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Discussione: emozioni

  1. #76
    Partecipante Figo L'avatar di tobbbino
    Data registrazione
    01-02-2010
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    877

    Riferimento: emozioni

    Citazione Originalmente inviato da liliumviolet Visualizza messaggio
    ..il Moderato Roveretto mette assieme emozioni e motivazione....e adesso non so come fare se uscisse uno dei due argomenti separato dall' altro..consigli???
    ti posso dire che le motivazioni per me sonon un argomento ostico! comunque anch'io guardando vari testi le ho trovate sempre correlate con le emozioni.
    al limite, in un tema sulle motivazioni si potrebbe mettere la definizione, i livelli della motivazione (riflessi, istinti, pulsioni,i bisogni con il modello di maslow e le motivazioni primarie e secondarie)
    cosa vuoi che sia passa tutto quanto ancora un pò di tempo e ci riderai su (LIgabue)

  2. #77
    Partecipante Affezionato L'avatar di rebeccca
    Data registrazione
    18-07-2008
    Messaggi
    86

    Riferimento: emozioni

    ciao ragazze...io sto facendo motivazione e emozioni, ma separatamente...penso che sia meglio e poi ho cercato qualcosa da poter usare per un tema che riguardasse entrambe...

    mi riferisco alla teoria di ricci britti caterina, che tantoi cercate anche voi...ecco cosa ho trovato...vi copio il riassunto del capitolo del moderato-rovetto x generale:

    Capitolo 17:
    MOTIVAZIONE E REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI
    (Pio Enrico Ricci Bitti e Roberto Caterina)

    Il comportamento di un sogg è orientato alla realizzazione di un certo numero di scopi e alla soddisfazione di determinati bisogni mediante azioni e attività coordinate.
    L’attività cognitiva e l’attività comunicativo-espressiva fanno parte integrante del processo che porta all’attivazione dell’organismo per il conseguimento di determinati obiettivi. In quest’ottica, si tende a esaminare in maniera congiunta motivazione ed emozione (ruolo di mediazione tra esigenze ambientali e individuali).
    Motivazione ed emozione rappresentano due facce della stessa medaglia:
    - studio della motivazione �� perché un comportamento viene attivato (non verificato)
    - studio dell’emozione�� analisi del come viene attivato.(sottoposto a controllo e verifica)
    Il collegamento tra emozione e motivazione risiede nella potenzialità che hanno le emozioni di modificare la relazione tra organismo e ambiente.
    Concezione tradizionale: l’emotività era connessa a un’eccitazione disorganizzata e disfunzionale, la motivazione a un’eccitazione organizzata e finalizzata a uno scopo.
    Adesso si tende a evitare distinzioni così nette: si è visto che emozioni moderate aumentano la capacità di raggiungere obiettivi. Le emozioni di paura e angoscia sono del tutto adeguate alla situazione e predispongono l’organismo ad agire con la massima celerità; vi sono invece nella psicopatologia emozioni non legate a situazioni di emergenza o in cui la reazione non è adeguata alla situazione. Esiste quindi una
    quota dell’esperienza emotiva che può risultare non funzionale per il conseguimento di determinati scopi da parte dell’organismo.
    Soggetto ↔ Ambiente
    ↓ ↑
    Bisogni (φ e ψ) → Obiettivi → Attività Comunicativo-espressiva
    → Attività Cognitiva
    → Azioni
    �� Sistema motivazionale-cognitivo-emotivo
    Modello proposto dagli autori Bitti e Caterina:
    Questo sistema può situarsi a tre livelli gerarchici, a cui corrispondono vari pattern di combinazione degli aspetti (motivazionale, cognitivo ed emotivo):
    - motivazionali
    - emotivi
    - cognitivi
    - comunicativi
    - strutture cerebrali prevalenti
    - apprendimento
    Intervengono in modo interdipendente fattori interni, interpersonali e sociali, e la sfera motivazionale e quella emotiva sono viste come processi che interagiscono.
    -----------------------------------------------------------------------------------
    Livello in termini di filogenesi - Livelli della motivazione - Aspetti emotivi
    (ontogenesi dalla nascita
    alla maturazione)
    ------------------------------------------------------------------------------------
    I. livello dell’esistenza - riflessi, istinti - Risposte fisiologiche di
    biologica: gli animali adattamento (arousal)
    con strutture cerebrali
    poco evolute
    -------------------------------------------------------------------------------------
    II. livello della vita sociale - motivazioni primarie - Emozioni fondamentali
    in gruppo: animali organizzati
    in gruppi
    -------------------------------------------------------------------------------------
    III. livello dell’acquisizione - motivazioni secondarie - Emozioni secondarie
    del linguaggio: uomo
    -------------------------------------------------------------------------------------
    �� I livelli della motivazione:
    Riflessi: Prime forme di attività dell’organismo biologico. Sono risposte automatiche e non apprese.
    Istinto ≠ Pulsione: L’istinto: sequenza di comportamento automatica e diretta verso una meta. Dotazione genetica.
    Pulsione: forza interna (es. fame e sete) senza essere correlato da comportamenti di soluzione, questi devono essere appresi.
    Motivazione primaria e secondaria: Bisogno = pulsione con un oggetto concreto (es. fame → bisogno di cibo) Maslow (1954) propone il modello a livelli gerarchici di classificazione dei bisogni:
    - Bisogni “primari”: (1)bisogni fisiologici e (2)di sicurezza
    - Bisogni “sociali”: (3)bisogni di amore e appartenenza, (4)di riconoscimento e rendimento
    - Bisogni del Sé: (5)di realizzazione di sé.
    si potrebbe aggiungere il bisogno di trascendenza.
    I bisogni appartenenti a un gruppo superiore richiedono sempre l’esistenza di quelli propri del livello inferiore. In situazioni di emergenza, i bisogni superiori possono venire meno. (es. mangiare cibo senza chiedersi se è inquinato)
    Teoria sulla motivazione
    La differenza tra bisogni primari e secondari implica anche una differenza tra pulsioni primarie e secondarie.
    Miller (1948), attraverso gli studi sul condizionamento, cercò di legare gli stimoli appresi a pulsioni secondarie (anche esse apprese).
    Gabbia bianca con scossa --- collegata a --- Gabbia nera senza scossa
    Dopo un po’ i ratti fuggivano dalla gabbia bianca anche se il fondo non era elettrificato.
    Si era creata un nuova “pulsione appresa” (da pulsione “evitamento del dolore” a pulsione “paura del colore bianco”).
    → Questo non dimostra però che tutte le motivazioni secondarie siano frutto di apprendimento e di trasformazioni di pulsioni primarie.
    Allport (1961) le pulsioni secondarie non sono trasformazioni di quelle primarie.
    Alla base del comportamento umano ci sono una serie di azioni ripetute e legate a dei successi: la ripetizione e il consolidamento di queste azioni producono abitudini.
    Queste danno vita a nuove motivazioni autonome, le ricompense si trasformano in nuovi bisogni (es. lavoro per vivere → provo soddisfazione perché faccio bene il mio lavoro → Nuova motivazione: Motivazione al successo).
    Critiche:
    - non tutte le azioni ripetute diventano abitudini
    - non è evidente l’autonomia dalle motivazioni primarie
    Con il cognitivismo, le motivazioni sono viste come concetti dinamici, che mutano in rapporto al numero di informazioni provenienti dall’ambiente, che l’organismo è in grado di elaborare. Le informazioni in entrata provocano una continua ristrutturazione dei piani progettati per il conseguimento degli obiettivi.
    Critica: non in tutte le motivazioni c’è un’importanza fondamentale delle funzioni cognitive (es. fame e sete).
    Freud (1911) nella sua teoria “dei due principi dell’accadere psichico”, ipotizza due tipi di motivazione: il principio del piacere (primaria) e il principio di realtà (secondaria).
    I processi primari sono orientati dal principio del piacere. La necessità di dover agire sull’ambiente comporta la rappresentazione a livello psichico di ciò che è reale. L’apparato psichico si ispira quindi al principio di realtà. Il passaggio da uno all’altro comporta conseguenze in termini di ristrutturazione cognitiva. Il primo non è annullato dal secondo , ma gli cede il passo per un migliore adattamento alle richieste interne ed esterne.
    I processi di base interagiscono con la motivazione, per esempio la percezione: vedere un oggetto intensifica il desiderio di averlo, quando lo stimolo è ambiguo sono le motivazioni a influenzare la percezione (vedi Test proiettivi).
    Applicazioni:
    - “psicologia del consumatore”
    Si studia con metodi che mirano a individuare le motivazioni inconsce: interviste in profondità, tecniche proiettive
    - “motivazione al lavoro”
    Tre tipi di approcci in linea con i bisogni di Maslow: razionale-economico (incentivi economici), sociale (bisogno di affiliazione), di autorealizzazione (promuove un arricchimento qualitativo del lavoro). La leadership più funzionale è diversa per ogni approccio e anche i compensi più motivanti.

  3. #78
    Partecipante Affezionato L'avatar di rebeccca
    Data registrazione
    18-07-2008
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    86

    Riferimento: emozioni

    EMOZIONE
    Nello studio si soni intraprese due direttrici:
    - emozioni nel rapporto tra l’essere umano, i suoi simili e il mondo esterno, che segnano in maniera duratura l’esistenza individuale;
    - analisi dei singoli episodi emotivi e delle manifestazioni espressivo-motorie.
    Le emozioni hanno indicatori:
    - verbali: consentono di comunicare l’esperienza emotiva e rifletterci
    - non-verbali: in particolare le espressioni facciali, trasmettono in maniera diretta e efficace le emozioni.
    Le emozioni hanno differenti componenti:
    - cognitiva: valutazione cognitiva degli stimoli ambientali
    - fisiologica: salivazione, battito cardiaco, ecc
    - espressivo motoria: postura, tono di voce, ecc
    - motivazionale: predispongono l’organismo ad agire, per soddisfare bisogni e raggiungere scopi determinati
    - soggettiva: consentono l’attribuzione di significati e nomi specifici a stati emotivi
    Per D’Urso e Trentin (1998) esistono quattro prospettive teoriche abbastanza delineate:
    1) filone di studi che inizia con James e definisce le risposte fisiologiche;
    2) la prospettiva evoluzionistica darwiniana con gli studi sulle emozioni fondamentali;
    3) la prospettiva cognitivista con la concezione dell’emozione come informazione da elaborare, come uno dei processi inseriti nell’interazione individuo-ambiente;
    4) il costruttivismo sociale con l’importanza data dal contesto sociale nella determinazione dell’espressione e del significato delle emozioni.
    �� Teoria di James-Lange (1884)
    Affermava che gli elementi valutativo-cognitivi non precedono le risposte motorie-espressive, ma sono determinate da queste ultime (es. si è tristi xchè si piange).
    Esperimento di Hohmann (1966) su pazienti con aree estese del corpo paralizzate: l’insensibilità corporea era correlata con una diminuita capacità a provare emozioni intense.
    �� Teoria di Cannon (1927) e Bard (1934)
    Sosteneva una contemporanea attivazione del sistema espressivo-motorio e del sistema cognitivovalutativo, dal momento che entrambe dipendevano dall’attivazione del talamo.
    Cannon rilevò una certa indipendenza dei due sistemi.
    Esperimento di Schachter e Singer (1962) Indussero mediante iniezione di adrenalina delle reazioni fisiologiche tipiche di arousal.
    Alcuni soggetti erano stati informati correttamente, un altro gruppo fu informato in modo sbagliato, un terzo gruppo informato per nulla.
    Gli ultimi due gruppi si lasciarono coinvolgere più facilmente da uno sperimentatore in compiti emotivi e attribuirono alle emozioni le modificazioni dell’arousal.
    Critica: arousal indotto ≠ arousal spontaneo
    Ma risulta valida la conferma dell’ipotesi di Darwin e James che l’attivazione può essere fonte della valutazione cognitiva.
    Oggi si tende a ridimensionare il peso di queste contrapposizioni e a considerare i rapporti tra sistema cognitivo e sistema espressivo-motorio variabili a seconda del tipo di emozione e del tipo di stimolo. Non sempre gli aspetti espressi dalle diverse componenti concordano tra loro (anche perché possono essere inibiti-controllati in quantità diverse). Piuttosto che di primato, si parla di relativa autonomia tra le singole componenti.
    �� Aspetti applicativi
    Nel 1990 Salovey e Mayer proposero il concetto di “Intelligenza Emotiva”, reso famoso dal libro di Goleman (1995) con lo stesso titolo.
    Goleman riprende la concezione di Gardner e sostiene che esiste un tipo di intelligenza a carattere emotivo che permette di vivere meglio e spesso più a lungo.
    Riguarda:
    - la consapevolezza delle proprie emozioni
    - la capacità di controllo e regolazione
    - la capacità di sapersi motivare
    - l’empatia (riconoscimento delle emozioni altrui)
    - capacità di gestire le relazioni di gruppo
    Goleman vede l’applicazione di training per l’apprendimento emozionale in vari ambiti: scuole, lavoro, ecc
    FORME DI CONTROLLO DELLE EMOZIONI
    �� Controllo cognitivo
    Modello di Scherer (1987)
    Le emozioni sono insiemi di informazioni che entrano in contatto con un individuo.
    L’individuo come un computer attua una serie di controlli sull’input.
    Questi controlli hanno un’organizzazione gerarchica e hanno una funzione di valutazione dello stimolo:
    I) grado di novità
    II) piacevolezza/spiacevolezza
    III) compatibilità con i fini ritenuti prioritari dal soggetto
    IV) riguarda la possibilità di comportamento nei confronti di uno stimolo (confronto con
    le proprie capacità potenziali)
    V) compatibilità dello stimolo con le norme sociali e il concetto di Sé
    �� Controllo delle risposte fisiologiche
    Le risposte emotive implicano un’attivazione del Sistema nervoso centrale, del sistema nervoso autonomo e del sistema endocrino.
    SNC: il suo ruolo è collegato:
    - all’elaborazione cognitiva,
    - alle modificazioni dell’attività corticale
    - all’attivazione dei muscoli volontari (soprattutto facciali) deputati all’espressione delle emozioni
    SNA: causa molteplici cambiamenti corporei: osservabili (sudore, arrossamento, modificazioni del diametro pupillare, del ritmo respiratorio) e rilevabili solo con apparecchiature specifiche (modificazioni nella conduttanza cutanea, pressione sanguigna,ecc). Sono tutti fenomeni involontari ed estremamente difficili da inibire.
    SNE: la produzione da parte delle surrenali di Adrenalina e Noradrenalina è essenziale per l’attivazione del SNA. Ma esiste un vero e proprio profilo ormonale collegato all’attività emotiva, ed è particolarmente evidente nelle manifestazioni di ansia e stress.
    �� Aspetti motivazionali
    Le emozioni sono una forma di risposta orientata all’azione, reazioni di fronte al turbamento di un equilibrio tra elementi pulsionali-cognitivi-esperienziali di un individuo.
    Frijda (1986) ha indagato i rapporti tra processi cognitivi e azione.
    Ha elaborato il concetto di “precedenza del controllo”: spesso l’azione ha la precedenza sull’elaborazione cognitiva, per le emozioni primarie esistono schemi di azione che vengono valutati in blocco e spingono verso la loro esecuzione in tempi brevi (tanto da interrompere atti che si stavano compiendo).
    Altre emozioni funzionano in un altro modo, sono altri elementi che vengono valutati:
    per es. Emozioni → Affetti: tramite il passaggio da una valutazione primaria (che tiene conto dell’arousal) a una secondaria che considera il proprio sistema di valori e il contesto relazionale-sociale.
    �� L’espressione facciale delle emozioni
    Darwin sostenne l’universalità dell’espressione facciale delle emozioni, tanto che è reperibile anche nei primati superiori.
    Numerose ricerche vanno in senso opposto.
    Ekman e Friesen (1969) effettuarono uno studio molto importante: sottoposero al giudizio di un gran numero di giudici provenienti da molte nazioni e di aree socioeconomiche diverse, delle espressioni facciali da loro prodotte. Poi studiarono i giudizi di individui provenienti da due società “primitive” della Nuova Guinea. Produssero un gran numero di dati che confermarono l’accordo di giudizio e quindi l’universalità
    ipotizzata da Darwin.
    Un’ipotesi che tiene conto delle differenze culturali è quella che le differenze stiano nelle regole che governano l’espressione delle emozioni (es. società orientale).
    Esperimento di Ekman: ha dimostrato che soggetti giapponesi controllano di più le espressioni facciali rispetto a soggetti americani, e soprattutto se sono in presenza di compatrioti.
    L’espressione/mascheramento delle emozioni è un importante indicatore clinico dello stato psichico di un paziente: la stereotipia nell’espressione è indice di patologia.
    Importanti sono anche i gesti e la postura.
    Molte ricerche hanno dimostrato come l’inibizione della comunicazione emotiva (soprattutto in conseguenza a eventi traumatici e luttuosi) abbia importanti ripercussioni sulla salute degli individui a lungo termine, a breve termine può aiutare a attenuare il dolore.


    spero possa esservi utile....è l'intero capitolo...
    =)

  4. #79
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di lovingpsico
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    lombardia
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    Riferimento: emozioni

    Ciao a tutti, riprendo il thread sulle emozioni per chiedervi se avete già in mente quali teorie confrontare nel caso sia richiesto un confronto ...

    Non trovo cosi facile scegliere due teorie da metttere in confronto, perchè non ne trovo due che si prestano bene a punti di contatto e differenze..mi date un aiuto?
    Inevitabilmente, tutti i grandi uomini conservano qualcosa di infantile. S.Freud

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