Ogni volta che leggo uno di questi messaggi , ormai frequenti sul forum, in cui si confrontano i vari approcci psicoterapeutici, rimango sgradevolmente colpita da due aspetti: il primo é la scarsissima conoscenza che psicologi, in alcuni casi aspiranti psicoterapeuti, hanno dei vari approcci e il secondo é il fatto che il proprio approccio preferito venga difeso a oltranza, neanche fossero le crociate della psicoterapia.
E mi chiedo: perché? A cosa serve difendere a tutti i costi un approccio, cercando di dimostrare che é il migliore in assoluto e allo stesso tempo demolire e massacrare tutti gli altri (ovviamente guardandosi bene dal conoscerli!)?
A chi fa bene tutto questo? Agli psicologi, agli psicoterapeuti, ai pazienti/clienti, alla società?
A me non sembra proprio.
Ho avuto la fortuna di conoscere differenti approcci e nessuno mi é sembrato il più valido in assoluto.
Ne ho scelto uno per la mia formazione in psicoterapia, ne ho "provato" un altro con la mia psicoterapia personale e lavoro tutte le settimane con un'equipe di un terzo approccio.
Queste esperienze mi servono molto, mi arricchiscono e più vado avanti più mi interessa conoscere approfonditamente gli approcci che ho già incontrato e riuscire ad avvicinare anche quelli che non ho ancora avuto modo di incontrare.
Ho scelto di formarmi in un approccio (che fa parte della psicologia umanistica, e che pertanto in questi messaggi di "guerra delle psicoterapie" mai nessuno nomina) perché sento che é il più adatto a me, quello in cui mi trovo "comoda" e che pertanto mi sentirò in futuro di proporre. Ma non penso certo che sia "il migliore" per chiunque o il più valido in assoluto.
Più ci facciamo la guerra e più diventiamo deboli.