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  1. #61
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    Riferimento: lavoro neuropsicologo...facciamoci un'idea

    Citazione Originalmente inviato da alinanila Visualizza messaggio
    come si articola il lavoro di un neuropsicologo?

    vi ringrazio in anticipo
    Uh, credo che servirebbe un nuovo thread solo per rispondere a questa domanda.
    E non sarebbe neanche una cattiva idea
    Nel contempo, mi sento di dare questa risposta (ma tieni conto che anche se la mia formazione universtaria e' avvenuta in Italia, quella professionale e' avvenuta prevalentemente negli UK)

    Il neuropsicologo e' innanzitutto uno psicologo. Come tale, ha (o dovrebbe avere , a seconda delle condizioni in cui lavora) come obiettivo ultimo quello di migliorare la qualita' di vita di un paziente tramite l'applicazione delle tecniche di cui e' a conoscenza, che nel caso specifico includono anche - in maniera significativa - la valutazione dei punti di forza e di debolezza relativa nel suo profilo cognitivo. Faccio un paio di esempio nel campo delle demenze/stroke/traumi cranici, di cui mi sono occupato negli ultimi 7/8 anni

    a) Nella valutazione delle funzioni cognitive superiori a supporto dell'attivita' diagnostica differenziale delle demenze. Il medico in genere in Italia e' il neurologo (in Inghilterra neurologi e/o psichiatri). Qui vorrei sottolineare non tanto l'anamesi, somministrazione/intepretazione di test (ci arriveremo dopo), ma la presa a carico della persona nella sua interezza; che cosa ha comportato per questa persona sperimentare problemi di memori/anomie/altri disturbi cognitivi? In che modo ha avuto un impatto sulla relazione di coppia, con i figli, parenti, amici, in termini di relazioni sociali? Nella valutazione emerge uno stato d'ansia o di depressione che influisce significativamente nella loro vita? Se si, cosa si puo' fare? (si possono fornire 'leaflets' sulla gestione dell'ansia ad esempio, o brevi momenti di psicoeducazione sull'imparare a riconoscerne e bloccarne i sintomi durante la restituzione come ultimo appuntamento). Inoltre: ci sono rischi significativi a casa? Se ci sono, cosa e' stato fatto per gestirli? etc etc etc. Avendo prestate ai miei tempi tirocinio volontario so che tutte queste cose vanno in secondissimo piano e si da un focus quasi totale alla testistica neuropsicologica. Direi che il focus andrebbe ribaltato, in un mondo ideale.
    La valutazione neuropsicologica di per se ovviamente deve essere di alto standard. Adatta alla richiesta del referente (si dice cosi'?), alle possibilita' del paziente e specifica al punto giusto. Non stiamo facendo ricerca e non e' necessario torturare i pazienti con test minuziosi ma di scarso valore clinico :-) Il neuropsicologo valuta tutte le funzioni cognitive superiori e si sofferma a testare meglio quelle che rappresentano un problema (a meno che non ci si voglia soffermare sui punti di forza relativi, ma questo in genere accade nel campo della riabilitazione). In Italia avevo un ora a disposizione per vedere pz (ospedale pubblico; il tutto doveva includere l'anamnesi con il familiare - in genere svolta da una seconda persona - e i test). Qui nella memory clinic in Inghilterra, i casi inviati al neuropsicologo vengono visti in media almeno 3 ore (3 sedute). Ambiente diversissimo per carita', realta' quasi incomparabili. Idealmente si dovrebbero poi dedicare 30 minuti/1 ora per la restituzione - probabilmente la parte piu' importante per il paziente. E' un momento di discussione e spesso di accoglimento di un bisogno emotivo. Fondamentale. La mia esperienza in Italia e' che non esisteva nulla del genere, ma mi aspetto che altri servizi offrano qualcosa, anche se in versione ridottissima

    b) Il neuropsicologo e' una figura fondamentale in tutte le cliniche per la riabilitazione di traumatizzati cranici, persone con stroke, con alcune malattie neurodegenerative (Sclerosi Multipla, Parkison's Disease etc.). Si lavora con altri professionisti (in Inghilterra, Occupational Therapists, fisioterapisti, infermieri, support worker etc). Si valutano i punti di forza e di debolezza del pz, si cerca di capire come aiutare le altre discipline, si prendono in carico i disturbi emotivi che sono frequentissimi etc. Una prova che lo psicologo e' fondamentale? Queste cliniche sono spesso gestite e coordinate da psicologi.

    c) ... chi e' piu' esperto di me potra' aggiungere dettagli sul ruolo del neuropsicologo dell'eta' evolutiva

    ...meglio che mi rimetto al lavoro va

  2. #62
    Partecipante Affezionato L'avatar di alinanila
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    grazie mille!
    adesso magari ho un'idea un pochino più chiara su quello che andrò a fare!

    la triennale in generale e sperimentale a firenze
    Ultima modifica di crissangel : 08-01-2014 alle ore 14.13.51

  3. #63
    Partecipante Affezionato
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    Riferimento: lavoro neuropsicologo...facciamoci un'idea

    Citazione Originalmente inviato da Marco_va Visualizza messaggio
    Uh, credo che servirebbe un nuovo thread solo per rispondere a questa domanda.
    E non sarebbe neanche una cattiva idea
    Nel contempo, mi sento di dare questa risposta (ma tieni conto che anche se la mia formazione universtaria e' avvenuta in Italia, quella professionale e' avvenuta prevalentemente negli UK)

    Il neuropsicologo e' innanzitutto uno psicologo. Come tale, ha (o dovrebbe avere , a seconda delle condizioni in cui lavora) come obiettivo ultimo quello di migliorare la qualita' di vita di un paziente tramite l'applicazione delle tecniche di cui e' a conoscenza, che nel caso specifico includono anche - in maniera significativa - la valutazione dei punti di forza e di debolezza relativa nel suo profilo cognitivo. Faccio un paio di esempio nel campo delle demenze/stroke/traumi cranici, di cui mi sono occupato negli ultimi 7/8 anni

    a) Nella valutazione delle funzioni cognitive superiori a supporto dell'attivita' diagnostica differenziale delle demenze. Il medico in genere in Italia e' il neurologo (in Inghilterra neurologi e/o psichiatri). Qui vorrei sottolineare non tanto l'anamesi, somministrazione/intepretazione di test (ci arriveremo dopo), ma la presa a carico della persona nella sua interezza; che cosa ha comportato per questa persona sperimentare problemi di memori/anomie/altri disturbi cognitivi? In che modo ha avuto un impatto sulla relazione di coppia, con i figli, parenti, amici, in termini di relazioni sociali? Nella valutazione emerge uno stato d'ansia o di depressione che influisce significativamente nella loro vita? Se si, cosa si puo' fare? (si possono fornire 'leaflets' sulla gestione dell'ansia ad esempio, o brevi momenti di psicoeducazione sull'imparare a riconoscerne e bloccarne i sintomi durante la restituzione come ultimo appuntamento). Inoltre: ci sono rischi significativi a casa? Se ci sono, cosa e' stato fatto per gestirli? etc etc etc. Avendo prestate ai miei tempi tirocinio volontario so che tutte queste cose vanno in secondissimo piano e si da un focus quasi totale alla testistica neuropsicologica. Direi che il focus andrebbe ribaltato, in un mondo ideale.
    La valutazione neuropsicologica di per se ovviamente deve essere di alto standard. Adatta alla richiesta del referente (si dice cosi'?), alle possibilita' del paziente e specifica al punto giusto. Non stiamo facendo ricerca e non e' necessario torturare i pazienti con test minuziosi ma di scarso valore clinico :-) Il neuropsicologo valuta tutte le funzioni cognitive superiori e si sofferma a testare meglio quelle che rappresentano un problema (a meno che non ci si voglia soffermare sui punti di forza relativi, ma questo in genere accade nel campo della riabilitazione). In Italia avevo un ora a disposizione per vedere pz (ospedale pubblico; il tutto doveva includere l'anamnesi con il familiare - in genere svolta da una seconda persona - e i test). Qui nella memory clinic in Inghilterra, i casi inviati al neuropsicologo vengono visti in media almeno 3 ore (3 sedute). Ambiente diversissimo per carita', realta' quasi incomparabili. Idealmente si dovrebbero poi dedicare 30 minuti/1 ora per la restituzione - probabilmente la parte piu' importante per il paziente. E' un momento di discussione e spesso di accoglimento di un bisogno emotivo. Fondamentale. La mia esperienza in Italia e' che non esisteva nulla del genere, ma mi aspetto che altri servizi offrano qualcosa, anche se in versione ridottissima

    b) Il neuropsicologo e' una figura fondamentale in tutte le cliniche per la riabilitazione di traumatizzati cranici, persone con stroke, con alcune malattie neurodegenerative (Sclerosi Multipla, Parkison's Disease etc.). Si lavora con altri professionisti (in Inghilterra, Occupational Therapists, fisioterapisti, infermieri, support worker etc). Si valutano i punti di forza e di debolezza del pz, si cerca di capire come aiutare le altre discipline, si prendono in carico i disturbi emotivi che sono frequentissimi etc. Una prova che lo psicologo e' fondamentale? Queste cliniche sono spesso gestite e coordinate da psicologi.

    c) ... chi e' piu' esperto di me potra' aggiungere dettagli sul ruolo del neuropsicologo dell'eta' evolutiva

    ...meglio che mi rimetto al lavoro va


    ciao. L'idea di andare all'estero ultimamente si fa più forte ma non ho idea di come funzioni praticamente. potresti dirmi come hai fatto ad inserirti in un centro specializzato in Inghilterra? hai contattato direttamente la clinica e ti sei proposta come volontaria o per essere assunta, avevi già una buona conoscenza dell'inglese? hai fatto prima qualche master?
    Grazie mille!

  4. #64
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    Riferimento: lavoro neuropsicologo...facciamoci un'idea

    Citazione Originalmente inviato da francesca_pi Visualizza messaggio
    ciao. L'idea di andare all'estero ultimamente si fa più forte ma non ho idea di come funzioni praticamente. potresti dirmi come hai fatto ad inserirti in un centro specializzato in Inghilterra? hai contattato direttamente la clinica e ti sei proposta come volontaria o per essere assunta, avevi già una buona conoscenza dell'inglese? hai fatto prima qualche master?
    Grazie mille!
    Ciao Francesca,

    Ti rimando al mio post sul thread lavorare all'estero per sapere il mio background e come sono arrivato qui...
    se hai qualsiasi domanda feel free di contattarmi con un pm privato

  5. #65
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    Riferimento: lavoro neuropsicologo...facciamoci un'idea

    Secondo me il lavoro del neuropsicologo è molto bello ma non vedo molti sbocchi e possibilità lavorativa. All'estero è tutto diverso... da quelle realtà che conosco la figura del neuropsicologo non è percepita come essenziale qui in Italia; adesso sta iniziando un pochino a prendere piede ma ci vorranno anni e risorse perchè si possa inserire e stabilizzare la figura professionale del neuropsicologo. Secondo me c'è poca propensione in molte strutture, che preferiscono prendere altre figure non capendo che si può ottenere maggiore beneficio per l'utente finale dalla collaborazione di più figure diverse, ognuna con una sua peculiarità. Comunque conosco qualcuno che lavora come neuropsicologo ma con contratti a progetto spesso poi non rinnovati (ma è così ovunque ormai). Ricordo anche che in università dicevano che è anche compito dei neuropsicologi far comprendere il proprio valore per il benessere del paziente, solo così forse chi decide le assunzioni e le spese può rendersi conto dell'importanza di tale figura.

  6. #66
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    Riferimento: lavoro neuropsicologo...facciamoci un'idea

    Scusa ma tu hai fatto quindi un dottorato per lavorare in inghilterra co
    E neuropsicologo? Mi piacerebbe un sacco!

  7. #67
    Partecipante Esperto L'avatar di cariatide
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    Riferimento: lavoro neuropsicologo...facciamoci un'idea

    Ciao, mi rivolgo a chi già lavora come neuropsicologo per capire se nella pratica privata ci sia spazio. Mi spiego: sto svolgendo il tirocinio post-lauream in una UVA e le psicologhe che lavorano lì (rigorosamente con contratto di libera professione ) mi dicono che privatamente c'è molto poco da fare. In effetti vedo anch'io che la maggior parte dei pazienti sono esenti dal pagamento di qualsiasi somma di denaro (per età o reddito o patologie varie), quindi sorge spontaneo chiedersi perché dovrebbero pagare per avere la stessa prestazione al di fuori dell'ospedale. D'altra parte però vedo che ci sono dei centri privati. Qualcuno mi saprebbe consigliare?
    Grazie e buon anno a tutti
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    "Nella vita si può essere più di un passeggero" (Amelia Earhart)
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  8. #68

    Riferimento: lavoro neuropsicologo...facciamoci un'idea

    Mi "accodo" alla domanda di cariatide..
    Io sto valutando diversi master e quello in neuropsiologia mi interesserebbe.. Ma mi chiedevo.. il master serve effettivamente per poter lavorare in questo campo visto che esiste una scuola di specializzazione?

  9. #69
    L'avatar di crissangel
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    Riferimento: lavoro neuropsicologo...facciamoci un'idea

    Citazione Originalmente inviato da cariatide Visualizza messaggio
    Ciao, mi rivolgo a chi già lavora come neuropsicologo per capire se nella pratica privata ci sia spazio. Mi spiego: sto svolgendo il tirocinio post-lauream in una UVA e le psicologhe che lavorano lì (rigorosamente con contratto di libera professione ) mi dicono che privatamente c'è molto poco da fare. In effetti vedo anch'io che la maggior parte dei pazienti sono esenti dal pagamento di qualsiasi somma di denaro (per età o reddito o patologie varie), quindi sorge spontaneo chiedersi perché dovrebbero pagare per avere la stessa prestazione al di fuori dell'ospedale. D'altra parte però vedo che ci sono dei centri privati. Qualcuno mi saprebbe consigliare?
    Grazie e buon anno a tutti
    Ciao Cariatide
    In effetti anche io quando mi sono occupato di neuropsicologia sono riuscito a farlo solamente all'interno di strutture o dell'asl. Privatamente è molto difficile, anche appunto per la questione dei costi. E' anche vero che l'ASL e gli Enti privati convenzionati rispondono a dei criteri relativi ai servizi da erogare (come i LEA, livelli essenziali di assistenza e come stabilito nei piani di zona) e che di sicuro nel servizio pubblico non c'è (o ce n'è davvero poco) spazio per la riabilitazione cognitiva in generale e neuropsicologica in particolare.
    Per le valutazioni neuropsicologiche e la riabilitazione ci sono strutture come per esempio l'IRCCS Eugenio Medea "La Nostra Famiglia" dove ogni tanto vengono erogate delle borse di studio, tramite bando di concorso; il servizio pubblico ha in genere un ambulatorio di valutazione nei reparti, poi come hai detto tu ci sono le UVA; garantisce anche le valutazioni per le commissioni Legge 104. I punti deboli sono le liste d'attesa e quindi i tempi (talvolta biblici).
    Ho scovato una Associazione nel milanese che attraverso la collaborazione dei medici di medicina generale fornisce un servizio di screening per l'individuazione di demenze e di valutazione completa citando un decreto che rende valevoli, di fronte a eventuali commissioni, il referto del privato. Insomma, credo che per provare a costruire qualcosa come privati sia necessario farsi una idea di cosa offre la struttura ospedaliera e il contesto sociale circostante e proporre qualcosa che non è presente o che ha dei punti deboli (quali per esempio i tempi troppo lunghi). Banale dirlo: la crisi esplosa negli ultimi anni, di cui c'erano tutte le avvisaglie da tempo, ha reso il tutto decisamente più complicato.
    Vedo che sei di Verona, prova a prendere contatti con il Centro Don Calabria, quello di via San Marco, tanto per tastare un pochino il terreno non si sa mai....

    Citazione Originalmente inviato da Sanseviera Visualizza messaggio
    Mi "accodo" alla domanda di cariatide..
    Io sto valutando diversi master e quello in neuropsiologia mi interesserebbe.. Ma mi chiedevo.. il master serve effettivamente per poter lavorare in questo campo visto che esiste una scuola di specializzazione?
    Ciao Sanseviera, provo a rispondere anche a te. Io credo che un buon master ti dia delle discrete conoscenze teoriche e un buon tirocinio ti possa fornire una buona base di partenza dal punto di vista pratico e applicativo. La specializzazione, banalmente, dura di più, approfondisce di più e prepara anche alla gestione del paziente ad ampio raggio; alla fine della stessa sei uno specialista in neuropsicologia a tutti gli effetti. Io personalmente ho preferito un master di secondo livello in neuropsicologia e poi una scuola di psicoterapia.
    Ma al di là delle differenze formali e formative e delle competenze che alla fine uno è riuscito a costruirsi (che ripeto, si possono acquisire anche con un master, un tirocinio ed esperienze/approfondimenti personali tramite convegni, letture, seminari), ciò che poi fa la differenza è essere in grado di cogliere ogni occasione e cercare di creare rete e contatti. Credo che la neuropsicologia, nei suoi diversi ambiti applicativi specie in taluni settori come ad esempio l'anziano, non sia ancora satura, però come in tutte le aree è difficile inserirsi. Come singoli privati, master o scuola che sia, la vedo molto molto dura oggi.
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  10. #70
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    Riferimento: lavoro neuropsicologo...facciamoci un'idea

    Grazie 1000 Crissangel
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  11. #71

    Riferimento: lavoro neuropsicologo...facciamoci un'idea

    Grazie Crissangel, sei stao illuminante.
    La neuropsicologia mi appassiona molto e vorrei tentare la strada del master. So che non sarà affatto facile la vita nel mondo del lavoro ma tanto a noi psicologi non piacciono le cose facili, giusto?
    Ho trovato un master universitario di II livello e ho fatto la richiesta di ammissione, intanto incrocio le dita

  12. #72

    Riferimento: lavoro neuropsicologo...facciamoci un'idea

    Citazione Originalmente inviato da Sanseviera Visualizza messaggio
    Grazie Crissangel, sei stao illuminante.
    La neuropsicologia mi appassiona molto e vorrei tentare la strada del master. So che non sarà affatto facile la vita nel mondo del lavoro ma tanto a noi psicologi non piacciono le cose facili, giusto?
    Ho trovato un master universitario di II livello e ho fatto la richiesta di ammissione, intanto incrocio le dita
    ciao a tutti!
    sono una laureanda in Scienze e Tecniche psicologiche a Messina (L-24) un po' confusa..
    vorrei un chiarimento da voi Neuropsicologi più esperti e sicuramente più informati di me, che sono ancora all'inizio. vorrei sapere se la Magistrale in Psicologia(LM-51) è "standard" per tutti gli studenti che devono completare i 5 anni per potersi iscrivere all'albo. mi spiego meglio: a messina la magistrale è in "Psicologia", e per esempio la Magistrale di Bologna è "neuroscienze e riabilitazione neuropsicologica" ma entrambe sono LM-51. è indicativo il titolo della magistrale per la figura che diventeremo? cioè, se concludo i miei studi a messina, divento psicologa, mentre se vado a Bologna divento neuropsicologa? oppure indipendentemente dalla magistrale che scelgo e dal titolo del corso di studi della LM-51, devo accedere a un master di II livello o a una scuola di specializzazione per diventare Neuropsicologa?
    spero di essermi spiegata e attendo risposta..

  13. #73
    L'avatar di crissangel
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    Riferimento: lavoro neuropsicologo...facciamoci un'idea

    Citazione Originalmente inviato da moonfede Visualizza messaggio
    ciao a tutti!
    sono una laureanda in Scienze e Tecniche psicologiche a Messina (L-24) un po' confusa..
    vorrei un chiarimento da voi Neuropsicologi più esperti e sicuramente più informati di me, che sono ancora all'inizio. vorrei sapere se la Magistrale in Psicologia(LM-51) è "standard" per tutti gli studenti che devono completare i 5 anni per potersi iscrivere all'albo. mi spiego meglio: a messina la magistrale è in "Psicologia", e per esempio la Magistrale di Bologna è "neuroscienze e riabilitazione neuropsicologica" ma entrambe sono LM-51. è indicativo il titolo della magistrale per la figura che diventeremo? cioè, se concludo i miei studi a messina, divento psicologa, mentre se vado a Bologna divento neuropsicologa? oppure indipendentemente dalla magistrale che scelgo e dal titolo del corso di studi della LM-51, devo accedere a un master di II livello o a una scuola di specializzazione per diventare Neuropsicologa?
    spero di essermi spiegata e attendo risposta..
    Ciao e benvenuta nel forum di Opsonline!
    Dopo la laurea specialistica si diventa Dottori in psicologia, indipendentemente da quale indirizzo si è scelto. In seguito a superamento dell'esame di stato e all'iscrizione all'albo si diventa Psicologi a tutti gli effetti (abilitazione e iscrizione all'albo). Ovviamente ogni indirizzo fornisce una preparazione maggiormente mirata all'ambito scelto, tuttavia legalmente il titolo non cambia anche se è possibile specificare l'indirizzo su cui il proprio corso di laurea verteva.
    Detto questo, il titolo di neuropsicologo dovrebbe essere conferito unicamente dalla Scuola di Specializzazione in Neuropsicologia universitaria (quindi pubblica o una privata riconosciuta dal MIUR e quindi ritenuta equipollente ai fini formativi). Un master di secondo livello, come dicevo sopra, ti può dare una buona base teorica specie per gli aspetti diagnostici e riabilitativi, da integrare con un buon tirocinio e ti conferisce il titolo di "Diploma di Master in (segue lo specifico titolo del master)". Attenzione sempre a non usare, dopo la sola specialistica, il titolo relativo al corso di laurea senza specificare che si tratta di indirizzo, per capirci: se scegli di laurearti a Bologna non diventi "neuropsicologa", diventi "laureata in Psicologia indirizzo neuroscienze e riabilitazione neuropsicologica". Anche dopo la formazione post laurea c'è da capire come definirsi; i diversi albi regionali sembrano avere criteri a parametri differenti per l'utilizzo delle diciture. Per esempio il mio consiglia di utilizzare la formula "con titoli ed esperienza in..." dopo aver conseguito un master, mentre un master di secondo livello e un periodo di, se non ricordo male, 3 anni di attività nel settore permettono senza troppi problemi la dicitura di esperto (in questo caso in "neuropsicologia").
    Comunque, per farla breve, il Cdl non conferisce un titolo specifico, tra le altre cose i titoli riconosciuti con relativi albi sono per il momento solo quelli di psicologo e di psicoterapeuta.

    Comunque l'argomento qui è un pochino OT (esula un po' dall'argomento principale) e ci sono diverse discussioni a riguardo. Se vuoi maggiori informazioni ti consiglio di spulciare un pochino il forum. QUESTO THREAD per esempio potrebbe esserti utile
    Ultima modifica di crissangel : 29-01-2014 alle ore 10.15.38
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  14. #74
    Partecipante Affezionato
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    Competenze isolate del Neuropsicologo rispetto ad altri orientamenti

    La mia domanda è semplice e diretta. Lasciando da parte ipotetici ragionamenti di matrice epistemologica, di filosofia della scienza o troppo teorici, quali sono le principali differenze fra la pratica clinica del Neuropsicologo e quella del Neurologo. E sia chiaro, intendo solamente l'ambito Clinico.

    Esistono cose che il Neuropsicologo conosce e che il Neurologo non conosce?


    Ho trovato questo articolo che è molto esplicativo http://www.ordpsicologier.it/public/...iainitalia.pdf

    Vorrei però sapere, da chi ha esperienza diretta, se la figura del Neuropsicologo è ben chiara agli occhi delle altre figure cliniche. So, per riscontro personale, che molti medici non conoscono nemmeno quali siano le psicologie; molti credono che la terapia psicologica sia quella relativa ad un immaginario collettivo certamente aberrante.
    Ultima modifica di IoSonoMarco : 08-08-2014 alle ore 20.51.31

  15. #75

    Riferimento: lavoro neuropsicologo...facciamoci un'idea

    Ciao Marco,

    ecco il mio tentativo:

    NEUROLOGO
    - Medico che si occupa delle malattie neurologiche, cioè del sistema nervoso (centrale e periferico).
    - Per la diagnosi si serve di: osservazione e intervista clinica, indagini strumentali (TAC, RM, EEG), test e scale di base
    - Per il trattamento si serve di: farmaci
    - Ha una conoscenza approfondita di: aspetti anatomo-fisiologici-patologici di tutto il sistema nervoso
    - Ha una conoscenza di base di: aspetti cognitivi

    NEUROPSICOLOGO
    - Specialista dei disturbi cognitivi. I disturbi cognitivi nella maggioranza dei casi sono dati da malattie neurologiche (alzheimer, ictus, parkinson), ma posso avere anche altra origine: psichiatrica, metabolica, ecc.
    - Per la diagnosi si serve di: osservazione e intervista clinica, test e scale
    - Per il trattamento si serve di: riabilitazione cognitiva (o neuropsicologica)
    - Ha una conoscenza approfondita di: aspetti cognitivi
    - Ha una conoscenza di base di: aspetti anatomo-fisiologici-patologici del sistema nervoso centrale, in particolare della corteccia cerebrale

    ESEMPIO (ULTRASEMPLIFICATO)
    Un neurologo visita un paziente con storia di ictus, e con presenza di occlusioni di alcune arterie, rileva qualitativamente un disturbo di memoria.
    Lo inviterà a sottoporsi ad una visita dal neuropsicologo, il quale tramite la somministrazione dei test, rileverà un grave deficit di memoria a lungo termine anterograda verbale e un lieve deficit di memoria a breve termine visuo-spaziale. Il neurologo, leggerà il referto del neuropsicologo, e confermerà la diagnosi di demenza vascolare.

    CONSIDERAZIONI GENERALI
    - Si tratta di due figure complementari, non si sovrappongono e "non si fanno concorrenza". Alcuni professionisti ricoprono entrambi i ruoli, sono i cosiddetti "neurologi specializzati in neuropsicologia".
    - E' bene infatti precisare che il neuropsicologo può avere una laurea in psicologia (Psicologo-Neuropsicologo) oppure in medicina (es. Neurologo-Neuropsicologo)
    - In Italia solo negli ultimi anni si è diffusa la figura dello Psicologo-Neuropsicologo, fino a qualche anno fa la neuropsicologia era un'area presidiata esclusivamente dai neurologi.
    - La prova evidente è che il 95% dei libri o dei test italiani di neuropsicologia sono scritti da neurologi: Bisiach, De Renzi, Vallar, Papagno, Denes, Pizzamiglio, Caltagirone, Carlesimo, Berti, Della Sala, Spinnler, ecc., sono tutti medici! E gli psicologi? Pochini al confronto: Ladavas, Cubelli, Bartolo, Balconi, Inzaghi, Cotelli, Miniussi.

    CONOSCENZA DELLA FIGURA DEL NEUROPSICOLOGO
    Dalla mia esperienza, direi che l'attività del neuropsicologo (conosciuto anche come "quello che fa i test") è conosciuta dal:
    - 99% dei neurologi
    - 85% dei geriatri
    - 85% dei fisiatri
    - 70% degli psichiatri
    - 45% dei medici di medicina generale

    Ciaooo
    Ultima modifica di psychocircus : 01-09-2014 alle ore 16.13.39

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