io non ho riletto tutto questo vostro discorso, ma posso riferirvi la frase che mi ha detto una terapeuta riguardo ad una vicenda analoga... "se quando ti pettini o ti trucchi lo fai allo specchio, non è più facile che farlo senza specchio?"
Ale
io non ho riletto tutto questo vostro discorso, ma posso riferirvi la frase che mi ha detto una terapeuta riguardo ad una vicenda analoga... "se quando ti pettini o ti trucchi lo fai allo specchio, non è più facile che farlo senza specchio?"
Ale
Ultima modifica di Ale_è_Ale : 20-03-2006 alle ore 11.41.34
Alessandra -------<---<---@
"(...) I riflettori chiudono gli occhi, le lampade contemporaneamente chiudono le palpebre, e la folla spalanca la sua enorme bocca per l'applauso (...)" F. Depero; Notturno Metropolitano; da Prose Futuriste
"Great Karen Walker!" - "Honey, what's going on with your hair?" - "Give me a Martini, and don't waste room with those olives!"
? non capisco dove voglia parare questo intervento...Originariamente postato da Ale_è_Ale
io non ho riletto tutto questo vostro discorso, ma posso riferirvi la frase che mi ha detto una terapeuta riguardo ad una vicenda analoga... "se quando ti pettini o di trucchi lo fai allo specchio, non è più facile che farlo senza specchio?"
Ale
Rubens
"il dubbio è il tarlo del delirio"
Rubens
ciao rubens, sì, mi rendo conto, ogni tanto non so nemmeno io dove andare a parare...
la frase riguarda il confronto di cui parlavate, tra due terapeuti, uno paziente dell'altro, e alla possibilità di leggere in chiave tecnica gli interventi...
premetto che sono una matricola, e non ho grande esperienza, ma parlandone con alcuni professionisti, per un corso, mi è rimasta in mente questa frase, e la interpreto così: certamente se un terapeuta è seduto sulla poltrona del paziente tende a rilevare la parte tecnica dell'intervento del suo collega, ma questo non inficia l'intervento stesso, perchè c'è sempre una percentuale di ciò che l'analista rileva che molto probabilmente il paziente da solo non è in grado di notare, o di leggere in un certo modo;
non so se riesco a spiegarmi; potrei riproporre l'esatta situazione in cui questo è capitato... durante un esercizio di psicodramma, un ragazzo che frequenta questo corso, ha dato un'interpretazione riguardo al mio ruolo; io mi sono sorpresa, perchè l'interpretazione andava bene, ma non capivo come mai non l'avessi data io, ci potevo arrivare benissimo... ed ecco la spiegazione dic ui sopra...
mi sembrava potesse andare bene, all'interno del vostro discorso...
ditemelo, se devo cambiare nome per confondere nell'anonimato il mio imbarazzo!!!
Ale
Ultima modifica di Ale_è_Ale : 20-03-2006 alle ore 11.46.42
Alessandra -------<---<---@
"(...) I riflettori chiudono gli occhi, le lampade contemporaneamente chiudono le palpebre, e la folla spalanca la sua enorme bocca per l'applauso (...)" F. Depero; Notturno Metropolitano; da Prose Futuriste
"Great Karen Walker!" - "Honey, what's going on with your hair?" - "Give me a Martini, and don't waste room with those olives!"
eh... quante preoccupazioni!Originariamente postato da Ale_è_Ale
mi sembrava potesse andare bene, all'interno del vostro discorso...
ditemelo, se devo cambiare nome per confondere nell'anonimato il mio imbarazzo!!!
Ale
...imbarazzo de ché?? Ale... è Ale ...e fa basta di bere!
ciao
macchè... ci sta sempre! e poi... è una tisana !!
Ale
Alessandra -------<---<---@
"(...) I riflettori chiudono gli occhi, le lampade contemporaneamente chiudono le palpebre, e la folla spalanca la sua enorme bocca per l'applauso (...)" F. Depero; Notturno Metropolitano; da Prose Futuriste
"Great Karen Walker!" - "Honey, what's going on with your hair?" - "Give me a Martini, and don't waste room with those olives!"
Grazie dell' intervento...Originariamente postato da Ale_è_Ale
ciao rubens, sì, mi rendo conto, ogni tanto non so nemmeno io dove andare a parare...
la frase riguarda il confronto di cui parlavate, tra due terapeuti, uno paziente dell'altro, e alla possibilità di leggere in chiave tecnica gli interventi...
premetto che sono una matricola, e non ho grande esperienza, ma parlandone con alcuni professionisti, per un corso, mi è rimasta in mente questa frase, e la interpreto così: certamente se un terapeuta è seduto sulla poltrona del paziente tende a rilevare la parte tecnica dell'intervento del suo collega, ma questo non inficia l'intervento stesso, perchè c'è sempre una percentuale di ciò che l'analista rileva che molto probabilmente il paziente da solo non è in grado di notare, o di leggere in un certo modo;
non so se riesco a spiegarmi; potrei riproporre l'esatta situazione in cui questo è capitato... durante un esercizio di psicodramma, un ragazzo che frequenta questo corso, ha dato un'interpretazione riguardo al mio ruolo; io mi sono sorpresa, perchè l'interpretazione andava bene, ma non capivo come mai non l'avessi data io, ci potevo arrivare benissimo... ed ecco la spiegazione dic ui sopra...
mi sembrava potesse andare bene, all'interno del vostro discorso...
ditemelo, se devo cambiare nome per confondere nell'anonimato il mio imbarazzo!!!
Ale
no problem
Anch' io penso vi possa essere l' opportunità che il 'paziente terapeuta' apprenda dal collega non solo una strada per gestirsi meglio ma anche una crescita in ambito professionale.
Credo dipenda molto dalla predisposizione del 'paziente terapeuta'. In particolare credo che il confronto con il collega potrebbe attivare 'meccanismi di preservazione dell' autostima' che potrebbero influire negativamente sull' andamento dei colloqui.
In questo senso inizio a pensare che una qualità instrinseca ad un buon terapeuta sia l' umiltà e la consapevolezza di porsi in un' ottica di apprendimento svincolata dal 'contesto di insegnamento'.
Forse un prerequisito quando si inizia un lavoro con un collega è proprio quello espresso. Un campo da sondare e su cui eventualmente lavorare prima di mettere in atto manovre correttive per il problema diagnosticato.
Rubens
"il dubbio è il tarlo del delirio"
Rubens
Originariamente postato da wrubens
Grazie dell' intervento...
no problem
Anch' io penso vi possa essere l' opportunità che il 'paziente terapeuta' apprenda dal collega non solo una strada per gestirsi meglio ma anche una crescita in ambito professionale.
Credo dipenda molto dalla predisposizione del 'paziente terapeuta'. In particolare credo che il confronto con il collega potrebbe attivare 'meccanismi di preservazione dell' autostima' che potrebbero influire negativamente sull' andamento dei colloqui.
In questo senso inizio a pensare che una qualità instrinseca ad un buon terapeuta sia l' umiltà e la consapevolezza di porsi in un' ottica di apprendimento svincolata dal 'contesto di insegnamento'.
Forse un prerequisito quando si inizia un lavoro con un collega è proprio quello espresso. Un campo da sondare e su cui eventualmente lavorare prima di mettere in atto manovre correttive per il problema diagnosticato.
Rubens
Buona vita a tutti!
Salve a tutti.
Sono in questo forum per chiedere un'informazione ai partecipanti e non per entrare nel merito della discussione corrente.
Sono una psicoterapeuta specializzanda: sto cercando materiale bibliografico circa un argomento specifico.
Il tema riguarda l'esperienza del 'curarsi' e del contemporaneo apprendimento di abilità terapeutiche da parte dello specializzando, all'interno della stanza della sua terapia (per alcuni=analisi) personale.
Sto cercando materiale bibliografico, nominativi di autori e quant'altro possa riguardare il tema della sincronica esperienza, vissuta dallo psicoterapeuta in formazione, della 'cura di sè' e del 'modellamento' alle abilità terapeutiche.
Grazie per una vostra risposta.
quanto ti capisco.. un abbraccio forteOriginariamente postato da TheGathering
[B
Il fatto che nel setting psicoanalitico il mio corpo non fosse preso in considerazione costituiva x me un grosso problema, visto che la maggior parte della mia sofferenza derivava dalle limitazioni imposte dai miei sintomi fisici.
Il dover ritornare a parlare di altro, di ignorare il mio malessere, quando ero completamente sopraffatta dalla rabbia, dalla vergogna e dall'imbarazzo x i miei "mal di pancia" non mi permetteva di sentirmi compresa fino in fondo, sentivo di dovermi auto-censurare x tornare a parlare di cose + "mentali".
! [/B]
Quella mattina erano apparse le nuvole.Scorrevano veloci su un cielo stinto proiettando macchie scure sui campi di grano e si tenevano stretta la loro pioggia portandola chissà dove.
Ciao!
Era un secolo che non passavo di qua!Come state?
Che strano che tu quoti proprio ora questo mio vecchio post..
Comunque aggiornamenti:
Ormai è un anno emezzo che faccio una psicoterapia psicosomatica con base psicoanalitica e mi trovo molto bene.
Al momento ho avuto una riacutizzazione dei sintomi (tanto che devo fare degli esami e ho paura di avere il morbo di Crohn!) dovuta a tantissimi fattori e l'ansia non mi molla un giorno da circa una settimana.
Ancora non sono in grado di gestire del tutto le mie emozioni senza farmi spaventare dalla loro intensità, ma a livello razionale e cognitivo sicuramente ho fatto passi avanti.
In compenso sto facendo una tesi sperimentale sull'alessitimia e il cancro (guarda te che caso...alessitimia!) e sto imparando molte cose..
A gennaio ultimo esame (psicopatologia...e vai coi meccanismi di difesa!) e ad aprile laurea triennale...
Intanto il mio percorso va avanti...
Vorrei entrare in analisi ma non ho nè soldi nè tempo...se ne riparlerà in futuro.
Vi mando un grande abbraccio!!
Controlling my feelings for too long..
They make me....
make me scream your screams...
(MUSE- "Showbiz")
Just so you'll be scared of me
behind my power
I will hide all my fears..
("Locked away"- The gathering)