Scusate, rileggendo ho trovato questo punto che mi è interessante:
[QUOTE]Originariamente postato da korianor
2) non ho una posizione solipsistica…in linea di principio potrebbe anche essere, ma la mia esperienza mi dice tutto il contrario (nel senso che in linea di principio il giappone potrebbe non esistere, non ci sono mai stato, ma è piuttosto improbabile che tutto il mondo -famiglia, amici, mass media..insomma una cosa tipo Truman Show- si sia messo d’accordo per farmi credere che esista quando non c’è);
Questo gioco mi sembra un po' sottovalutato.
Tutto il mondo, di fatto, si è "messo d'accordo" per essere come è ai nostri occhi. Lentamente, alcune di queste organizzazioni vengono riconosciute dalla scienza.
Specificare che sia un inganno, piuttosto che realtà mi pare abbia valore in relazione al famoso esperimento di vita artificiale: la coscienza è l'insieme dei flussi di "materia" ed "energia" (o informazioni) che abbiamo identificato nei differenti sistemi all'interno del "corpo umano"? La stessa cosa che ci si domandava sul cervello affogato, ma collegato.
Per farsi questa domanda bisognerebbe fare un'ipotesi di "non plus ultra". Cioè, conosceremmo tutti questi flussi (ovviamente ammesso che si possano conoscere senza distruggerli).
Mi pare che la domanda realtà-finzione (solipsismo) imploda al decadere del binomio cartesiano. In tal caso, la realtà esisterebbe solo nella manifestazione dell'interazione.
Sull'onda di questa affermazione, e in sintonia con il poco che interpreto Varela, ritorno alle strutture auto-organizzantesi e mi domando se chi le osserva influenzi il fenomeno, se e in che misura ne faccia parte.
Ovvero se non stiamo di nuovo ipotizzando l'esistenza indipendente dall'osservazione, revisione moderna di res cogitans res extensa.
Marco