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  1. #1
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di ziogargamella
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    ...non solo "salva processi"...

    Importante novità per quanto riguarda i pensionati che arrotondano a fine mese con piccole attività lavorative.
    Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi sottoporrà al primo incontro con le parti sociali un progetto che prevede la totale abolizione del divieto di cumulo pensione-reddito da lavoro come annuncia It's Your Money, Stupid. Si eliminerebbe completamente la trattenuta sull'assegno Inps. Il tutto per combattere il lavoro nero, in modo che i redditi da lavoro vengano sottoposti a ritenuta Irpef.
    Allo stato attuale, infatti, la compatibilità fra pensione e attività lavorativa dipende dal tipo di trattamento e del tipo di attività.
    Infatti:

    -per chi percepisce la pensione da vecchiaia, essa è interamente cumulabile sia con la retribuzione da lavoro dipendente sia autonomo. Per chi ha meno di 63 anni la quota di pensione eccedente al trattamento minimo (443 euro al mese) è cumulabile con i redditi da lavoro autonomo per il 50%. La quota di pensione incumulabile non può eccedere i redditi da lavoro. Per i lavori dipendenti la pensione è interamente incumulabile. Per chi ha più di 63 anni vale il cumulo parziale della pensione con i redditi di lavoro autonomo e da lavoro dipendente.

    -per chi percepisce la pensione d'anzianità la quota di pensione di anzianità eccedente l'ammontare del minimo Inps è cumulabile con i redditi da lavoro autonomo per il 70% e la trattenuta non può superare il 30% del reddito da lavoro autonomo. Per il lavoro dipendente la trattenuta è pari all'intera quota di pensione. Ma per le pensioni liquidate con almeno 40 anni di contributi o 37 anni di contributi e 58 di età (dal 1° gennaio 2003) si applicano le regole sul cumulo previste per le pensioni di vecchiaia.

    Potranno beneficiare di questa novità anche i titolari di assegno di invalidità e reversibilità, che oggi sono sottoposti ai tagli della riforma Dini. Con l'attuale normativa infatti chi è titolare di assegno di invalidità e produce reddito da lavoro subisce una riduzione dell'assegno, così come le/i vedove/i.

    Oggi per chi percepisce l'assegno di invalidità infatti la quota di pensione o di assegno di invalidità eccedente il minimo Inps è cumulabile con i redditi da lavoro autonomo per il 70%. Anche qui la trattenuta non può superare il 30% del reddito da lavoro autonomo.

    Chi ha un reddito da lavoro ed è titolare di assegno di invalidità subisce una riduzione dell'assegno spettante per il 25% o del 50% a seconda che il reddito da lavoro superi 4 o 5 volte il minimo Inps (23mila o 28mila euro).

    Chi percepisce la reversibilità a meno che non divida la pensione con orfani minori subisce un taglio del 25, 40 o 50% a seconda che il reddito, assoggettabile Irpef, superi 3,4 o 5 volte il minimo.

    Resta solo da decidere la decorrenza della riforma: dal 1 gennaio 2009 o dal 1 luglio 2009, quest'ultima data più probabile (perchè da questa data scatteranno le quote -somma degli anni di contribuzione ed età anagrafica- introdotte dall'ultima riforma per il diritto alla pensione di anzianità). L'operazione infatti "costerà" 300 milioni di mancati introiti.







    gli aspetti positivi di questo decreto sono sotto gli occhi di tutti. Tra chi parla di aspetti negativi ho sentito alcuni sostenere che, detassando i pensionati, verrà tolto lavoro ai giovani, cosa che mi sembra in realtà assolutamente priva di fondamento dato che è un provvedimento a favore del singolo lavoratore che vedrà sparire la sua trattenuta dalla pensione e non uno sgravo per l'azienda.
    Non ragionando tramite ideali utopici ma col portafoglio alla mano, tra l'ici e questo provvedimento mi sembra di capire che la mia famiglia, come quelle di tanti italiani, risparmierà un bel pò di soldi. E questo si sa, favorisce i consumi....l'economia....etc, etc. W silvio

  2. #2
    piccirilla
    Ospite non registrato

    Riferimento: ...non solo "salva processi"...

    a parte che una tassa sulla casa gia' di per se è una cosa assurda.
    a conti fatti,si risparmia cira 130 euro all'anno,e anche meno,c'è addirittura chi pagava circa 22 euro,ma ammesso che siano 130 all'anno non credo cambi la vita.
    questo al mio paese si chiama contentino.
    ma per il popolo di silvio,è una graaaaaaaaande opera di bene!

  3. #3
    Postatore OGM L'avatar di willy61
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    Riferimento: ...non solo "salva processi"...

    Citazione Originalmente inviato da ziogargamella Visualizza messaggio
    gli aspetti positivi di questo decreto sono sotto gli occhi di tutti. Tra chi parla di aspetti negativi ho sentito alcuni sostenere che, detassando i pensionati, verrà tolto lavoro ai giovani, cosa che mi sembra in realtà assolutamente priva di fondamento dato che è un provvedimento a favore del singolo lavoratore che vedrà sparire la sua trattenuta dalla pensione e non uno sgravo per l'azienda.
    Non ragionando tramite ideali utopici ma col portafoglio alla mano, tra l'ici e questo provvedimento mi sembra di capire che la mia famiglia, come quelle di tanti italiani, risparmierà un bel pò di soldi. E questo si sa, favorisce i consumi....l'economia....etc, etc. W silvio
    Mi sembra una buona iniziativa. Non so quanto possa incidere sulla raccolta IRPEF, dato che buona parte dei pensionati lavorano in nero (e non credo abbiano convenienza alcuna ad emergere visto che, tra pagare nulla e pagare poco è sempre meglio pagare nulla), ma è comunque una norma valida perché toglie un ostacolo all'iniziativa individuale, il chè è sempre un bene, a mio avviso.

    Ragionando col portafoglio alla mano, tuttavia, i conti non si fanno solo sui gelati. La valutazione dell'utilità o meno di questo governo andrà fatta una volta noto il complesso di leggi e di tagli che stanno predisponendo.
    Un solo esempio: la decisione di definire un livello di inflazione programmata dell'1,7% (del tutto irrealistico, stante la situazione e le previsioni) a fronte di un'inflazione reale valutata attorno al 15% in Europa (indice di massa monetaria M3), porterò sia i pensionati che i lavoratori dipendenti a perdere circa un migliaio di euro l'anno per i prossimi tre anni. Questo perché i contratti nazionali vengono stipulati sulla base dell'inflazione programmata dal governo.
    Quindi, per ora, il bilancio rimane negativo. Da un lato abbiamo un duecento euro/anno in meno per l'ICI, dall'altro un esborso di un migliaio di euro/anno in più a causa della mancata rivalutazione degli stipendi e delle pensioni.

    Per approfondire:Dpef, inflazione media 2008 a +3,4%, programmata a +1,7% | Notizie | Società Estere | Reuters

    Le reazioni di quei malfidenti cattivi della "sinistra": Manifesto: L'inflazione del Dpef fa arrabbiare opposizione e sindacati / Giugno / 2008 / Rassegna Stampa / Notizie / Home / FLC CGIL
    DPEF/ CGIL: ANCORA UN'INTRUSIONE GOVERNO IN RIFORMA CONTRATTI | Economia | ALICE Notizie

    e le risposte del governo: http://www.caltagironeeditore.it/art...c9695aeb722dd1

    Buona vita

    Guglielmo

  4. #4
    Postatore OGM L'avatar di willy61
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    Riferimento: ...non solo "salva processi"...

    Ciao Zio

    Come sai ormai bene, io assomiglio ad un incrocio tra un mastino e un bulldog (vedi foto in alto a sinistra ). Quindi, sulla prossima legge finanziaria sto facendo un po' le pulci al cosiddetto governo.

    Vediamo che ne pensano alcuni esperti in materia (di parte, ci mancherebbe, lo dichiaro io così non perdi tempo né te né altri a ricordarcelo):

    Lavoce.info - ARTICOLI

    Scuola e Università
    PASSAGGIO AL BUIO
    di Bruno Dente 23.06.2008
    Con la manovra finanziaria appena varata si dà alle università la possibilità di trasformarsi in fondazioni di diritto privato con una semplice delibera del senato accademico assunta a maggioranza assoluta. Si tratta di una riforma potenzialmente molto importante, che rompe l'insensata uniformità del nostro sistema universitario e consente il dispiegarsi di una maggiore autonomia. Ma servono chiarimenti su punti fondamentali come le condizioni minime per il passaggio, i più ampi gradi di libertà così garantiti e il mantenimento dei livelli di finanziamento.

    La manovra finanziaria decisa dal Consiglio dei ministri introduce la facoltà delle università (pubbliche o libere) di trasformarsi in fondazioni di diritto privato con una semplice delibera del senato accademico assunta a maggioranza assoluta.
    Ho avanzato, in epoca non sospetta (1), una proposta del tutto analoga a quella contenuta nel decreto legge governativo, dunque il giudizio sull’innovazione non può che essere positivo: qualsiasi ampliamento dell’autonomia universitaria è senza dubbio un obiettivo condivisibile.
    Ciò detto, il testo che è informalmente circolato appare davvero un po’ troppo scarno perché sia lecito attendersi conseguenze positive automatiche dalla sua applicazione.

    LA FONDAZIONE È PER TUTTI?

    In primo luogo: qualsiasi università può optare per il regime privatistico? Oppure ciò è condizionato alla sussistenza di parametri oggettivi, se non altro di solidità di bilancio, ma forse anche di qualità della didattica e della ricerca? Esistono come è noto atenei che spendono più del limite di legge (il 90 per cento del Fondo di finanziamento) per il pagamento del proprio personale: anch’essi potranno “privatizzarsi”? Francamente, non sembra una gran bella idea.
    Chi scrive aveva a suo tempo immaginato di utilizzare la possibilità di trasformazione come stimolo al sistema universitario italiano per un miglioramento complessivo della performance, ponendo requisiti abbastanza severi per l’accesso al nuovo regime. Ma anche se non si vuol fare ciò, bisognerebbe quanto meno definire le condizioni minime per il passaggio. Alcuni esempi recenti di università private che sono state statalizzate per coprire i dissesti finanziari indurrebbero a maggiore prudenza.
    In secondo luogo: quali sono i maggiori gradi di libertà garantiti agli atenei/fondazioni? Salvo la possibilità di derogare alle norme dell’ordinamento contabile pubblico (ma i regolamenti vanno approvati dai ministeri dell’Istruzione e dell’Economia), il testo di legge non dice molto. Sembrerebbe – ma il condizionale è d’obbligo – che, come è del tutto ragionevole, la trasformazione comporti la piena “contrattualizzazione” del personale docente, con conseguente disapplicazione dell’attuale stato giuridico. Èpossibile farlo senza concedere ai docenti il diritto di opzione, in una situazione nella quale coloro che restano in atenei non privatizzati conservano lo status pubblicistico?
    Ci saranno, immaginiamo, anche importanti riflessi sulla “governance” nel senso di rimuovere i vincoli alla autonomia statutaria (ad esempio: la rappresentanza obbligatoria delle componenti nel consiglio di amministrazione). Ma questa autonomia si estenderà anche alla possibilità di superare l’attuale modello istituzionale per quanto riguarda, ad esempio, la divisione in facoltà e dipartimenti?
    Comunque le università sono soggette ad altre e non meno importanti restrizioni. (2).Che ne sarà di questi vincoli? Che alcuni siano destinati a restare (i “requisiti minimi” per i corsi di studio, ad esempio), non c’è dubbio, ma certamente bisognerebbe saperne di più.

    LA SORTE DEI FINANZIAMENTI

    Last but not least: la bozza circolata afferma che “resta fermo il sistema di finanziamento pubblico”. Sinceramente è un po’ poco. L’ammontare del finanziamento delle università è determinato annualmente in sede di bilancio dello Stato ed è ripartito con decreto ministeriale.
    A parte ogni altra considerazione, i partner pubblici e privati prima di entrare nella fondazione vorranno certamente qualche garanzia sul fatto che il finanziamento statale resti almeno costante per un periodo di tempo abbastanza lungo. Qualche rassicurazione sulla permanenza degli attuali livelli di finanziamento sembra assolutamente necessaria per incentivare le trasformazioni.
    Si tratta di una riforma potenzialmente molto importante, che rompe l’insensata uniformità del nostro sistema universitario e consente il dispiegarsi di una maggiore autonomia. Tuttavia, in assenza di indicazioni sui punti sollevati, e su altri che certamente sono sfuggiti, è difficile essere entusiasti.
    In conclusione, e in attesa di saperne di più: in un paese normale una trasformazione di questo genere sarebbe stata preceduta da un ampio dibattito, magari da un libro verde e da un libro bianco, e sottoposta a estesa consultazione. Da noi è stata decisa, a quanto pare, in 8 minuti e mezzo assieme a moltissime altre, non meno rilevanti, misure.
    Ma forse il ministro Tremonti pensa che non siamo in un paese normale e che l’unico modo di introdurre riforme radicali è quello di adottare una tattica di blitzkrieg (e una norma di questo tipo all’interno di un decreto legge è certamente un caso esemplare) per evitare che il dibattito diventi infinito e paralizzante. Può darsi che abbia ragione, ma certo non è una gran consolazione.

    Post Scriptum

    Questo intervento era già stato inviato quando è circolato un nuovo testo dell’articolo in questione nel quale alla già ricordata previsione che “resta fermo il sistema di finanziamento pubblico” è stata aggiunta la seguente specificazione “a tal fine, costituisce elemento di valutazione, a fini perequativi [corsivo nostro], l’entità dei finanziamenti privati di ogni fondazione”. Il che significa se intendiamo bene, che quanto è maggiore l’apporto privato tanto minore sarà il contributo pubblico. Il che, ovviamente, appare previsione fatta apposta per disincentivare la trasformazione. Perché?

    (1) “Una nuova strategia per l’università”, in il Mulino, maggio-giugno 1997.
    (2) Un esempio minore: i limiti introdotti dal ministro Mussi alla possibilità di svolgere corsi di studio in località diverse da quella dell’ateneo.
    Buona vita

    Guglielmo

  5. #5
    Postatore OGM L'avatar di willy61
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    Riferimento: ...non solo "salva processi"...

    Quindi, continuiamo a spulciare questa Legge Finanziaria.

    In effetti non c'è solo la "salvaprocessi". C'è di peggio:

    il manifesto - quotidiano comunista

    FINANZIARIA
    Manovra, 80 pagine di tagli
    Il testo passa al Parlamento con voto di fiducia. Università privatizzate
    Ministeri martoriati (-11 miliardi all'Economia) e sanità senza fondi
    Antonio Sciotto


    Il decreto fiscale che contiene la manovra finanziaria è stato approvato ieri sera dalla Camera con voto di fiducia, e intanto è consultabile (scaricando il pdf) dal sito del ministero dell'economia (MEF>Home Page). Ottanta pagine di tagli e di deregolamentazione del lavoro, che renderanno più precarie non solo le persone, ma anche i servizi pubblici. Impossibile riassumere in un articolo l'intero contenuto, ma ci limiteremo a segnalare le «chicche» più evidenti. Tra le altre cose, ci sembra che parli più di tutte (l'abbiamo isolata in un box qui sotto) quella norma che porta l'orario di lavoro dei medici ospedalieri fino a un massimo di 80 ore settimanali: un vero abominio, per le persone che lavorano - ovviamente - ma ancor più per chi usufruisce di servizi già disastrati come i pronto soccorsi e le corsie degli ospedali, essenziali per chi non può permettersi le cliniche private. Già solo da questa «normicina» si può capire l'idea del pubblico che ha il governo. Ma poi è preoccupante leggere come, con assoluta nonchalance, si dà la possibilità alle Università di trasformarsi in fondazioni di diritto privato, con il semplice voto a maggioranza del Senato accademico: insomma, un Senato accademico contingente - con tutto il rispetto - può disporre di un bene pubblico.
    Novità anche sulla «card» elemosina riservata agli anziani e pensionati poveri (quella che si dovrebbe tradurre in 400 euro annuali di sconti-spesa): verrà finanziata con un fondo di 260 milioni di euro per il 2008, alimentato per 200 milioni dalla «Robin Hood tax» riservata ai petrolieri (la quale, tra l'altro, verrà applicata sulle aziende petrolifere che hanno ricavi superiori a 25 milioni di euro annui). Altri soldi verranno dalla tassazione degli utili delle coop: l'aumento al 20% della tassazione sugli interessi corrisposti dalle coop ai soci frutterà 22,1 milioni l'anno in più tra il 2008 e il 2010; inoltre, sempre per le coop, sale dal 30% al 55% la quota degli utili netti annuali destinati a formare la base imponibile.
    Molti dei miliardi attesi verranno da tagli pesanti ai bilanci dei ministeri: 11 miliardi verranno dal solo ministero dell'Economia. Ecco dunque l'elenco: l'Economia si vedrà decurtati 2,8 miliardi nel 2009; 3,1 nel 2010 e 5,7 nel 2011. Segue lo Sviluppo economico, con un «contributo» triennale di oltre 4 miliardi. Il Lavoro contribuisce per 441 milioni (212 nel 2009, la gran parte da Diritti sociali, solidarietà e famiglia), come pure la Giustizia, con 443 milioni (211 nel 2009); la Farnesina darà 378 milioni (195 nel 2009, soprattutto dalla missione Italia in Europa e nel mondo); all'Istruzione saranno sottratti 769 milioni, specie a Scuola e Università; il Viminale avrà 778 milioni in meno, soprattutto per ordine pubblico e sicurezza (-480 milioni); l'Ambiente si vedrà tolti 255 milioni, quasi tutti allo Sviluppo sostenibile e tutela del territorio; le Infrastrutture toccano i 751 milioni in meno (specie per Diritto alla mobilità e Logistica); la Difesa cede 813 milioni; Politiche forestali 215 milioni; Beni culturali 423, quasi tutti sottratti a Tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici. Ridotto di 170 milioni l'anno l'aiuto ai Paesi in via di sviluppo. Il ministero delle Politiche agricole dovrà subire un taglio nel solo 2009 di 174 milioni.
    Nel decreto si quantificano anche gli oneri per la piena cumulabilità per i redditi da lavoro e pensione: si tratta di 290 milioni ogni anno, dal 2009 al 2011. Ma i dolori arrivano quando si parla delle spese della sanità, anche queste notevolmente ridotte: verranno tagliati 5 miliardi di euro tra il 2010 e il 2011, né è stato ancora scongiurato il rischio dei ticket imposti sulle ricette di analisi e specialistica. Il finanziamento per il 2009 resta «fermo», mentre tra il 2010 e il 2011 i tagli alla Sanità saranno complessivamente pari a 5 miliardi: 2 nel 2010 e 3 nel 2011, spiega la relazione tecnica che accompagna la manovra.
    Nella relazione si dà per scontata l'ipotesi che le regioni possano reintrodurre i ticket da 10 euro. Il testo spiega che «nei conti della pubblica amministrazione il livello di spesa tendenziale per il triennio 2009-2011 è rispettivamente pari a 111,592, 116,007 e 120,656 miliardi di euro», e che «questo livello sconta la piena realizzazione delle manovre di contenimento della spesa da parte delle regioni sottoposte ai piani di rientro nonché la piena efficacia della manovra prevista dalla Finanziaria 2007» (quella che imponeva i ticket).
    Si confermano infine i tagli al pubblico impiego, all'Università e ricerca, alla scuola, come era già stato denunciato dal sindacato: sono destinati a perdersi 150 mila posti nella scuola, mentre nessuna stabilizzazione viene prospettata i precari delle università, degli enti di ricerca, della pubblica amministrazione.

  6. #6
    Postatore OGM L'avatar di willy61
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    Riferimento: ...non solo "salva processi"...

    Anzi, mi correggo, non c'è limite al peggio.

    Sempre da "Il Manifesto", di ieri

    TAGLI
    La scure di Tremonti sull'Anticorruzione
    Il provvedimento per risparmiare
    Carlo Lania
    ROMA


    Dopo il «salva-premier» adesso c'è pure un provvedimento che assomiglia tanto a un «salva-corrotti e corruttori». Se non nelle intenzioni, certamente nei fatti. Tra le misure studiate dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti per contenere la spesa pubblica - e inserite nel decreto fiscale varato ieri - è prevista infatti anche la soppressione dell'Alto commissario per la lotta alla corruzione nella Pubblica amministrazione, un organismo che in quasi quattro anni di attività ha condotto inchieste importanti come quella sul Policlinico di Roma, le Asl di Castellammare di Stabia e Vibo Valentia, ma anche sui test universitari o sulle assunzioni di personale amministrativo nell'Ufficio scolastico provinciale di Napoli. Una struttura che lentamente, ma costantemente, ha visto scendere i suoi bilanci dai 6,5 milioni di euro del 2004 ai 2,5 di quest'anno, cifra esigua, che di certo darà poco ossigeno alle casse dello Stato, ma alla quale il governo non vuole rinunciare. Il risultato è che un organismo indispensabile per garantire trasparenza e onestà negli uffici pubblici, viene tolto di mezzo senza tanti complimenti.
    La decisione che ha preso di sorpresa i funzionari di piazza San Lorenzo in Lucina a Roma, ma anche l'ex Alto commissario Achille Serra, che si è detto «sconcertato» per la soppressione della struttura. «Probabilmente abbiamo dato fastidio a qualcuno - ha detto Serra, oggi senatore del Pd - Mi ricordo che sulla vicenda del Policlinico Umberto I di Roma la commissione d'inchiesta sulla sanità al Senato della scorsa legislatura aveva contestato nostre ingerenze in materia. Forse - ha concluso - l'aver scoperto che in sala operatoria invece dei chirurghi operavano estranei all'ospedale avrà dato fastidio a qualche barone ben rappresentato oggi in parlamento».
    L'articolo 68, che cancella l'Alto commissario, non spiega che fine faranno le 60 persone che oggi lavorano nella struttura (lasciando intendere che saranno dislocate in altre amministrazioni), né chi svolgerà le funzioni di anticorruzione. A preoccupare i funzionari c'è la certezza che, dovunque verrà collocata, la struttura perderà il carattere di terzietà e autonomia che l'ha contraddistinta fino a oggi. E i risultati si vedono. Gli esposti ricevuti dal 2005 a oggi sono infatti aumentati costantemente, passando dai 45 di tre anni fa, ai 57 del 2007, ai 160 del 2007, per finire con i 140 dei primi sei mesi di quest'anno.
    Ma chi beneficerà della nuova situazione? Fino a oggi l'Alto commissario è intervenuto per garantire trasparenza nella pubblica amministrazione, ma anche per verificare se i controlli messi in atto funzionano. E ogni volta che ha riscontrato un reato è scattata la denuncia alla procura competente. Una funzione importante, visto che nella Pubblica amministrazione sembrano mancare gli anticorpi capaci di salvaguardarla dalla corruzione, come dimostra anche la denuncia fatta nei giorni scorsi dal procuratore generale della Corte dei conti Furio Pasqualucci. Chiaro quindi che la scomparsa dell'Alto commissario finirà col favorire chi, negli uffici pubblici, si muove ancora con troppa disinvoltura.
    Interessante, no? I politici non si possono processare. Quindi, a che serve vedere se per caso sono corrotti? Tagliate, tagliate...

    Buona vita

    Guglielmo

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