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  1. #46
    Partecipante L'avatar di psi-clinico-dip
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    cernusco sul naviglio
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    Ciao sono uno psicologo clinico e lavoro ormai da più di 5 anni in una struttura privata accreditata nel settore delle dipendenze.
    Spesso le così dette comunità sono realtà fondate da preti che nei primi anni ottanta hanno per primi cominciato ad interessarsi al fenomeno della TD intes, ai tempi, come dipendenza da eroina e creando così unità di risposta residenziali che dal privato sociale tentavano di arginare il fenomeno.Altra risposta è stata quella dello stato con la costituzione dei così detti SerT oggi Ser.D. che hanno lavorato sul territorio per le USSL attuali ASl in un'ottica di riduzione del danno proponendo interventi principalmente ambulatoriali e a bassa soglia.
    Attualmente le comunità sono di fatto parificate come strutture accreditate salvo per il fatto di non avere la possibilità di certificare lo stato di dipendenza in maniera autonoma. Tale certificazione è tutt'ora rilasciata dai Ser.D e dagli SMI ( servizi multidisciplinari integrati) da poco nati ed in concorrenza con il pubblico.
    Detto questo chiedo se c'è qualche collega già inserito nell'ambiente ed interessato a discutere sulla fattibilità di aprire uno SMI sul territotio del milanese. Questo tenuto conto del fatto che gran parte della potenziale utenza ( cocainismi) sfugge tutt'oggi agli storici servizi poichè non vengono da essi intercettati per varie questioni di ordine storico e sociologico.

  2. #47
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    Citazione Originalmente inviato da psi-clinico-dip Visualizza messaggio
    Ciao sono uno psicologo clinico e lavoro ormai da più di 5 anni in una struttura privata accreditata nel settore delle dipendenze.
    Spesso le così dette comunità sono realtà fondate da preti che nei primi anni ottanta hanno per primi cominciato ad interessarsi al fenomeno della TD intes, ai tempi, come dipendenza da eroina e creando così unità di risposta residenziali che dal privato sociale tentavano di arginare il fenomeno.Altra risposta è stata quella dello stato con la costituzione dei così detti SerT oggi Ser.D. che hanno lavorato sul territorio per le USSL attuali ASl in un'ottica di riduzione del danno proponendo interventi principalmente ambulatoriali e a bassa soglia.
    Attualmente le comunità sono di fatto parificate come strutture accreditate salvo per il fatto di non avere la possibilità di certificare lo stato di dipendenza in maniera autonoma. Tale certificazione è tutt'ora rilasciata dai Ser.D e dagli SMI ( servizi multidisciplinari integrati) da poco nati ed in concorrenza con il pubblico.
    Detto questo chiedo se c'è qualche collega già inserito nell'ambiente ed interessato a discutere sulla fattibilità di aprire uno SMI sul territotio del milanese. Questo tenuto conto del fatto che gran parte della potenziale utenza ( cocainismi) sfugge tutt'oggi agli storici servizi poichè non vengono da essi intercettati per varie questioni di ordine storico e sociologico.
    Scusami tanto se ti disturbo, sono una ragazza laureata in scienze e tecniche psicologiche dello sviluppo e della salute in età evolutiva (triennale) che ora studia logopedia. Devo fare una ricerca sociologica e ho scelto come titolo "Il ruolo della Supervisione in relazione all'attività medico-sanitara". Il problema è che non riesco a trovare una struttura (che sia ospedale, comunità o casa-famiglia) in cui sia presente questa figura. La mia ipotesi è che il supervisore: aiuta ad elaborare i contenuti derivanti dalla relazione tra medico e paziente, aiuta a mantenere un alto livello di motivazione, aiuta a prevenire il burn-out e quindi a migliorare il lavoro d'equipe ed infine aiuta a migliorare la relazione medico-paziente. Conosci strutture in cui è presente??
    Ti ringrazio infinitamente, una studentessa disperata!!!!!
    Ultima modifica di kyarasimo : 28-04-2009 alle ore 22.52.04

  3. #48
    Partecipante L'avatar di manuletter
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    Ciao anche io son stata chiamata al cufrad se hai fatto il colloquio o sei stato un pò di tempo lì mi fai sapere se è terribile come dicono i nostri colleghi che già ci son stati.Grazie per la collaborazione
    Teniamoci uniti e non facciamoci ingannare
    manuela

  4. #49
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    Ciao anche io devo fare a breve un colloquio al cufrad. Mi date info su come sono andati i vostri e soprattutto come va il lavoro... se vi hanno assunto!
    Grazie

  5. #50
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    ciao ragazzi!qualcuno per caso conosce il NARCONON di Lecce (Torre dell'Orso, precisamente)? Qualcuno di voi ha mai lavorato in questo Centro di recupero per Tossicodipendenti?

  6. #51
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    Non c'è proprio nessuno che conosce il Narconon di Lecce?

  7. #52
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    Ciao hai più avuto notizie di questo centro??

  8. #53
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    Ciao fra qualche giorno iniziero la messa alla prova al cufrad, se vogliamo metterci in contatto ti posso dare la mia email se ti va. Fammi sapere

  9. #54
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    Fatevi sentire se inizierete un'esperienza di lavoro al cufrad.
    Ultima modifica di chelucefai : 22-10-2009 alle ore 00.24.11 Motivo: invio messaggio più specifico

  10. #55
    Neofita L'avatar di tatadanza
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    Io comincerò al cufrad il 2/11/2009....tu prima? Fammi sapere
    Tata ale

  11. #56
    Partecipante Assiduo L'avatar di Kenekila
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    Mah, ragazzi, che dirvi?! Tutto quello che è stato scritto è vero, se non peggio..

    Ho lavorato lì per 7 mesi poi ho desisitito perchè ero esaurita.. fra la scuola di specialità, il tirocinio e la comunità non avevo più tempo per nient'altro.. e mi sono stufata. I ragazzi mi dicevano "ma come è possibile, quando sei arrivata eri dolce e sorridente ora hai sempre una faccia!" .. beh avevano ragione. Non li sopportavo più, semplicemente. Lì dentro ci sono alcolisti, tossici e doppia diagnosi... spesso tutti e 3 insieme. Spesso sono persone talmente gravi che non torneranno fuori, non ci sono speranze riabilitative, è più una lungo degenza mascherata... e ci sono altre con cui a volte fai i colloqui e c'è una fiammella di speranza, investi un sacco di energie per aiutarli, ma non basta.. avrebbero bisogno di reali colloqui di psicoterapia massiccia per anni, invece hanno solo noi.. appena laureati o non ancora specializzati, con pochi minuti da dedicare loro, pochi strumenti e nessuna supervisione.. ciò che fai lì dentro lo fai sulla loro pelle..

    Ci sono due psicologi responsabili della struttura, che in realtà hanno solo un ruolo amministrativo, stanno tutto il giorno in ufficio ad organizzare il nostro lavoro e a scrivere relazioni per l'ASL. Hanno rarissimi colloqui con i pazienti e di solito sono di questo calibro : "hai fatto il bravo? allora puoi ricevere visite" oppure "ti vedo un po' agitato in questo periodo o ti calmi o chiamo lo psichiatra e togliamo le uscite" ecc ecc Per me questa era la cosa più angosciante.. essere totalmente abbandonata a me stessa, sapere che qualsiasi cosa succeda nel mio reparto è responsabilità mia e non riceverò aiuto.. per alcuni mesi ho anche lavorato bene, le mie colleghe di equipe erano in gamba e ci trovavamo bene nell'organizzazione del lavoro, poi avevano un reparto in subbuglio e hanno iniziato a mandare da noi alcuni elementi x calmare le acque, ma noi siamo letteralmente scoppiati, avevo uno in delirio di onnipotenza perenne, uno paranoide che mi sfondava a calci la porta dell'ufficio per avere le sigarette, un altra che era in stato semicatatonico, una tossica marcia che mi asciugava qualsiasi energia con richieste giornaliere di attenzioni speciali, colloqui, ecc un altro che voleva menare un compagno di stanza e potrei continuare così ancora per molto.. il punto è che quando andavo in ufficio per aggiornarli della situazione, e chiedere aiuto, sai cosa mi hanno risposto? "ma dai è il caldo estivo, si agitano sempre un po!" !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ah sì!? E quando di notte squillano gli allarmi e uno dei miei scompare indovina chi deve andare per i campi e nel bosco a cercarlo? con le pile? io e un resp notturno... con questo che dava in escandescenze e non voleva tornare.. ad un certo punto ho detto basta.. perchè devo venire al lavoro con l'angoscia di quello che succederà oggi? non è quello che volevo fare.. faccio la badante, neanche un educatore, nè tanto meno uno psicologo.

    Non rimpiango di aver accettato il lavoro, per molti versi è stata una esperienza positiva, mi ha svegliato molto, ho capito anche alcune cose di me, di come mi pongo con i pazienti, dove ho sbagliato e cosa invece è stata una mossa azzeccata. Ma non tornerei indietro.

    Lo stipendio una volta era più alto (si riservano di darti ogni mese una "una-tantum" a discrezione - leggi: se vai bene, riesci a stare dietro alle innumerevoli attività, la tua cassa è in pari, non fai mai ferie o mutua : ce l'hai, sennò quel mese non c'è!!! - io sono partita dai 1000 e qualcosa, quando sono adata via prendevo quasi 1600 E) dall'anno scorso so che hanno cambiato contratti, ora sono tutti a tempo det non più a progetto, quindi si sono abbassati, mi sembra stiano sui 1000-1200 E. che cmq, per una comunità è molto buono. l punto è che la comunità è in culo al mondo e quasi nessuno vuole fare 8 ore e poi andarsene a casa per tornare il mattino dopo, quindi ci si accorpano minimo 2 turni, stai un giorno ed una notte, a volte 3 turni... loro questo non lo calcolano nel monte ore settimanale!!!!!!!!!!! Quindi in realtà tu sei lì dentro minimo 60 ore la settimana, ma te ne pagano 38. Spesso succederà che la tua collega ha bisogno di una sostituzione o è a casa con la febbre a 40 e quindi i turni diventano 3 o 4 o 5............................... esci devastato. La comunità ti ciuccia non solo l'energia vitale ma anche quella emotiva.

    Ma fa male al cuore stare con loro tutto il giorno con l'etichetta di psicologa quando se va bene posso dedicare un'ora al giorno di colloquio clinico, il resto sono in giro come una trottola fra l'ufficio e le sue comunicazioni, le ispezioni agli alloggi, le pulizie, le attività giornaliere (un tema di cui parlare insieme a loro per un'ora, il circolo della lettura, quello del disegno, quello della cucina ecc) l'organizzazione delle uscite, le cartelle mediche dei pazienti (sotto la tua responsabilità!) il controllo farmaci, a chi serve cosa, il controllo cassa, prenota il pulmino sul quale uscire, la spesa da fare, prenotare visite mediche, esami del sangue, non sembra ma sei talmente pieno di burocrazia che per i pazienti non hai tempo se non la sera dopo cena.. nb. alle 23 quando riesci a buttarli fuori dalla sala devi fare ispezione serale e poi scrivere la relazione giornaliera su tutti i pazienti.. ed il mattino dopo alle 7 sono già lì a bussare per la prima sigaretta........... è un bel ritmo da sostenere.

    Io l'ho presa come una sfida e sono contenta sia di essere rimasta così tanti mesi, sia di essermene andata quando era il momento di dire basta. Ma cosa fare lo saprete solo quando sarete dentro... in bocca al lupo, K.

  12. #57
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    Scusatemi se sono insistente...ma voglio capire se quello che dicono è vero! Avete mai avuto esperienze lavorative al Narconon di Lecce. Come vi hanno accolto e quale è stata la vostra esperienza...
    Grazie mille Pa...

  13. #58
    Partecipante L'avatar di manuletter
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    ciao anche io fui contattata per il cufrad...ma non ci andai purtroppo, mi dai la tua mail così mi fai sapere come ti trovi.Good luck
    Ultima modifica di manuletter : 23-10-2009 alle ore 01.04.13 Motivo: errore parola
    manuela

  14. #59

    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    Citazione Originalmente inviato da chelucefai Visualizza messaggio
    Fatevi sentire se inizierete un'esperienza di lavoro al cufrad.
    salve ragazzi anchio sono psicologo clinico v.o. e ho un colloquio ia breve al cufrad,,

    ma mi hanno gia detto che sarò inserito come operatore socio assistenziale...

    qualcuno puo darmi delle informazioni in merito

    scrivetemi il prima possibile grazie cirosanninos@hotmail.it

  15. #60
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    Riferimento: Esperienze di lavoro in comunità per tossicodipendenti

    Ciao Kenekila. E' vero, le esperienze in comunità sono molto stressanti, mettono a dura prova e spesso gli ambienti in cui ci si trova a lavorare sono ben lontani da quelli immaginati leggendo i libri di psicologia.
    Ci sono anche un sacco di lati positivi che emergono da queste esperienze, dal confronto con situazioni di staff difficili, dinamiche di lavoro con i colleghi, il confronto coi colleghi, lo stress se non persino il burnout, il confronto continuo con soggetti che hanno vissuti spesso all'estremo. Un milione di specchi attraverso cui guardarsi. Questo certamente arricchisce, come esseri umani e come professionisti. E' giusto gardare anche questo.
    giustimassimo

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