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  1. #1
    lodoletta
    Ospite non registrato

    Come aiutare una persona con scarsa autostima?

    Ciao a tutti,
    Vorrei tanto un consiglio. Da quasi un anno sono fidanzata con un ragazzo col quale sto vivendo finalmente una storia serena perché lui è una persona dolcissima, sensibile, seria...ma! ...perché c'è sempre un ma nelle cose, ha un'autostima molto bassa, nonostante tutte le bellissime doti e le grandi capacità che possiede (non lo dico solo io perché sono di parte, lo pensano tutti quelli che lo conoscono!).
    E' cresciuto in una famiglia che non ha mai alimentato le sue doti e l'ha invece represso molto, specie il padre. Ora che è vicino ai 30 anni si rende conto di avere problemi di autostima, di non riuscire a trovare fiducia in se stesso. E' da sempre stato timido, insicuro, introverso, specie da piccolo, e i genitori hanno alimentato questo suo modo di essere. Ha sempre avuto il desiderio di studiare musica perché si sentiva portato e infatti un suo prof alle medie cercò di instradarlo, ma i genitori lo hanno ostacolato e glielo hanno impedito, fino all'anno scorso quando ci siamo conosciuti. Io sono musicista e cantante e mi sono accorta immediatamente di quanto sia portato; gli si è aperto un mondo perché si è sentito spalleggiato in questa sua grande passione e ora studia con impegno come basso lirico. Il padre storce il naso e ha il terrore che lasci la carriera universitaria su cui è avviato. Cerca di demoralizzarlo se può, e gli fa capire che non gli interessa assolutamente nulla. E invece non potete immaginare quanto lui ha sete di conferme e di segnali di stima da parte dei suoi genitori! La famiglia è molto tradizionalista e decisamente oppressiva, se si considera che suo padre lo chiama e messaggia ancora sul cellulare se dopo un certo orario non lo sente tornare. Non abbiamo ancora dormito una notte insieme in santa pace...sia colpa dei suoi che dei miei. Lui vive in casa con loro e per il momento non è sufficientemente autonomo da permettersi una casa sua. Io vivo da sola perché sono venuta a Bologna 10 anni fa, proprio per trovare la mia indipendenza e difenderla da una famiglia altrettanto opprimente, e qui sono rimasta.
    Ad ogni modo, il problema fondamentale è che cerca costantemente di convincermi che non riesce a dare, a trasmettermi tutto ciò che vorrebbe, che la sua insicurezza e paura di aprirsi sono tali che prima o poi io mi stancherò di lui, che finirò per odiarlo, e pertanto farei bene a scappare da lui, non fidarmi di lui, magari trattarlo male, dirgli che è un poco di buono e scaricarlo prima che io soffra ancora di più a causa del suo carattere. Ma nulla di tutto ciò è vero! Ha una visione completamente distorta di se stesso e si aspetta che gli altri si comportino in un dato modo per confermare ciò che lui pensa di sé. Quante volte ne parliamo e io cerco di ironizzare e sdrammatizzare questi suoi pensieri proprio perché è cosciente dei labirinti mentali in cui si perde, ma nonostante tutte le rassicurazioni non riesco a fargli superare questo suo stato d'animo. Certe volte si maschera di una freddezza che non gli appartiene, in cui si nasconde per nascondere cose che lo fanno stare male, come di recente l'operazione al cuore di sua madre, ma lo ammette che è una reazione agli atteggiamenti invece fin troppo esagerati del padre che crolla come un bambino di fronte a tutto (meno che di fronte alle sue capacità, rifletto io, osservando tutta la situazione).

    Io ho alle spalle storie abbastanza pesanti, che indubbiamente non mi aiutano a prendere con maggiore leggerezza questa situazione. Mi preoccupo molto perché se da un lato cerco di non essere opprimente con lui, ma anzi lasciargli spazi e libertà perché vorrei che sentisse la fiducia che ripongo in lui, dall'altro ho paura di perderlo perché in fondo finora tutte le persone a cui ho tenuto, quelle che davvero ho amato...si sono allontanate. Oggi con gli uomini sembra che più li ami più loro hanno paura. Ho imparato a mie spese che questo è normale se uno cerca solo sesso da te, ma con lui è tutto così diverso. Non vuole lasciarmi, ha bisogno della mia forza, della mia fiducia, dei miei imput in tutte le cose che fa, mi piace spronarlo e a lui piace sentire tutto ciò da me, ma al tempo stesso la paura, l'insicurezza non gli permettono di vivere serenamente né la nostra storia né tutte le cose che fa. Ogni giorno è un misto di sensazioni positive e negative, e in tutto ciò fatica a trovare una sua stabilità emotiva e godere appieno delle cose che vive.
    Sto cercando di aiutarlo, di fargli capire sinceramente quanto è in gamba, quanto riesce a dare agli altri, quanto riesce a trasmettere a me, ma spesso ho paura di dire cose che magari possono essere controproducenti. A volte ho l'impressione che più avverte quanta stima ho di lui, più la cosa lo spaventi e dice di non meritarla, né da me né dagli altri. Vorrei riuscire a fargli trovare la forza di volontà per "spronarsi" e credere maggiormente in se stesso, perché so che prima di tutto la voglia deve partire da lui. Per ora l'unico grande sfogo, il vero obiettivo è cantare perché nessuno glielo ha permesso e io lo sostengo in questo. Ma ripeto, la cosa che mi preoccupa di più in questa situazione non è pensare come comportarsi, cosa dire, cosa fare, perché è tutto estremamente spontaneo fra noi, ma è pensare cosa non dire, come evitare di dare segnali sbagliati, la paura di ottenere involontariamente l'effetto contrario. Io non voglio cambiarlo, vorrei aiutarlo ad aiutarsi...

    Se ci siete passati, se avete esperienze in tal senso, quali parole vi hanno aiutato, cosa NON vorreste sentirvi dire, c'è qualcosa o qualcuno che vi ha aiutato a migliorare l'autostima? Siete riusciti a migliorarla a qualcuno?Come?

    Vi ringrazio tutti fin da ora.

  2. #2
    Postatore Epico L'avatar di Alessia Va
    Data registrazione
    27-10-2003
    Residenza
    Lombardia
    Messaggi
    9,415
    Blog Entries
    315
    Cerca di non diventare la fonte totalitaria della sua sicurezza.
    Chi ha scarsa autostima tende a riversare sulla persona nella quale trova "conforto" ogni proprio desiderio e senso di gratificazione.
    Questo a lungo andare puo' generare dipendenza.
    Invece e' di essere maggiormente indipedente quello di cui ha bisogno.
    Piu' che parlare in questo caso sarebbe opportuno farlo agire.
    Fare in modo che si trovi a dover fronteggiare situazioni in cui deve contare solo sulle sue forze.
    Solo cosi avra' modo di misurarle davvero.
    Fare e rendersi conto dei risultati evidenti e sempre la cosa migliore, perche' una persona puo' ripeterti in mille lingue che ce la puoi fare, ma se non ci provi non te ne convincerai mai.
    Inoltre puo' diventare un circolo vizioso..."piu' io mi lamento e mi faccio piccolo, piu' lei mi riempie di lodi e mi mette al centro della attenzione".
    Ricorda:
    aiutare ok
    sindrome da buona samaritana assolutamente no!

    buona fortuna
    Un gabbiano di Nessundove io sono, nessun lido considero mia patria, nessun luogo, nessun posto a se mi lega; è di onda in onda invece che io volo


    Trova pace in cio’ che sei e dove ti trovi.
    Le persone spesso sanno gia’ cosa fare; a te spetta il compito di mostrare loro il modo......ecco la vera saggezza.
    (Eragon – C.Paolini)



  3. #3
    gil74:-)
    Ospite non registrato
    So cosa significa essere bloccati dalla mancanza di autostima, e secondo me, sentirsi ripetere che non c'è alcun motivo per non avere fiducia in se stessi non serve a granché, purtroppo.
    Sono d'accordo con Alessia, più che convincerlo delle sue qualità, dovresti convincerlo a "sperimentarsi", ad agire, non come se fossero tutti esami da superare, ma solo esperienze da affrontare.
    Anche il semplice "provare a fare" è più gratificante di tante parole, soprattutto quando per troppo tempo la mancanza di autostima ci impedisce di andare avanti.


  4. #4
    Postatore OGM L'avatar di Tesmaaah
    Data registrazione
    25-03-2007
    Residenza
    Prov. (Na)
    Messaggi
    4,343
    Ciao lodoletta,
    leggendo il tuo post, mi è subito venuto in mente il secondo episodio dell'ultimo film di verdone" grande, grosso e verdone"...lui padre opprimente e onnipresente, lui, figlio, fragile, rabbioso, ma con tanta paura di ribellarsi..consigli in merito non credo di sapertene dare..l'unica cosa che mi viene da dirti o se vuoi consigliarti, è un percorso terapeutico di coppia, dove c'è una terza persona estranea (quindi non un familiare che possa essere di parte e interferire o sentenziare) che vi aiuta a risolvere, a sfogare le vostre reciproche ansie e angosce e a crescere come coppia
    In bocca al lupo, ti abbraccio

    Ps: scusami se non sono molto di aiuto

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