e quante volte, aggiungerei, il medico di base prima ancora di fare indagini cliniche dice non è che sei stressato?
e quante volte, aggiungerei, il medico di base prima ancora di fare indagini cliniche dice non è che sei stressato?
tante, troppe, purtroppo però a me non piace sparare a zero e dico alla coscienza di ognuno fare al meglio la propria professione.....
A volte, un aiuto psicologico puo' essere utile anche in presenza di una malattia organica, purchè sia ben gestito e finalizzato al supporto necessario al pz, non solo qd le patologie organiche sono escluse, anche se qui tu penso ti riferissi all'esclusione in relazione a disturbi psicologici. Quindi, una reciproca disponibilita' alla complementarieta', credo possa essere sempre utile.
Gaia
Tessera n° 15 Club del Giallo
Guardiana Radar del Gruppo insieme a Chiocciolina4
Secondo me,non è tanto una questione di fiducia quanto di interessi. Mi spiego: lo psicologo può slo aiutarti a migliorare, ma sono le forze di chi sta male che devono entrare in gioco, è la forza di volontà di chi sta male che deve entrare in ballo, mentre lo psichiatra ti da sempre un "aiutino" in più, i medicinali. Sembrerà strano ma oggigiorno c'è chi preferisce essere un ameba sotto oppiacei e non solo, anzichè affrontare la realtà. Però tutti vedono nei medicinali un grande aiuto, e credono che i medicinali possano davvero guarirlo, anche se nella maggior parte dei casi ti tengono solo a bada, e appena li molli ricrolli. Io sono convinta che i problemi vadano affrontati, anche con l'aiuto di altre persone, ma vadano affrontati da "sani" e non da "fatti di medicinali". Per questo motivo ho scelto di aiutare il prossimo iscrivendomi alla facoltà di psicologia. Sarà poco, ma ho tanta forza che posso donare...e non è buonismo ma è perchè è davvero quello che penso di fare da anni ormai!
il tu theesaurita è un bel messaggio, tuttavia è da dire che alcune volte i medicinali devono servire da interazione al colloquio...
perdon! interazione =integrazione
Hai ragione, talvolta, possono essere utili, se dati con coscienza e responsabilita', a rendere una persona in grande difficolta' psicologiche, a renderla addirittura accessibile al colloquio o essere indispensabili, purtroppo -nel senso di intensita' della sofferenza della persona- in certe fasi di un processo terapeutico.
Infatti, anch'io sono per un lavoro integrato e con piena coscienza, da parte soa dell'uno che dell'altro professionista, come hai detto tu in un altro post, larapull.
Ciao
Ciao, TheEsaurita, è vero, il tuo è un bel messaggio, perchè dimostra che hai entusiasmo, tuttavia a volte, la realta' clinica, è piu' complessa di quello che si possa pensare o prevedere.
Ultima modifica di RosadiMaggio : 23-08-2008 alle ore 14.07.26
Gaia
Tessera n° 15 Club del Giallo
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grazie rosa, sono felice che condivida la mia idea!
lo so a volte serovono...ma io li utilizzerei solo per alleviare mali fisici, quelli "morali" possono curarsi in modo diverso!secondo me...utopista?forse!ma mi piace pensarla così, mi piace sperare che un giorno tutti trovino la forza in loro stessi per superare i loro problemi
già già..., il fatto è che noi non abbiamo autonomia di decisione in tal senso, spesso, forse nella maggioranza dei casi, già assumono psicofarmaci senza aver mai visto uno specialista (psichiatra), prescritti dal medico di base.
per fare un esempio, un'amica di recente mi ha fatto vedere la medicina che prende, pensando ad un sintomatico dell'ansia e panico (non ha mai letto il bugiardino perchè il medico "gliel'aveva proibito"), ebbene era un antidepressivo e lo usava al bisogno, quando aveva le crisi, a volte anche 3 al dì a volte una a volte nessuna....pazzesco!
noi non possiamo entrare nel merito di ciò che prendono, ma una cosa mi chiedo, e rimando ai più esperti: come funziona se la persona ci chiede di voler ridurre le medicine o ha dubbi, possiamo contattare il medico che li ha prescritti....e parlare della questione con lui?
Ultima modifica di marata59 : 24-08-2008 alle ore 14.21.14
Si, se la persona è d'accordo, puoi contattare il medico che li ha prescritti e parlarne con lui; in alternativa, se tu conosci una psichiatra di tua fiducia o con il quale collabori o hai collaborato, puoi proporgli anche di sentire il parere di qs'ultimo, se gia' sta assumendo psicofarmaci. Sempre se la persona acconsente; oppure, con le dovute cautele, se la persona non si rende conto dei rischi dell'assunzione inappriopriata degli psicofarmaci, puoi farle capire che vorresti sentire il parere del suo medico per comprendere cosa ne pensi e qd, chiederle il consenso per farlo. Dopo, le dovrai dire che vi siete sentiti.
Gaia
Tessera n° 15 Club del Giallo
Guardiana Radar del Gruppo insieme a Chiocciolina4
concordo pienamente con rosadimaggio.
è fondamentale effettuare un approccio che non escluda, qualora sussista la necessità, l'interazione con il medico....
infatti, concordo nella professione, ma nella relazione non professionale, con un amico/conoscente? non è facile restare neutrali senza esporsi quando "si sa qualcosa"...
grazie per le vostre risposte