da Messaggero online di ieri:
"Le hanno conficcato la punta di un ombrello nell’occhio. Giù, fino alla scatola cranica. Poi sono scappate. Confondendosi tra la folla che, come un mare in tempesta, entrava e usciva dalla metropolitana. Forse è l’epilogo di una tentata rapina, forse di un banale diverbio. L’unica cosa certa, purtroppo, è che una ragazza, Vanessa Russo di 23 anni, sta lottando contro la morte al Pronto Soccorso dell’ospedale Umberto Primo. I suoi genitori, il fratello maggiore e il fidanzato sono lì fuori. Increduli. Disperati. Aggrappati alla speranza di poter riabbracciare la loro Vanessa.
E’ accaduto ieri pomeriggio. Al centro di Roma. Anzi al centro del centro di Roma: quella stazione Termini, snodo cruciale della mobilità dell’intera città dove ogni giorno transitano centinaia di migliaia di persone. Soprattutto nei sotterranei dove c’è l’unico punto di contatto, l’unico incrocio tra la linea A e la linea B. Ed è proprio lì che Vanessa è stata assalita. Vanessa, infatti, abita con i genitori a Fidene, una borgata a nord di Monte Sacro. Da qualche giorno è in prova in una gelateria di via dei Serpenti. Ieri doveva “attaccare” alle 16. Così, dopo aver mangiato a casa con la madre Rita, Vanessa è uscita di casa ed è andata a trovare il fratello Simone che lavora alla Sicurezza della stazione Tiburtina: «E’ venuta a trovarmi, abbiamo parlato a lungo - racconta Simone, mentre si passa la mano tra i suoi capelli rossi, nei corridoi del pronto soccorso - Era serena. Mi ha raccontato del corso da infermiera che sta seguendo presso l’ospedale San Giovanni Addolorata. Non ci posso credere. Non ci posso credere».
Vanessa ha salutato il fratello e ha preso la linea B della metropolitana per raggiungere la stazione Termini. Ha preso quel treno per andare a lavorare. Cercava di arrivare puntuale ma ha trovato tutt’altro. Ha trovato due ragazze vestite di bianco: una con i capelli neri legati dietro la schiena, l’altra che indossava una t-shirt nera sotto una camicia bianca. Poco prima che il treno raggiunge la fermata di Termini Vanessa è in piedi davanti alle porte. Secondo le testimonianze, raccolte immediatamente dagli agenti del commissariato Viminale, discute con le due ragazze. Forse ha ricevuto una spinta di troppo. Forse quelle due ragazze tentano di aprirle lo zainetto. «Erano straniere, forse romene», avrebbe detto uno dei passeggeri.
Quando si aprono le porte Vanessa e le due ragazze schizzano fuori e in pochi istanti la lite dilaga in una violenta aggressione. Una delle due impugna un ombrello e si scaglia contro Vanessa. Un colpo netto che le trafigge l’occhio e, si scoprirà più tardi in ospedale, raggiunge anche il cervello. In quel caos, sulla banchina affollata di persone che salgono e scendono dal treno, le due ragazze riescono a far perdere le loro tracce. Vanessa viene subito soccorsa da una guardia giurata. Poi arriva la polizia e l’ambulanza. La scena non viene ripresa dalle telecamere della metropolitana posizionate in banchina perché coperta dalla folla. Alcuni testimoni, però, riconoscono le due ragazze tra la gente al di là dei binari: hanno percorso il sottopassaggio e si sono andate a confondere tra gli altri passeggeri in attesa per gustarsi la scena di quella ragazza ridotta in fin di vita.
articolo firmato da davide.desario"
ma stiamo diventando sempre più animaleschi? perchè questa violenza così estrema? io... non ho parole...