Proviamo a considerare la storia di questa compagnia?
Nel 2001, anno nero per l'Aviazione Civile mondiale, Alitalia paga più della concorrenza la flessione della domanda per la sua precedente crisi strutturale, in particolar modo per la concorrenza agguerrita delle compagnie low cost.
Nello stesso anno Alitalia stipula un'alleanza con Air France ed entra a far parte di SkyTeam una delle principali alleanze aeree, i cui membri oltre ad Air France-KLM, sono: Delta Air Lines, Continental Airlines, Korean Air, Northwest Airlines, CSA Czech Airlines, Aeroflot e Aeroméxico. L'accordo con la compagnia francese prevede anche uno scambio azionario del 2%, in virtù del quale i due capiazienda Francesco Mengozzi e Jean-Cyril Spinetta entrano a far parte dei reciproci consigli di amministrazione. Mengozzi, confermato dal governo Berlusconi II, aveva in animo una fusione con Air France ed aveva ottenuto che la fusione fosse fatta attribuendo ad Alitalia il 30-35 % del capitale del network francese. Il governo però respinse la proposta
Quindi, nel 2004 si tenta di vendere parte di Alitalia ad Air France. Ma Silvio non vuole e non la si vende.
A fine 2006 il governo Prodi decide di cedere la compagnia, vendendo il 30,1% (poi innalzato al 39,9%) del capitale azionario, facendo così scattare l'obbligatorietà dell'OPA per il nuovo compratore. La gara però, dopo otto mesi, fallisce per il ritiro progressivo di tutti i concorrenti. Tra i partecipanti alla gara i pretendenti più autorevoli erano AP Holding di Carlo Toto (Holding che controlla Air One), Texas Pacific Group (fondo americano che ha già lavorato nel rilancio di Continental Airlines e Ryanair) e la compagnia russa Aeroflot.
Nel 2006 Prodi ci riprova. Ma, ancora una volta, Berlusconi non vuole. E tira fuori la mitica "cordata" di imprenditori italiani. Pronti a rilevare Alitalia. Cordata che nicchia per mesi e non si fa vedere. Poi, quando si fa vedere, propone condizioni difficilmente accettabili dai lavoratori.
Ora, io penso che il risultato cui si è arrivati si debba anche alla tentazione (cui è francamente difficile resistere) di sare una legnata sui denti al miracoloso Presidente del Consiglio. Come dire: "Hai voluto la bici? Adesso pedala!". Non voleva vendere ad Air France, ha bloccato per due volte la privatizzazione, adesso può venir costretto a subirla.
Perché, comunque vadano le cose, le rotte aeree un tempo servite da Alitalia dovranno pur essere servite da qualcuno. Magari con qualche pilota in meno, magari con condizioni contratturali più difficili per qualcuno. Ma la richiesta c'è. Se non lo farà Alitalia lo farà qualcun altro.
Peraltro, è una vicenda nella quale si vede bene la difficoltà di tutta la classe politica italiana nel fare politica. Nel decidere, cioè, quali debbano essere le linee di sviluppo dell'Italia. Da questo punto di vista abbiamo assistito a teatrini veri e propri, dalla lotta tra Formigoni e D'Alema su Malpensa fino agli ultimi avvenimenti relativi ad Alitalia.
Insomma, la politica, quella vera, non si è vista laddove sarebbe stata necessaria. Quel che si è visto è stata una lotta per distribuire regalie ad "amici" di vario genere (o il fatto che Marina Berlusconi sia entratat nel Consiglio di Amministrazione di Mediobanca è un caso?).
Buona vita
Guglielmo