Sostenere che l'organizzazione border sia caratterizzata dal "paradosso del desiderio assoluto di relazione e dell'impossibilità di reggerla" sembrerebbe equivalente a sostenere che l'organizzazione fobica sia caratterizzata "dall'impossibilità di essere liberi non sentendosi sicuri e/o di essere sicuri non sentendosi costretti".
Sembrerebbe: perchè nel postulato dell'organizzazione border manca proprio ciò che caratterizza il postulato dell'organizzazione fobica: il significato.
E' questo il motivo per cui il paradosso che evidenzi per il border potrebbe essere assolutamente consono con l'organizzazione fobica.
Di fatti nemmeno "il postulato" fobico raggiunge un livello esplicativo tale da distinguere "il generale dal generico" perchè, detto esclusivamente in questi termini, manca di spiegare perchè il fobico costruisce questi due significati come mutuamente escludentisi.
La letteratura sul border non ha raggiunto tale specificità limitandosi ad ancorarlo ad un deficit di mentalizzazione derivato da un attaccamento disorganizzato.
Di fatti la teoria dell'attaccamento elude il significato, cioè proprio ciò che caratterizza l'essere umano (e la psicopatologia).
E non concordo con te sul fatto che essi debbano comparire soltanto ad un livello idiografico della teoria: se così fosse il terapeuta si avvarebbe (accanto ad uno studio del caso che si spera contestualizzato) del generico per spiegare il particolare.
Cosa si perde? Le comunanze semantiche di ordinamento dell'esperienza che condividono chi soffre di un particolare quadro sindromico, le comunanze che consentono di distinguere un'organizzazione di personalità da un'altra. In una parola, gran parte della "psicopatologia".
Santiago