Non voglio anticipare il ripasso serale, ma ho trovato questo su internet e ho pensato che possa essere utile a chi si sta preparando uno schema per questa sera.
Ciao
Panorama teorico
Il panorama teorico relativo alla motivazione è piuttosto vasto. Vogliamo tentare di darne una sistemazione teorica più completa possibile prendendo in considerazione diversi approcci e coordinandoli in un quadro coerente. Ciascuno di essi infatti aiuta a descrivere un aspetto della motivazione e a comprenderne meglio la complessità.
Tracciamo brevemente i principali approcci teorici:
Teorie meccaniciste: aspetti istintuali
· C. Darwin (1859) sostiene che certi tipi di comportamento che si presentano in maniera identica, nella maggior parte degli appartenenti ad una specie, senza apprendimenti specifici, si fonderebbero su meccanismi genetici, gli istinti.
· S. Freud (1910) fa invece riferimento a moventi inconsci, le pulsioni.
Comportamentismo: stimolo/gratificazione
· Riconduce la motivazione di ogni comportamento alla concatenazione stimolo-risposta. Pone dunque il problema della motivazione estrinseca e dell’influenza delle gratificazioni esterne.
Cognitivismo: valori/aspettative/obiettivi/percezione di sé/percezione della difficoltà del compito/equilibrio cognitivo
· K. Lewin ( 1935) dà origine ad un nuovo modello esplicativo della motivazione umana, che prende in considerazione lo stato di tensione interna, che spinge verso la realizzazione di un proposito (valore o aspettativa). Anche H.A. Murray (1938) attribuisce una fondamentale importanza a mete ed aspettative.
· D.C. McClelland (1955) e J.W. Atkinson (1964) mettono in evidenza che la motivazione nei confronti di una prestazione dipende da un difficile equilibrio tra la percezione che il soggetto ha della difficoltà del compito e delle risorse che è in grado di mettere in campo.
· L. Festinger (1957) parla invece della ristrutturazione mentale che segue ad una situazione di dissonanza cognitiva dopo una decisione.
Corrente umanista
· H. Maslow (1977), nell’ambito della corrente umanistica, tende a sottolineare l’ampia sfera di bisogni che caratterizzano l’essere umano. Ne stabilisce una gerarchia partendo da quelli di base fino a quelli superiori: bisogni fisiologici, bisogni di sicurezza, bisogni sociali, bisogni dell’ Io e bisogni di autorealizzazione. Il passaggio alle mete superiori, chiamate meta-bisogni, è, secondo Maslow, fortemente legato alla soddisfazione delle esigenze fisiologiche e di sopravvivenza, anche se solamente la soddisfazione dei meta-bisogni conduce all’autorealizzazione.
· E.L. Deci sottolinea la necessità del soggetto di autodeterminarsi.
Approccio socio-cognitivo: Motivazione intrinseca/ Autostima/ Autoefficacia/Attribuzione causale
· S. Harter (1978) ha messo in atto un modello secondo il quale il soggetto, ottenendo rinforzi positivi, interiorizza un sistema di autogratificazione che gli consente di padroneggiare maggiormente le strategie finalizzate al raggiungimento di determinati obiettivi. Con l’incremento di questo processo diminuisce il bisogno di gratificazione esterna ed aumenta la motivazione grazie alla percezione della propria competenza e del proprio controllo sull’ambiente. Tale spinta propulsiva invece diminuisce se i tentativi vengono frustrati o vengono rafforzati nel bambino comportamenti di dipendenza dagli adulti.
· A. Bandura (1989) dimostra nelle sue più recenti ricerche (alcune delle quali condotte con S. Harter) che la motivazione è direttamente influenzata dalle convinzioni dell’individuo circa il suo valore, le sue abilità o competenze, gli obiettivi e le aspettative di successo o insuccesso e i sentimenti positivi o negativi che derivano dal processo di autovalutazione. Secondo Bandura la percezione che una persona ha di sé deriva da quattro fonti: le performances precedenti, l’osservazione dell’esecuzione da parte di un altro, la persuasione e le proprie reazioni psicofisiologiche ed emotive.
· M. V. Convington (1993) sottolinea la centralità dell’autostima del soggetto nel suo impegno in una qualsiasi attività.
· Da circa un decennio il focus delle ricerche sulla motivazione ad apprendere verte anche sui contributi della teoria dell’attribuzione (B. Weiner - 1971), che studia la tendenza spontanea dell’individuo ad attribuire delle cause agli eventi. Il bisogno di comprensione presente in ogni individuo può essere considerato infatti una motivazione primaria, inoltre la motivazione è maggiore quando il soggetto tende ad attribuire la riuscita nel compito all’impegno e non alla fortuna.
Sul locus of control interno ha messo particolarmente l’accento J.B. Rotter (1966).
Approccio socio-relazionale: relazioni positive di fiducia/ collaborazione in gruppo e apprendimento cooperativo
· R. Mill e R. Ryan (1994) hanno delineato un Modello di Potenziamento Reciproco, che presuppone esista potenzialmente in ogni persona un nucleo positivo di motivazione ad apprendere ed autostima, che emerge nel momento in cui i soggetti instaurano delle relazioni positive con gli altri e diventano consapevoli del loro modo di apprendere. Il sostegno sociale permette il dispiegarsi della volontà, definita come un’innata motivazione, una condizione interiore di benessere in cui gli individui sono a contatto con la loro naturale autostima, e dell’abilità, definita come una competenza metacognitiva.
· Una recente corrente americana ( scuola di comunità ), sulla scia del cooperative learning (D.W. Johnson & R.T. Johnson, in seguito diffuso anche in Italia), mette in evidenza l’importanza dell’ ;apprendimento cooperativo e della costruzione fatta dall’insegnante di un positivo clima di classe (L. Chiari, Climi di classe: un progetto di sperimentazione per il miglioramento del clima di classe in quattro città italiane, Milano, Franco Angeli, c1994