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  1. #1
    Partecipante Affezionato
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    22-02-2008
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    Omosessualità latente e omosessualità repressa

    Mi interessa molto l’argomento dell’omosessualità latente. Si sente spesso parlare di persone che si “scoprono” omosessuali anche a più di quarant’anni, magari dopo un matrimonio e dei figli. Tra i miei conoscenti, si annoverano quattro casi di questo tipo (il quarto è stato sicuramente l'esito di una terapia analitica di tipo freudiano).

    Ma si tratta di persone che si sono accorte delle loro effettive preferenze sessuali dopo una fase temporanea di eterosessualità, oppure sono sempre state consapevoli della loro omosessualità e l’hanno pertanto repressa fino a un dato momento?

    Da uomo della strada, la prima ipotesi, francamente, mi sembra poco verosimile. Ad esempio, con la vita che facciamo oggigiorno, come fa un individuo di sesso maschile a non accorgersi di preferire gli uomini rispetto alle donne? Non potrebbe trattarsi, invece, di bisessualità? A meno che non ci siano stati eventi traumatici che possano aver indotto un individuo a soffocare per un periodo più o meno lungo il proprio orientamento... Mi domando, ad esempio, se un episodio di violenza sessuale, o l’aver assistito a fenomeni di omofobia, oppure l’aver concesso una prestazione omosessuale in cambio di denaro o di un lavoro durante la prima gioventù possa fungere da deterrente a vivere con serenità l’attrazione verso persone dello stesso sesso.

  2. #2
    Partecipante Figo L'avatar di valex82
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    23-10-2004
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    non credo sia necessario invocare violenze sessuali o "prestazioni professionali" per spiegare come mai alcune persone non riescono a vivere con serenità i propri impulsi sessuali...piuttosto credo che la motivazione di tale difficoltà dipenda dal rifiuto che la società, ancora oggi, nel 2008, dimostra di avere nei confronti dell'omosessualità.
    Il rifiuto da parte della società viene ovviamente introiettato dalla persona che si sente sbagliata, e se non si è abbastanza strutturati e sicuri di se, si rischia di finire per negare la propria sessualità.

  3. #3
    Partecipante Affezionato L'avatar di glassina
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    15-06-2007
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    Citazione Originalmente inviato da valex82 Visualizza messaggio
    non credo sia necessario invocare violenze sessuali o "prestazioni professionali" per spiegare come mai alcune persone non riescono a vivere con serenità i propri impulsi sessuali...piuttosto credo che la motivazione di tale difficoltà dipenda dal rifiuto che la società, ancora oggi, nel 2008, dimostra di avere nei confronti dell'omosessualità.
    Il rifiuto da parte della società viene ovviamente introiettato dalla persona che si sente sbagliata, e se non si è abbastanza strutturati e sicuri di se, si rischia di finire per negare la propria sessualità.

    ne so molto poco, ma concordo con quello che è stato detto. Inoltre credo che comunque, almeno in certe situazioni, ci voglia anche la forza di mettersi in discussione, per scoprirsi omosessuali, forza che secondo me non sempre c'è (soprattutto a causa di spinte culturali).

  4. #4
    Partecipante Affezionato
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    22-02-2008
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    Quello che mi domando, è come si possa scoprire di punto in bianco di essere gay, quando magari per molti anni si hanno avuto solo esperienze e soprattutto interessi di tipo eterosessuale. Posso capire un ventenne che dopo aver avuto una o più relazioni con ragazze si accorga di preferire i maschi, ma un quarantenne, o addirittura un cinquantenne...

    Per fare un esempio, rimasto vedovo di Elsa Triolet, Louis Aragon andò a convivere in tarda età con un giovanotto, ma di lui si diceva da tempo che avesse delle curiosità omosessuali.

    Quanto agli eventi traumatici che possono fare da deterrente, si ipotizza che lo scrittore inglese Evelyn Waugh abbia rinunciato ad assecondare le proprie inclinazioni omosessuali dopo essere stato allontanato a causa di una vicenda mai chiarita da una scuola dove era andato a insegnare dopo la laurea. Quindi si sposò due volte ed ebbe sei figli.

    Un altro caso ce l'ho sotto gli occhi. Un mio amico a 22 anni si è trovato nell'impellente bisogno di denaro e in un'occasione ha accettato di prostituirsi. Ma è stata un'esperienza che gli ha lasciato molto amaro in bocca, e ancora oggi, a quindici anni di distanza, me ne parla con vergogna. Nutre un sacro terrore dei gay, pur essendo un ex atleta rifugge i contatti più innocenti con gli uomini (baci sulle guance, abbracci, eccetera) e tempo fa si domandava se non presentasse qualcosa che potrebbe farlo prendere per omosessuale. Conosco bene quest'uomo, che nel frattempo si è sposato e ha avuto un figlio, e per motivazioni che qui non riporto per esigenze di sintesi da sempre sono dell'idea che sia omosessuale.
    Ultima modifica di dogana_vecchia : 26-02-2008 alle ore 15.33.17

  5. #5
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di ziogargamella
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    io dubito che una persona a 40 anni scopra come dici tu di punto in bianco di essere gay. Probabilmente, verosimilmente, ha fatto un percorso (di vita, di altro) che lo avrà portato ad oggettivare e a rendere più esplicite delle dinamiche affettive e sessuali che comunque erano presenti anche prima. Del resto eterosessuale ed omosessuale non sono due categorie distinte ma gli estremi di un unico continuum lungo il quale potremmo collocare tutti noi.......esempio emblematico di come la psicologia e la psicoterapia sono molto più complesse della psichiatria (---> diffidare dal DSM!)

  6. #6
    Partecipante Assiduo L'avatar di Popino79
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    Citazione Originalmente inviato da ziogargamella Visualizza messaggio
    io dubito che una persona a 40 anni scopra come dici tu di punto in bianco di essere gay. Probabilmente, verosimilmente, ha fatto un percorso (di vita, di altro) che lo avrà portato ad oggettivare e a rendere più esplicite delle dinamiche affettive e sessuali che comunque erano presenti anche prima. Del resto eterosessuale ed omosessuale non sono due categorie distinte ma gli estremi di un unico continuum lungo il quale potremmo collocare tutti noi.......esempio emblematico di come la psicologia e la psicoterapia sono molto più complesse della psichiatria (---> diffidare dal DSM!)
    Quoto in pieno. Infatti se si indaga bene su questi soggetti alla fine ci sono molti elementi che fanno pensare all'oggettivazione di dinamiche affettive e sessuali pre-esistenti all'illuminazione!
    Esiste anche il problema contrario: gli omosessuali che hanno vissuto e agito la loro omosessualità e che a un certo punto dicono "ritorno ad essere eterosessuale"


    Amatevi, ma non tramutate l'amore in un legame. Lasciate piuttosto che sia un mare in movimento tra le sponde opposte delle vostre anime. Colmate a vicenda le vostre coppe, ma non bevete da una sola coppa, scambiatevi il pane, ma non mangiate da un solo pane. Cantate e danzate insieme e insieme siate felici, ma permettete a ciascuno di voi d'essere solo
    Kahlil Gibran

  7. #7
    Partecipante Affezionato
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    22-02-2008
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    Ho rivisto un mio conoscente che qualche anno fa si è separato dalla moglie dopo otto anni di matrimonio e un figlio, e che da un po' di tempo vive con un uomo (anch'egli con un matrimonio alle spalle) . Lui mi ha detto di esseresi reso conto di essere gay solo in occasione della sua prima esperienza omosessuale, avvenuta a più di trent'anni e poco prima della separazione.

    Sarà. Io comunque da quando lo conosco (ossia da quando si è sposato) lui mi ha sempre stato la sensazione che potesse essere gay o bisex.

  8. #8
    Partecipante Super Esperto
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    Credo che il discorso sia molto più complicato di quanto sia emerso. Innanzitutto come noi psicologi dovremmo sapere ogni persona è un caso a sé e quindi voler trovare una regola generale mi sembra oltremodo assurdo. Ma soprattutto sbagliato mi sembra voler trovare un'unica causa, come se alla causalità diretta ci potessimo ancora credere. Ci sono fattori culturali, c'è la scissione da parti di sé che non si vogliono o non si possono accettare, c'è l'aspetto esperenziale che ci ha impedito di fare certe esperienze, etc. etc.

  9. #9
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di luigi '84
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    sono d’accordo con giovanepsy...esistono dinamiche complesse e spesso una inferenza di tipo causale non ci porta lontano.Dovremmo un pò di più tener presente quello che diceva Jung riguardo all'uomo nella sua complessità: noi siamo abitati da un luogo originario di indifferenziazione per cui siamo fanciulli e vecchi al tempo stesso,buoni e malvagi,maschi e femmine...da questa regione indifferenziata si scinde quel tratto razionale e conscio che ci definisce come 'Persone' (in senso junghiano) ma che è sempre in sottile contatto con la parte in Ombra...l'archetipo femminile dell'Anima che abita l'uomo, se rimosso, produce quella unilateralità dello sguardo cosciente e razionale che spesso può essere causa di sintomi nevrotici e nel migliore dei casi comunque di una chiusura intellettuale e morale che ritroviamo in quella paura della 'differenza' in cui versa la nostra società...

    cordiali saluti a tutti...

  10. #10

    Riferimento: Omosessualità latente e omosessualità repressa

    prima di affrontare questo argomento bisogna distinguere prima l'omosessuale dal gay. Il gay è una condizione sociale che si è scelta, uno stile di vita, un aggettivo quindi di tipo sociologico di chi vive ed esprime l'omosessualità mentre per omosessualità si intende la condizione sessuale di un individuo che può viverla come non viverla piacevolmente.

    secondo, per affrontare l'omosessualità non possiamo affidarci solo alla psicologia senza tenere conto dell'antropologia, ossia senza domandarci chi è l'uomo? Penso che se non possiamo risponderci a questa domanda dobbiamo limitarci ad applicare la psicologia solo ai disturbi piu semplici e comunemente condivisi come "disturbi".

    Cmq a me sembra piuttosto evidente che l'omosessualità sia un disorientamento verso il proprio divenire donne e uomini maturi e completi. Non la definirei malattia perchè nessuno è felice di essere malato mentre di omosessuali contenti di esserlo ce ne sono molti (anche se quelli che non sono felici di esserlo si consocono poco dato che non lo dicono).

  11. #11

    Riferimento: Omosessualità latente e omosessualità repressa

    Cosa ne pensate del contributo di Kinsey in tema di orientamento sessuale (tanto la scala numerica quanto la tesi che l'orientamento non rimanga per forza identico nel corso della vita ma possa subire fluttuazioni)?

  12. #12
    Partecipante Figo L'avatar di bella primavera
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    Riferimento: Omosessualità latente e omosessualità repressa

    La scala kinsey degli anni 20, diede come risultato ch il 50% della popolazione americana dai 16 ai 50 dichiarò nella vita di avere avuto almeno un rapporto omosex.
    Fun uno studio interessante, malgrado le carenze metodologiche!
    Riguardo al tiolo omosessulaità latente (che non mi ha mai convinto), ripeterò la frase del famoso educatore Samuel Gordon "ma se lei pensa sempre al suo cane, cosa significa che lei è un cane latente?".

  13. #13
    L'avatar di claudia1976
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    Riferimento: Omosessualità latente e omosessualità repressa

    La questione potrebbe essere anche posta su un piano differente: molte persone sia per carattere (enneatipi: perfezionista e donatore ad esempio...senza voler anche scomodare Rogers e le sue teorie sulla personalità che coinvolgono l'Io e il Super Io) sia per "comodità" (considerando che forse solo in questo momento storico certe persone si sentono meno minacciate dal rivelarsi omosessuali), conducono un'esistenza che viene considerata "normale" o socialmente accettabile oppure che vivono la bisessualità trovando il compromesso per farlo, almeno fino a un certo punto (come ne "I segreti di Brokeback mountain") .

    Inoltre anche nelle coppie etero a livello sentimentale esistono persone che vivono i sentimenti come affetto, rispetto eccetera, ma non di passione, slancio e più viscerali, tanto che spesso - vi sarà capitato - sentiamo dire alle persone non "con lui / lei sono felice - mi sento me stesso/a - mi sento libero/a - sono appagato/a", ma con "lui / lei sto bene" ed è sufficiente, può bastare, e non cercano davvero altro.

    Nella loro esistenza, come dei vagoni che stanno dietro una locomotiva, hanno semplicemente seguito quelli che erano i binari sicuri, a loro mostrati e che conoscevano, senza forse porsi troppe domande o "guardarsi dentro".
    (nella piramide di Maslow il bisogno di autorealizzazione è in cima alla vetta, non a caso)

    Poi arriva sempre un momento in cui una persona fa un bilancio, di quanto vive, della propria esistenza e solo a un certo punto magari se la sente di affrontare
    "se stesso", e ha la forza e la stabilità personale necessaria per conoscersi (omosessualità latente), accettarsi (omosessualità repressa) e infine mostrarsi.

    Inoltre l'aspettativa di vita si allunga e anche i tipi di esperienze/stimoli/ possibilità con cui ciascuno
    può venire a contatto sono molti e variabili, e perciò possibili, voglio dire che probabilmente la bisessualità, è sempre esistita,
    ma in contesti storici dove probabilmente erano accettati (forse promossi?) e al tempo stesso meno pubblicizzati/enfatizzati.

    In tutto questo credo, putroppo nostro malgrado, in quanto è molto complesso fare inferenze filologiche e storiche dato che è il momento che stiamo vivendo,
    sfuggano 2 importanti componenti:

    1) la nostra evoluzione come specie: vero abbiamo una coscienza, una mente, un cervello, ma le ns basi biologiche sono senza dubbio animali / istintive
    (questo è una cosa su cui rifletto molto:l'etologia ci insegna che esistono specie che mutano il loro sesso se la percentuale di popolazione è sbilanciata in un senso o nell'altro. Nei primati non esistono coppie prettamente omosessuali, ma rapporti omosessuali e promiscui sì)

    2) l'innamoramento / amore consta di molte componenti : intellettualità, fisicità, sentimenti, comunità di intenti, affinità elettive...
    tanto per riprendere l'osservazione di Matteo_87 su Kinsey (esiste il film-documentario, se volete approfondire)
    "l'orientamento non rimane per forza identico nella vita ma può subire fluttuazioni"
    perciò è possibile che, una persona in un certo momento della propria vita cambi esigenze, e comprenda di volere vicino a sè un tipo di persona piuttosto che un' altra, con tutte le conseguenze del caso, questo perchè la miccia dei sentimenti può partire da diversi "inneschi" .

    Per cui secondo me alla fine il quesito sull'omosessualità (senza scordare che può avvenire anche il contrario: solo pochi anni fa, è stato scritto un bellissimo pezzo da Povia, "Luca era gay" dove si racconta proprio questo)

    Come già detto da molti, la questione è molto più ampia, complessa e meno definita e categorizzabile di quanto pensiamo possa essere.

    Se ci piacessero i sillogismi, le certezze e l'assioma che ad un'azione corrisponde una reazione uguale e contraria...dovremmo fare i matematici, i fisici o gli ingenieri!
    Però non dimentichiamo che Mr Einstein ci ha dimostrato che, anche lì, tutto è relativo!
    "Nessuno teme l'Inquisizione spagnola" (tratto da "Sliding doors")

  14. #14
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    Riferimento: Omosessualità latente e omosessualità repressa

    Citazione Originalmente inviato da alepegoli
    Cmq a me sembra piuttosto evidente che l'omosessualità sia un disorientamento verso il proprio divenire donne e uomini maturi e completi.
    Ma uomini maturi e completi rispetto a cosa? Certo se sei tu a stabilire cosa significa essere maturi e completi in assoluto, l'evidenza che vuoi mostrare si mostrerà inevitabilmente da sé. Se vedo una mezza sfera di pietra per strada e per me l'essere completo della mezza sfera è la sfera intera posso affermare che la mezza sfera è una versione incompleta e non matura della sfera, viceversa però posso anche vedere le cose in modo differente e pensare che è la sfera intera ad avere qualcosa in più andando a guastare la perfezione e la completezza della semisfera. Una persona con tre braccia è più completa di una persona che ne ha due? O viceversa ha un qualcosa in più che guasta l'equilibrio delle cose? Chi decide dove debba andarsi a situare la maturità o completezza di un ente o essere che in fin dei conti è quel che è?

    L'orientamento insomma bisogna stabilire oggettivamente cosa dovrebbe darlo una volta per tutte ed in assoluto, a me sembra che sia un qualcosa di soggettivo e personale. Le mancanze rispetto a qualcosa che osserviamo dipendono direttamente dalla nostra rappresentazione dell'oggetto completo, ma l'oggetto completo non lo sceglie la natura quale debba essere, siamo noi stessi a riempire dei vuoti ed a rappresentarli come tali (dei vuoti) grazie ad una qualche idealizzazione che dovrebbe andare a perfezionare e completare un qualcosa di imperfetto: ma l'imperfezione, l'immaturità e il disorientamento li abbiamo creati e costruiti noi stessi, non sono un qualcosa che è presente in quel che osserviamo, sono un qualcosa che ha a che fare con la nostra idea di come dovrebbe essere preferibilmente quel che osserviamo. Insomma le cose e le persone possono essere viste come incomplete rispetto a certe forme di completezza in svariati modi. E' più completo l'eterosessuale che preferisce un solo sesso o il bisessuale?

    Rispetto e relativamente ad una qualche idealizzazione di cosa dovrebbe essere ogni persona possiamo affermare che certi tipi di persone sono disorientate rispetto a questa nostra idealizzazione, ma se cambiamo ideali i disorientati diventano altri.

    Io direi che alla luce di poche osservazioni è ragionevole abbandonare idee generali legate a concetti di maturità e completezza ed occuparsi di come ogni singola persona si rappresenti questi ideali perché in fin dei conti se una persona si sente completa così com'è e non si sente affatto disorientata e immatura, che senso avrebbe al livello psicologico costruire una teoria generale ed oggettiva sul disorientamento, la completezza e la maturità che poi comunque non riesce ad interpolare nemmeno lontanamente gli ideali di maturità soggettivi di quel singolo individuo?

    In fisica una teoria dinamica dovrebbe spiegare il perché i pianeti si muovono in un certo modo e non usare dei modelli che ci dicono come dovrebbero muoversi i pianeti preferibilmente per poi poter affermare in maniera evidente che la terra rispetto ad altri pianeti si muove in un verso che non le permette di completarsi come pianeta ed essere quindi un pianeta maturo. Avrebbe senso dire che la terra si muove in modo disorientato? Disorientato rispetto a quale movimento privilegiato? Il disorientamento è qualcosa di relativo e non assoluto.

    Saluti
    Ultima modifica di Char_Lie : 22-09-2010 alle ore 16.27.17

  15. #15

    Riferimento: Omosessualità latente e omosessualità repressa

    posso sapere il titolo del documentario molto interessante sull'argomento ?
    Grazie

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