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Discussione: Morti sul lavoro

  1. #31
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di semplificatore
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    ... morti di cui non frega niente nè ai media nè ai governanti...

    a loro basta dare le medaglie ai vari militari morti strapagati in Afghanistan e Iraq nelle loro inutili missioni (nemmeno quinquennali...)

    schifo.
    "......c'è chi un giorno invece ha sofferto / e allora ha detto: io parto
    / ma dove vado se parto? / sempre ammesso che parto: ciao! ....
    "
    (da "E la vita e la vita" di Cochi e Renato, 1974)


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  2. #32
    Partecipante Super Figo L'avatar di **Ayax**
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    Dài, però il Ministro del Lavoro ha espresso "commossa vicinanza", vuoi mettere?!

  3. #33
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    Eccone altre due persone morte sul luogo di lavoro

    incendio-acciaieria

    altri cinque operai con ustioni tra il 60% ed il 90 % del corpo, il che non è proprio una bella prognosi
    " E se scruti a lungo un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te" Nietzsche


    dai un'occhiata a questo sito www.altrapsicologia.it

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  4. #34
    Postatore Compulsivo L'avatar di ghiretto
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    nell'orbita di Anarres
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    proporrei di unire questo tread con l'altro la cronaca dei trascurati
    " E se scruti a lungo un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te" Nietzsche


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  5. #35
    Ghiotto patato ಠ_ಠ L'avatar di Biz
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  6. #36
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di semplificatore
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    Citazione Originalmente inviato da ghiretto Visualizza messaggio
    Eccone altre due persone morte sul luogo di lavoro

    incendio-acciaieria

    altri cinque operai con ustioni tra il 60% ed il 90 % del corpo, il che non è proprio una bella prognosi

    ...e siccome non sono militari inutilmente strapagati, non sono eroi della patria, dunque, lo scorso week end il TG1 ha aperto con la diretta della prima alla Scala.
    Se un "nostro" militare in Afghanistan si feriva un'unghia sarebbe stata la solita gnorgnìa sensazional-propagandistica.

    L'Italia non è un paese serio.

    Vergogna
    "......c'è chi un giorno invece ha sofferto / e allora ha detto: io parto
    / ma dove vado se parto? / sempre ammesso che parto: ciao! ....
    "
    (da "E la vita e la vita" di Cochi e Renato, 1974)


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  7. #37
    Super Postatore Spaziale L'avatar di Chiaraaaaaa
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    La Superga degli operai
    Gad Lerner
    da Repubblica
    09.12.2007



    La strage senza fine dell’acciaieria ThyssenKrupp rappresenta il culmine di un tragitto d’umiliazione della Torino operaia. Per la colpevole incuria da cui è scaturita, immagino verrà ricordata nella memoria popolare come l’esito ultimo della sconfitta dell’ottobre 1980, quando fu intrapreso l’allontanamento di decine di migliaia di lavoratori dagli stabilimenti Fiat. Furono decine i cassintegrati dell’epoca che si tolsero la vita. E da allora la condizione operaia viene simbolicamente percepita come condanna all’infelicità, destinata a essere vissuta in un ambito del tutto privato. Da sopportare grazie al sostegno familiare, ma senza eccessive speranze di miglioramento.
    Il rogo di giovedì scorso è molto più di un incidente sul lavoro. E’ una Superga operaia maturata nell’isolamento sociale. E’ il segnale della decadenza del lavoro di fabbrica a pratica considerata marginale, benché la produzione industriale rappresenti tuttora l’asse portante della nostra economia, restando l’Italia –insieme alla Germania- il paese europeo a più forte composizione operaia.
    Nel nostro immaginario mutilato la fabbrica è ormai relegata a luogo da terzo mondo. La produzione di acciaio, in particolare, viene considerata prerogativa da asiatici. Quasi che le nostre automobili, i ponti, i grattacieli della post-modernità, potessero farne a meno. E invece neppure la robotica e l’automazione degli impianti avveniristici, in cui si producono i nostri beni di consumo durevole, prescinderanno mai dal ferro e dal fuoco.
    L’officina e la fonderia sopravvivono –nascoste e frammentate- nel retrobottega della nostra società luccicante. Popolate da un nuovo proletariato di individui destinati alla fatica fisica che si contano però a milioni.
    Scandaloso è il divario fra la prosperità dei fatturati ThyssenKrupp –con utili nell’ordine di miliardi di euro- e la costrizione agli straordinari per incrementare buste paga troppo magre, o addirittura per allontanare la minaccia di licenziamento. Col senno di poi apprendiamo che la multinazionale tedesca –in ritardo nelle consegne- aveva preteso uno sforzo produttivo eccezionale da uno stabilimento prossimo alla chiusura nel quale aveva allentato i doverosi controlli di manutenzione e sicurezza. A mezza voce si parla di ispettori del lavoro ex consulenti dell’azienda, o addirittura di ispettori esautorati perché zelanti.
    Ironia della sorte: un paese impaurito che si dilania sul tema della sicurezza, sopporta come inevitabile necessità economica l’insicurezza nei luoghi di lavoro. Sicurezza pubblica e insicurezza privata: la prima può causare la disgrazia dei politici, la seconda sfiora appena la reputazione degli imprenditori. Faceva impressione, nei due giorni successivi alla tragedia di Torino, notare lo scarso rilievo ad essa dedicato dal quotidiano della Confindustria.
    Stavolta invece il terzo mondo siamo noi. Costretti a toccare con mano uno degli effetti meno citati della globalizzazione: quando la direzione dell’azienda –sia pure una multinazionale avanzata sulla frontiera della tecnologia e della governance, come la ThyssenKrupp- risiede distante dallo stabilimento produttivo, è più frequente che si allentino i controlli di sicurezza e la correttezza nei rapporti sindacali. Occhio non vede, cuore non duole. Anche il ricambio degli estintori ha un costo, tanto più se quel lontano stabilimento estero è destinato alla chiusura.
    Venerdì scorso su queste pagine Luciano Gallino ha ben raccontato le difficoltà e i rischi che neppure le più moderne tecnologie possono eliminare dalla produzione dell’acciaio. Caratterizzata da imprevisti frequenti, turni a ciclo continuo, condizioni ambientali disagevoli. Implicando dunque una manodopera esperta, sempre vigile, dotata di professionalità elevata.
    Chiunque abbia visitato un’acciaieria ne esce provando uno speciale rispetto per i lavoratori che trascorrono lì dentro tanta parte delle loro vite. Come gli operai di Torino, morti o in agonia, che supplivano alla carenza di personale prolungando il turno di notte, consolandosi magari col pensiero di poter comprare i regali di Natale ai loro figli, ma afflitti dall’incubo di perdere presto il posto di lavoro.
    Nella Torino attonita che oggi li piange si riconosce l’ingiustizia della retrocessione. Una società dell’acciaio relegata ai margini dalla società virtuale che s’illude di poterne prescindere, rintracciando altrove le fonti del suo benessere. La tragedia della Torino operaia ne viene perciò moltiplicata. Orientati da tanti economisti a indicare il sindacato tra le cause della scarsa crescita del paese, scopriamo con imbarazzo i passi indietro che la sua debolezza strutturale può determinare nella civiltà del lavoro.



    Il grassetto è mio.....

  8. #38
    Partecipante Leggendario L'avatar di pinga
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    il problema è che i parlamentari continuano ancora una volta a trattare argomentazioni inutili (o comunque quelle che fanno maggiormente comodo alle loro tasche e ai loro culi pesanti) invece di pensare a rifinire la 626/94, di cui la maggior parte degli articoli non è sanzionabile.
    ma io dico. quale serietà è fare una legge i cui articoli non sono sanzionabili? quale serietà è che gli addetti alla sicurezza nei cantieri vadano a fare sopralluoghi che fasulli, dove le cose vanno accomodate? quale serietà è uno stato che non mette in regola i lavoratori extracomunitari e che, quindi, quando si infortunano gravemente sul lavoro, non hanno manco diritto agli ammortizzatori sociali (perchè di fatto gli ammortizzatori sociali non ci sono manco per noi)?

  9. #39
    Partecipante Esperto L'avatar di nuryel78
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    Vi inviterei piuttosto a trovare qualche differenza fra quello che è successo a Torino e Marcinelle. Cercato? Trovato? no? e certo:perchè non ce ne sono. solo questo fatto, considerando gli anni che sono passati e che evidentemente nulla hanno insegnato,mi fa venir voglia di rifugiarmi in burundi. tanto il nostro livello di civilizzazione è pressapoco quello, quindi tanto vale!

  10. #40
    Postatore Compulsivo L'avatar di francy1981
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    morti sul lavoro ce ne sono tantissimi..quelli che finiscono sui giornali sono solo una piccola parte, io nella mia piccola realtà, per quel poco che so, in molti luoghi di lavoro manca la sicurezza,mancano le protezioni, gli indumenti infortunistici, i controlli, molti la prendono sotto gamba, vanno a seguire un corso di 8 ore per la sicurezza, pagano qualcosa di più e qualcuno gli fa una firmetta e loro si sentono apposto,poi ci sono anche gli operai che tante volt non sono in sicurezza, lo sanno ma pensano che a loro non capiterà mai..., ci sono uelli che sfruttano le persone dandogli un lavoro sottopagato in nero e gli fanno rischiare la vita....ci vorrebbe più serietà in ogni cosa in questo paese ma non c'è per niente...


    Se sapessi che questi sono gli ultimi attimi che ti vedo, direi "ti amo" e non darei scioccamente per scontato che già lo sai.

    Nessuno può mostrare troppo a lungo una faccia a sé stesso e un'altra alla gente senza finire col non sapere più
    quale sia quella vera.
    (Nathaniel Hawthorne)

    visita questo sito...per dire ANCHE IO SONO DALLA PARTE DI BAMBINI

    My Blog....venite a trovarmi...

  11. #41
    Postatore OGM L'avatar di willy61
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    Morti bianche, altre vittime Gli incidenti tutti nell'edilizia
    I sindacati: «Cantiere irregolare»

    Da l'Unità.it - Morti bianche, altre vittime Gli incidenti tutti nell'edilizia - Cronaca


    Un operaio di 57 anni, Antonio P., residente a Milano, è morto dopo essere caduto dal quinto piano di un palazzo in via Amadeo, a Milano.

    L'uomo stava lavorando come piastrellista presso un edificio di proprietà dell'Aler per lavori di ristrutturazione.

    A causa della perdita di equilibrio l'uomo è precipitato dall'altezza di circa quindici metri. Sul posto sono presenti ancora le squadre del 118, i medici della Asl e la Polizia.

    Un operaio romeno di 29 anni ha perso la vita a Torvajanica, sul litorale romano, dopo essere precipitato all'interno di un cantiere edile da un ponteggio dove lavorava per la costruzione di una palazzina. L'episodio è avvenuto in un cantiere di via Lerici di Torvajanica. L'operaio è precipitato, per cause ancora da chiarire, da un'altezza di circa sei metri ed è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Pomezia e dell'ispettorato del lavoro.

    «Da un'attenta lettura dei dati emerge con chiarezza come, nei nostri settori, la frequenza degli infortuni sia nettamente superiore a quella degli altri comparti industriali». Anzi, in alcuni comparti edili si muore quattro volte di più rispetto all'industria. A denunciare la situazione di rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori nell'edilizia, sono i tre sindacati confederali di categoria, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, che, in un convegno svoltosi a Roma, hanno presentato uno studio sugli infortuni nei cantieri, frutto di un'elaborazione eseguita sul Rapporto Inail 2006.

    Secondo lo studio sindacale, nel 2006 nel settore dei lapidei perde la vita un lavoratore ogni tremila: l'indice di frequenza rilevato (espresso in relazione a mille addetti), per le morti, è infatti di 0,28. Se raffrontato con l'indice di frequenza dell'industria (0,8), si scopre, sostengono i sindacati, che nelle costruzioni si muore quasi 4 volte di più rispetto all'industria. Molto superiore alla media del settore, anche l'incidenza degli infortuni mortali in edilizia (0,17) e nel settore legno (0,9).

    Un operaio romeno di 29 anni ha perso la vita questa mattina a Torvajanica, sul litorale romano, dopo essere precipitato all'interno di un cantiere edile da un ponteggio dove lavorava per la costruzione di una palazzina. L'episodio è avvenuto in un cantiere di via Lerici di Torvajanica. L'operaio è precipitato, per cause ancora da chiarire, da un'altezza di circa sei metri ed è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Pomezia e dell'ispettorato del lavoro.


    Alto anche il numero di infortuni indennizzati. Rispetto agli oltre 103mila infortuni denunciati nel 2006 in edilizia, oltre 87.500 sono stati indennizzati. Fra questi, più di 81.700 casi riguardavano infortuni temporanei (ossia che vengono superati senza conseguenze permanenti), oltre 5.400 invece hanno comportato un'inabilità permanente e 305 casi sono stati mortali.
    «Un altro operaio edile, di nazionalità romena ha perso la vita in un cantiere di Torvaianica vicino Roma. Ieri un altro operaio è rimasto mutilato. Basta con gli infortuni mortali in edilizia, basta con i cantieri della vergogna. Manca la legalità, mancano i controlli e così si muore in edilizia». Lo dichiara, in una nota, il segretario generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio, Sandro Grugnetti. «Non ci vengano a dire che si tratta di fatalità - prosegue Grugnetti - La cosiddetta 'fatalità' non esiste: ogni infortunio, soprattutto se grave, è sempre determinato da più cause, singolarmente prevedibili. La sicurezza comincia dall'organizzazione del lavoro e dalla qualità della stessa impresa, fattori che sembrano sempre più estranei a molte imprese. Insieme agli incidenti mortali, come nel caso di Torvaianica, si accompagnano infortuni gravi che spesso lasciano le persone invalide. Non si può continuare a lavorare così. Spesso le responsabilità non vengono accertate e si rimane senza un futuro, senza giustizia e senza adeguati risarcimenti». «Con la morte dell'operaio edile di oggi siamo arrivati a 18 infortuni mortali nel settore dell'edilizia del Lazio nel 2007 - prosegue - Il Lazio, insieme alla Lombardia risulta una delle regioni più colpite dal fenomeno degli infortuni mortali in edilizia. Il sindacato degli edili della Cgil che aderirà alle due ore di sciopero martedì 18 e parteciperà alla fiaccolata al Colosseo mobiliterà tutte le risorse, sia in termini di uomini che di mezzi, per denunciare i cantieri a rischio. È indispensabile un impiego comune di tutti, associazioni imprenditoriali, sindacati, Enti e forze dell'ordine perché si possa progredire sul fronte sicurezza in questo settore».
    Dott. Guglielmo Rottigni
    Ordine Psicologi Lombardia n° 10126

  12. #42
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    Purtroppo mi tocca aggiornare il thread.

    Da Incidenti sul lavoro, ancora vittime Tre operai deceduti in poche ore - cronaca - Repubblica.it

    Da nord a sud in Italia continua ad allungarsi l'elenco delle morti bianche
    Le sciagure sono avvenute a Venezia, in provincia di Alessandria e a Roma
    Incidenti sul lavoro, ancora vittime
    Tre operai deceduti in poche ore


    Un operaio al lavoro
    ROMA - Tre lavoratori morti in poche ore, vittime di altrettanti incidenti sul luogo di lavoro. Dopo l'ondata di indignazione provocata dalla tragedia nell'acciaieria ThyssenKrupp, non si arresta la catena delle cosiddette morti bianche che continua a colpire da nord a sud della penisola.

    Venezia. Un operaio di 55 anni, di Jesolo, è morto stamani all'Arsenale di Venezia. L'uomo è stato travolto da alcune travi che erano state accatastate in vista della messa in opera ed è rimasto ucciso sul colpo. L'operaio era dipendente di una società veneziana di costruzioni impiegata nel recupero e restauro di alcuni capannoni dell'Arsenale di Venezia. La Cgil di Venezia sta valutando un'iniziativa di sciopero.

    Valenza (Alessandria). Un'altra vittima sul lavoro a Valenza, in provincia di Alessandria. Si tratta di un operaio cinquantenne che prestava servizio come capo turno presso il Gruppo Terreal-Italia San Marco Laterizi. L'incidente si è verificato in una fornace per la produzione di tegole. L'uomo è rimasto schiacciato fra due grossi carrelli per il trasporto dei prodotti. Le segreterie di Filca Cgil, Fillea Cisl e Feneal Uil, hanno proclamato uno sciopero di 8 ore di tutti i dipendenti del Gruppo-San Marco Laterizi per domani 19 dicembre.

    Roma. Un operaio di 22 anni, della provincia di Frosinone, ha perso la vita questa mattina mentre stava lavorando alla realizzazione della rete fognaria a Cecchina, nella provincia di Roma. Il ragazzo è stato colpito da alcuni tubi in pvc che stava scaricando da un autocarro con l'aiuto di alcune corde. Trasportato all'ospedale di Albano Laziale, è morto poco dopo il ricovero. L'autocarro e le attrezzature sono state sequestrate dai carabinieri della compagnia di Castelgandolfo.

    (18 dicembre 2007)
    Dott. Guglielmo Rottigni
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  13. #43
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    da Incendio Thyssen, morto il sesto operaio. Corriere della Sera

    Oggi a Torino i funerali di un'altra delle vittime del rogo
    Incendio Thyssen, morto il sesto operaio
    Sale ancora il bilancio dell'incidente all'acciaieria torinese: non ce la fa il 26enne ricoverato a Genova

    GENOVA - È morto Rosario Rodinò, l'operaio di 26 anni rimasto gravemente ferito nell'incendio scoppiato all'acciaieria ThyssenKrupp di Torino e ricoverato presso il reparto grandi ustionati dell'ospedale Villa Scassi di Genova. A darne notizia è la direzione sanitaria del nosocomio. Sale dunque a sei il bilancio delle vittime dell'incidente avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 dicembre che ha riportato di attualità il tema delle morti sui luoghi di lavoro.

    STRAGE INFINITA - Una strage infinita, quella causata dalle cosiddette «morti bianche», che ancora nella giornata di martedì aveva fatto registrare altri cinque caduti sul lavoro (un operaio dell'Arsenale di Jesolo, un manovale di una ditta che si occupa di impianti fognari, un addetto al reparto stampaggio della Fiat di Melfi, un carpentiere bresciano precipitato da un'impalcatura in un cantiere, il dipendente di una fornace ad Alessandria), oltre a diversi feriti gravi in una decina di episodi in diverse zone d'Italia.

    MANIFESTAZIONE A ROMA - Per protestare contro lo stillicidio di decessi e per testimoniare solidarietà alle vittime, martedì sera si è svolta a Roma una manifestazione promossa da Cgil, Cisl e Uil, con l'obiettivo di sensibilizzare sulla necessità di maggiore sicurezza sul lavoro. Il Colosseo è stato illuminato per l'occasione. All'iniziativa hanno partecipato anche il sindaco di Roma, Walter Veltroni, e i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Ai piedi del Colosseo, dalla parte che guarda verso l'Arco di Costantino, è stato esposto uno striscione con la scritta «Mai più».

    FUNERALI A TORINO - Nel frattempo, oggi, a Torino, nella parrocchia di San Giovanni Maria Vianney nella zona di Mirafiori sud, vengono celebrati dal cardinale Severino Poletto i funerali di Rocco Marzo, un altro dei lavoratori rimasti coinvolti nell'incidente della Thyssen. La Regione Piemonte e la Provincia di Torino hanno annunciato l'intenzione di costituirsi parte civile nel processo , se ci sarà.
    Dott. Guglielmo Rottigni
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  14. #44
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    Dal sito Repubblica.it

    la settima vittima è arrivata


    CRONACA: Torino, Giuseppe Demasi era l'unico sopravvissuto alla strage del 6 dicembre
    In segno di lutto cancellati i festeggiamenti per il capodanno in piazza
    Thyssen, la tragedia del rogo
    morto anche il settimo operaio
    Venerdì gli operai dell'acciaieria avevano organizzato una fiaccolata di solidarietà
    Domani sera alle vittime del lavoro sarà dedicata la tradizionale marcia della pace del Sermig


    Giuseppe Demasi
    TORINO - E' morto Giuseppe Demasi, 26 anni, il settimo operaio ustionato nell'incendio del 6 dicembre alla Thyssenkrupp di Torino. Il ragazzo era l'unico rimasto in vita dopo la tragedia. Nell'incendio era morto sul colpo Antonio Schiavone, poi nelle settimane successive si sono verificate le altre morti. Demasi era stato sottoposto a tre interventi chirurgici, ma nei giorni scorsi le sue condizioni si erano aggravate.

    Proprio venerdì gli operaio dell'acciaieria avevano organizzato una fiaccolata di solidarietà per il loro compagno che stava lottando fra la vita e la morte e per ricordare le altre sei vittime: Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo e Rosario Rodinò.

    Tra i manifestanti c'erano anche i familiari dello stesso Giuseppe Demasi, il padre Calogero e la sorella Laura, oltre allo zio di Rosario Rodinò, Carlo Cascino, e il padre di Bruno Santino, Antonio. "Giuseppe Demasi si deve salvare per raccontarci quello che è successo, facciamo tutti il tifo per lui", aveva urlato Antonio Santino. Davanti al Cto i manifestanti avevano poi osservato un minuto di silenzio e applaudito a lungo in segno di incoraggiamento per Demasi. Ma il cuore del ragazzo non ha retto. E' morto oggi poco dopo le 13.30.

    In segno di lutto, non ci saranno i festeggiamenti in piazza per la notte di San Silvestro a Torino. Cancellate dal sindaco le due manifestazioni pubbliche: la festa in piazza Castello (dove erano previsti intrattenimenti musicali con dj) e i fuochi d'artificio sul Po. E sarà dedicata alle vittime del rogo nell'acciaieria della Thyssenkrupp, la marcia della pace del Sermig, che ogni anno da 40 anni la sera del 31 dicembre percorre le vie di Torino e si conclude nell'Arsenale della pace, dove l'associazione del volontariato cattolico tiene la cosiddetta "Cena del digiuno".

    Le migliaia di giovani che partecipano alla manifestazione si ritroveranno davanti allo stabilimento di corso Regina Margherita, fermo dal 6 dicembre scorso quando sulla linea di produzione numero 5 le fiamme ustionarono a morte sette. "Scandiremo i nomi di decine di morti sul lavoro - spiega il fondatore del Sermig, Ernesto Olivero - per ricordare che una fabbrica, un cantiere o un ufficio devono essere un luogo di serenità, di promozione umana dove le persone trovano le sostanze per mantenere la propria famiglia e mandare i figli a scuola".

    (30 dicembre 2007)

    Per questo 2007 la media delle così definite Morti Bianche è di circa 6 persone morte sul posto di lavoro al giorno.
    Ultima modifica di crissangel : 31-12-2007 alle ore 14.51.42
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    Innanzitutto, l'uomo normale è solo un'astrazione

  15. #45
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    Ancora incidenti: due morti sul lavoro, a Treviso e a Chieti

    cantiere, lavoro
    Il bollettino delle morti sul lavoro si aggiorna quotidianamente. Venerdì a morire sono in due. Primo teatro dell’ennesimo incidente è Riese Pio X, un paesino in provincia di Treviso. F. L., era un operaio di origine rumena che viveva in Italia da una decina d’anni. Lavorava alla Valleverde srl, un’azienda agricola come ce ne sono tante da queste parti. L’uomo era a bordo di un carro miscelatore-distributore, impegnato a tritare del materiale vegetale: all’improvviso è caduto dentro al macchinario, e le pale lo hanno stritolato all’istante. L’operaio lascia una moglie e due figli.

    Il secondo incidente mortale è accaduto in Abruzzo a Chieti. La vittima si chiamava Massimo Marino, 33 anni, residente a San Severo, in provincia di Foggia. L'uomo, titolare di una ditta di smaltimento di materiale ferroso, era alle prese con le operazioni di smontaggio del macchinario di un pastificio dismesso da tempo, quando è stato travolto e schiacciato da un grosso pezzo di metallo.

    E sempre venerdì ci ha lasciato Rosario Rizzo, l'operaio edile 37enne di Sapri (Salerno) che lo scorso 3 dicembre fu vittima di un incidente sul lavoro in Toscana in un cantiere edile. La sua agonia è durata più di un mese: si trovava nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Chiara di Pisa. Purtroppo non ce l’ha fatta, e i suoi genitori hanno deciso di donare gli organi.

    Infine, fortunatamente non si è ancora spento il cordoglio per le vittime della ThyssenKrupp e si moltiplicano le iniziative di solidarietà con le famiglie dei lavoratori. Domenica 6 gennaio, a Roma, la Cgil insieme ad Arci e all'associazione culturale Alice, hanno organizzato alle ore 18 un’iniziativa-concerto sul tema della sicurezza sul lavoro presso il locale Alpheus. L'incasso della serata sarà interamente devoluto alle famiglie delle vittime dello stabilimento torinese.
    Dott. Guglielmo Rottigni
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