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  1. #16
    atenanike
    Ospite non registrato
    Ciao Luisa,io parlo di affidamento familiare non di adozione.Dove l'intervento di uno psicologo è fondamentale,nel Comune dove lavora mio zio non fanno formazione per le coppie,non c'è lo psicologo,si occupa di tutto l'assistente sociale, e non mi pare corretto.
    Non sono d'accordo che passi al pubblico la mediazione perchè i concorsi sono sempre pilotati e continuano ad andare avanto i soliti,non conta pià la formazione,ma solo chi ti ha dato il calcio nel sedere,purtroppo i Concorsi non sono trasparenti.Guarda quanti psicologi per esempio lavorano nel pubblico,pochissimi!E anche per la mediazione funzionerebbe così.Sarebbero capaci di fare solo concorsi interni per sistemare i soliti noti!

  2. #17
    Partecipante Assiduo
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    sinceramente credo che come tutti gli interventi di aiuto alla persona è bene che ci siano sia servizi pubblici sia studi privati a cui l'utente può decidere di rivolgersi. non tutte le persone sono d'accordo nel rivolgersi al pubblico per paura di essere etichettate oltre che per le tempistiche e la disorganizzazione che purtroppo spesso c'è.
    d'altro canto ci sono molte persone che non possono permettersi di pagare il meditore privato. dobbiamo ricordarci comunque che chi approda alla mediazione spintaneamente di solito appartiene alla fascia media delle popolazione: la cultura della mediazione è diffusa soprattutto tra chi è scolarizzato ma non troppo abbiente. le pesone "ricche" infatti si prendono i loro avvocati e fanno causa. coloro invece che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese ci pensano due volte prima di decidere di separarsi perchè la vita divisi costa molto di più (si pensi al solo fatto di tovare una sistemazione alternativa dove vivere)

  3. #18
    Postatore Compulsivo L'avatar di LuisaMiao
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    Citazione Originalmente inviato da atenanike Visualizza messaggio
    Ciao Luisa,io parlo di affidamento familiare non di adozione.Dove l'intervento di uno psicologo è fondamentale,nel Comune dove lavora mio zio non fanno formazione per le coppie,non c'è lo psicologo,si occupa di tutto l'assistente sociale, e non mi pare corretto.
    se non c'è lo psicologo, non c'è. non escono fuori dai cappelli a cilindro... e i motivi per cui non c'è possono essere milioni. Da come riportavi tu la cosa sembra *arroganza* dell'ass. sociale fare un pezzo di lavoro che non le competerebbe, mentre in realtà ora pare che lavori in situazione di difficoltà non da poco se non ha uno psicologo con cui confrotnarsi e fare parti di lavoro.
    ma torniamo IT!

    sinceramente credo che come tutti gli interventi di aiuto alla persona è bene che ci siano sia servizi pubblici sia studi privati a cui l'utente può decidere di rivolgersi. non tutte le persone sono d'accordo nel rivolgersi al pubblico per paura di essere etichettate oltre che per le tempistiche e la disorganizzazione che purtroppo spesso c'è.
    d'altro canto ci sono molte persone che non possono permettersi di pagare il meditore privato.
    sono totalmente d'accordo con te. anche perchè come proponeva Atenanike, se vuoi la mediazione come obbligatoria, poi non si può pensare di lasciare il servizio solo ai privati senza offrirlo in un servizio pubblico....
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  4. #19
    atenanike
    Ospite non registrato
    Io intendevo servizio privato nel senso di "convenzionati",così anche chi non può pagare può scegliere a chi rivolgersi.Per l'obbligatorietà della mediazione secondo me dovrebbe essere obbligatorio il tentativo di mediazione,molti non sanno neanche cos'è e come si svolge.La maggior parte delle persone che si separano anche con la consesuale,spendono tantissimo soldi,anche perchè pagano due avvocati,e sono persone con uno stipendio medio,andando in mediazione anche a pagamento risparmierebbero parecchio!Per la storia del Comune,purtroppo non spendono soldi per assumere uno psicologo,quando proprio non ne possono fare a meno si rivolgono ad una cooperativa!Eppure un servizio sociale dovrebbe avere una figura stabile.In alcuni comune c'è il servizio di mediazione familiare,però non so chi se ne occupi....e che tipo di coppie ci vadano...non c'è tanta informazione in proposito.
    Se il tentativo di mediazione venisse reso obbligatorio,molte coppie ricevendo tutte le info in merito,potrebbero decidere di intraprendere questa strana,in questo modo si tutelerebbe la libertà di scelta e aumenterebbe il lavoro.Quest'ultimo aspetto è importante,se ti metti in proprio devi essere il manager di te stesso,promuoverti in tutti i modi,e pensare un pò come un'imprenditore nel rispetto delle esigenze dei clienti naturalmente.

  5. #20
    Partecipante Assiduo
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    Citazione Originalmente inviato da atenanike Visualizza messaggio
    Io intendevo servizio privato nel senso di "convenzionati",così anche chi non può pagare può scegliere a chi rivolgersi.Per l'obbligatorietà della mediazione secondo me dovrebbe essere obbligatorio il tentativo di mediazione,molti non sanno neanche cos'è e come si svolge.La maggior parte delle persone che si separano anche con la consesuale,spendono tantissimo soldi,anche perchè pagano due avvocati,e sono persone con uno stipendio medio,andando in mediazione anche a pagamento risparmierebbero parecchio!Per la storia del Comune,purtroppo non spendono soldi per assumere uno psicologo,quando proprio non ne possono fare a meno si rivolgono ad una cooperativa!Eppure un servizio sociale dovrebbe avere una figura stabile.In alcuni comune c'è il servizio di mediazione familiare,però non so chi se ne occupi....e che tipo di coppie ci vadano...non c'è tanta informazione in proposito.
    Se il tentativo di mediazione venisse reso obbligatorio,molte coppie ricevendo tutte le info in merito,potrebbero decidere di intraprendere questa strana,in questo modo si tutelerebbe la libertà di scelta e aumenterebbe il lavoro.Quest'ultimo aspetto è importante,se ti metti in proprio devi essere il manager di te stesso,promuoverti in tutti i modi,e pensare un pò come un'imprenditore nel rispetto delle esigenze dei clienti naturalmente.
    è verissimo che risparmierebbero un toto di soldi:questo è uno degli aspetti vincenti della mediazione!
    si tratta proprio di essere imprenditori di sè stessi, hai detto bene. credo che non sia impossibile vista la mia esperienza.credo anche però che al giorno d'oggi non ci si possa limitare a lavorare solo per conto proprio. idelae sarebbe lavorare part time in qualche struttura ed usufruire del tempo restatnte per lavorare privatamente

  6. #21
    atenanike
    Ospite non registrato
    Così sarebbe l'ideale!Comunque la mia è solo un'opinione,le tue giò sono pareri dettati dall'esperienza sul campo,e sono molti importanti e oggetto di riflessione.
    E'vero che molte coppie non sono adatte alla mediazione,ma le separazioni consensuali sono tante,c'è un margine per trovare una soluzione e allo stesso tempo risparmiare!Il tutto senza arrivare ad odiarsi e portare il coniuge forte sull'astrico!Parlando con una ragazza lituana le ho divuto spiegare cos'è la separazione,perchè da loro esiste solo il divorzio,e il mantenimento è solo per i figli,mantenere o passare gli alimenti al coniuge debole non esiste,anzi non è proprio nella loro mentalità.....credo che qui si stia un pò esagerando,ho sentitto di dipendenti pubblici che dopo la separazione vanno a mangiare alla caritas,molti vengono minacciati dalle mogli con frasi sul telefonino tipo"adesso mi diverto!"Mi chiedo i giudici come prendano le loro decisioni,è giusto ilmantenimento per chi si è dedicato alla famiglia e non lavora,ma far diventare un barbone l'altro coniuge non è logico,penso che con una mediazione ponderata queste cose non succederebbero.Alla fine è un calcolo matematico,se uno guadagna 1300,supponiamo,paga il mutuo della casa coniugale che viene di regola assegnata al coniuge affidatario dei figli(perchè alla fine anche se ora c'è l'affidamento condiviso,funziona come prima nella pratica),rata di 600 euro,poi deve dare l'assegno a moglie e figlio,poniamo 500 euro,come vive questo povero Cristo se magari si deve pagare anche un affitto????Più le spese legali....infatti molti lavoratori autonomi si licenziano e lavorano in nero....c'è qualcosa che non quadra!

  7. #22
    Citazione Originalmente inviato da atenanike Visualizza messaggio
    Grazie gio condivido quello che dici in pieno!A quanto mi hanno detto sono molto gelosi della loro professione ed ècomunque difficile entrare nel loro team di lavoro...
    Penso che sarebbe il caso che anche noi psicologi diventassimo un pò più gelosi della nostra professione e non facessimo entrare tutti, come invece facciamo, ma veramente tutti!
    Carmen

  8. #23
    Citazione Originalmente inviato da gio1979 Visualizza messaggio
    ciao! i tribunali non seguono una linea in particolare, solitamente però i giudici cercano di indirizzare ad una mediazione quando ricevono la richiesta di separazione (d'altro canto è pervisto anche dal codice civile).
    I giudici cmq inviano solitamente al consultorio dove purtroppo non sempre ci sono persone adeguatamente formate...
    Per quello che ho visto io i giudici in genere almeno a Roma per mediazione intendono che all'inizio dell'udienza mandano i coniugi a prendersi un caffè per vedere se riescono a mettersi d'accordo...
    Forse in altri Tribunali, magari in quelli più piccoli, è diverso, mi dite?
    Carmen

  9. #24
    Postatore Compulsivo L'avatar di LuisaMiao
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    Citazione Originalmente inviato da karmen Visualizza messaggio
    Per quello che ho visto io i giudici in genere almeno a Roma per mediazione intendono che all'inizio dell'udienza mandano i coniugi a prendersi un caffè per vedere se riescono a mettersi d'accordo...
    Forse in altri Tribunali, magari in quelli più piccoli, è diverso, mi dite?
    Carmen
    Io ti posso dire come funziona qui al TO di Monza: il giudice alla prima udienza manda i coniugi alla mediazione familiare, dato che c'è un servizio di questo tipo offerto dall'ASL. Il punto che riportano le mediatrici di questo servizio è che questo tipo di richiesta è fatta praticamente a tappeto e senza una reale conoscenza da parte dei giudici che poi hanno aspettative davvero elevato o errate in merito. Pare che ora ci siano dei movimenti in questo senso, nel senso di una comunicazione tra giudici e il servizio. Anche perchè per un certo periodo le risposte della mediazione erano del tipo "abbiamo visto i coniugi (o non siamo riusciti a vedere i coniugi) e non c'è spazio di lavoro per la mediazione".
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  10. #25
    Partecipante Assiduo L'avatar di lisaanna
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    Ciao a tutti!! confermo quello che ha scritto ieri Luisamiao che saluto è un pò che non ci "incrociamo"!! anche eprchè so le lezioni che sta seguendo...per forza gli assitenti sociali valutano(e no nselezionano) le coppie in quanto la mini equipe è costituita da assistente sociale e psicologo. L'ho visto proprio nel consultorio dove ho sovlto lo stage del master. si raccolgie la storia della coppia in quanto tale come si è conosciuta, la storia individuale dei coniugi con le rispettive famiglie di origine, si evidenziano dele problematiche se emergono, si fanno visite domiciliari(ed è compito esclusivo dell'assistente sociale, che viene affiancata in questo dallo psico solo nel caso in cui la coppia abbia già un figlio naturale!)la relazione per il tribunale, che raccolgie le richieste di adozione nazionale e internazionale, è firmata da entrambe le figure perchè entrambe hanno un ruolo preciso!e ripeto è una relazione sulla coppia che il tribunale richiede, non una selezione, inoltre per le adozioni nazionali è semplice routine, per qlle internazionali è proprio in base a ciò che emerge dalla relazione dei Servizi sociali , che il tribunale emette un decreto con cui la coppia è dichiarata idonea all'adozione!

  11. #26
    atenanike
    Ospite non registrato
    Citazione Originalmente inviato da lisaanna Visualizza messaggio
    Ciao a tutti!! confermo quello che ha scritto ieri Luisamiao che saluto è un pò che non ci "incrociamo"!! anche eprchè so le lezioni che sta seguendo...per forza gli assitenti sociali valutano(e no nselezionano) le coppie in quanto la mini equipe è costituita da assistente sociale e psicologo. L'ho visto proprio nel consultorio dove ho sovlto lo stage del master. si raccolgie la storia della coppia in quanto tale come si è conosciuta, la storia individuale dei coniugi con le rispettive famiglie di origine, si evidenziano dele problematiche se emergono, si fanno visite domiciliari(ed è compito esclusivo dell'assistente sociale, che viene affiancata in questo dallo psico solo nel caso in cui la coppia abbia già un figlio naturale!)la relazione per il tribunale, che raccolgie le richieste di adozione nazionale e internazionale, è firmata da entrambe le figure perchè entrambe hanno un ruolo preciso!e ripeto è una relazione sulla coppia che il tribunale richiede, non una selezione, inoltre per le adozioni nazionali è semplice routine, per qlle internazionali è proprio in base a ciò che emerge dalla relazione dei Servizi sociali , che il tribunale emette un decreto con cui la coppia è dichiarata idonea all'adozione!
    Ciao,comunque ribadisco che nel mio discorso parlavo di affidamento non di adozione!E evidenziavo che in tanti Comuni la procedura di formazione delle coppie che fanno richiesta non avviene proprio....quindi molte coppie non sanno che devono favorire i rapporti con la famiglia d'origine,e che il minore in affidamento,salvo casi eccezionali,deve tornare dalla sua famiglia.
    L'adozione è molto pià complicata, e l'iter spesso lunghissimo,per l'affidamento è diverso!Parlo di affidamento familiare non di affidamemto pre-adottivo....forse non l'ho specificato.

  12. #27
    Partecipante Assiduo L'avatar di lisaanna
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    ok si certo è diverso! beh quello è colpa dei servizi della zona. la formazione sarebbe importante sopratuttio per differenziare cosa vuol dire avere in affido o in adozione un minore.. purtroppo la pratica come al solito è diversa dalla teoria.. a volte alcune famiglie senza nemmeno essere iscritte a delle liste vengono contattate "per conoscenza"!

  13. #28
    Partecipante Assiduo
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    Citazione Originalmente inviato da karmen Visualizza messaggio
    Per quello che ho visto io i giudici in genere almeno a Roma per mediazione intendono che all'inizio dell'udienza mandano i coniugi a prendersi un caffè per vedere se riescono a mettersi d'accordo...
    Forse in altri Tribunali, magari in quelli più piccoli, è diverso, mi dite?
    Carmen
    ciao!a venezia e padova solitamente provano ad inviare in mediazione anche se concordo sul fatto che spesso forse non sanno esattamente di cosa si tratta. Sta a noi mediatori farci largo e farci conoscere dai giudici

  14. #29
    Postatore Compulsivo L'avatar di LuisaMiao
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    vi faccio una domanda che mi interessa:
    faccio da ormai due anni e mezzo la volontaria in un centro aiuto donne maltrattate e molte delle donne che vengono da noi sono in fase di separazione o stanno maturando questa idea (o per lo meno, dicono di pensarci...).
    secondo voi, in una coppia dove uno dei partner è maltrattante la mediazione familiare può essere usata?

    Grazie della risposta!
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  15. #30
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    Ciao Luisa
    ti rispondo in poche parole e senza alcuna pretesa perchè non me ne intendo molto di questo ambito, anzi, non me ne intendo; comunque sia, frequentando la scuola sistemico relazionale, mi è capitato di avere come argomento di qualche lezione un inquadramento di quello che è l'approccio metodologico e le finalità degli interventi di mediazione. All'inzio la prendevo molto male, perchè la vedevo come una mera pubblicità da parte dei miei didatti per far si che oltre alla scuola quadriennale ci avvicinassimo anche al corso di mediazione e, detto un po fuori dai denti forse è così; poi però, svincolandomi da tali premesse e avendone avuta una infarinatura, mi sono reso conto che il tipo di intervento è specifico e molto delicato e necessita di una formazione ad hoc, proprio perchè, capita che ci siano anche casi di questo tipo, quello cui ti riferisci tu. Per questo è un campo formativo multidisciplinare che possono svolgere, dopo adeguata formazione, psciologli, avvocati, assistenti sociali: la coppia può anche essere disastrata e di certo lo è a più livelli e la separazione o il divorzio in atto rendono il tutto ancora più complicato; nella mediazione si creca di tutelare i figli e di preservare la dimensione genitoriale condivisa al di là di tutti gli attriti personali e burocratici che si frappongono tra i due genitori e spesso, anche quando sembra che l'intervento della mediazione sia servito davvero a poco, ti accorgi (uso il tu gnerico perchè parlo per esperienza riportata dai miei didatti e, ripeto, non mia) che in realtà è servito affinchè quella famiglia non sia finita tra i tanti casi di cronaca dove un coniuge ad esempio ne uccide un altro (anche qui, usiamo il maschile generico ma sappiamo che nel 98% dei casi è il marito che usa violenza).
    Questi sono comunque casi assolutamente delicati e da affrontare solo se dietro c'è una grande esperienza nel campo della mediazione.
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