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  1. #1
    Partecipante Esperto L'avatar di nancy1979
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    02-12-2005
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    Qualcuno riesce a spiegarmi il perchè?

    Forse sarà fuori luogo il mio thread..ma mi piacerebbe capire il perchè succedono alcune cose.
    Mi occcupo di selezione per una società finanziaria e sto ricercando diverse figure, dalle più junior come dataentry a figure più senior come promotori finanziari su tutta Italia.
    Ecco, passo tutta la mia giornata a screenare cv che la maggior parte delle volte non corrispondono ai requisiti richiesti.
    L'altra parte della giornata la passo a chiamare le persone che allo screening risultano idonee.
    I miei interrogativi sono:

    1. Perchè se io ricerco una figura junior e scrivo che cerchiamo una persona di età compresa fra 20-25 anni mi rispondono anche quelli di 40 anni?

    2. Perchè fisso il colloquio e poi la gente non si degna neanche di avvisare via mail che rinuncia al colloquio??

    Sapete, sono stanca di sentir parlare di disoccupazione, quando vedo ogni giorno un sacco di persone che non hanno alcuna voglia di lavorare!!!
    Non siamo l'esercito della salvezza e se si vuole uno stipendio è giusto mettersi in gioco e lavorare.
    E' più il tempo che perdo a contattare gente a cui non gli va di venire al colloquio,e che vorrebbero essere assunti per telefono, a fissare colloqui a cui nessuno si presenta, che tutto il resto...
    Ho anche pensato che sto sbagliando in qualcosa, ma confrontandomi con altri sembra che sia uguale per tutti..quindi...
    qualcuno sa cosa succede, perchè io davvero nn ci capisco più nulla!!!!!
    Nancy

    "Di tanto in tanto c'incontreremo nell'unica festa che non può finire"
    "Nessun luogo è lontano"

    "E' senz'altro possibile insegnare ad un tacchino ad arrampicarsi sugli alberi, ma perchè non assumere uno scoiattolo?"

  2. #2
    Ghiotto patato ಠ_ಠ L'avatar di Biz
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    Io penso che si vada sempre di più verso un idea di "trovare un qualsiasi lavoro perchè ogni lavoro va bene". Per questo motivo i curriculum non vengono più spediti ad hoc, ma una persona spedisce un centinaio di curriculum sperando che una delle 100 aziende lo richiamerà.
    Questa deriva è deleteria perchè aumenta (sempre secondo me) le persone che fanno lavori che non piacciono (quindi lo fanno anche svogliatamente, ma siccome un lavoro vale l'altro non si sbattono neanche tanto)
    Ma basta anche vedere in questo forum qualche thread su come i neolaureati cercano tirocinio, il modus operandi è quello di prendere una lista di email di aziende, centri per l'impiego, strutture convenzionate o che centrano qualcosa con la psicologia e spedire cento curriculum al giorno
    Lo dico non per accusare ma perchè anch'io ho vissuto questa esperienza, ovvero la tecnica della "quantità" per trovare lavoro, per questi motivi:

    1)Per me era più facile (basta scrivere un curriculum, fare una lettera decente e clikkare su "invia")
    2)Probabilisticamente è la più funzionale (su 100 è probabile che qualcuna ti ricontatti)

    Sulla mia pelle (ma per mia fortuna) ho trovato che era più dispendioso in termini di energie (ma più redditizio) cercare informazioni sulle aziende che mi interessavano, contattare ex lavoratori o tirocinanti, per poi inquadrare 4/5 strutture e spedire solo lì curriculum, magari telefonando anche o andando di persona
    "Guardatemi, signori...sono un uomo di sessant'anni e ho il corpo di un ragazzino.Ce l'ho in frigo."
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  3. #3
    Partecipante Esperto L'avatar di nancy1979
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    Caro Biz, a questo punto mi chiedo..ma davvero i nostri colleghi di HR chiamano persone che non sono in linea con il profilo?? Io le persone che nn c'entrano nulla non le chiamo nemmeno..che senso avrebbe sarebbe altro tempo perso e asarebbero altre convocazioni fallite, perchè poi non si presentano!
    La cosa che mi lascia senza parole è vedere una persona che dice di cercare lavoro che neanche si presenta al colloquio..è questo che mi lascia basita!!!!
    Nancy

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  4. #4
    Ghiotto patato ಠ_ಠ L'avatar di Biz
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    Di sicuro i colleghi in HR non chiameranno le persone che non servono, ma quanti "colleghi" in HR ci sono?
    Almeno in Veneto, spesso l'HR nelle piccole e medie aziende sono impiegati con mansione di recruiting
    Comunque anch'io vedo una certa predisposizione al lamento da parte sopratutto dei giovani
    Questo non vuol dire che la situazione lavorativa sia paradisiaca eh, però agendo in questa maniera i piccoli buchi diventano ancora più piccoli
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  5. #5
    Partecipante Figo L'avatar di Doni
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    Citazione Originalmente inviato da nancy1979 Visualizza messaggio
    Forse sarà fuori luogo il mio thread..ma mi piacerebbe capire il perchè succedono alcune cose.
    Mi occcupo di selezione per una società finanziaria e sto ricercando diverse figure, dalle più junior come dataentry a figure più senior come promotori finanziari su tutta Italia.
    Ecco, passo tutta la mia giornata a screenare cv che la maggior parte delle volte non corrispondono ai requisiti richiesti.
    L'altra parte della giornata la passo a chiamare le persone che allo screening risultano idonee.
    I miei interrogativi sono:

    1. Perchè se io ricerco una figura junior e scrivo che cerchiamo una persona di età compresa fra 20-25 anni mi rispondono anche quelli di 40 anni?

    2. Perchè fisso il colloquio e poi la gente non si degna neanche di avvisare via mail che rinuncia al colloquio??

    Sapete, sono stanca di sentir parlare di disoccupazione, quando vedo ogni giorno un sacco di persone che non hanno alcuna voglia di lavorare!!!
    Non siamo l'esercito della salvezza e se si vuole uno stipendio è giusto mettersi in gioco e lavorare.
    E' più il tempo che perdo a contattare gente a cui non gli va di venire al colloquio,e che vorrebbero essere assunti per telefono, a fissare colloqui a cui nessuno si presenta, che tutto il resto...
    Ho anche pensato che sto sbagliando in qualcosa, ma confrontandomi con altri sembra che sia uguale per tutti..quindi...
    qualcuno sa cosa succede, perchè io davvero nn ci capisco più nulla!!!!!
    Capita quotidianamente anche a me. Poi ci sono altri casi: gente che si candida da altre città, poi quando la chiami ti dice che non vuole trasferirsi; gente che quando gli hai fatto una proposta concreta, decide di rimanere dov'è.... C'è da dire che molto spesso la gente si candida non tanto per una reale esigenza di trovare/cambiare lavoro, ma perchè ha vogli di farsi valutare, capire quanto può valere sul mercato...
    Il lavoro nella selezione è così...
    La psicoanalisi è un mito tenuto in vita dall'industria dei divani (W. Allen)

  6. #6
    Postatore OGM L'avatar di willy61
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    Citazione Originalmente inviato da nancy1979 Visualizza messaggio
    Forse sarà fuori luogo il mio thread..ma mi piacerebbe capire il perchè succedono alcune cose.
    Mi occcupo di selezione per una società finanziaria e sto ricercando diverse figure, dalle più junior come dataentry a figure più senior come promotori finanziari su tutta Italia.
    Ecco, passo tutta la mia giornata a screenare cv che la maggior parte delle volte non corrispondono ai requisiti richiesti.
    L'altra parte della giornata la passo a chiamare le persone che allo screening risultano idonee.
    I miei interrogativi sono:

    1. Perchè se io ricerco una figura junior e scrivo che cerchiamo una persona di età compresa fra 20-25 anni mi rispondono anche quelli di 40 anni?

    ...

    Beh, forse si può rispondere con questo:

    Da una statistica dell’ISTAT, che risale al 2001, si denota come il cambiamento sociale, in materia di lavoro, occupi un ruolo fondamentale nella struttura “Italia”; l’inserimento nel mondo del lavoro avviene sempre più in età avanzata rispetto a trent’anni fa poiché ora si consolida entro i 24 anni, se si è compiuto il normale iter delle scuole dell’obbligo, 28 anni invece per i laureati.
    Per questi ultimi si è spostata l’età media; anch’essa risulta essere compresa entro i 28 anni non considerando eventuali master di specializzazione.Per effetto del graduale invecchiamento della popolazione, causato dalla mancanza di nascite nel nostro Paese, si arriverà nei prossimi dieci anni ad un incremento d’individui che supereranno i 40 anni, aspetto al quale sarà associato il successivo spostamento dell’età riguardo all’inserimento nel mondo del lavoro.


    Uno scenario a dir poco catastrofico per l’economia nazionale sembrerebbe rivelarsi nei prossimi anni. Ponendo invece le giuste attenzioni al problema si potrebbe trovare una concreta soluzione, sfruttando sin d’ora la possibilità di utilizzare la forza lavoro anche di coloro che subiscono uno sbarramento anagrafico nella nostra società; si acquisirebbe un nuovo forma mentis per ciò che concerne l’economia del futuro abolendo quegli atti che ad oggi la società pone a requisito per l’assunzione delle figure professionali di cui ha bisogno.Si potrebbe far fronte alle numerose richieste che il mercato del lavoro offre, riequilibrando in tal senso le caratteristiche della domanda a quelle dell’offerta.


    Le amministrazioni del nostro Paese hanno cercato di risolvere il problema. Ultimo è il D.lg. 9 luglio 2003 nr 216 il quale regola le parità di trattamento in materia d’occupazione, in attuazione della direttiva 2000/78/CE, il cui fine manifesta la cancellazione delle discrepanze, ha prodotto effetti positivi dimezzati poiché ancora oggi vengono poste restrizioni per taluni ruoli, magistrati e diplomatici e Forze Armate, che a mio avviso dovrebbero anch’essi conformarsi alla new economy Europea, quanto meno riconsiderare il limite anagrafico alla luce delle trasformazioni sociali, come sancito dalla Carta dei Diritti Fondamentali. Specificatamente l’articolo 21 proibisce qualsiasi tipo di disparità, compresa l’età, favorendo in questo modo la concessione a tutti i cittadini europei, quindi anche quelli italiani, uomini e donne di entrare nel mondo del lavoro senza subire disuguaglianze.


    Addirittura il Mediatore Europeo Jacob Soderman , alto funzionario per la creazione dell’Ufficio assunzioni delle Comunità Europee, in una lettera del marzo del 2002 al nostro Presidente del Parlamento, affermava che l’Italia è ancora legata a vecchie progettazioni lavorative imprigionata in limiti, appunto quelli anagrafici, valutati come elementi discriminanti nella moderna concezione Europea.A causa di quest’obsoleto requisito, cui l’Italia ripetutamente fa uso, s’invitava l’alta carica dello Stato a prendere i giusti provvedimenti al fine di eliminare quelle diversità che avrebbero impedito il progredire della costituzione dell’Ufficio delle assunzioni Europee.Da un’indagine di sua iniziativa, il mediatore Soderman, indica la Banca Centrale Europea, l’Europol e la maggior parte delle agenzie esecutive come Istituti che non hanno mai usato limiti d’età dichiarando che “ non hanno mai fatto parte di una cultura amministrativa così restia ai cambiamenti, dando più credito, nelle assunzioni, alla potenzialità del singolo piuttosto che ai suoi anni” L’atteggiamento che ancora oggi assume la nostra Nazione quindi non solo getta discredito sui cittadini presentandoli agli occhi d’Europa poco idonei ad affrontare un cambiamento ma allo stesso tempo fornisce quella prassi secondo la quale i cittadini Europei, quindi anche quelli italiani, possono dopo i 45 anni essere discriminati legalmente e banditi dal mercato del lavoro indicando un’attitudine di disprezzo per il processo democratico.Le organizzazioni che non hanno mai usato i limiti d’età, sembrano funzionare bene, nel resto d’Europa con staff motivati. Molte di loro hanno espresso ammirazione per l'esperienza, la saggezza e la stabilità che le persone più mature hanno portato nel loro ambiente di lavoro. Aspettiamo avvenga la medesima cosa nel nostro Paese, al momento non si può far altro che guardare con invidia realtà vicino casa nostra che invece sembrano distanti anni luce.
    Perché proprio tra 20 e 25 anni? Ti importa di più che la persona sappia fare il lavoro che le chiedi o che possa consentirti di ottenre sgravi fiscali e provvidenze varie?
    Per la serie... bello fare i privati quando ci si può attaccare alla tetta statale.

    Buona vita

    Guglielmo
    Dott. Guglielmo Rottigni
    Ordine Psicologi Lombardia n° 10126

  7. #7
    Partecipante Esperto L'avatar di nancy1979
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    Citazione Originalmente inviato da willy61 Visualizza messaggio
    Beh, forse si può rispondere con questo:



    Perché proprio tra 20 e 25 anni? Ti importa di più che la persona sappia fare il lavoro che le chiedi o che possa consentirti di ottenre sgravi fiscali e provvidenze varie?
    Per la serie... bello fare i privati quando ci si può attaccare alla tetta statale.

    Buona vita

    Guglielmo
    Ciao Guglielmo,
    mi permetto di dissentire con questa critica gratuita che nn mi sento di accettare. Nello specifico non si tratta di ottenere sgravi fiscali, ma semplicemente perchè abbiamo deciso di inserire una figura junior che, partendo dalle basi volesse crescere in azienda.
    Ognuno ha un ruolo ben specifico, e poichè non prendo decisioni in merito alla retribuzione e all'inquadramento, non mi permetto di dissentire al mio capo decisioni in tal senso. Ho fatto la mia parte nell'aumentare la retribuzione per renderla appetibile, ma ti assicuro che un giovane di 30-40 non avrebbe accettato..o peggio ancora avrebbe accettato e dopo un mese sarebbe andato via.
    Un padre di famiglia ha sicuramente bisogno di lavorare, ma anche di guadagnare per cui se io gli offro una posizione junior e lui aspira ad altro, appena trova qualcosa di meglio va via.
    Non ho mai pensato che ottenere gli sgravi fiscali sia preferibile alle reali capacità della persona.
    Ci sono aziende che assumono le persone in mobilità solo per avere il costo zero..bè dove faccio io selezione questo non accade...
    Se indico un'età su un annuncio è perchè sono certa del fatto che oltre sarebbe inutile, ma ciò non toglie che mi leggo tutti i cv e se ne ritengo qualcuno idoneo lo chiamo cmq..

    Io credo che andrebbe fatta una bella revisione su tutto il mondo del lavoro.

    E poi gli sgravi fiscali non servono solo all'azienda..pensiamo a certe forme contrattuali tipo l'apprendidstato dove le trattenute sono minori rispetto ad un t. determinato...

    Informiamoci prima di sparare a zero ( è una critica generale..non a te nello specifico) l'italiano è troppo abituato a dare giudizi senza sapere realmente di cosa si tratta.
    Nancy

    "Di tanto in tanto c'incontreremo nell'unica festa che non può finire"
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    "E' senz'altro possibile insegnare ad un tacchino ad arrampicarsi sugli alberi, ma perchè non assumere uno scoiattolo?"

  8. #8
    Postatore OGM L'avatar di willy61
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    Carissima Nancy

    Il fatto che tu non te la senta di accettare una critica non implica che essa sia gratuita, in sé.

    Nello specifico non si tratta di ottenere sgravi fiscali, ma semplicemente perchè abbiamo deciso di inserire una figura junior che, partendo dalle basi volesse crescere in azienda.
    Questo è un primo esempio di gergo professionale. Molto interessante, dal mio punto di vista. Ignoriamo cosa impedisca di "crescere in azienda" a figure "senior". Possiamo ipotizzare che i "non-junior" siano già cresciuti? Non credo. Ogni azienda è diversa dalle altre, quindi chiunque metta piede nella tua dovrà, necessariamente, ricominciare da capo.

    Ognuno ha un ruolo ben specifico, e poichè non prendo decisioni in merito alla retribuzione e all'inquadramento, non mi permetto di dissentire al mio capo decisioni in tal senso. Ho fatto la mia parte nell'aumentare la retribuzione per renderla appetibile, ma ti assicuro che un giovane di 30-40 non avrebbe accettato..o peggio ancora avrebbe accettato e dopo un mese sarebbe andato via.
    Qui si aprono due discorsi differenti. Provo a esplicitarli.
    1) La gerarchia e la responsabilità delle decisioni. Ovvio, non sei responsabile delle decisioni che altri prendono. Ma non capisco perché sia sempre necessario aderire acriticamente ad esse. Si può anche tranquillamente dire: "Non mi vanno, ma spetta ad altri decidere". È quantomeno curioso che una persona adulta e con un ruolo importante non possa nemmeno permettersi di dissentire. Dove lavori? Ad Auschwitz?
    N.B.: Il termine Auschwitz non è scelto a caso. E non è una provocazione gratuita. Discorsi come il tuo mi richiamano sempre alla mente la difesa dei nazisti a Norimberga: "Io facevo solo il mio lavoro e dovevo obbedire agli ordini". Ovvio che il tuo caso è diverso, ma la linea di pensiero (o, meglio, di non pensiero) mi pare quella.

    2) Uno di 30-40 non avrebbe accettato... presumibilmente perché lo stipendio sarebbe stato insufficiente a garantirgli una vita decente. Almeno, lo deduco dal fatto che dici che hai cercato di aumentare le retribuzioni. Allora, meglio dire le cose come stanno: "cerchiamo ragazzi di 20-25 anni perché così possiamo pagare loro uno stpendio che non consentirebbe ad un adulto di continuare ad essere autosufficiente". Perché nascondersi dietro un fumoso gergo psicoqualcosistico?

    Io credo che andrebbe fatta una bella revisione su tutto il mondo del lavoro.

    E poi gli sgravi fiscali non servono solo all'azienda..pensiamo a certe forme contrattuali tipo l'apprendidstato dove le trattenute sono minori rispetto ad un t. determinato...

    Informiamoci prima di sparare a zero ( è una critica generale..non a te nello specifico) l'italiano è troppo abituato a dare giudizi senza sapere realmente di cosa si tratta.
    Sono daccordo sulla necessità di una revisione. Magari cominciando a fare capitalismo sul serio, e non capitalismo assistito. Magari cominciando a ragionare sul rapporto tra stipendi di un consiglio di amministrazione e stipendi di un operaio di linea. O cose del genere.

    Quanto all'apprendistato. Le trattenute sono minori, ma ho fatto abbastanza cause di lavoro in tribunale da sapere che il 99,999% delle imprese usa l'apprendistato seemplicemente per risparmiare soldi. Nell'apprendistato dovrebbe esistere (in base alla legge) un monte ore di formazione. Che non viene mai, e dico mai, effettivamente somministrato.

    Se dieci e passa anni di lavoro sindacale, in fabbrica e in organizzazione, ti sembrano uno sparare a zero, vabbé. Ognuno ha la sua concezione delle armi da fuoco... A me pare che tra i depliant patinati degli uffici del personale e la realtà del lavoro passi l'intero Oceano Pacifico. Solo che gli psicologi del lavoro sembrano essere gli unici a non vederlo.

    Buona vita

    Guglielmo
    Dott. Guglielmo Rottigni
    Ordine Psicologi Lombardia n° 10126

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