Bravo Accadueo hai centrato il problema
quello che tu esponi non è un pregiudizio, è esattamente ciò che accade: la sostanza spesso ha una potenza dirompente, come tu dici, autoritaria; è per questo che il terapeuta a volte deve assumere un atteggiamento fermo e direttivo, ma senza essere autoritario, perchè rischierebbe di entrare in competizione con qualcosa che soprattutto nelle fasi iniziali della terapia irrompe prepotentemente nel setting facilitando un possibile drop out....il problema è sempre trovare il giusto equilibrio tra una messa in gioco necessaria ad ottenere la fiducia dell'impaziente e un sano distacco.
Purtoppo spesso il tossicodipendente agisce dinamiche fortemente manipolatorie e seduttive con le quali mira ad impietosire l'operatore mostrandosi completamente succube della sostanza e, di conseguenza, non responsabile delle proprie azioni; chiaramente non tutti sono così ma di fatto il problema della collusione è uno dei più spinosi riguardo al trattamento dei tossicodipendenti.
In sostanza (tanto per rimanere in tema ) anche la collusione può diventare l'anticamera del drop out.