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  1. #1
    Postatore Compulsivo L'avatar di LuisaMiao
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    Prostitute per studiare

    Sul sito del Corriere:

    Il libro «le confessioni di Laura D» sono già un caso editoriale
    Studentessa e squillo, scandalo in Francia
    La mattina studentessa modello, la sera lucciola sensuale. Una 19enne sconvolge i «benpensanti» transalpini

    PARIGI - La mattina è una diligente studentessa che segue lezioni universitarie. La sera, invece, si trasforma in una sensuale prostituta che vende il suo corpo per pagarsi gli studi. E' Laura D, protagonista del romanzo-confessione Mes Chères Études («I miei cari studi»), scritto da una diciannovenne francese. Uscito da qualche giorno nelle librerie transalpine, il libro sta letteralmente scandalizzando la Francia benpensante: la giovane autrice, senza peli sulla lingua, narra la sua esperienza di ragazza costretta a prostituirsi per pagare le salate tasse universitarie.

    LA SVOLTA - Nel romanzo Laura racconta di essere iscritta al secondo anno della facoltà di lingue straniere e grazie alle numerose occasioni offerte da Internet decide d'intraprendere per un breve periodo la carriera di prostituta. In passato ha tentato di fare lavori part-time, ma la mancanza di tempo e la misera paga l'hanno fatta tornare sui suoi passi. Laura come tanti studenti appartiene a quel ceto sociale «non abbastanza povero per ricevere dallo Stato gli aiuti universitari». Suo padre è un semplice operaio e sua madre è un'infermiera: essi hanno altri due figli piccoli e possono sostenere solo in parte le esigenze economiche della figlia.

    SEGRETI E TABU’ - In un'intervista al Times di Londra Laura dichiara di essere sconcertata dalle dichiarazioni di alcune associazioni che difendono i diritti delle prostitute le quali asseriscono che la prostituzione studentesca è un fenomeno che esiste solo nella fantasia dei media: «C'è un numero incredibile di ragazze che come me continuano a prostituirsi ma non ne parlano nemmeno con i loro amici più fidati», racconta Laura. «Tutto rimane un segreto e un tabù. E' davvero semplice essere trascinati nel mondo della prostituzione. Purtroppo ci sono tante studentesse che non riescono più a uscirne».

    40 MILA STUDENTESSE-SQUILLO - Le cifre parlano chiaro. Secondo un recente studio condotto dal sindacato studentesco francese «SUD-Etudiant» sono circa 40.000 le ragazze transalpine che per pagarsi gli studi si prostituiscono. La stragrande maggioranza usa internet per trovare i clienti. «Basta navigare un pò in rete e si scoprirà quanti avvisi di massaggiatrici e accompagnatrici ci sono», taglia corto Laura. L’autrice del libro afferma che la sua prima esperienza da prostituta è avvenuta in una camera d'albergo e per essere soltanto guardata da un cliente cinquantenne, quella volta, riuscì a racimolare 250 euro. Più tardi il suo «onorario» raggiunSe i 400 euro, ma dopo quasi un anno decide di porre fine alla sua carriera di lucciola: «Non riuscivo a dormire. Mi giravo e mi rigiravo nel letto con delle immagini orribili che passavano davanti ai miei occhi».

    CAMERIERA - Adesso Laura è tornata alla vita ordinaria: lavora in un ristorante di Parigi e spera che prima o poi le ferite presenti nella sua anima si rimarginino: «Adesso è diventato problematico costruire un rapporto normale con i ragazzi. E'davvero difficile ritrovare se stessi dopo un’esperienza del genere».

    Francesco Tortora

    Avete sentito parlare di questo fenomeno? All'estero (dove) o anche qui in Italia? Cosa ne pensate?
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  2. #2
    Partecipante Esperto L'avatar di nuryel78
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    non so come mai, ma fra i mille problemi di questo mondo la prostituzione è quello al quale sono più sensibile, quello che mi fa più riflettere. così, a pelle. forse è spiegabile con il semplice fatto che sono donna. non so.

    di prim'acchitto, tuttavia, mi viene da pensare che questa non è una di quelle poverette che vengono rapite in moldavia e buttate su un marciapiede delle cascine: pertanto non capisco che senso abbia prostituirsi volontariamente, in questo caso.

    ma poi mi è venuto in mente che ormai ci sono tante solitudini, tante povertà, tante emarginazioni nuove, che prima non esistevano, e che ora sono entrate prepotentemente a far parte della quotidianità...e mentre questo succedeva noi non ce ne siamo neanche accorti. dove eravamo?

    in sintesi: non me la sento di giudicare, nè di dire una semplice opinione. questa volta non ho un'opinione. mi sento solo di pensarci su,tenendo ben presente che davvero certe persone,pur essendo circondate da amici e parenti, sono davvero sole con sè stesse.

  3. #3
    L'avatar di Duccio
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    Beh e' una cosa molto diffusa anche in Italia... vidi diversi servizi fra iene e simili... dove studentesse (di milano nel caso dei servizi che ho visto) che per arrotondare e pagarsi i vizi... si spogliavano tramite webcam... a prezzi vari a seconda dei vestiti tolti... e poi magari anche con incontri dal vivo... Generalmente avevano n giro di persone... non era una prostituzione proprio standard come quella per strada...
    Non so in realta' cosa pensare... Da un lato se una (o uno dato che esiste la prostituzione maschile) decide di vendere il proprio corpo... contento lui/lei... dall'altro mi intristisce un po' il fatto che vendere cosi' a pagamento qualcosa che dovrebbe essere bello ed emozionante debba essere svilito da un rapporto commerciale e da due fogli da 50 euro.... Credo sia un appiattimento in generale... Dovuto forse ai tempi... al sempre maggiore credito che viene dato al profitto a scapito del sentimento... ai soldi facili a scapito di quelli sudati....
    Insomma il discorso e' ampio e generale...

  4. #4
    Angelus_Laguna
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    Se non ricordo male, ne avevano fatto un servizio tempo fà in un altra emittente: ma riguardava l'america latina mi pare...forse ricordo male.
    Certo, la prostituzione non è rubare, non è uccidere.
    E grazie al cielo, lei ha scelto di sua iniziativa non perchè costretta da uno sfruttatore che la picchiava e l'ammazzava di botte.
    Però non riesco a sentirmi cosi "discpiaciuto" come lo sarei nei casi di sopra.
    Aveva un obiettivo, si è fatta un paio di conti e ha preso quella strada. Quando non c'è l'ha più fatta ha lasciato perdere, liberamente, di sua iniziativa.
    E' vero , il diritto allo studio è importante, senza quell'istruzione la sua vita sarebbe stata davvero diversa ... ma... è stata una sua scelta, dall'inizoo alla fine.

  5. #5
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di julia1976
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    sinceramente penso che chi sceglie di pagarsi l'università facendo la prostituta lo sceglie perchè non gli basta la misera paga di una commessa o simili...
    vedo che siamo in tanti che abbiamo fatto lavori precari (personalmente ho cambiato un sacco di lavori per potermi mantenere l'università prima e i vari corsi ora) o non precari (per fortuna ora sono in un lavoro fisso, anche se non è la mia massima aspirazione fare la ragioniera!) per poterci mantenere... ovvio non si naviga nell'oro e bisogna fare delle scelte...
    poi se uno le scelte non le vuol fare e vuol trovarsi con un sacco di pecunia in tasca a quel prezzo... scelta sua...
    certo a 18 anni secondo me non sei in grado di capire che una scelta di quel tipo ti può portare a certe conseguenze... mi viene da chiedermi dove erano i suoi genitori...
    discorso tutto diverso a chi, di fare la prostituta non lo sceglie, ma lo subisce... e questo è un grande schifo...
    qui lancio una domanda un po' provocatoria che non dovrebbe essere ot: siete a favore della riapertura delle case chiuse (ovviamente in italia visto il vaticano non è possibile, ma in senso utopico)?
    io personalmente si: più controlli, più sicurezza, più igiene, meno sfruttamento (non si esclude lo sfruttamento ma non si arriva a casi orribili come quelli attuali)... voi che dite?
    I sogni vanno sempre perseguiti... senza sogni cos'è l'uomo?

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  6. #6
    Angelus_Laguna
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    Assolutamente si, daccordissimo e auspicabile.
    Tanto i clienti non mancheranno mai, almeno non saranno per strada.
    In Italia la prostituzione non è illegale, ma lo sfruttamento si.
    Per quanto non possa approvare la prostituzione, non significa che se ne deve fregare di persone che sono di carne e sangue , come me, come tutti noi.

  7. #7
    Postatore Epico L'avatar di Arte1misia
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    Sono d'accordo con julia e angelus
    e poi potrebbero pagare le tasse che mi sembra giusto avendo un reddto, secondo me dovrebbe diventare un lavoro come tutti gli altri.
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    La forza non viene dal vigore fisico. Viene da una volontà indomabile.
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  8. #8
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    Credo di aver sentito questa situazione anche a Londra,se non sbaglio.Io penso che se non si trattasse più di casi isolati,ma di una situazione generalizzata,lo Stato o chi per lui,dovrebbe farsi un grosso esame di coscienza,perchè per me,se ci son tante persone che son costrette a cancellare la propria dignità per istruirsi,loro malgrado,non è certo - per la maggioranza- colpa loro.Io davvero penso a queste persone che sono di fronte a un bivio,provo a mettermi nei loro panni,e non mi pare una decisione nè così assurda nè così incomprensibile.Piuttosto non devono vergognarsi loro,ma chi le ha costrette, indirettamente.Non sono costrette solo le prostitute dell'Est che vengono sfruttate,credo proprio che lo siano anche loro.Entrambe possono scegliere altrimenti di tenersi la dignità e fare la fame.Ma non lo fanno e nessuno può lavarsene le mani pensando che non abbiano fatto altrimenti.

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  9. #9
    Postatore Compulsivo L'avatar di LuisaMiao
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    Dal sito del The Sunday Times, ottobre 2006

    Female students turn to prostitution to pay fees
    Jonathan Milne
    MORE and more students are resorting to prostitution or other jobs in the sex industry to pay rising university tuition fees, a study has found.

    Research by Kingston University in southwest London suggests that there has been a 50% rise in numbers over the past six years.

    In a survey that asked 130 students whether they knew any friends involved in the sex industry, one in 10 said they knew of students who had stripped, lapdanced or worked at massage parlours and escort agencies to support themselves. Just over 6% said they knew students who worked as prostitutes.

    The academics found that alcohol and mental problems led some women into stripping and lapdancing. But those resorting to prostitution were simply working to earn money.

    University tuition fees, first introduced in 1998 at £1,000 a year, have risen to £3,000 this year at all but a few universities. The average student loan at graduation last year was £8,948, but NatWest Bank said that once private debt was factored in, students now in their first year could expect to graduate with liabilities of more than £14,700.

    Dr Ron Roberts, a health psychologist who was the lead author of the study, said: “Our figures represent a 50% increase in the prevalence rates for student prostitution since 2000 . . . given the increasing financial problems experienced by students, this is in line with what we would predict.”

    The researchers talked to students in different age and social groups and cross-checked descriptions to avoid double-counting sex workers who might be known by more than one respondent.

    Roberts and his co-authors, Sandra Bergstrom and David La Rooy, called on education and welfare authorities to acknowledge the problem of increased costs forcing students into sex work.

    According to a 2004 study, clients spend an estimated £534m a year on prostitutes — almost as much as Britons spend on going to the movies. The average cost per encounter was £55, more in London.

    Last week one London escort said she had been working in the industry since 1999 to support herself through a masters degree and now a doctorate in international politics.

    “In the agency lounge, we all had our books or our laptops,” said the escort, who would be identified only as Sophie. “We were all studying at night, then would take breaks to go out with the guys.”

    Sophie said she could sometimes earn £2,000 for a full night’s work in 1999, but now competition from eastern European prostitutes had driven earnings down, while tuition fees had gone up.

    “Instead of working in McDonald’s, or shops for £8 an hour,” Sophie said, “sometimes it is easier to work in this industry, make more money quickly, pay the rent and have time to do your reading.”

    Internet adverts for escort agencies and massage parlours boast of having “college girls” on their books. Sophie said: “If clients are willing to pay up to £350 an hour, it’s because they don’t want a bimbo. They want a conversation as well as sex.”

    Sam Heuston, 24, a contestant last year on Big Brother, said she earned £80 a night stripping and bar-dancing at clubs when she was studying marketing at Oxford Brookes University.

    But Gemma Tumelty, president of the National Union of Students, warned that students in the sex industry were vulnerable to abuse.

    A spokesman for Universities UK emphasised that the institutions provided support services for students in trouble, but “students are responsible adults and we treat them as such”. Though tuition fees were £3,000 this year, students could wait to pay them until they graduated and were earning.
    Da El Mundo:

    UN FENOMENO ASOCIADO CON EL ALTO COSTO DE LA EDUCACION TERCIARIA
    Prostituirse, un recurso entre europeas para pagar sus estudios
    Muchas estudiantes universitarias prefieren tener sexo pago con compañeros antes que trabajar de camareras o babysitters.
    La revista universitaria británica Varsity ha destapado al gran público un fenómeno que entre los universitarios europeos ha sido una leyenda urbana desde hace años. Los testimonios son preocupantes, porque iluminan un hecho cada vez más frecuente: la prostitución de las estudiantes que deben pagarse sus costosos estudios.

    Una joven declaró que se había acostado con "más de 40 hombres en dos meses. Estaba en mi primer año en la facultad y ganaba cerca de mil libras a la semana (2.070 dólares). Con mi anterior trabajo por horas no ganaba lo suficiente; en cambio ahora tengo más tiempo para estudiar y divertirme". Y como el suyo hay varios ejemplos. Varsity, que tomó testimonios sólo en la Universidad de Cambridge, destapa un fenómeno extendido por toda Europa. Miles de jóvenes prefieren tener sexo con sus compañeros de facultad a cambio de dinero antes que ejercer el típico trabajo de estudiantes como camareras o babysitters.

    Estudiar no es barato. En el Reino Unido, sólo las tasas universitarias pueden alcanzar los 6.000 dólares anuales. Y eso en universidades públicas. Los precios de las privadas son prohibitivos para la clase media. A esto hay que sumar el alquiler del apartamento, gastos semanales, viajes para volver de vez en cuando a casa... a fin de mes se llega con el agua al cuello. Pero hasta ahora los estudiantes completaban sus ingresos con trabajos esporádicos, atendiendo mesas de restaurantes, dando clases particulares o cuidando niños.

    Una nueva generación considera, según Varsity, que eso es "trabajar" y que pueden ganar más plata prostituyéndose. Según la revista, muchas lo hacen de una forma que no les provoca problemas éticos. Cuando ven a un chico que les gusta se dejan seducir. Así son ellas quienes eligen a sus clientes.

    El sindicato estudiantil francés Sud-Etudiant publicó en octubre del año pasado en el diario francés Le Figaro su propio estudio sobre este fenómeno. Según sus datos, en Francia hay al menos 40.000 chicas (los chicos apenas llegan a 5.000) que alquilan sus cuerpos, de una población universitaria femenina que no llega a 800.000 estudiantes. Fenómenos similares ocurren, según Sud-Etudiant, en España, Italia, Bélgica, Holanda y Polonia.

    Guillaume Houzel, presidente del consejo asesor del Observatorio de la Vida Estudiantil (OVE), que no niega el dato de las 40.000 jóvenes universitarias francesas que supuestamente se prostituyen, no considera que este fenómeno sea tan importante. Según dijo a Clarín este investigador y asesor de la Alcaldía de París, "la incidencia de la prostitución no es mayor entre universitarias que en cualquier otro grupo social. Y la pobreza estudiantil se mantiene relativamente estable en los últimos años porque son pocos los hijos de familias pobres que tienen la oportunidad de acceder a la enseñanza superior".

    Graciela Moratalla, psicóloga investigadora en el Consejo Superior de Investigaciones Científicas, con sede en Madrid, sí cree que la prostitución universitaria es un asunto grave.

    Este tipo de prostitución tiene una incidencia aún mayor entre las estudiantes del sistema Erasmus, que es una beca económica que permite a los europeos cursar sus estudios en otro país de la UE durante un año académico.

    Un sondeo de la Universidad de Kingston, en el Reino Unido, reveló que prefieren tener sexo con sus compañeros de facultad a cambio de dinero que ejercer el típico trabajo de estudiantes, como camareras o babysitters. La Universidad italiana de Calabria descubrió el año pasado que muchas chicas "erasmus" recibían en sus habitaciones de las residencias de estudiantes a sus compañeros para practicar sexo a cambio de dinero.

    Aunque a veces no hace falta siquiera llegar al contacto físico: basta una webcam y un sitio web, pues parece que hay mirones dispuestos a pagar 200 dólares por hablar, a través del ordenador, con una chica medio desnuda. Morgana, una italiana de 22 años de la Universidad Sapienza de Roma, contó al portal de Internet StudentiMagazine que llega a ganar hasta 4.000 dólares mensuales "por sentarme cómodamente delante de mi PC". Una italiana incluso publicó sus experiencias en "Diario de una webcamgirl
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  10. #10
    Moderatore OPS L'avatar di Dasavivi
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    Citazione Originalmente inviato da julia1976 Visualizza messaggio
    certo a 18 anni secondo me non sei in grado di capire che una scelta di quel tipo ti può portare a certe conseguenze...
    perdonami ma non sono proprio d'accordo......secondo me a 18 devi essere -eccome- in grado di capire le conseguenze delle tue scelte.....
    con questo liberissimi/e di fare ciò che si crede....

  11. #11
    Partecipante Super Figo L'avatar di estela84
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    a me invece viene da pensare a ciò che stà dietro alle loro scelte di prostituirsi.....secondo me c'è una sensazione di ambivalenza: chi sceglie di prostituirsi in qualche modo usa il proprio corpo, è attivo nel venderlo, non è una cosa che gli capita, ma la sceglie secondo me questo da un certo senso di potere e di (falsa) autonomia all'inizio....però penso anche che non sono persone che riescono a dare un valore personale alla propria corporeità, è come se il loro corpo non appartenesse del tutto alla loro persona, perchè quella è la parte che si può vendere....
    non mi va di giudicare, posso solo dire che da un lato mi dispiace moltissimo che a causa della crisi economica un po'tutti ci sentiamo dei poveracci e vediamo i nostri sogni un po'precari....dall'altro lato do ragione a chi dice che non sono state rapite, ma hanno scelto loro di reagire così davanti ad una situazione..ma mi interessa di più l'aspetto che stà dietro a tutto ciò.
    non sono d'accordo quando dite che è un fenomeno esploso mentre noi non lo vedevamo....almeno io, ne avevo già sentito parlare abbondantemente....sarà forse che adesso siamo studenti universitari noi e ci colpisce ancora di più perchè potrebbe riguardare ognuno di noi....

  12. #12
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di ziogargamella
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    io nome della libertà di autodeterminazione io non ci trovo nulla di male: uno può essere certo più o meno d'accordo, ponendosi ancora prima della legittimità della professione problemi di ordine morale. Poichè però le leggi di uno stato non si fanno soltanto in base a riflessioni di tipo morale, anche perchè di morale non ne esiste una, soprattutto al giorno d'oggi, legalizzerei la professione in tutte le varianti che oggi può avere.

  13. #13
    Styrofoam Crown L'avatar di Grace
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    non mi sembra che ci sia molta libertà di scelta,libero arbitrio,autodeterminazione o come la volete chiamare,tra la necessità di prostituirsi per studiare oppure rinuciare a studiare.sarebbe come dire che le donne islamiche possono scegliere di portare il velo,in una situazione dove l'alternativa è essere perseguitate,picchiate,uccise o scappare.o i cristiani (come tanti altri) 2 millenni fa che potevano sì scegliere di professare la loro religione,ma morivano da martiri.
    Ho ingigantito tanto la situazione,lo so,ma ditemi che libertà ci trovate...

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  14. #14
    Angelus_Laguna
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    Grace a mio avviso cosi è davvero eccessivo, non è proprio possibile paragonare il diritto allo studio universitario, "conquistato" con libera prostituzione, al fatto che se non vesti in un certo modo ti pestano a sangue.
    E' verissimo che certe situazioni di disagio vengono create dagli organi inadeguati, ma se hanno la forza di prostituirsi....ma dico io, e se si mettono tutte assieme a PROTESTARE IN CORTEO, ma io dico che ottengono qualcosa non solo per loro ma pure per le altre...
    prostituendosi invece...mah.
    Aggiungo, se hanno la "forza" di vendere il loro corpo per studiare...com'è che non riescono ad unirsi per fare proteste, per farsi sentire nel loro disagio?
    Ora lo dico anche seriamente, ma ci marciano pure: si vede che lo trovano più comodo. Eh scusate... non stiamo parlando di schiave minacciate di morte con i familiari in ostaggio.
    Ultima modifica di Angelus_Laguna : 22-01-2008 alle ore 12.35.53

  15. #15
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di julia1976
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    scusa grace ma nemmeno io sono d'accordo... ho conosciuto persone che lavorano full-time e studiavano (io sono riuscita con un part-time ed è più facile) e sono riuscite a laurearsi lo stesso...
    è questione di cosa vogliono nella vita e delle priorità che si danno...
    certo se vuoi studiare e vuoi vestire versace senza papà che paga... beh a ognuno le sue scelte...
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