono" L. Hoffmann

  6. #6
    modramavrica
    Ospite non registrato
    grazie delle risposte e dei suggerimenti!
    infatti, sento di essere vicina a questo approccio ma è difficile escludere gli altri....
    forse un giorno non si dovrà più scegliere...si arriverà mai a una teoria "risolutiva"? (scusate ma non mi viene un termine migliore) o il pluralismo è un punto di arrivo?

    ciao

    modramavrica

    p.s. questo forum rischiara ma fa anche venire dubbi, mi è venuta una testa così tentando di capire il dr. mattio e agex...

  7. #7
    agex
    Ospite non registrato
    Credo, tra l' altro, che alla luce di queste scoperte così importanti, anche la psicoanalisi abbia modificato la propria epistemologia.
    E' una curiosità che mi piacerebbe soddisfare...peccato che a tal proposito non vi sia, da parte degli 'psicodinamici' un intervento in questo forum..

    Bé, caro Wrubens non direi...
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    sarà perchè sono impaziente ma non posso aspettare anni per capire

    Cara modraecc., ti conviene svilupparla la pazienza; intanto fa una capatina nei reaparti ospedalieri, così, per farti un'idea.....
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    Paul Waltzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Pragmatica della Comunicazione Umana,Astrolabio, Roma 1971

    Interessante esercizio di stile......

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    p.s. questo forum rischiara ma fa anche venire dubbi, mi è venuta una testa così tentando di capire il dr. mattio e agex...

    Bene, ne siamo contenti. Mi ricordo tempo fa un bravissimo analista che mi spiegò il concetto di Tempo. Io la ascoltavo, attento, e riflettevo, ma non capivo un granché...si ferma, mi guarda......"Ho un dubbio dottore!", affermo un pò attonito...e lui, altrettanto attonito, mi risponde: " Solo uno? Allora non mi sono spiegato bene....!!"

    Trattala bene la tua testa!

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    Riguardo alla questione vorrei ricordare che più volte ho espresso un fatto non trascurabile: la nascita vede il dolore genetico, e c'è un modo imprescindibile per la desaturazione: il legame con la realtà, la costruzione del legame con il genitore, la suzione. Se questo non è rapporto......ma poi Freud, il padre, parlava di bimbi a caccia di sesso con il genitore, chissà, ne vogliamo parlare? Padre Freud non parlava di rapporti? Grazie al cielo ha compreso che i rapporti hanno un fine, il codice binari, il dualismo neurofisiologico che accompagna la nostra crescita....
    Tra l'altro sottolineo che un autore di estrema autorevolezza, Adler, fu il primo in assoluto a lavorare sulle famiglie all'interno di un'ottica sistemica, cercando di capire le motivazioni della famiglia per giungere alla comprensione delle motivazioni del bambino, sottendenti sempre le emozioni. E i modelli operativi interni ,tanto cari anche ai cognitivisti? Insomma, i punti di integrazione sono molteplici e richiedono uno sforzo di riflessione che reclama giustizia, non scorciatoie.
    Buona serata signori.

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