Ottima risposta. Grazie Psychocircus, mi hai chiarito un po' di cose. Anche se non mi è chiaro come possa il neurologo conseguire una specialistica in Neuropsicologia dal momento che per iscriverti in una di queste specialistiche si devono possedere alcuni crediti nelle aree PSI. Molto probabilmente sono crediti che si recuperano, ma questo potrebbe poter significare che di Neurologi specializzati in Neuropsicologia, oggi, nell'ambito clinico, ce ne siano molto pochi. Si spera sia così.
Dando una interpretazione un po' fantasiosa e pessimista della questione mi viene però quasi da pensare che il Neuropsicologo sia come un "manovale" della pratica clinica. Anche se è ovvio che la qualità della terapia e l'incidenza che la conoscenza degli aspetti cognitivi ha su di essa risentono molto di questa piccola parte di scienza di cui si occupa lo psicologo cognitivo.
La mia domanda sorgeva, in realtà, non per interesse diretto nei confronti della terapia, ma perché ero curioso di capire quali conoscenze possedesse uno e quali l'altro in media. Questo perché essendo più appassionato del versante della ricerca pura noto che spesso gli articoli, gli argomenti di studio, le teorie induttive, le ipotesi, i paradigmi di ricerca inventati e utilizzati, portati avanti da psicologi cognitivi o neuropsicologi sono molto più complessi e interessanti (spesso fantasiosi) rispetto a quelli perpetrati da medici. Mi vengono in mente Dehaene, Haggard, Sirigu, ecc.
In realtà mi risulta difficile credere che il neuropsicologo sia l'unico specialista dei sistemi cognitivi (teorici). Ho sempre pensato che questo campo di ricerca fosse comune alle varie cliniche che si occupano di problematiche cerebrali. Evidentemente mi sbagliavo.