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  1. #61
    Partecipante Affezionato
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    Riferimento: II prova vecchio ordinamento_ casi clinici

    Citazione Originalmente inviato da alesssandra Visualizza messaggio
    ciao mazio....
    hai capito bene saranno 3 tracce e noi protremo sceglierne una....sicuramente ci sarà l'esperimento da inventare (traccia cognitiva).....per il resto che dio o chi per lui ce la mandi buona
    Grazie Alessandra per la risposta. Cosa intendi per traccia cognitiva?

    Maurizio

  2. #62
    Partecipante Affezionato L'avatar di catecola
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    Riferimento: II prova vecchio ordinamento_ casi clinici

    allora' qualcuno ha qualche caso da proporre?

  3. #63
    Partecipante Affezionato
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    Riferimento: II prova vecchio ordinamento_ casi clinici

    L è una giovane donna di 30 anni. Figlia unica, ha avuto un’infanzia priva di eventi macrotraumatici, ma connotata da un clima molto conflittuale tra i genitori, che si sono separati quando L aveva 8 anni. Il padre viene descritto dalla paziente come “sfuocato” e debole. La madre ha sempre avuto una modalità di relazione con la figlia molto “operativa”, orientata più all’investimento narcisistico che alla reciprocità. All’età di 18 anni, L ha lasciato la casa materna iniziando una vita “on the road”, con esperienze di droghe leggere e pesanti e condotte sul filo dell’antisocialità. In questo periodo ha numerose esperienze affettive e sessuali, tumultuose e in rapida alternanza.tra i 18 e i 24 anni L si sottopone a tre interruzioni volontarie di gravidanza. Attorno ai 25 anni inizia una relazione con un uomo che ha con lei un comportamento violento e maltrattante. A 28 anni inizia un lavoro come segretaria d’azienda, che conduce con discreto successo e soddisfazione economica. Riduce ma non interrompe l’uso delle droghe. Si rivolge allo psicologo di un Centro di Salute Mentale perché “non ce la fa a interrompere la relazione con il suo compagno”, diventata per lei ormai “troppo dolorosa”, e perché “vuole ricucire il rapporto con i genitori”. Inoltre è spaventata dalla tendenza, negli ultimi tempi, ad aumentare l’assunzione di eroina.
    Al candidato si chiede di indicare, in un elaborato non superiore alle due pagine:
    a. Come procederebbe nella consultazione (specificare i principali aspetti del funzionamento psichico e relazionale da approfondire e le eventuali indagini testali da proporre e perché);
    b. Quali ipotesi diagnostiche prenderebbe in considerazione (specificare il sistema diagnostico e/o il modello teorico di riferimento e fornire alcuni elementi di diagnostica differenziale);
    c. Quali ipotesi di intervento penserebbe di impostare

  4. #64
    Partecipante Affezionato L'avatar di catecola
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    Riferimento: II prova vecchio ordinamento_ casi clinici

    Citazione Originalmente inviato da mazio_35 Visualizza messaggio
    L è una giovane donna di 30 anni. Figlia unica, ha avuto un’infanzia priva di eventi macrotraumatici, ma connotata da un clima molto conflittuale tra i genitori, che si sono separati quando L aveva 8 anni. Il padre viene descritto dalla paziente come “sfuocato” e debole. La madre ha sempre avuto una modalità di relazione con la figlia molto “operativa”, orientata più all’investimento narcisistico che alla reciprocità. All’età di 18 anni, L ha lasciato la casa materna iniziando una vita “on the road”, con esperienze di droghe leggere e pesanti e condotte sul filo dell’antisocialità. In questo periodo ha numerose esperienze affettive e sessuali, tumultuose e in rapida alternanza.tra i 18 e i 24 anni L si sottopone a tre interruzioni volontarie di gravidanza. Attorno ai 25 anni inizia una relazione con un uomo che ha con lei un comportamento violento e maltrattante. A 28 anni inizia un lavoro come segretaria d’azienda, che conduce con discreto successo e soddisfazione economica. Riduce ma non interrompe l’uso delle droghe. Si rivolge allo psicologo di un Centro di Salute Mentale perché “non ce la fa a interrompere la relazione con il suo compagno”, diventata per lei ormai “troppo dolorosa”, e perché “vuole ricucire il rapporto con i genitori”. Inoltre è spaventata dalla tendenza, negli ultimi tempi, ad aumentare l’assunzione di eroina.
    Al candidato si chiede di indicare, in un elaborato non superiore alle due pagine:
    a. Come procederebbe nella consultazione (specificare i principali aspetti del funzionamento psichico e relazionale da approfondire e le eventuali indagini testali da proporre e perché);
    b. Quali ipotesi diagnostiche prenderebbe in considerazione (specificare il sistema diagnostico e/o il modello teorico di riferimento e fornire alcuni elementi di diagnostica differenziale);
    c. Quali ipotesi di intervento penserebbe di impostare
    ci pèrovo ma premetto di non sapere molto o niente sulle tossicodipendenze sui disturbi da abuso... disturbo di pertsonalità ma non saprei quali (devo riperli oggi) incomincerei con dei colloqui per ottenere ulteriori informazioni sulla vita di L. indagherei sul processo di separazione-individuazione... non ha acquisito la sua autonomia, va via di casa perchè non ha ricevuto l'amore e una buona le relazione con le figure di riferimento per farla crescere serenamente e costruire una buona immagine di se: si attacca alle droghe come sostituzuione ad un oggetto interno assente, a rapporti senza importanza ma alla fine ritorna a casa a ricucire il rapporto con i suoi gentori.. Secondo la teoria dell'attaccamento ripropone il modello operativo interno interiorizzato di una mamma incapace di stabilire con lei un rapporto e di un padre assenteL. rifiuta l identità femminile, non riesce ad avere rapporti stabili ne tantomeno accetta l'idea di maternità, 3 interruzioni di gravidanza. non riesco però a fare una diagnosi...Per ulteriori informazioni sottoporei la donna ad un Rorchac per analizzare meglio i contenuti profondi della personalità, T.A,T alla ricerca di conflitti irrisolti, angosce , bisogni che potranno essere utili nel trattamento e l'MMPI per l'eventuale presenza di tratti psicopatologigci.
    Per quanto riguarda il trattamento incomincerei inviandola ad un servizio che la aiuti nella disintossicazione.
    Successivamente con una terapia di tipo espressivo poichè L. è consapevole dei suoi problemi e mantiene un buon contatto con la realtà. incomincerei con L. un lpercorso con lo scopo di rielaborare e superare il processo di seprazione-individuazione e il ripristino di un oggetto interno buono, maggiore un immagine di se più stabile cghe le garantisca più sicurezza ed autostima priporrei inoltre una terapia familiare che sostituisca regole funzionale a quelle disfunzionali, che favorisca una circolarità nella comunicazione e che superi lo svincolo e l'individuazione dei suoi componenti.... cxhe dici?? mi daresti la sufficienza??

  5. #65
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    Riferimento: II prova vecchio ordinamento_ casi clinici

    Citazione Originalmente inviato da catecola Visualizza messaggio
    ci pèrovo ma premetto di non sapere molto o niente sulle tossicodipendenze sui disturbi da abuso... disturbo di pertsonalità ma non saprei quali (devo riperli oggi) incomincerei con dei colloqui per ottenere ulteriori informazioni sulla vita di L. indagherei sul processo di separazione-individuazione... non ha acquisito la sua autonomia, va via di casa perchè non ha ricevuto l'amore e una buona le relazione con le figure di riferimento per farla crescere serenamente e costruire una buona immagine di se: si attacca alle droghe come sostituzuione ad un oggetto interno assente, a rapporti senza importanza ma alla fine ritorna a casa a ricucire il rapporto con i suoi gentori.. Secondo la teoria dell'attaccamento ripropone il modello operativo interno interiorizzato di una mamma incapace di stabilire con lei un rapporto e di un padre assenteL. rifiuta l identità femminile, non riesce ad avere rapporti stabili ne tantomeno accetta l'idea di maternità, 3 interruzioni di gravidanza. non riesco però a fare una diagnosi...Per ulteriori informazioni sottoporei la donna ad un Rorchac per analizzare meglio i contenuti profondi della personalità, T.A,T alla ricerca di conflitti irrisolti, angosce , bisogni che potranno essere utili nel trattamento e l'MMPI per l'eventuale presenza di tratti psicopatologigci.
    Per quanto riguarda il trattamento incomincerei inviandola ad un servizio che la aiuti nella disintossicazione.
    Successivamente con una terapia di tipo espressivo poichè L. è consapevole dei suoi problemi e mantiene un buon contatto con la realtà. incomincerei con L. un lpercorso con lo scopo di rielaborare e superare il processo di seprazione-individuazione e il ripristino di un oggetto interno buono, maggiore un immagine di se più stabile cghe le garantisca più sicurezza ed autostima priporrei inoltre una terapia familiare che sostituisca regole funzionale a quelle disfunzionali, che favorisca una circolarità nella comunicazione e che superi lo svincolo e l'individuazione dei suoi componenti.... cxhe dici?? mi daresti la sufficienza??
    non guadare la forma frettolosa e i vari errori ho scritto di getto...

  6. #66
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    Io ho pensato ad un disturbo Borderline di personalità, in quanto mostra instabilità nelle relazioni, marcta impulsività per lo meno in due aree (sesso, abuso di sostanze), instabilià affettiva, disagio per il non riuscire a interrompere la relazione (senso di vuoto?).

    cosa ne pensi di questo?

    ciò che hai scritto mi sembra interessante....

  7. #67
    Partecipante Affezionato L'avatar di catecola
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    Citazione Originalmente inviato da mazio_35 Visualizza messaggio
    Io ho pensato ad un disturbo Borderline di personalità, in quanto mostra instabilità nelle relazioni, marcta impulsività per lo meno in due aree (sesso, abuso di sostanze), instabilià affettiva, disagio per il non riuscire a interrompere la relazione (senso di vuoto?).

    cosa ne pensi di questo?

    ciò che hai scritto mi sembra interessante....
    hai ragione... avevevo immaginato disturbo della personalità ma devo terminarli oggi e non sono ancora capace di differenziarli.. mi aspetta un lungo pomeriggio... qualcosina ricordo però... nel borderline non è preponderante l' aggressività, l'ira?ù
    ho auna paura tremendaaaa.. vado a studiare se proponi qualche caso stasera lo guardo e domani ci confrontiamo.. buono studio

  8. #68
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    Riferimento: II prova vecchio ordinamento_ casi clinici

    Citazione Originalmente inviato da mazio_35 Visualizza messaggio
    Io ho pensato ad un disturbo Borderline di personalità, in quanto mostra instabilità nelle relazioni, marcta impulsività per lo meno in due aree (sesso, abuso di sostanze), instabilià affettiva, disagio per il non riuscire a interrompere la relazione (senso di vuoto?).

    cosa ne pensi di questo?

    ciò che hai scritto mi sembra interessante....
    Ciao maurizio e catecola la prima cosa che ho pensato leggendo il caso di L.è stata:ha una personalità tipica del borderline...
    Non riesco a pensare ad altre diagnosi possibili se non a questa...
    Instabilità affettiva,voglia di essere amata ma paura dell'abbandono,promiscuità sessuale (ha avuto rapporti a rischio che si sono tramutati in gravidanze indesiderate)dovuta ad un forte senso di vuoto lasciato dalla mancanza d'amore materno...qualche comportamento antisociale...e poi nella storia del borderline c'è quasi sempre l'uso di droghe...l'ira e la rabbia la esprime con i genitori con i quali ha un rapporto conflittuale...

    Maurizio nel caso del ragazzo fissato con dieta e sport penso anch io ad un disturbo somatoforme e nello specifico dismorfismo corporeo anche se con qualche perplessità...

  9. #69
    Partecipante Affezionato
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    ALTRO CASO

    A. è una donna di 36 anni che si presenta alla consultazione dello psicologo su indicazione di una sua amica che glielo ha raccomandato definendolo un professionista serio e preparato.
    Si presenta molto curata nell'aspetto ed esordisce nell'affermare la sua sfiducia nella psicologia. Vorrebbe però essere aiutata a risolvere il suo problema, magari sottoponendosi e delle sedute di rilassamento di cui
    l'amica le ha tanto parlato. Parla a voce bassa, quasi scandendo e selezionando con cura le parole che usa. E' molto esigente con sé
    stessa, da sempre preoccupata di come può apparire agli altri, da cui si sente spesso giudicata negativamente.
    Svolge il lavoro di giornalista da 10 anni ma si dichiara insoddisfatta a causa dell'ambiente del giornale. In particolare ha un pessimo rapporto sia con il proprio capo che con i colleghi, in quanto, a suo dire, non le riconoscono lo spazio che ritiene di meritare. Il motivo della consultazione psicologica sono dei frequenti mal di testa di cui soffre da nove anni. Il dolore è associato ad una perdita della sensibilità agli arti superiori e risulta resistente a qualsiasi trattamento farmacologico. A. si sente disperata per il persistere della sua "malattia" che la costringe a "non vivere" per giorni interi finche perdura l'attacco e durante i quali si chiude nella sua stanza, impossibilitata a svolgere ogni tipo di attività.
    A. è la seconda di tre figli, ha una sorella maggiore di due anni, con la quale riferisce di avere da sempre un pessimo rapporto ed un fratello più piccolo di otto anni che dice di amare moltissimo "come se fosse un figlio".
    Ha sempre avuto difficoltà di relazione con la madre che definisce "possessiva e invadente", più con lei che con i fratelli.
    Il padre definito "meraviglioso" ma purtroppo " assente e sempre concentrato sui propri problemi".
    Nel passato ha avuto tre storie affettive "importanti" ma fallite, così che non ha potuto coronare il suo sogno di avere un figlio.

  10. #70
    Matricola L'avatar di giorgia78
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    Grazie sei stata gentilissima!

  11. #71
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    Riferimento: II prova vecchio ordinamento_ casi clinici

    ciao a tutti...molto bello vedere che siamo in tanti...
    vorrei rispondere prima alla domanda sul perchè il caso del ragazzo con diturbi somatoformi non possa rientrare nella sintomatologia di delirio somatico: nel caso di disturbo delirante ci sono sintomi psicotici come allucinazioni e questo pare più un caso sul versante ossessivo che psicotico.
    Per quanto riguarda L anche io penserei subito al border ma per dirlo dobbiamo valutare se la caoticità affettivo-relazionale dipende o meno dall'assunzione di droghe. insomma , qual'è il disturbo primario?
    l'ultimo caso a primo acchitto parrebbe diagnosticabile come personalità narcisistica con sintomatologia primaria legata ad un disturbo di conversione somatico , le difese presenti principalmente nel soggetto sembrano essere dissociazione, idealizzazione e svalutazione, è presente grandiosità e anche il rapporto con il fratellino sembra di stampo narcisistico.
    voi che ne dite?

  12. #72
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    Citazione Originalmente inviato da mazio_35 Visualizza messaggio
    ALTRO CASO

    A. è una donna di 36 anni che si presenta alla consultazione dello psicologo su indicazione di una sua amica che glielo ha raccomandato definendolo un professionista serio e preparato.
    Si presenta molto curata nell'aspetto ed esordisce nell'affermare la sua sfiducia nella psicologia. Vorrebbe però essere aiutata a risolvere il suo problema, magari sottoponendosi e delle sedute di rilassamento di cui
    l'amica le ha tanto parlato. Parla a voce bassa, quasi scandendo e selezionando con cura le parole che usa. E' molto esigente con sé
    stessa, da sempre preoccupata di come può apparire agli altri, da cui si sente spesso giudicata negativamente.
    Svolge il lavoro di giornalista da 10 anni ma si dichiara insoddisfatta a causa dell'ambiente del giornale. In particolare ha un pessimo rapporto sia con il proprio capo che con i colleghi, in quanto, a suo dire, non le riconoscono lo spazio che ritiene di meritare. Il motivo della consultazione psicologica sono dei frequenti mal di testa di cui soffre da nove anni. Il dolore è associato ad una perdita della sensibilità agli arti superiori e risulta resistente a qualsiasi trattamento farmacologico. A. si sente disperata per il persistere della sua "malattia" che la costringe a "non vivere" per giorni interi finche perdura l'attacco e durante i quali si chiude nella sua stanza, impossibilitata a svolgere ogni tipo di attività.
    A. è la seconda di tre figli, ha una sorella maggiore di due anni, con la quale riferisce di avere da sempre un pessimo rapporto ed un fratello più piccolo di otto anni che dice di amare moltissimo "come se fosse un figlio".
    Ha sempre avuto difficoltà di relazione con la madre che definisce "possessiva e invadente", più con lei che con i fratelli.
    Il padre definito "meraviglioso" ma purtroppo " assente e sempre concentrato sui propri problemi".
    Nel passato ha avuto tre storie affettive "importanti" ma fallite, così che non ha potuto coronare il suo sogno di avere un figlio.


    caspita questo è abbastanza ostico.....
    ci provo:
    sicuramente le informazioni in possesso sono poche e dunque è necessario approfondire alcuni aspetti durante il colloquio, tuttavia da ciò che abbiamo si potrebbe (a mio parere, ditemi voi cosa ne pensate) ipotizzare un disturbo narcisitico di personalità, infatti la paziente si mostra molto curata e attenta nell'apparire perfetta, sceglie bene le parole da utilizzare per non essere giudicata negativamente (tratto insicuro tipo del narcisita) afferma di non trovarsi bene al lavoro perchè non le viene riconosciuto il posto (privilegiato) che è sicura di meritare, vediamo come anche le relazioni della sua vita sono connotate da un forte difficoltà verso le persone del proprio sesso, forse perchè in competizione con loro, cosa che non accade verso l'altro sesso, inoltre le relazioni della sua vita sono fallite tutte probabilmente perchè c'è incapacità di stabilire un rapporto "io-tu"; l'unica preoccupazione della fine delle relazioni è il fatto di non aver potuto avere figli (patner come mezzo per ottenere qualcosa di rimando egoistico); è presente anche l'incapacità di esprimere e mentalizzare le emozioni che infatti sembrano espresse attraverso il corpo (tratto un pò istrionico); interessante sarebbe analizzare la domanda della paziente e vedere se coincide con quella non espressa verbalmente (ma non credo), farei MMPI e SCHID II probabilmente anche un test proiettivo per analizzare meglio le difese....

    RAGAZZI COSA PENSATE VOI PER ME QUESTO è UN Pò AMBIGUO!

  13. #73
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    Buongiorno!
    Tutti a studiare?
    Io vado al mare....ci rivediamo più tardi commentando altri casi?
    ne lascio uno:



    CASO DI B.

    B. è una vedova di 36 anni inviata allo psicologo dal suo medico di base. Ha perso il marito (40 anni) in un incidente sul lavoro 6 mesi fa. Ha una figlia di 7 anni alla quale deve pensare ormai da sola.
    La donna riferisce al primo colloquio che, da quando ha perso il marito, è diventata inappetente, si sveglia alle tre di notte e non si riaddormenta nonostante l'uso di tranquillanti o sonniferi.
    Tende ad isolarsi, rifiuta le visite delle amiche. Vede quasi quotidianamente la madre, anch'essa vedova, ma questo non pare esserle di aiuto. Si sente infatti, dopo tali visite, ancora più scoraggiata e sola. La donna asserisce che, da quando il marito è morto, la figlia si aggrappa eccessivamente a lei, ha paura di andare a letto la sera e spesso si sveglia spaventata da incubi. Si chiede se anche la figlia ha bisogno dello psicologo.
    B. non se la sente di riprendere il lavoro sospeso dalla morte del marito e teme di non farcela. Le capita di pensare al suicidio come liberazione dai suoi problemi.
    Sulla base dei dati anamnestici, il candidato indichi gli approfondimenti che ritiene necessari, formuli un'ipotesi diagnostica, ed illustri un piano di intervento in cui specifichi il metodo e gli obiettivi.


    CASO DI ADRIANA:

    Adriana chiede presso un servizio territoriale un appuntamento con uno psicologo. A. è una bella donna di 35 anni con un viso solare che trasmette tranquillità, appare dolce e gentile. È laureata in scienze religiose e insegna questa materia in una scuola elementare. Tale lavoro le piace molto. È stata inviata al servizio dal ginecologo al quale la donna si era rivolta per problemi di ordine sessuale. Riferisce di essersi separata da circa 2 anni,attualmente il marito le ha chiesto l’annullamento del matrimonio. La coppia ha un bambino di 4 anni. Adriana racconta di aver subito un abuso sessuale all’età di 9 anni da parte del marito della sorella della madre che ancora oggi vive nel palazzo dove vivono i genitori di Adriana. Adriana pensa che questo è il motivo x cui ha difficoltà ad avere rapporti.
    Il candidato indichi le aree da approfondire, un inquadramento psicodiagnostico e un piano di trattamento.

  14. #74
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    Riferimento: II prova vecchio ordinamento_ casi clinici

    Citazione Originalmente inviato da mazio_35 Visualizza messaggio
    ALTRO CASO

    A. è una donna di 36 anni che si presenta alla consultazione dello psicologo su indicazione di una sua amica che glielo ha raccomandato definendolo un professionista serio e preparato.
    Si presenta molto curata nell'aspetto ed esordisce nell'affermare la sua sfiducia nella psicologia. Vorrebbe però essere aiutata a risolvere il suo problema, magari sottoponendosi e delle sedute di rilassamento di cui
    l'amica le ha tanto parlato. Parla a voce bassa, quasi scandendo e selezionando con cura le parole che usa. E' molto esigente con sé
    stessa, da sempre preoccupata di come può apparire agli altri, da cui si sente spesso giudicata negativamente.
    Svolge il lavoro di giornalista da 10 anni ma si dichiara insoddisfatta a causa dell'ambiente del giornale. In particolare ha un pessimo rapporto sia con il proprio capo che con i colleghi, in quanto, a suo dire, non le riconoscono lo spazio che ritiene di meritare. Il motivo della consultazione psicologica sono dei frequenti mal di testa di cui soffre da nove anni. Il dolore è associato ad una perdita della sensibilità agli arti superiori e risulta resistente a qualsiasi trattamento farmacologico. A. si sente disperata per il persistere della sua "malattia" che la costringe a "non vivere" per giorni interi finche perdura l'attacco e durante i quali si chiude nella sua stanza, impossibilitata a svolgere ogni tipo di attività.
    A. è la seconda di tre figli, ha una sorella maggiore di due anni, con la quale riferisce di avere da sempre un pessimo rapporto ed un fratello più piccolo di otto anni che dice di amare moltissimo "come se fosse un figlio".
    Ha sempre avuto difficoltà di relazione con la madre che definisce "possessiva e invadente", più con lei che con i fratelli.
    Il padre definito "meraviglioso" ma purtroppo " assente e sempre concentrato sui propri problemi".
    Nel passato ha avuto tre storie affettive "importanti" ma fallite, così che non ha potuto coronare il suo sogno di avere un figlio.
    A. presenta dei sintomi fisici: mal di testa da più di dieci anni e perdita di sensibiltà degli arti superiori inoltre il disturbo crea menomazione in ambito sociale e lavorativo (dice che il dolore le impedisce di vivere). si potrebbe ipotizzare la presenza di un disturbo somatoforme non altrimenti specificato. non si tratta di disturbo da conversione pichè oltre al sintomo riguardante le funzioni motorie volontarie vi è la presenza di lamentele fisiche. Non si tratta nemmeno di un disturbo fisico visto l'insuccesso della terapia farmacologica. Per indagare meglio sui i contenuti profondi di A. la somministrerei il Rorchach e per comprendere le motivazioni, i bisogni e i cinflitti profondi responsabili della sintomatologia un T.A.T.
    Il conflitto somatizzato a livello fisico riguarda il rapporto con la famiglia e le esperinze vissute nella fase dello sviluppo. la famiglia appare invischiata con una situazione triangolare in cui A. è profondamente legata alla figura paterna e gelosa della madre. probabilmente ciò è accaduto dopo la nascita del fratellino, quando la madre ha rivolto le attenzioni su di lui si è sentita tradita: infatti ha attuato un meccanismo di formazione reattiva per il quale odia il fratello e per converso dicedi amare moltissimo come fosse un figlio suo. Inoltre ha sperimentato continuamente esperienze di abbandono: la madre, il padre troppo impegnato e ciò si è ripropostio anche nella sua vita adulta non è riuscita a portare a termine una relazione e a non colmare il vuoto che porta dentro con una gravidanza. Prima di definire il trattamento farei un 'analisi della domanda per comprendere la motivbazione reale della paziente. trasformare lòa motivazione estrinseca (l'ha inviata un'amica e presenta il suo problema in termini fisici) in motivazione intrinseca.
    A. mostra un buon esame di realtà e il suo io appare integrato perciò è possibile proporre una terapia esperessiva con approccio psicodinamico per elaborare il lutto riguardomle esperienze infantili, costruire un oggetto interno buono che le garantisca maggire stabilità e sicurezza nei rapoorti interpersonali e una volta elaborati i conflitti insegnare ad A. la capacità di simbolizzazione per interpretare i conflitto e mentalizzarlo piuttosto che somatizzarlo.
    Terapia familiare?' non so....

  15. #75
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    Riferimento: II prova vecchio ordinamento_ casi clinici

    vi vedo tutti molto ferrati sui disrurbi di personalità... io credo che si baseranno su casi più semplici... cmq alessandra non penso si tratti di disturbo di personalità narcisista in quanto non si spiega la sintomatologia dolorosa... è molto curata ma i narcisisti improntatno tutto sulla perfezione e l'estetica e sicuramente non dicono di non non riuscire a trovare spazio per emergere nel proprio lavoro... ragazzi e voi?? cosa pensate di questo caso??

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