Originalmente inviato da
missmackey
Un saluto a tutti.
Mi piacerebbe esprimere la mia opinione in merito ai commenti sui commissari dell'EDS. Mi sento "tirata in causa" in quanto nel mese di gennaio, nell'ambito della seconda prova p. (VO) sono stata respinta ed ho la sensazione di aver letto, in alcuni messaggi, delle generalizzazioni che non mi sento di approvare.
Per quel che riguarda la mia prova, mi sono state fatte ben 4 contestazioni: due giustificate (ho espresso malissimo, per iscritto, un concetto corretto finendo con l'autopenalizzarmi, errore frutto dell'ansia e tensione dovute al fatto di percepire poco tempo a disposizione, la seconda frase l'ho proprio buttata lì), a proposito delle quali non mi posso difendere.
Riguardo alle altre 2 contestazioni qui viene il bello: avendo utilizzato un termine specifico, ossia "capacità di mentalizzazione" riferito al paz, i commissari, due donne, mi hanno domandato da dove avessi appreso, imparato ecc. questo termine, al che ho risposto che si trattava di un conc preso dal tirocinio dalla mia tutor (in realtà, poi, l'ho anche ritrovato sulla Lis, "Psicologia clinica"), mi hanno chiesto cosa voleva dire e la definizione non l'hanno trovata appropriata (non so come mai, l'avevo ripassata 30 minuti prima). L'ultima contestazione riguardava una mia osservazione che, a detta loro, era superflua quindi sbagliata.
Il problema è stato che, le ultime due contest. mi sono state fatte subito, all'inizio, dopodichè, una delle due dottoresse mi dice: "Forse lei prende ad esempio ciò che ha fatto/visto durante il tirocinio e ha la tendenza ad applicarlo indiscriminatamente a qualunque altro caso ma questo è sbagliato".
In quel mom ho capito che qualcosa stava prendendo una brutta piega ma non capivo il motivo (erano passati 4 minuti, più o meno, dall'inizio della discussione). Prosegue la contestazione ed il commissario in questione si fa sempre più aggressiva e punitiva (ebbene si), al punto che non mi lascia nemmeno finire di rispondere alle sue richieste di spiegazione e mi "parla sopra".
Quindi: dopo 10-12 min di orale, alla fine, di nuovo la stessa persona mi ribadisce che io ho acquisito un pensiero stereotipato, per cui "appiccico" il mio "paz ideale" a tutti i casi clinici che mi capita di analizzare, andando così a distorcere gravemente le ipotesi di diagnosi, aggiungendo però, che avevo scritto molte altre cose giuste e centrate.
Mi domando come sia possibile accusare una persona che non conosci, che incontri per la prima volta in vita tua, di siffatte "propensioni, tendenze" scusate ma non le so definire, senza avere la minima idea di quale tirocinio abbia fatto e come abbia lavorato durante lo stesso. Ciò che vi voglio dire è che non mi sento, a priori, di dire che sono stata respinta ingiustamente, alcuni errori li ho fatti e non mi sento in grado di giudicare, credo di aver meritato questa bocciatura, anche se mi brucia ammetterlo, ma l'opinione unilaterale espressa da questa persona non la posso condividere. Ho lavorato duramente per un anno con una tutor esigente che, non appena avesse notato in me, questo "pensiero stereotipato" me l'avrebbe subito fatto notare, perchè certi errori non possono passare inosservati, a mio parere sono molto gravi.
Il giorno nel quale, tra l'altro ho discusso il caso clinico, eravamo in 30 persone e ne hanno respinte 8 (notizia che so è già girata sul forum). Di alcune di queste vi posso dire che una ragazza, che aveva preso un 78 allo scritto, badate bene, ha ricevuto una sola contestazione, a proposito di un concetto giusto che però lei non ha saputo definire correttamente. Ebbene si, dovete sapere che questa commissione era talmente puntigliosa che pretendeva la definizione da manuale anche del più semplice meccanismo di difesa citato, per esempio, cosa che dava la sensazione di essere tornati indietro ai tempi degli esami universitari, sempre molto nozionistici. Questa persona è stata l'unica ad essere stata riascoltata ( 1 su 8 ) e l'hanno respinta di nuovo.
Un'altra ragazza, che aveva svolta un tirocinio in ambito cognitivo, è uscita piangendo dal colloquio per come si era svolto, già sicura dell'imminente bocciatura. Un'altra ancora, che aveva un 65 dello scritto ( che ripeteva in continuazione che un commissario le aveva detto che il suo tema "gli era piaciuto molto" nonostante il voto non molto alto ), non si capacitava del perchè le stesse succedendo tutto ciò in quanto, durante il colloquio era stata ripresa soltanto su una cosa ( non so cosa ).
Inoltre, mentre aspettavamo tutti insieme di sapere quale fosse stato l'esito della prova e fumavamo insieme chiacchierando, ho avuto modo di ascoltare diverse lamentele da parte degli altri ragazzi, che comunque sono stati contestati. Una ragazza diceva persino che Blandino l'aveva apostrofata dicendole "Ma queste sono definizioni degne di uno psicologo da strapazzo, che scrive sui giornali". Il clima generale era quello della scontentezza e di un atteggiamento tendenzialmente punitivo da parte della commissione che, alla fine, ha fatto un po' le pulci a tutti.
Quindi: confermo una diversità di approccio tra prima e seconda commissione, che è sicuramente più dura e severa, a questo punto senza giustificazione, non vi parlo però del contenuto delle prove pratiche perchè non so nulla di quelle della commissione gruppo L-Z, confermo pure, che ci possono essere bocciature giustificate, che l'EDs è anche questione di fortuna, ma anche che vengono fatti errori di valutazione e commesse, ogni tanto, delle ingiustizie.
Il fatto che dovrebbe lasciarci più perplesse è questo "burrone" che separa le due commissioni ( mi sono permessa di fare una stima percentuale tra bocciati delle due comm., dove la prima oscilla sul 25% contro il 15% della seconda, sempre! ).
Scusate per lo sfogo che non finiva più ma mi sono sentita in dovere di farlo.
A presto.
F.