• Opsonline.it
  • Facebook
  • twitter
  • youtube
  • linkedin
Visualizzazione risultati 1 fino 10 di 10

Discussione: Casi clinici

  1. #1
    Partecipante Assiduo L'avatar di Essekra
    Data registrazione
    18-05-2002
    Residenza
    Palermo
    Messaggi
    178

    Casi clinici

    Ciao a tutti! Qualcuno di voi saprebbe indicarmi un buon testo in cui vengono trattati casi clinici?
    Il percorso accademico prettamente nozionistico che ho da qualche mese terminato mi ha lasciata asciuttina circa l'impostazione del caso clinico e l'agire dello psicologo a livello pratico.
    Dal momento che attualmente nella struttura in cui sto svolgendo il tirocinio non ho possibilità di approfondire "la clinica" vorrei almeno poter leggiucchiare qualcosa a riguardo.


    Mi aiutate?
    "Tu sei una stella che riscoprirò meteora e che brillerà per sempre nel mio universo.."

  2. #2
    Partecipante Figo L'avatar di Pandora
    Data registrazione
    21-02-2005
    Residenza
    Roma, nata e vissuta :)
    Messaggi
    906
    Ciao Essekra

    Ti segnalo un libro molto interessante che chiunque voglia fare lo psicoterapeuta dovrebbe leggere:
    "Apprendere dal paziente" di P. Casement

    Buona lettura

    Dove c'è la Ragione c'è il dispotismo, dove ci sono le ragioni c'è la libertà.
    (P. Martinetti)

    Giace l'alta Cartago, appena i segni
    dell'alte sue ruine il lito serba.
    Muoiono le città, muoiono i regni
    copre i fasti e le pompe arena et erba...

    (T. Tasso)

    -Membro del Club Del Giallo - tessera n°6-SEGRETARIA DI REDAZIONE

    TUTTO CIO' CHE NON CI UCCIDE CI RENDE PIU' FORTI

  3. #3
    Partecipante Assiduo L'avatar di Essekra
    Data registrazione
    18-05-2002
    Residenza
    Palermo
    Messaggi
    178
    Grazie!!!!
    "Tu sei una stella che riscoprirò meteora e che brillerà per sempre nel mio universo.."

  4. #4
    Postatore OGM L'avatar di willy61
    Data registrazione
    20-09-2004
    Residenza
    Albino (BG)
    Messaggi
    4,192
    Blog Entries
    281
    Potresti leggere anche "La psicosi bianca", del Green (Borla, 1982).
    Riporta l'intero testo dei colloqui tra pazientee terapeuta, analizzati e commentati.

    Utile, secondo me.

    Buona vita

    Guglielmo
    Dott. Guglielmo Rottigni
    Ordine Psicologi Lombardia n° 10126

  5. #5
    psycone
    Ospite non registrato
    ciao
    ti consiglio un libro di Renzo Carli e Rosamaria Paniccia CASI CLINICI ed.Il mulino
    Penso che faccia al caso tuo, ma sopratutto è la dimostrazione di un modo di intervento specifico per lo psicologo clinico (che lo distingue dalla psicoterapia)
    quella teoria della tecnica chiamata -analisi della domanda-
    Lo consiglio a tutti, specie a coloro che cercano la specificità della competenza psicologica rispetto alle tecniche psicoterapeutiche, o a coloro che non sono soddisfatti da queste e primaditutto vogliono fare gli psicologi

  6. #6

    Riferimento: Casi clinici

    ciao a tutti,devo sostenere a breve l'esame di laboratorio analisi della domanda (con Sergio Salvatore,collega di Carli,Paniccia,ecc.),sono della triennale. Purtroppo non abbiamo testi da studiare,solo alcune dispense sintetiche e poco chiare. L'esame consiste nell'analisi della domanda su un caso,ma non so proprio da dove iniziare nonostante ho studiato oltre che da qsti appunti anche su altro materiale trovato qua e là,potreste spiegarmi come si fa un analisi della domanda?vi ringrazio in anticipo.

  7. #7
    Partecipante Esperto L'avatar di Keblish
    Data registrazione
    29-11-2006
    Messaggi
    324
    Blog Entries
    2

    Riferimento: Casi clinici

    guarda un po' qua

    ti è d'aiuto?

  8. #8
    Postatore Compulsivo L'avatar di ste203xx
    Data registrazione
    04-08-2003
    Residenza
    Latina-Roma
    Messaggi
    3,140

    Riferimento: Casi clinici

    ciao Shinxone, se devi fare l'esame con un collega di Carli & Paniccia che condivide la loro impostazione clinica (stavo per dire "adepto" ...quando c'erano loro a Roma il loro approccio era quasi una religione da venerare e non contraddire, l'unica verità assoluta e suprema) allora non vanno bene i materiali presi qua e là perché potrebbero riferirsi all'analisi della domanda in generale, quella trasversale a tutti gli approcci e che viene svolta nella prima parte di un percorso di sostegno o di psicoterapia, mentre loro con questa espressione chiamano proprio un loro approccio specifico, fondato da loro e dagli altri membri del Circolo del cedro, che ha una sua specifica metodologia e un suo linguaggio specifico. Il file che ti ha segnalato Keblish è ottimo, è proprio quello il loro metodo! Se è sintetico, visto che va capito a fondo, puoi leggere un libro piccolino, Analisi della domanda di Carli, oppure cercare "analisi della domanda Carli", ma non semplicemente "analisi della domanda" altrimenti appunto ti escono risultati genelrali ma non il loro specifico approccio. In b al lupo!

  9. #9

    Riferimento: Casi clinici

    Grazie Kleblish spero mi sarà utile il testo,ma come ha detto ste203xx il loro è un approccio da venerare XD e ha ragione, e soprattutto il prof.vuole che usiamo il suo linguaggio(incomprensibile,ho appunti che non hanno un inizio ne una fine)...e inoltre non ho esempi di casi clinici per poter distinguere le caratteristiche delle neoemozioni(mai studiate!),non siamo in grado con gli altri colleghi del corso a proporre una nuova modalità collusiva perchè non abbiamo gli strumenti ne le competenze adatte...e ci chiediamo come poter analizzare la domanda se n sappiamo riconoscere tutto questo! vi ringrazio comunque ^_^ gentilissimi

  10. #10
    Partecipante Esperto L'avatar di Keblish
    Data registrazione
    29-11-2006
    Messaggi
    324
    Blog Entries
    2

    Riferimento: Casi clinici

    Ho trovato questo..

    "Con il costrutto di neoemozioni, quindi, intendiamo una modalità di costruzione e organizzazione della relazione con l'altro, efficace nel creare e mantenere legami. La neoemozione però non ha come obiettivo la conoscenza che dalla relazione può derivare. ALl'opposto, essa propone un sistema di rapporti che si fonda sul tentativo di simbolizzare l'estraneo.." ecc..

    Che, se ci pensi, non è altro che una specie di pregiudizio. Tu vai dal terapeuta, il quale è di fatto un estraneo, e parti già con delle aspettative su di lui, le quali ti servono a considerarlo un non estraneo, a predirne il comportamento e a ridurre l'ansia. Riconoscere l'altro come altro da te ti rompe le palle perché non puoi sapere come reagirà, inoltre non puoi sapere se si accorderà con te, se confermerà le tue aspettative sulla cura ecc.. Riconoscere il terapeuta come estraneo impedisce la collusione, quindi. Se ricordo bene (il dubbio è sui termini, non sui concetti) le neoemozioni, se non riconosciute e neutralizzate, verranno agite nella relazione e il terapeuta si troverà a colludere con il paziente, ossia a fare quello che il paziente vuole e quindi a non essere realmente incisivo..

    Cmq ti capisco. Trattasi di concetti semplici e non nuovi. L'utilizzo di un linguaggio originale dove non necessario (caratteristica di molti autori, in psicologia) ha secondo me almeno le seguenti ragioni: 1, fa figo; 2, da l'impressione di originalità; 3, è comodo per gli autori, nel senso che si mettono li a scrivere senza fare i conti con la letteratura esistente (ché, se ci facessero i conti, sarebbero costretti a utilizzare il linguaggio preesistente e quindi a rivedere analiticamente le proprie teorie e confrontarle con le altre, ecc, insomma un lavoraccio). Ciò ha almeno il seguente esito: rompe le palle a chi deve studiare 'ste robe..

Privacy Policy