Mi interessa molto l’argomento dell’omosessualità latente. Si sente spesso parlare di persone che si “scoprono” omosessuali anche a più di quarant’anni, magari dopo un matrimonio e dei figli. Tra i miei conoscenti, si annoverano quattro casi di questo tipo (il quarto è stato sicuramente l'esito di una terapia analitica di tipo freudiano).
Ma si tratta di persone che si sono accorte delle loro effettive preferenze sessuali dopo una fase temporanea di eterosessualità, oppure sono sempre state consapevoli della loro omosessualità e l’hanno pertanto repressa fino a un dato momento?
Da uomo della strada, la prima ipotesi, francamente, mi sembra poco verosimile. Ad esempio, con la vita che facciamo oggigiorno, come fa un individuo di sesso maschile a non accorgersi di preferire gli uomini rispetto alle donne? Non potrebbe trattarsi, invece, di bisessualità? A meno che non ci siano stati eventi traumatici che possano aver indotto un individuo a soffocare per un periodo più o meno lungo il proprio orientamento... Mi domando, ad esempio, se un episodio di violenza sessuale, o l’aver assistito a fenomeni di omofobia, oppure l’aver concesso una prestazione omosessuale in cambio di denaro o di un lavoro durante la prima gioventù possa fungere da deterrente a vivere con serenità l’attrazione verso persone dello stesso sesso.