L’equazione personale è un’espressione coniata da Bessel in astronomia per indicare il fattore soggettivo nella misurazione del passaggio degli astri. Nel nostro discorso c’entra fino a un certo punto, se ti interessa nel libro “La psicologia un profilo storico” di Luccio viene spiegata la sua rilevanza per la psicologia.
Dovremmo restituire soggettività alle conoscenze scientifiche, forse ne uscirebbero molto più valorizzati i momenti di incontro fra le menti su questo tema, senza cadere nella paura di sbagliare.
Se si attribuisce soggettività ai risultati oggettivi, le conoscenze scientifiche non sono più tali. Come fai a dimostrare agli altri qualcosa che non è oggettivo?
La divisione che operi te è forse dovuta alla condivisione, accettata da tutti, di certi principi base che regolano quei fatti e li fanno apparire come oggettivi; in questo caso mi posso riferire soltanto all'idea, che ho appena sentito accennare certe volte, che ogni scienza parte da dei presupposti e si sorregga su di essi, e che sia quindi qui la loro debolezza.
Sicuramente dei presupposti ci sono, ma finché nessuno dimostra che sono scorretti la tua critica è irrilevante. In ogni caso la cosa fondamentale è che questo tipo di conoscenze comporti effetti oggettivi sul mondo, e quindi replicabili da tutti: magari i presupposti alla base della seconda legge della dinamica sono sbagliate, ma se fai cadere un grave voglio vedere se non segue la legge F = m*a!
Non posso seguirti molto oltre, però posso farti questo esempio: se riduci la depressione del soggetto misurandola con un test, ottieni una misurazione condivisibile ma perdi il contenuto emotivo della sua esperienza. Così ottieni qualcosa di diverso da ciò che la realtà propone, che non è rappresentativo di ciò che succede a quella persona che noi chiamiamo Depressione ( lo devi ammettere, è proprio così ).
Lo ammetto, ma non ho mai sostenuto il contrario. Comunque bisogna distinguere due piani, le scienze fisiche, chimiche, biologiche, dove il discorso è più semplice e la psicologia. Ciò di cui si occupa la psicologia scientifica spesso è riconducibile alla situazione della fisica, della biologia etc, altre volte è estremamente complesso farlo e si devono affrontare limiti difficilmente valicabili. Se parliamo della depressione, è ovvio che perdo il contenuto emotivo dell’esperienza. Ma allora che facciamo? Rinunciamo ad avere dei criteri oggettivi sulla depressione? Nessuno sostiene che il punteggio ottenuto al test rappresenti in toto la sua depressione (e né tantomeno il suo contenuto soggettivo, che, è ovvio, per te, ma credo per tutti quelli che si occupano di clinica, è l’aspetto fondamentale), ma è un modo (valido e attendibile, come definito nei manuali di teorie e tecniche dei test) per oggettivarlo, in quei contesti dove è necessario farlo. Mi spiego meglio. Se devi attribuire dei maestri di sostegno in una scuola elementare, e i maestri sono pochi, come fai a scegliere i bambini che ne hanno diritto? Devi fare delle graduatorie. A questo punto serve un metodo oggettivo che mi consenta di farlo: se usassi la soggettività, il tuo giudizio sarebbe diverso dal mio, e da quello di mille altri, e chi ha ragione?
Portami un risultato tratto da un articolo e forse saprò spiegarti meglio.
Esempio: nella stanza di neuropsicologia stiamo
discutendo su un articolo il cui risultato è che durante il sonno NREM la tramissione dei segnali nella corteccia si propaga meno e si estingue in tempi più brevi rispetto alla veglia. Questo è il risultato. Noi si discute sull'interpretazione da dare al fatto in relazione ad altri risultati e alla coscienza. Se vuoi un qualunque articolo mandami un PM che te lo spedisco.
In ogni caso il fatto in sè rappresenta sicuramente un insieme di significati e quindi non ne è divisibile.
Questa è una tua assunzione. Come fai a sostenerla?
Quando tu parli di differenza fra risultati oggettivi e discussione sui significati operi una divisione razionale, ma non reale, fra le due. Nello stesso momento in cui fai esperienza dei risultati essi hanno un tuo personale significato.
Ovvio che non sono d’accordo : può essere vero che nel momento in cui faccio esperienza essi abbiano un personale significato, ma posso ancora scindere tra fatto in sé e significato. Ma scusami, se vai alla stazione e perdi il treno, ci possono infiniti significati diversi (se perdi un appuntamento importante/ti eri svegliato presto/etc ti arrabbi, se ce ne è un altro fra 5 minuti non è niente di grave; in relazione alle varie credenze potrei dire che è stato il destino, il caso, l’influenza di uno spirito, il traffico che ho trovato per arrivare alla stazione, etc), ma comunque il fatto oggettivo rimane, sia per te che per tutti gli altri: hai perso il treno (il fatto nudo e crudo).